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Autore: Shjeld    05/09/2013    7 recensioni
[ CAUSA PROBLEMI AGGIORNERO' MOLTO LENTAMENTE, COME AVRETE NOTATO ]
Louis è un giovane ragazzo volubile, ha odiato sé stesso perché "diverso" dagli altri. Il suo passato, ed il suo presente, non sono dei più felici. Tutto cambia con l'arrivo del nuovo anno, con l'incontro di Harry, un lontano cugino di Miranda che, assieme ad Hellen e James, sono i migliori amici di Louis. La vita del ragazzo verrà stravolta, enormi cambiamenti: scoprirà sé stesso e sarà costretto a fare i conti col passato. Imparerà a vedere il mondo con degli occhi diversi, imparerà a vedere cose che la gente comune non vede. Dovrà imparare a sopravvivere, a lottare per le persone che ama.
«Non è giusto…»
«Fidati».
E per quanto non conosca minimamente Harry il suo sguardo mi risulta così sincero e dispiaciuto per me che finisco per fidarmi, decido quindi di fare come mi dice.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO XIII
BLOOD

Adagiata sul letto sembra quasi che riposi, circondata da quelle candide lenzuola e con l’espressione rilassata, quasi come se non stesse male, come se stesse semplicemente dormendo.
Con Miranda abbiamo pulito la nostra amica, con dei panni bagnati, ed abbiamo poi applicato degli unguenti magici, alcuni avevano un pungente olezzo ed altri un tenue profumo.
Eppure lei non si è ancora svegliata.
Miranda continua a ripetere che andrà tutto bene e che si risveglierà presto, ma conosco i miei amici, e so perfettamente che è davvero molto preoccupata, e non capisco perché la magia non riesca a curare, completamente, Hellen.
Che Miranda mi nasconda qualcosa è confermato, ho tentato di leggerle il pensiero ed ho trovato la sua mente impenetrabile, ha eretto difese magiche proprio per impedirmelo e nascondere quel qualcosa.
Ed è proprio ciò che mi fa pensare che la situazione di Hellen sia molto grave, più grave di quanto Miranda ed Harry vogliano farmi credere.
Accarezzo con dolcezza la guancia della ragazza, fin quando sul comò al fianco del letto qualcosa vibra, per l’esattezza il cellulare di Hellen.
Lo prendo, ha ricevuto un messaggio da James. Non voglio farlo preoccupare, digito in fretta un messaggio di risposta.
“Non posso uscire oggi pomeriggio, ho una visita dal dottore.”
La porta dietro le mie spalle si apre, la dolce voce di Miranda si fa sentire.
«Vieni fuori, dobbiamo parlare.»
«Arrivo» do un bacio sulla fronte della castana, e poi giungo in corridoio.
«Hellen è regolare, e non serve a nulla crogiolarsi nel dolore adesso. Quindi dobbiamo approfittarne per metterti al corrente di quello che, ormai, hai visto.»
«Cosa sono le Ombre?»
«Creature Magiche, ovviamente. Una razza alla pari delle Streghe, degli Elohim e via dicendo. La situazione nel mondo magico è ormai critica da un centinaio d’anni, ma di questo te ne parlerà Harry. Le Ombre sono creature costituite da oscurità, assumono aspetti differenti ed hanno poteri di vario genere, più un’Ombra è forte e più la sua massa è densa e solida. Fortunatamente l’Ombra di ieri sera era debole.
Si nutrono di sangue, e da esso ricavano le energie per i loro poteri; cacciano di notte, perché la luce diurna le indebolisce. Mentre il sangue di qualche animale permette alle Ombre di sopravvivere, il sangue di creature magiche fortifica i loro poteri… E… il sangue di un Elohim le rende creature dall’immensa potenza, ed inoltre le rende immuni alla luce diurna. Per questo si sono formati i Guardiani, per proteggere voi Elohim, dato che siete le prede più ambite. Ed essere feriti da una creatura oscura, per voi, significa perdere i vostri poteri» conclude, asserendo con il capo, smuovendo appena i ricci dorati.
«Credo di aver capito.»
«E’ stato solo un brutto episodio, in genere gli umani che circondano un Elohim non corrono rischi, il loro sangue fornisce le stesse energie di un animale comune. Ma Hellen ieri sera era pregna del tuo sudore, del tuo odore e quell’Ombra ha percepito quindi la tua essenza sulla sua pelle. Non dovrai allontanarti dai luoghi comuni o dalle tua amicizie, non preoccuparti.»
Non preoccuparmi, è davvero difficile non preoccuparti quando la tua amica di sempre si trova stesa su un letto, priva di coscienza, a causa del tuo odore che attira mostri assetati di sangue.
«Ora va da Harry, deve parlarti anche lui. Mi occupo io di Hel.»
Mi stringe poi fra le sue braccia, braccia in cui trovo conforto.
 
* * *
 
«Harry?!» busso con forza.
«Entra!» grida il riccio.
Ed è quindi con il suo permesso che entro nello studio.
«Miranda mi ha mandato a cercarti, dice che devi dirmi alcune cose.»
Mi siedo poi di fronte a lui, su una poltrona in pelle, posando le braccia conserte sull’ampia scrivania.
«Non conosci ancora nulla del mondo magico, e quindi te ne voglio parlare.»
«Oh, capisco.»
«Le creature magiche vivono ovunque, anche nelle città. Solo che gli esseri umani non hanno le facoltà per vederle, fin qui ci siamo. Ma il mondo magico ha le sue regole, le sue leggi. Le prime creature magiche crearono la Cittadella, una vera e propria grande metropoli incantata situata su un piano dimensionale diverso da questo. Lì vivono tutti coloro che non vogliono aver nulla a che fare con questo mondo, per una ragione o per un’altra. Ed è lì che si trova il Concilio della Stella.»
«Ovvero coloro che, un giorno, si approfitteranno dei miei poteri per fare chissà cosa» dico acidamente.
Harry mi guarda con compassione, come a volermi dire che gli spiace per il mio prossimo, e immutabile, futuro.
«Il Concilio è composto dai Saggi, ce n’è uno per ogni razza magica senziente. Le leggi magiche sono numerose, ma mi limiterò a quelle che ti interessano. Le Ombre non hanno il diritto di cibarsi di creature senzienti, vi è una legge che permette loro di nutrirsi del solo sangue animale. E’ una legge antica, e per molti anni è stata rispettata. Con lo scorrere del tempo, però, la loro razza ha perso potere, il solo sangue animale permetteva loro la sopravvivenza ma non lo sviluppo dei loro poteri. Ed è questa la causa scatenante della ribellione di gran parte di loro, tutto accadde per caso. Inizialmente le Ombre ribelli erano davvero poche, fin quando non si nutrirono di un Elohim, ed in quel momento, percependo un’occasione di riscatto, una presa di potere verso le altre razze alle quali sono stati inferiori per anni, quasi tutti loro hanno deciso di cacciare la razza pura. Ed è in quel periodo che sono nati i Guardiani, per impedire alle Ombre di divenire troppo potenti e destabilizzare l’equilibro della Cittadella.»
«E’ tutto così…» scuoto il capo, nella mia mente affiorano molteplici pensieri negativi, ma finisco col metterli da parte, non voglio affrontarli ora.
«Loulou, mi spiace.»
Sapere perché mi vogliono morto non cambia niente, delle sorti della Cittadella non mi interessa proprio nulla. Il succo resta lo stesso, amaro ed insipido, dovrò combattere per il resto della mia vita per la mia salvezza.
«Cosa sai del mio bracciale, tu?» domando, chiedendo qualcosa di cui mi interessi maggiormente.
«Lo ha creato Miranda. E’ una particolare arma magica, è viva, in un certo senso. Hanno un loro carattere, reagiscono in base alle situazioni e si legano ad uno ed un solo padrone. Dovresti darle un nome, a molte di loro fa piacere.»
«In effetti si è trasformato in un arco, senza neanche che lo volessi. Credo di essermi abituato a tutte queste stranezze, anzi, mi piacciono.» sorrido affabile.
«Te lo avevo detto che era questione di tempo prima che tu ti adattassi.» risponde pacato lui.
Pensieri che avevo messo da parte affiorano tutti assieme, prepotenti.
«Promettimi una cosa» mi ritrovo, quasi, costretto a dire.
«Che non mi lascerai mai solo, perché ho lasciato che tu ti avvicinassi a me, ed ora credo di non poterne fare a meno, e tutto ciò mi spaventa.»
«Te lo prometto».
Non ci scambiamo altre parole, non ci scambiano un abbraccio, non ci scambiamo un bacio; ci limitiamo a fissarci negli occhi, e limitare è un termine poco adatto, perché quello che dicono i nostri sguardi può essere definito in così tanti modi, ma “limitato” non è proprio il caso.
 
* * *
 
Steso sul letto della mia stanza sfoglio il grimorio magico, la candida luce lunare dà una colorazione azzurrina a tutta la stanza, ed illumina le pagine quanto basta per rendere visibili quei simboli di cui ignoro il significato.
Sono deciso ad aiutare la mia amica, e dovesse esistere un maledetto incantesimo che Miranda non ha provato, voglio farlo io.
L’ultima volta il libro ha reagito alla magia, ed è quello che voglio far accadere. Con l’indice intriso di magia sfioro le pagine ingiallite del libro, accarezzo quei simboli arcaici tenendo fisso in mente il desiderio di comprenderli, per aiutare la mia amica.
Il libro pare finalmente reagire quando risponde al mio tocco con delle leggere pulsazioni. Increspo le labbra in un, quasi impercettibile, sorriso di soddisfazione.
La stanza viene inondata da una forte luce pulsante che si propaga dal libro stesso, cosa mi mostrerà questa volta?
 
* * *
 
Dal cielo, quelli che potrebbero apparire come degli splendidi fuochi artificiali, si riversano contro di noi, pericolosi.
Abili stregoni e portentose streghe erigono a nostra difesa una cupola magica, contro la quale si abbatte la pioggia di energia che minacciava di ferirci.
Vengo afferrata per il polso da Joe, «Sbrigati! Dobbiamo andarcene alla svelta da qui!» grida, strattonandomi via con sé.
«Ma tutta questa povera gente è qui a causa mia! Potrebbero morire a causa mia!» cerco di opporre resistenza, inutilmente.
«Sono qui per proteggerti! Non rendere invano il loro sacrificio lasciandoti uccidere!» grida severa Jasmine.
Ed i miei piedi iniziano a correre, al fianco di Jas e Joe.
Corriamo inoltrandoci nella foresta, devo stare attenta al suolo sdrucciolevole, alle erbacce ostacolanti ed alle grandi radici su cui inciampo un paio di volte.
«Stanno arrivando» sussurra il mio Guardiano.
Continuiamo a correre finché non ci troviamo la strada sbarrata da alcune Ombre, per un istante mi ritrovo immobile, impietrita.
Joe, lasciando la salda presa sulla mia mano, scatta in avanti sfoderando la sua spada e lanciandosi contro più quante Ombre possibili.
«Stammi accanto!» grida Jas, mentre alcune Ombre si avvicinano, circondandoci.
Ed io mi sento così piccola ed inutile.
Jasmine proferisce qualcosa, parole che le colano lungo il collo per quanto deboli ma, allo stesso tempo, pesanti, e gesticola, irrigidendo le dita.
Poi, tutto d’un tratto, la terra intorno a noi inizia a scuotersi per mostrare tutta la sua potenza quando veri e propri spuntoni aguzzi s’alzano da terra, e le radici, così come le fronde degli alberi, si scagliano contro le creature intervenendo in nostra difesa.
Lancio uno sguardo rapido verso Joe, è integro.
Questa volta è la mia guardiana a tenermi per mano, mentre il suo amante ci precede di un paio di metri.
«Ce ne sono altre, ferme qui.»
«Sta’ attento.»
E così, mentre Joe stringe saldamente la sua spada e si lancia nel combattimento, Jas inizia a tracciare piccole rune nell’aria; ne riconosco alcune, sono rune di occultamento. In una manciata di secondi ci ritroviamo all’interno di una bolla opaca, ma per tutti gli altri noi non siamo visibili.
«Va’ ad aiutarlo.»
Lei si volta verso di me, con un sorriso triste stampato sul volto.
«Non posso, devo proteggere te.»
«Sono al sicuro in questa bolla, e lui ha bisogno del tuo aiuto.»

«Abbiamo giurato di proteggerti, e noi tutti siamo consapevoli che dobbiamo farlo anche a costo della nostra morte. Siamo pronti a morire, ed ora smettila.»
Non mi azzardo ad insistere, si vede che non sta bene. Tiene i muscoli tesi, le dita delle mani tremano e posso quasi vedere quel nodo che le si è creato in gola, in ansia per il suo amore.
Dalla nostra area sicura riusciamo a vedere lo scontro, le Ombre hanno la forma di piccoli omuncoli e data la consistenza non sembrano possedere poteri elevati; eppure sono tante, tantissime.
Joe sguaina la spada a destra e manca, lasciando poderosi fendenti o tondi perfetti. Trancia in due i suoi nemici, sembra resistere.
Ma quando uno di quei omuncoli gli azzanna il polpaccio, lui per liberarsene abbassa lo sguardo, e mentre trafigge quell’essere malefico, altri, approfittando del calo di concentrazione, gli saltano addosso. In breve lo ricoprono, assestando morsi ed artigliate su tutto il suo corpo.
Jasmine trema, respira affannosamente ed assiste alla scena senza poter far nulla con gli occhi acquosi, colmi.
E nulla posso fare io, utilizzare i miei poteri significherebbe attirar ancora più Ombre, e non ce ne libereremmo mai. E ciò non cambierebbe il risultato: la nostra morte.
E poi lei esce dalla bolla, lanciandosi in soccorso del suo amato.
E non posso biasimarla per avermi lasciata indifesa.
Perché ogni Guardiano è pronto alla morte per proteggere un Elohim, è il loro giuramento, il loro scopo. Ma nessuno, Guardiano o meno che sia, è pronto alla morte della persona amata. E non c’è giuramento che tenga.
Dardi magici si generano fra le mani della donna e si diramano verso le Ombre che assalgono Joe, liberandolo all’istante. Sotto la pelle martoriata e maciullata, macchiata di rosso, l’uomo sembra stare bene.
Osservo con felicità quel che accade, felicità che viene spazzata via l’istante successivo quando orde di creature si gettano su Jasmine, ricoprendola da capo a piedi così come poco prima accadde a Joe, anch’esso impossibilitato ad aiutare la Strega per mantenersi in vita contro molteplici creature di tenebra.
Poi quell’ammasso di Ombre che avvolgeva la Strega si accascia al suolo, ed io  cado in ginocchio, cercando di mettere a tacere i miei lamenti sigillando la bocca con entrambe le mani, e dai miei occhi sgorgano lacrime.
E Joe continua a combattere, cercando di avvicinarsi sempre più alla propria amata, per soccorrerla, nella speranza che possa ancora esser soccorsa.
Ma lei ora è lì, giace a terra, inerme e fradicia del proprio stesso sangue.
E le Ombre si rivelano troppo numerose, da lì a poco anche la figura dell’uomo viene avvolta dall’oscurità, per accasciarsi al suolo poco dopo, al fianco di Jas.
Ed io non posso far nulla se non piangere, anzi non posso neanche piangere, i miei stupidi lamenti potrebbero attirare le Ombre a me.
E non posso neanche usare i miei poteri per soccorrere i miei amici.
Passa molto tempo, mentre io nella disperazione cado in uno stato di estrema confusione, ma poi le Ombre se ne vanno.

Mi lasciano sola, con la sola disperazione a farmi compagnia, a sfibrarmi ogni singola molecola.
Ma cerco di rimetterle tutte assieme, di farmi forza e restare integra. Non posso di certo restare per sempre al sicuro in questa bolla, la bolla! Come un barlume di speranza, il mio volto si irradia. Osservo con attenzione la zona, non c’è traccia di pericolo, e poi traendo un respiro inizio a correre verso i miei amici. Se l’incantesimo di Jasmine è ancora attivo significa che, anche se mal messa, è ancora viva.
Si tengono per mano, una presa salda e forte, come il loro amore.
Sono entrambi ancora vivi, posso sentire i loro deboli respiri. Ma non posso usare la magia, non posso.
Penso in fretta, o forse non penso.
Estraggo dal fodero in cuoio un coltello, con un taglio netto squarcio la pelle del mio polso, ed il sangue inizia a sgorgare. Fa male, ma un dolore che vale la pena sopportare.
Avvicino il polso alle sottili labbra di Jas, lasciando che il mio sangue finisca nella sua bocca, e poi mi premuro di farglielo ingoiare. Così faccio con Joe.
Il sangue di un Elohim è vita, mi hanno sempre detto.
Eppure per me ha sempre rappresentato la morte, il motivo per cui mi sono sentita in trappola e braccata.
Ma ora capisco perché, per tutti, è vita. Perché i poteri curativi del mio sangue, sono qualcosa che va ben oltre la stessa magia curativa che mi appartiene.

Un Elohim è vita, io sono vita.
Come se fossero appena emersi dalle acque, dopo una lunga apnea, Jas e Joe s’alzano di scatto traendo un lungo respiro, vivi.
Si tengono ancora per mano mentre si guardano confusi, e poi guardano me. Capiscono subito quel che ho fatto, gli basta guardare un lembo del mio vestito che stringe il polso.
«Dobbiamo andare, svelti. Sapete meglio di me che l’odore del mio sangue porta guai» sussurro, alzandomi.
Delle loro ferite ormai non c’è più traccia. Sento di aver fatto la mia parte.



 
* * *
 
Senza neanche averci pensato su una mezza volta mi ritrovo al fianco di Hellen, un taglio cauto lungo il mio polso ed il sangue che sgorga, sfociando nella sua bocca. E, proprio come nella visione, un paio di minuti dopo Hellen sembra far ritorno da chissà quale mondo, respirando affannosamente e con gli occhi sgranati. Darei la mia vita per la sua, figuriamoci non il mio sangue.



 

HOOOLAAAA c:
Mi sento terribilmente in colpa per tutto il tempo che ho lasciato senza aggiornare, ma ho avuto un sacco di problemi çwç 
Il PC ROTTO, per mesi. Non potete capire come mi sia sentito perso senza pc, non potete neanche immaginare e.e
Ho notato che le recensioni sono diminuite drasticamente, mi spiace davvero molto, ma ritengo che la colpa sia appunto mia, non avendo aggiornato frequentemente, d'ora in avanti mi farò perdonare, promesso.  Avendo ora un pc, poffarbacco! BOOYAAH!
In questo capitolo, scopriamo qualcosa di più sul libro magico, eh eh. 
Al nostro povero Louis non succede nulla di che, semplicemente comprende che può salvare la sua amica facendole bere il suo sangue c: 
E lo fa
Ho cambiato il layout della pagina, ora una cosa molto semplice,  perché un paio di voi si sono lamentate di quello vecchio, ed io accontento tutti ewè
#causeiloveyou
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito fino ad ora, mi raccomando continuate a farlo, e se non lo avete fatto fino ad ora, fatelo adesso e.e HAHAH
-@shjeld su twitter c:
Byyyyeee, c:
(♥)
 
  
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