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Autore: Crazymoonlight    05/09/2013    2 recensioni
Come si deve essere sentito Light Yagami dopo aver scoperto il vero potere del Death Note?
Come è iniziata la serie di delitti "giustificabili" del nostro Kira?
Una piccola introspezione sul desiderio di Light di migliorare il mondo e di esserne il nuovo Dio, senza badare però alle conseguenze delle sue azioni...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Superbia.
 


 
“La persona il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà. Ah ah”

Light Yagami aveva finalmente trovato la voglia di sfogliare quello strano quaderno che aveva visto cadere per caso nel cortile della sua scuola e che, contro ogni discrezione verso la privacy altrui, aveva deciso di raccogliere.
Certo, inizialmente aveva desistito, ma la scritta “Death Note” sulla copertina e il fatto che non vi fosse scritto niente all’interno lo avevano convinto a dargli un’occhiata. La curiosità era aumentata incredibilmente quando vi aveva trovato delle istruzioni all’interno, solo che erano scritte in inglese. Che palle.
Ora, mentre ritornava a casa, si diede dello stupido: come poteva essere vero? Insomma, non sapevano più cosa inventarsi pur di guadagnare soldi!
Eppure la voglia di sapere tornò a fargli visita, prorompente. Si ritrovò così seduto alla sua scrivania a tradurre le indicazioni di quello strano quaderno.

Affinchè abbia effetto, occorre avere in mente il volto della persona di cui si scrive il nome. In tal modo, si evita di colpire eventuali omonimi. Se entro 40 secondi dopo aver scritto il nome vengono indicate anche le cause della morte, questa avverrà nella maniera stabilita. Se le cause non vengono specificate le vittime designate moriranno tutte per arresto cardiaco. Dopo aver indicato le cause della morte, si hanno a disposizione 6 minuti e 40 secondi per descrivere eventuali dettagli sulle condizioni della stessa. […]

Stanco di tutte quelle sciocchezze, chiuse il quaderno per potersi riposare un po’.
“E così si può scegliere persino tra una morte dolce e una dolorosa. Se non altro, come scherzo è piuttosto elaborato” si disse sdraiandosi sul letto, più per convincere se stesso che per altro.
Sicuramente non era possibile decidere la durata della vita delle persone. Probabilmente il proprietario del quaderno aveva scritto quelle stupidaggini come suggerimento per l’inizio di un gioco, una storia, qualcosa del genere… e doveva averlo perso accidentalmente prima di poter cominciare a fare qualunque cosa volesse.

“Ma…”
Un dubbio gli entrò in testa e sapeva benissimo che sarebbe stato difficile scacciarlo finchè non avesse chiarito la situazione.
“Un quaderno della morte…”
E se…

E se fosse stato possibile?
 

Era tutto iniziato come la ricerca di una prova concreta, il soddisfacimento di un piccolo capriccio. Non pensavi di certo che le cose si sarebbero messe in quel modo. Non credevi che quelle persone erano decedute davvero per causa tua, ma i fatti parlavano chiaro. Due criminali morti inspiegabilmente 40 secondi dopo che tu avevi scritto il loro nome sul quaderno.
Il peso del senso di colpa diventò insopportabile e per un primo momento pensasti di non riuscire a resistere alla voce della tua coscienza che ti dava dell’assassino.
Due vite troncate all’improvviso solo perché tu così avevi deciso.



Un’altra vocina fece capolino nella tua testa, pronta a risollevarti.

E se quello che avevi compiuto non era un crimine, un errore, un peccato? E se, anzi, poteva essere utile all’umanità?

E se fosse stato il destino a scegliere di farti trovare quel quaderno in modo che tu diventassi il giustiziere dei malviventi, in modo da punire tutti i cattivi?
E se quello fosse diventato il tuo compito, la tua missione da svolgere?

Sì, doveva per forza essere così. Il fato o il caso ti aveva dato una possibilità: sconfiggere tutto ciò che vi era di malvagio, proprio come avevi sempre desiderato. E allora perché non cogliere al balzo l’occasione? Perché sprecare quell’opportunità unica che ti consentiva di realizzare una delle tue più grandi speranze?
Fu così che prendesti il quaderno e iniziasti a scrivere.
 

Volevi davvero creare un nuovo mondo, di cui tu saresti stato la divinità indiscussa. Tutti, al solo sentire il tuo nome, avrebbero dovuto mostrarti rispetto e quella paura che, sapevi, serviva a darti maggiore potere.
Tu, fra tutti, eri destinato a diventare il capo e giudice di tutti gli altri esseri umani, la creatura che li avrebbe condotti verso la retta via. Magari qualcuno non ti avrebbe compreso al principio, ma tu eri convinto che quel che avresti fatto era necessario a un Bene Superiore.
Avresti eliminato tutta l’erbaccia che infestava la terra, avresti liberato le persone dal male. Solo i giusti avrebbero potuto permettersi di sopravvivere.

E tu? Saresti andato avanti conducendo una vita miserabile, stando a come diceva Ryuk, il dio della morte che ti si era presentato dopo cinque giorni? Questo non poteva assicurartelo. Non avresti meritato né Inferno né Paradiso? Non t’importava: cosa te ne saresti fatto, quando eri tu lì a giudicare gli altri?

Le cose andavano fatte con calma: prima i criminali più famosi, più in vista, in modo che si accorgessero di te e capissero che c’era qualcuno di giusto a estirparli; poi quelli minori, così che tutti si accorgessero che chiunque commetteva reati non aveva scampo... e poi, infine, tutti i peccatori, secondo gli schemi classici.

Lussuria, gola, avidità, accidia, ira, invidia, superbia…

Mentre li elencavi come una cantilena ripetutamente, non ti venne in mente che, forse, pensare di poter essere Dio era già un peccato. Non ti venne in mente che quel tuo atto, oltre che coraggioso, poteva essere visto come presuntuoso, superbo.
Non ti venne in mente che, da quella tua mania di grandezza, non ne sarebbe uscito nulla di buono.

In fondo, non sapevi che la superbia è il peccato peggiore?




NdA: Salve, questa è la mia prima fan fiction di Death Note, spero di essere accolta bene in questo fandom :) vorrei precisare delle cose:
  1. Ho letto solo i primi quattro volumi del manga, ma per scrivere questa One Shot mi è servito solo il primo, quindi non penso ci siano problemi. Poi già so più o meno come va a finire, perciò mi sono sentita relativamente pronta a scrivere questa storia.
  2. I passaggi dalla terza alla seconda persona sono voluti: nel primo caso si tratta di narrazione, nel secondo di introspezione.
  3. Light mi sta abbastanza antipatico. Non linciatemi. Però questa superbia... insomma, chi gli dice che il suo criterio di giudizio sia giusto? E da qui è nata l'idea per questa fan fiction, aggiungendoci parte della mia opinione, lo ammetto.
Bene, detto questo, spero che lasciate un segno del vostro passaggio :) vorrei sapere cosa ne pensate dato che è la prima volta mi cimento in un simile esperimento...
Grazie anche a si limita semplicemente a leggere, significa che ho attirato la vostra attenzione!
Alla prossima :)


-CrazyMoonLight
  
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