*Parolacce non censurate*
Sole!
Finalmente
è
arrivato il sole!
Seduto a
gambe incrociate, Hidan fissa entusiasta la finestra della stanza sua e
di
Kakuzu: non vedeva l’ora di uscire in giardino per fare il
bagno in piscina.
Si volta verso
il compagno e chiede: -Kakuzu, quando possiamo andare??-
Lui, senza
nemmeno girarsi per vederlo in faccia (Cerco
di guardarlo il meno possibile quello
lì. _nd
Kakuzu) risponde, per la quinta
volta: –Non ora Hidan. Pain ha esplicitamente detto che vuole
vederci lavorare
oggi, dato che non facciamo mai niente-.
-Ma a me
piace far niente! E poi… Cazzo, guarda fuori!! Hai visto che
tempo? E’ da
giorni che piove!-
Il tesoriere
alza un sopracciglio.
-E allora?-
-…Io
voglio
fare solo il bagnoooo!!- piagnucola Hidan, con le braccia incrociate
sul petto.
-Non fare
l’offeso. Con me non funziona- e detto questo, Kakuzu si
rigira e mette in
ordine i soldi dell’organizzazione.
-…Uffa-.
Il compagno
sbuffa: -Certo però che sei una piaga sia umana che
immortale, Hidan.-
Hidan ripete
sarcastico (e con una voce stridula) le parole del partner:
–“certo però che
sei una piaga sia umana che immortale, Hidan” gne gne gne!-.
-Quando fai
così sembri proprio un bamboccio. E io ODIO i bambocci-.
L’albino,
imbronciato, non ribatte e si alza dal posto, lasciando il compagno di
squadra
insieme ai suoi amati soldi.
“Adesso
vado
a rompere al capo per chiedere se oggi posso fare niente e USCIRE.
Beato Zetsu
che può andare dove vuole…”.
Prende la
sua falce, apre la porta per uscire e corre verso le scale, per
scendere.
“Non
ricordo
mai dove cazzo è la fottutissima stanza di Pain. Che
rottura!”
Trova
l’ufficio del boss, ma sentendo che stava cazziando qualcuno,
si ferma di botto
e deglutisce a fatica.
“Ehm,
credo
di aver cambiato idea… Lasciamo perdere!”, stava per andarsene in punta
di piedi per non
farsi notare (Per la prima volta non vuole, eh?
_nd Sasori), ma senza neanche avere il tempo di girarsi,
si spalanca la
porta da dove esce Tobi, che vola verso il pavimento dopo aver ricevuto
un bel calcio
dal Leader….
…E la
porta,
con tutta la forza con cui è stata spinta, spiaccica Hidan
alla parete, come un
moscerino.
-A-ahi…-
geme.
Pain sporge
la testa dalla soglia e nota Hidan.
-Ah, ciao
pazzoide. Perché non sei a lavorare come gli altri?-
Hidan,
imprecando a bassa voce e allontanando la porta maledetta, si massaggia
il naso
sanguinante.
-P-perché
volevo chiederle una cosa-.
Pain assume
una faccia seria e si appoggia con una spalla al muro, con le braccia
incrociate:
–Sentiamo-.
Il religioso,
un po’ impaurito, si porta alle labbra la collanina di Jashin
e mugola con
insicurezza:
-…Volevo
chiederle se oggi potevo andare a fare il bagno in piscina-. Pain gli si avvicina, e
dopo un minuto (Ma
quanto cazzo gli ci vuole per dire “Sì”
o “No”?! _nd
Hidan) annuncia la sua risposta:
-Uhm, non
saprei…-
-COME
“NON
SAPREI”?!-
-Dipende se
adesso
lavorate bene. Guarda: adesso sono le 16:20, se entro cinque ore non
vedo la
casa brillare, e con “brillare” non intendo in
fiamme (Uffa. _nd
Deidara), resterete chiusi nel covo per
tutto il giorno dopo a sgobbare. Io e Konan adesso andiamo a fare un
po’ di
shopping, alle 19 mangeremo in un ristorante di classe, e dopo faremo quel cavolo
che ci pare. Capito?
Vi ordino di pulire. Consideratela come una missione.-
Hidan, che
doveva essersi rotto le scatole di quel discorso (se si può
definire tale) annuì
svogliatamente e cominciò ad avviarsi verso le scale che
portano alle camere.
“Che
missione del cazzo!”
Mentre
passeggiava per il corridoio assorto nei suoi piani
malefici, incontrò un
Kisame depresso.
-Ehi amico
blu, che cazzo succede?-
Kisame, come
se lo avesse appena visto, si volta verso di lui e risponde mogio:
–Itachi ha
ucciso Fellis, Ughindo e Sigfrido con Amaterasu…-
-Sono…
i
tuoi pesci?-
Con le
lacrime agli occhi, gli dice singhiozzando:
–S-sì…-
Hidan,
perplesso, esprime la sua opinione.
-Ahaha!! Avendo
quei nomi lì, si sarebbero suicidati lo stesso! Devono
ringraziare Itachi!-
Kisame
scoppia a piangere e si mette le mani sulla faccia, per coprire le
copiose
lacrime; corre verso lo sgabuzzino e si chiude dentro.
Hidan,
incredulo ma allo stesso tempo divertito della scena appena vista, si
chiede:
-…Che ho detto di male? E’ la verità!
Certo però che è strano quello-.
-Sei tu che
sei uno stronzo, se mai-.
Hidan si
volta e nota il nukenin di Suna. Assume una faccia annoiata, ribatte:
-…E tu
che vuoi?-
Sasori
continua a camminare dirigendosi nella sua camera, calmo e controllato
come
sempre.
-Niente.
Dico solo come stanno le cose.- Stava
per entrare nella camera buia, quando il jashinista lo afferra per una
spalla e
lo fa girare verso di lui, chiedendogli: -Vuoi sgobbare al posto mio?
Eh dai.
Puoi chiedere aiuto anche a Zetsu, Deidara, Kisam… Ehm, no, lui no. …Itachi? No,
lui è cieco… Uhm… Aspetta che
devo pensare… Chi altro c’è?-
Sasori leva
sgarbatamente la mano robusta di Hidan e, sospirando, gli risponde:
-Tobi. Ma
non conterei tanto sul suo aiuto. Ma comunque…
Perché non lavori tu?-
-Perché
io
resterò fuori a divert… E-erhm…-
Lo scorpione
alza una mano in segno di silenzio: -Senti, se vuoi andare a giocare
come un
bambino di 4 anni in piscina insieme a Deidara e gli altri, va bene. Ma
perché dobbiamo
lavorare? Te l’ha ordinato Pain?-
Hidan
meditò
per un istante prima di raccontargli tutto (Fa molto gossip scritto
così! _nd
Konan).
-Uhm,
capito. –
-Che ne
dici, marionetta-boy??-
Sasori ci
riflette un po’ su, per poi dire: -Va bene. Ma se mi
chiamerai un’altra volta
“marionetta-boy”, sta’ certo che ti
scordi il mio aiuto, intesi?-
In quel preciso
momento un individuo percorse con le braccia alzate tutto il corridoio
gridando
con tutta il fiato che aveva in petto:
-TOBI
IS A GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOD
BOYYYY!!!!!!!!!!!!-
Dopo che la
girella arancione ebbe svoltato l’angolo seguito a ruota da
Deidara, che aveva
in mano una delle sue solite bombe d’argilla C4 Garuda, Hidan
e Sasori, un po’
stupiti per la scena svolta nel corridoio ma per niente sopresi della
deficienza del compagno, iniziano a mettere in ordine il covo.
Nel
frattempo Kisame si era accorto di essere rimasto intrappolato dentro
lo
sgabuzzino.
Cominciò
a
battere i pugni sullo strato legnoso della porta, ma nessuno sembrava
sentirlo.
Sembrava.
Kakuzu stava
passeggiando nei pressi del soggiorno, tenendo in mano le sue amate
banconote,
quando si accorse di qualcuno che gridava qualcosa del tipo
“Aiuto! Sono dentro
lo sgabuzzino, e… AAAAAH!!! Z-Zetsu!! Va via! Sgomma da qui!
Siamo amici,
ricordi? QUALCUNO MI AIUTIII!!”.
Poi
calò il
silenzio, una cosa a cui si assisteva molto
raramente il covo.
Kakuzu, dopo
un minuto di assoluto silenzio, fece spallucce e continuò
per la sua strada,
continuando a contare i soldi.
-EHI! Guarda
dove metti i piedi, brutto vecchiaccio ultra centenario!- grido al
tesoriere
una voce alquanto stridula che lui conosceva fin troppo
(Già, FIN TROPPO _nd
Kakuzu) bene.
-Che vuoi,
Hidan? E perché sei sdraiato in terra con la testa sotto il
divano?- chiese non
mostrando alcuno stupore. Sapeva che era pazzo.
-Sto pulendo
il cesso di pop-corn che avete fatto qui sotto! Oh, ma
guarda… Ho trovato anche
un fottuto centesimo…-.
Kakuzu
sbuffa, sapeva che quello che l’albino credeva essere una
monetina era in
realtà il soldo di cioccolato che Tobi aveva perso tre
settimane prima.
-Allora,
Hidan, si può sapere perché diamine stai pulendo?
Nessuno te l’ha chiesto-.
Il religioso
si alza: -Me l’ha ordinato Pain. Che palle… Senti,
non è che mi potr…-
non poté finire la frase che l’altro
gli
rispose con un pronto “NO”.
-Ciao
ragazzi. Un!- salutò Deidara.
Kakuzu si
volta e gli chiede: -Hai già finito con quella piaga di
Tobi?- poi aggiunge
sotto voce: -…Anche se sappiamo chi è il numero
uno nel rompere- e detto
questo, lancia un’occhiataccia a Hidan, che parve non
notarla, perché se ne
stette zitto.
-Sì,
ho
finito, un.- rispose Deidara con un ghigno stampato in faccia.
Sasori,
sbucato dal nulla, dice al compagno di squadra: -Aiutaci a mettere in
ordine il
covo-.
Deidara
balza dallo spavento, ma gli risponde come se niente fosse: -A-ah
danna! Certo
che vi aiuto! Ma che domande sciocche che fai, un!- e poi rise.
-Infatti non
era una domanda, ma un ordine. Non faccio mica domande stupide io. Ora
muoviti-
rispose freddo, prima di voltarsi e tornare a mettere in ordine la
cucina.
Il partner
rimase deluso dalla reazione del suo danna.
-…E
cosa
dovrei mettere in ordine, io?- chiese volgendosi a Kakuzu.
-Ah, non
chiedere a me, io non aiuto. Ho ben altro da fare. Vi saluto- e se ne
andò su
per le scale.
Si volta
verso Hidan in cerca di una risposta-
-Allora,
biondina, tu pulisci i corridoi dei due piani e l’ingresso.
Io il soggiorno e
Sasori la cucina. Le camere da letto mi rifiuto di pulirle. Solo quelle
di Pain
e Konan, se vuoi puoi farla tu. Scegli-
-SMETTILA DI
CHIAMARMI BIONDINA! Ma comunque, ho capito. Vado a prendere le cose
necessarie
e mi metto a lavoro-.
Hidan
sghignazza e continua a lavorare anche lui.
Intanto
Deidara si dirige verso lo sgabuzzino, lo apre e…
Kisame cade con
la faccia a terra. Deidara sgrana gli occhi, poi, deciso di lasciarlo
stare, lo
sorpassa e prende gli oggetti che gli servono, per poi andare di corsa
a
pulire.
Dopo un paio
d’ore, il
covo brillava come non mai.
-FINITO!!-
sospirano tutti e tre i nostri amici, esausti. Erano le 7 e un quarto
di sera.
Hidan di
scatto si toglie i pantaloni, restando in mutante (ovviamente la
maglietta
l’aveva già tolta, inutile scriverlo!) e corre
verso la piscina: finalmente
poteva fare il bagno!
Deidara
prese per mano Sasori e si gettarono vestiti.
Itachi, che
era rimasto nella sua stanza a far qualcosa, sente gli schizzi
d’acqua.
Si affaccia
all’armadio e grida: -Che fate?-. Poi
si
accorse che quella in effetti non era la finestra, e quindi,
imbarazzato, la
cerca a tastoni e gli ripete.
-Ah,
Itachi-san!-
lo chiama una voce potente che proveniva dalla piscina.
Itachi
assume una faccia confusa: -…Kisame?-
-Dai Itachi-san, vieni con noi! E’ ora di
baldoria!!-.
-…Non
sei
arrabbiato per i tuoi pesci?- gli chiede.
Kisame, dopo
un momento di tristezza, risponde con un sorriso a 300 denti: -Non ti
preoccupare, Itachi-san, sono passati a miglior vita! E ora vieni con
noi, non importa
se non è in costume!- detto questo, Itachi corre per il
corridoio (sbattendo un
po’ di qua e un po’ di là) e scende le
scale, lentamente, quelle.
Apre la
porta e con l’aiuto dell’udito che sente gli
schizzi e le risate, trova la
piscina; immerge la gamba destra ma poi la ritira subito. -Aah!
E’ gelida!-.
-Sei tu che
sei un tipo freddo, Itachi!- appena finita la frase pronunciata da
Deidara,
Hidan lo tira giù in acqua per le gambe.
Sasori si
mette una mano sulla faccia, e si rivolge a Hidan che nel frattempo era
riemerso insieme ad un Itachi a dir poco incazzato: -Non potevi
lasciarlo lì
come voleva lui? Che rottura deve essere per Kakuzu averti giorno e
notte…-.
Hidan
sorride chiudendo gli occhi. In quel momento arriva Kakuzu: -Vedo che
avete
finito di pulire… Bene-, si toglie la maschera e il
coprifronte e si tuffa.
Il
Jashinista, con la bocca aperta, indica il partner con
l’indice accusatorio:
–M-ma… CHE BARBONE!! Ci sfrutti tu! Prima non ci
aiuti a pulire e dopo ti godi
il frutto del nostro lavoraccio! Stronzo!-.
-Dai Hidan,
non prendertela. Goditi questo momento!- gli risponde Kakuzu
tranquillo, che
non aveva proprio voglia di litigare con lui.
Di colpo il
fedele si ricorda di una cosa…
-Zetsu! Che
cazzo ore sono??- gli chiede (Sono appena arrivato e mi chiedi
l’ora?? _nd
Zetsu).
-E io cosa
cavolo ne so!-.
Zetsu bianco
ribatte a se stesso: -Devi essere più cortese! Non puoi
trattarlo così!-
E
così Zetsu
si richiude e comincia, di nuovo, ad avere problemi con la parte nera.
-…A
volte mi
chiedo se è normale avere a che fare con lui…-
dice d’un tratto Sasori.
-SI
PUO’
SAPERE CHE CAZZO DI ORE SONO ADESSO?!- grida Hidan agli altri. Tobi
emerge
dall’acqua, spaventando un po’ tutti: -Hidan-chan,
dovresti essere più gentile
con gli altri!- sorride. Un sorriso da scemo, se si può
dire. Beh, non che lui
ne faccia di intelligenti! -…Fottiti
caramella gigante-. Tobi comincia a piagnucolare sul
com’è cattivo Hidan con
lui eccetera.
Kisame si
volta verso Itachi: -Lui ce l’ha l’orologio-
risponde a Hidan.
–Allora
siamo messi bene…- bisbiglia in modo ironico Deidara. Findus legge
l’ora:
-Sono
le…-
esita per un istante, poi, convinto annuncia: - 20:46!-
Applausi e
grida di stima dall’Akatsuki.
-Di
già?!
Che palle… Arrivano fra una ventina di minuti-. (Che bravo,
sa contare. _nd
Sasori; Sasori, oggi mi sembri più
cattivo del solito! D: _nd
Deidara; Non
è giornata. _nd
Sasori).
Deidara dopo
essere emerso dall’acqua, dice: - Nooo! …Oh beh-.
E finito di
dire questo esce dalla piscina per andare ad asciugarsi i vestiti.
-…Anche
io
esco- dice Sasori, stufo di tutta quella compagnia assordante.
Hidan li
guarda andare via -Mmh. Ok!-.
*
*
*
-Non te
l’avevo
detto di metterti la crema solare protezione 200?- chiede Kakuzu ad un
Hidan
tutto scottato, che era disteso sul letto della loro stanza.
-Naaah,
certo che non me l’hai detto, Kakuzu!!- comincia a brontolare.
Il tesoriere
sospira: –Certo che dev’essere una rottura essere
un albino…- ma Hidan ribatte
subito: -Non rompere il cazzo proprio adesso, Kuzu!- e sospira un
po’
arrabbiato.
-Almeno Pain
e Konan sono stati contenti, dai-.
Lampo di
genio da parte di Hidan (Pff… Come no.
_nd Sasori). Si volta lentamente verso il partner,
mettendo in mostra il
suo solito sorrisetto da ebete psicopatico.
-Kuzu…
Per
caso il sole ha sangue?-
Il compagno
si gira per guardarlo bene in faccia: -…Mi stai prendendo in
giro, vero?-
-Figurati!-
-…Hidan,
ti
sembra una domanda intelligente da fare?-
-Lo
considero un… no?-
-Sei proprio
un cretino. Lo sai?-
Hidan
sfoggia un radioso sorriso.
-Sì,
lo so!-
______________Spazio
Autrice______________
Ehm, salve! Sono Sasori, e volevo dire che è da un mese o più che sto cercando di finire questa giornata dell’Akatsuki!! x3 Ero indecisa se dividerla in due parti ma... Non ne avevo voglia ù.ù
Spero che vi sia
piaciuta e che mi facciate
sapere il vostro parere sulla mia idea… Grazie mille e alla
prossima (spero!)
:D