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Autore: _joy    05/09/2013    5 recensioni
[Seguito di "Al di qua dello specchio"]
Vi sono mancati Bella e Caspian?
Niente paura! Ecco il seguito della loro storia, "Al di qua dello specchio".
Li abbiamo lasciati catapultati da Aslan di nuovo a Narnia...e ora?
Si amano, sono felici, stanno per sposarsi.
Il matrimonio c'è, l'amore anche. Cosa interviene a disturbare la loro favola?
Un nemico atipico. Che orchestra un rapimento.
Chi aiuterà Bella a salvare Caspian? State a vedere....
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Eustachio Scrubb, Lucy Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away'
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Il coltello taglia la carne e le vene del collo del mostro come se fossero burro.
 
Lucy lo osserva cadere ai suoi piedi, agonizzante, e sorride mentre un flusso di calore ed energia si diffonde nelle sue membra.
 
Ben fatto, piccola Lucy.
Brava.
Forza, non fermarti qui.
 
Lucy annuisce a quella voce suadente e si dirige tranquilla verso suo cugino Eustace, che una delle belve sta mettendo in seria difficoltà.
Il giovane perde sangue da uno squarcio sul fianco e l’odore sembra eccitare il mostro, che, a zanne scoperte, tenta di finire la preda.
Quasi pigramente, Lucy affonda il pugnale nella schiena del Figlio della Luna: il colpo lo uccide all’istante, lasciandogli solo il tempo di emettere un guaito terrificante.
Quando il corpo cade a terra, Lucy sorride a un esterrefatto Eustace.
«Lucy!» grida lui «Ma…»
In quel momento, sopraggiunge Edmund, impegnato con un’altra delle belve.
La ragazza fa per alzare nuovamente il pugnale, ma un perentorio ordine mentale la ferma:
 
Non davanti a Edmund!
 
Allora aspetta, mentre il fratello e il cugino mettono alle strette il mostro e, dopo molte fatiche, riescono ad avere la meglio: ma entrambi sono feriti, sudati e sporchi.
Ansimando, Edmund le dice poi di andare sottocoperta.
«Ma se ho ucciso due mostri da sola!» ribatte lei, offesa, mostrando il pugnale.
Edmund la guarda scettico, ma Eustace conferma con un cenno del capo.
«Lucy, io non dubito del tuo coraggio» le dice allora «Ma preferisco saperti al sicuro. Riesco a concentrarmi meglio…»
Lei non lo lascia quasi finire di parlare e, stizzita, si avvia verso le scale che portano sottocoperta.
«Lucy!» le grida dietro Eustace «Prendi con te Koralys! È ferita…»
Ma Lucy non dà segno di averlo sentito.
 
 
Sottocoperta, Penelope sta camminando ansiosamente per la cabina reale, tanto che Gael le dice:
«Pen, smettila di andare avanti e indietro, mi stai facendo venire il mal di mare»
In quel momento si sente bussare alla porta della cabina.
Gael si avvicina subito all’uscio chiuso, memore degli ordini di Edmund.
Non hanno bussato tre volte.
Le ragazze si guardano, nervose.
In quel momento si sente la voce di Lucy:
«Ragazze, mi aprite?»
Le tre esitano.
«Lucy…sei davvero tu?» chiede Penelope, esitante.
«Sei stupida, Penelope?» sbotta la voce dietro la porta, seccata «Certo che sono io! Chi dovrebbe essere, la Befana?»
Le tre amiche si scambiano uno sguardo perplesso.
«Non mi pare affatto Lucy» osserva Penelope, perplessa.
Poi, tutte sussultano quando si sente un colpo forte alla porta, come un calcio sferrato con violenza.
«E allora fottetevi!»  urla la voce, prima di allontanarsi.
 
Lucy scende sottocoperta, furiosa.
«Dannate stupide» impreca «Cretine, poveracce e…»
Si appoggia alla parete, in preda a un capogiro.
 
Brava, brava Lucy.
Così, vai avanti.
Scendi nell’armeria… lì c’è un’altra belva.
Puoi ucciderla, sentire l’odore del suo sangue…
Ti piace, vero, l’odore del sangue?
 
Lucy vacilla, poi balbetta in risposta a quella voce che è nella sua testa:
«Sì…sì…mi piace… Io…»
Fa un passo, poi un altro ancora, fino a raggiungere il corridoio che conduce all’armeria.
Sulla sua strada, incrocia quattro cadaveri di marinai.
Lucy li osserva distaccata, senza provare nulla.
Ne calpesta uno nella fretta di avvicinarsi.
E alla fine trova la belva, intenta a stringere all’angolo un marinaio ferito, con il braccio destro piegato in modo innaturale.
Prima che l’essere possa ucciderlo, Lucy avanza tranquilla nella stanza.
Il marinaio le grida di scappare, la belva si volta a scrutarla e, immediatamente, sceglie di dedicarsi a quella preda più giovane, dall’odore così invitante.
Ma lei si limita a sorridere e, quando il mostro le si avvicina, veloce come un fulmine gli pianta il pugnale nello sterno.
Il mostro guaisce, furioso, e la spinge con violenza contro il muro.
Lei scuote il capo, sente un ronzio nelle orecchie… alza gli occhi in tempo per vedere la belva gettarsi su di lei.
E poi il marinaio le fa scudo con il suo corpo.
 
Lucy osserva il Figlio della Luna sbranarlo, a occhi sgranati.
Poi, quando la bestia si china sul cadavere, lei si alza e con un solo colpo preciso centra il cuore.
Quindi, osserva il cadavere dell’uomo che l’ha difesa.
«Povero, sciocco uomo…» mormora, prima di voltarsi e andarsene.
 
*
 
Le perdite dopo la battaglia sono consistenti.
 
Fermo sul ponte, Edmund si guarda attorno, serissimo.
Diciotto marinai hanno perso la vita nello scontro con i Figli della Luna; altri dieci sono feriti, alcuni in modo grave.
Le dieci bestie sono tutte morte.
Il Giusto ordina di bruciarne i corpi, poi scende sottocoperta con Eustace e Drinian per verificare i danni.
Quindi, parlato con i marinai e visitati quelli in infermeria, si reca alla cabina reale.
Bussa tre volte alla porta e chiama le ragazze: una spaventata Gael gli apre subito, sgranando gli occhi di fronte alle sue ferite.
«Edmund, stai sanguinando!» esclama.
«Oh, non è nulla» ribatte lui, mentre Penelope abbraccia convulsamente Eustace.
«Dov’è Lucy?» chiede invece Bella.
«Pensavo fosse qui con voi!» esclama il Giusto.
Bella scuote il capo e Penelope, offesa, gli racconta di come Lucy abbia chiesto di entrare in cabina in malo modo.
Edmund sembra perplesso.
«Lucy non si comporterebbe mai così» commenta.
«Ma ti dico che…» insiste Penelope.
«Ma figurati, mia sorella è la persona più sensibile e coraggiosa che conosco!»
Penelope lo guarda male, ma poi si dedica a pulire le ferite del fidanzato.
 
I due cugini raccontano alle ragazze la battaglia, omettendo i dettagli più cruenti, e stanno ancora parlando quando Drinian bussa alla porta e si offre di portare la cena.
Nessuno ha molta fame, ma le ragazze esortano gli amici a mangiare, per recuperare le forze.
Eustace arriccia il naso davanti alla carne secca che gli viene portata e prende un pezzo di pane.
Gael sta ancora insistendo con Edmund perché si medichi le ferite, quando una voce sarcastica proveniente dalla porta la fa sobbalzare:
«Grazie per avermi aspettata ed esservi preoccupati per me!»
Edmund si volta verso la porta e sorride alla sorella:
«Scusa, Lu, immaginavo fossi in infermeria…»
Il sorriso gli si gela sul viso quando scorge il bagliore gelido negli occhi di lei.
Sente un brivido corrergli lungo la schiena.
«Ah, certo, fate pure come se non esistessi» ribatte lei, seccata.
«Lucy, scusaci» interviene Bella «Hai ragione, siamo stati davvero maleducati, ma il pensiero di questo attacco…»
«Di nulla, Maestà» ribatte l’altra, inchinandosi in modo derisorio «Non vi disturbo oltre. Ma tu, Edmund, fai contenta quella penosa ragazzina che sbava per avere le tue attenzioni… Così, se non altro, risparmi a noi di dover assistere ai suoi tentativi mediocri di attirare la tua attenzione!»
Sputate queste velenose parole, Lucy volta la schiena e se ne va.
Nella cabina, tutti fissano esterrefatti la porta.
Dopo un attimo di silenzio scioccato, Eustace si schiarisce la gola, imbarazzato, stando bene attento a non guardare Gael.
«Ehm…sì…Hum. Magari… Pen, passami un’arancia, per favore…»
Penelope lo guarda sbattendo le palpebre.
«Eustace!» sbotta «Ma hai sentito tua cugina? Insomma, ma è impazzita? Prima insulta me, e ora la povera Gael…»
Eustace si affretta a prenderla per un braccio.
«Pen…sono sicuro che Lucy non voleva…» tenta, facendole cenno con gli occhi di tacere.
Ma lei, imperterrita, prosegue:
«Insomma, non doveva permettersi di dire a tutti, in questo modo per giunta, che a Gael piace Edmund!»
 
Un silenzio pesantissimo accoglie quelle parole.
Dopo un attimo, Gael scappa via singhiozzando.
Penelope sgrana gli occhi.
«Oh. Io… Accidenti, io non volevo…»
Eustace scuote il capo, rassegnato.
«È che proprio non ce la fai a trattenere quella tua linguaccia!»
«Uffa, quanto sei sgradevole! Non l’ho fatto apposta! Bell, lo sai che io parlo sempre senza pensare!»
Arabella sospira, notando il viso in fiamme di Edmund.
«Penny, lo so. Che ne dici ora di occuparti di quei tagli di Eustace, prima che gli venga un’infezione?»
Penelope annuisce con aria talmente infelice che il suo ragazzo scuote il capo ma la abbraccia con fare protettivo.
Rimasti soli nella cabina reale, Bella e Edmund tacciono per un attimo.
«Ed» lo chiama poi lei, piano.
Lui si schiarisce la voce e borbotta qualcosa sul controllare la stiva, ma la regina lo prende delicatamente per un braccio, trattenendolo.
Lui fissa ostinato il pavimento.
«Edmund, non fare lo scemo. Non mi sembra il più grave dei problemi»
«Io…io..Bella, ma è una bambina!»
«No, Ed, non è vero. È una donna, ormai. Questo non significa che tu debba ricambiare i suoi sentimenti, certo, ma non devi trattarla come se fosse una bimba di cinque anni, perché non lo è. Il rispetto glielo devi»
Lui arrossisce ancora di più.
«Chi l’ha detto che io.. voglio dire, che lei…»
«Non l’ha detto nessuno, ma bisognerebbe essere ciechi per non leggere negli occhi di quella ragazza»
Lui si impappina miseramente:
«Eh..ma..Insomma, era una bambina e…»
Bella lo fissa, spazientita.
«Edmund Pevensie! Era una bambina, d’accordo, ma sono passati degli anni ed è cresciuta. Come è possibile che sai combattere dei mostri ma non sai usare gli occhi?»
«So usarli, gli occhi» bofonchia lui.
«Bè, non sembra proprio» rimarca lei «Gael è trasparente come l’acqua e anche i pesci si sono accorti che quando ti vede le si illuminano gli occhi. Ma tu no, a quanto pare. Benissimo. Ora, pensaci su per un secondo, poi vai a cercarla e parla con lei»
«Di cosa??» si allarma lui, alzando sulla regina una sguardo terrorizzato.
«Oh, insomma! Del tempo! Ma che dici? Guarda che tra voi due sei tu quello più adulto e con maggiore esperienza, quindi tocca a te alleviare il suo imbarazzo!»
«Sono io quello imbarazzato!»
«No, Ed. Lei è molto giovane e scommetto che quello che prova è nuovo per lei. Non mi stupisce, sono sicura che è cresciuta con il mito dei Re di Narnia e poi ti ha conosciuto… per forza sei un eroe ai suoi occhi. Se non sa gestire bene le emozioni non è certo colpa sua, povera piccola»
Edmund sospira in modo comico.
Bella trattiene un sorriso e lascia passare un paio di secondi, poi chiede con disinvoltura:
«Sei sicuro che lei non ti interessi?»
Lui fa un salto fino al soffitto della cabina.
«Che cavolo dici??» tuona poi.
«Niente» risponde lei, disinvolta «Solo che Gael è davvero molto carina…»
Il Giusto la guarda, truce.
«Stammi bene a sentire, Bella: non metterti in testa idee matrimoniali, chiaro?»
«Chi, io?» risponde lei, sgranando gli occhi con fare innocente «Figurati, stavo solo constatando l’ovvio. Certo, magari a te piacciono donne più mature… Ma certo quella ragazza è bella e fresca come una rosa»
Bella sorride serafica di fronte all’occhiata di fuoco del re.
«Ma non è che devo insegnarti io a notare i pregi delle donne» prosegue «Forza, vai a parlarle. Io cerco tua sorella, intanto»
Il Giusto la fissa ancora un paio di minuti, in silenzio e con la sensazione di essere appena stato raggirato.
Quindi se ne va imprecando e sbattendo la porta.
Rimasta sola, Bella scoppia finalmente a ridere.
 
*
 
Gael si lascia scivolare dietro uno dei barili di acqua dolce allineati lungo la paratia della nave.
 
Appena sentite le velenose parole di Lucy aveva sperato di sprofondare sotto terra.
Pensare che Edmund potesse guardarla con pietà, o con fastidio…
Ma poi Penelope aveva parlato sventatamente, come era solita fare, e la ragazza aveva visto concretizzarsi le sue paure.
Come avrebbe potuto, ora, guardare in faccia gli amici?
Ed Edmund, poi!
Era scappata, piangendo… e aveva scoperto di non avere luoghi in cui nascondersi.
Su una nave lo spazio non è molto.
Su una nave appena attaccata da un branco di mostri, per giunta, gli spazi accessibili sono ancora meno.
 
Gael aveva girovagato svogliatamente per i corridoi, intralciando il lavoro dei marinai, e poi si era imbattuta in Lucy, sulla porta dell’infermeria.
Gael si era irrigidita immediatamente.
Lucy non la guardava: il suo sguardo era fisso sugli uomini all’interno della cabina, le mani le tremavano contro lo stipite, gli occhi erano arrossati.
Si era voltata lentamente verso l’amica.
Le labbra le tremavano, mentre mormorava:
«Gael, io…»
Ma Gael, ferita da quella che era stata l’amica e l’eroina della sua infanzia, l’aveva spinta bruscamente da parte senza rivolgerle la parola ed era salita sul ponte.
Lì, si era nascosta in quello che era il suo rifugio preferito ai tempi del primo viaggio sul Veliero dell’Alba, quando Ripicì le portava di nascosto arance e biscotti da mangiare, visto che le razioni erano abbastanza misere.
Gael sapeva che i marinai erano molto severi con chi rubava le razioni di cibo (Eustace lo aveva imparato a sue spese, quando Ripicì lo aveva colto in flagrante), ma il topo e tutti sulla nave con lei erano molto premurosi, quindi il cibo non le mancava mai.
Una volta, Caspian stesso le aveva dato l’arancia della sua razione: lei era arrossita e aveva protestato, ma lui aveva insistito e le aveva accarezzato i capelli con fare da fratello maggiore.
Quando Gael lo aveva raccontato a Bella, pochi giorni prima, la regina aveva sorriso, raggiante.
Non era difficile capire che Sua Maestà era molto innamorata del marito e, onestamente, Gael non poteva darle torto: Caspian era bello, aitante e affascinante, oltre che molto gentile e coraggioso.
Ma, ai suoi occhi, Edmund aveva sempre avuto una bellezza e un fascino particolari.
E, da quando lo aveva rivisto…
Ma ormai era inutile pensarci: Lucy e Penelope avevano rovinato tutto.
 
Gael si abbraccia le ginocchia e poggia la testa sulle sue braccia conserte.
Non sa bene quanto tempo sia passato, ma all’improvviso sente una mano gentile sfiorarle una spalla.
Si irrigidisce e non alza il capo, fingendo di non essersi accorta di nulla.
Poi, però, sente una voce che la fa sobbalzare:
«Mi fai posto, per cortesia?»
Gael sussulta, sgranando gli occhi, mentre Edmund si lascia scivolare accanto a lei.
Per un attimo nessuno parla, mentre lei sente il suo cuore battere furiosamente per l’imbarazzo.
«Ricordo che ti nascondevi sempre qui, durante il nostro primo viaggio» dice lui, dopo un po’.
Lei sgrana gli occhi.
«Pensavo fosse un mio segreto!» esclama, mortificata.
Lui ride.
«Ma dai, se non lo avessimo saputo saremmo stati dei pessimi sovrani. Una delle prime regole per governare bene è sapere sempre le cose»
«Per governare una nave?» chiede lei, perplessa.
«Anche una nave, sì» annuisce lui.
I loro occhi si incontrano e Gael arrossisce.
Edmund si scopre a pensare che Bella ha ragione: Gael è cresciuta.
In tono disinvolto, aggiunge:
«Era una cosa che mio fratello Peter mi diceva sempre»
«Tuo fratello ti manca?»
«Molto. Anche mia sorella. Ma non perché non sono qui… mi manca perché ci siamo allontanati»
Edmund inizia a raccontare a Gael di Peter e Susan.
Il suo tono calmo ha un effetto distensivo sulla ragazza, che dopo un po’ abbandona la sua espressione ferita e guardinga a favore di un sorriso spontaneo.
Edmund, esperto in fatto di donne, se ne accorge subito e continua a parlarle e a scherzare con lei.
Quello che non aveva previsto è che la conversazione prende anche lui: sorprendendo anche se stesso, Edmund si scopre ad aprirsi con Gael.
Le racconta del dolore che prova nel sapere che Peter è lontano, del senso di protezione che ha verso Lucy, della sensazione di inadeguatezza che lo ha accompagnato sempre, mentre crescevano, della paura di non essere per la sorellina il punto di riferimento che era il loro fratello maggiore.
Di più, le racconta dell’impotenza che ha provato quando ha scoperto che la sorella è innamorata di Caspian, che non la ricambia.
Perché le sto raccontando tutto questo? – si chiede all’improvviso, spaventato.
Lui non ne parla mai, con nessuno.
Non si lascia mai andare, non ha confidenti.
Ha imparato a fare tutto da solo, da quando Peter e Susan sono partiti per l’America: da quel momento, Edmund è diventato il solo riferimento per Lucy.
E ora… perché racconta una cosa talmente intima a quella ragazza?
 
Ma Gael lo stupisce.
Pur se è stata ferita dalle parole brucianti di Lucy, non commenta assolutamente niente di quello che Edmund le dice, limitandosi ad ascoltare con partecipazione.
Le uniche parole che lui le sente pronunciare sono di elogio per l’amore tra i due fratelli.
«Ho sempre desiderato anche io un fratello o una sorella, sai… Voi siete fortunati: è bello sapere che ci sarà sempre qualcuno che si preoccupa per te e che ti ama»
«Tu hai i tuoi genitori, Gael… Io e Lucy siamo cresciuti praticamente soli. Quando, dopo la guerra, papà è tornato, lui e mamma hanno deciso di trasferirsi in America, ma, per diffidenza culturale, hanno deciso che io e Lucy dovevamo crescere in Inghilterra. Lo hanno fatto a fin di bene… ma ci hanno allontanati. Non dico che non ci vogliano bene, figuriamoci, ma io e Lu ci siamo abituati a far conto solo l’uno sull’altra»
«Vi invidio molto, comunque»
Tacciono entrambi, ma il silenzio tra loro ora è sereno.
«Direi che ora potremmo anche mangiare qualcosa» dice poi il Giusto.
Lei acconsente, ma gli consiglia di andare prima in infermeria.
Non si offre di accompagnarlo.
Edmund la saluta e si allontana, sempre con il pensiero che… sì, la piccola Gael è cresciuta davvero.
 
*
 
Seduta sola, a prua, Lucy osserva il mare con occhi spenti.
 
Lo spettacolo della distesa azzurra, bagnata dalla prima luce dell’alba e soffusa di una luce rosata, sembra lasciarla completamente indifferente.
La ragazza tormenta incessantemente il laccio della sua casacca e si morde le labbra esangui.
Ritmicamente, i suoi occhi si posano sul pugnale che ha poggiato accanto a sé.
 
Che cos’è?
Perché la attrae così tanto?
Perché la fa sentire invincibile?
 
Lucy… non sei felice di essere così potente?
 
La Valorosa serra violentemente gli occhi, cercando di scacciare quel tarlo che è nella sua mente.
 
Vattene via, vattene via… - prega, in silenzio.
Ma le sembra di udire una risatina divertita, in risposta.
Si copre gli occhi con le mani e ascolta il battito fragoroso del suo cuore in tumulto.
 
Perché… perché è stata così cattiva con Gael, prima?
Lei vuole bene a Gael. È felice di averla ritrovata.
Le fa piacere che alla piccola piaccia Edmund… povero Ed, sarebbero davvero una bella coppia se…
 
Ah, ma se Edmund scoprisse che gli piace Gael, chi rimarrebbe con lei?
Sarebbe sola.
Definitivamente.
Eustace ha Penelope e Bella…
Bella ha sposato Caspian. È incinta di suo figlio.
L’unica davvero sola è lei.
 
Lucy cerca di soffocare quella sensazione angosciante di paura e rabbia, così insolita per lei.
Le fa paura.
Non le permette di pensare.
La spinge a gesti violenti.
Lei, che odia la violenza.
 
Ripensa al marinaio morto per farle da scudo.
Non lo ha ringraziato, non ha pianto per lui.
E sicuramente quell’uomo ha qualcuno, a casa, che piangerà la sua scomparsa. Una moglie, dei figli.
 
Lucy, Lucy… Ma che cosa ti importa?
Tu sei viva… solo questo conta!
 
«No…no!» geme Lucy.
 
Lucy, non cercare di difenderti da me… Non puoi, non ci riuscirai.
Non ti conviene.
Solo io voglio aiutarti.
Solo io posso portarti da Caspian…
 
Sentendo quel nome, uno squarcio si apre nel petto di lei.
Lucy lotta per restare aggrappata agli ideali che l’hanno sempre animata, alla sua fede in Aslan, ma si sente trascinare inesorabilmente verso un baratro oscuro.
 «Jadis…Maledetta…» ansima, cercando di resistere alle lusinghe di quella voce, di quel potere.
E, di nuovo, sente una risata nella sua mente.
 
Non sono io, cara, sei tu.
Sei tu che vuoi il potere.
Sei tu che mi chiami.
Sei tu che vuoi cambiare la tua vita, sei tu che desideri il tuo re…
 
Nella mente di Lucy balena improvvisamente un’immagine vivida di Caspian: immobile e pallido, adagiato su un letto circondato da candele accese, con uno gnomo che lo veglia.
«No! NO!» urla Lucy, singhiozzando «Maledetta! Maledetta, vuoi farmi credere che è morto, ma non è vero… Non è vero, io non ci crederò mai…»
 
Lucy, ascoltami!
Non è morto, te l’ho detto.
Lilliandil gli ha fatto un incantesimo, un incantesimo che lo obbliga a dormire un sogno senza sogni.
Non si risveglierà, a meno che lei non lo decida.
Lei… o tu.
Solo tu hai il potere di salvarlo.
Salvalo, Lucy, o quando si sveglierà non esisterà più nulla di quello che conosce, più nessuno di quelli che ama.
Non esisterai più tu e non ci saranno possibilità che il tuo sogno si avveri.
Salvalo… Salvalo da questa morte apparente.
 
Le spire che cingono dolorosamente il suo capo sembrano allentarsi all’improvviso.
Lucy ansima, si guarda attorno: non c’è nessuno vicino a lei, nella quiete dell’alba.
Il suo primo impulso è di correre da Edmund a dirgli tutto… ma si sente così stanca.
Così sfinita.
E se Edmund non le credesse?
O peggio… se le credesse e la allontanasse, schifato dal suo cadere preda della Strega Bianca?
E se Edmund fosse troppo preso da Gael per darle retta?
E comunque… cosa può fare Edmund?
Cosa può fare chiunque di loro?
 
Lucy abbassa gli occhi sul pugnale.
Quel pugnale è la chiave di un grande potere: lo sa, lo ha sentito.
Ma è un potere oscuro.
Pensa a Caspian, a come sembrava pallido e lontano nella sua visione.
 
Ci credo? È vero? O sto impazzendo? – si domanda, angosciata.
 
Fissa gli occhi nel sole, quasi godendo della sensazione di fastidio che ne deriva.
Poi chiude le palpebre e cerca di organizzare i suoi pensieri.
Non devo – si ripete, ossessivamente – È male…
Ma sente una fitta di desiderio quando il pugnale brilla nella luce dell’alba.
 
Lucy stringe i denti e, risoluta, raddrizza la schiena.
«No…non devo!» esclama.
Guarda il pugnale, poi il mare.
 
No!!
 
Ma la voce nella sua mente non può fermarla, ora.
Ha deciso.
 
 
E poi… tutto accade in un lampo.
«Lucy?» chiama una voce alle sue spalle «Hai detto qualcosa?»
Lucy si volta di scatto.
Alle sue spalle c’è Bella.
In un attimo, un attimo che le mette paura, la Valorosa contempla la sua rivale: l’aria aperta e la notizia della gravidanza hanno giovato alla Regina di Narnia, è chiaro.
Arabella è di nuovo colorita e bellissima, come è sempre stata.
Con una fitta di angoscia, Lucy ricorda il periodo trascorso da Caspian sulla Terra, nel loro mondo: come lo ha visto innamorarsi di lei ogni giorno di più, come lo ha visto scivolarle tra le dita.
E subito dopo, improvvisamente, ha una visione: vede Cair Paravel immerso nella luce del sole.
Sembra estate.
E il castello è in festa, ornato di bandiere e arazzi colorati.
Sembra il giorno dell’incoronazione di Caspian…
Ma poi li vede.
Due persone sedute in giardino, vicine alla fontana.
Sono Bella e Caspian.
Lei tiene tra le braccia un fagottino e lui la stringe amorevolmente.
I due si scambiano uno sguardo di amore puro, mentre un braccino si alza gioioso dalle coperte.
Caspian ride e allunga un dito a sfiorare la manina del bimbo.
 
 
Un odio mai provato si impossessa di Lucy e le stringe il cuore.
 
Velocissima, la ragazza si china e afferra il pugnale.
 
 


Infinite scuse per i miei ormai conclamati ritardi... le vacanze sono state un momento d'oro e ho aggiornato tutte le storie al volo, poi sono tornata al lavoro e, in due settimane, ho già fatto una trasferta -.-
Invoco la vostra clemenza e vi ringrazio per essere qui, con me <3

   
 
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