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Autore: ChiaraLilianWinter    05/09/2013    5 recensioni
Camilla Herstood ha quindici anni, un'amica fantastica che cambia fidanzato con la stessa velocità con cui si fa zapping in tv, una madre depressa che, dopo la fine di un matrimonio sbagliato, tenta di rifarsi con il primo che le capita sotto mano.
Camilla ama scrivere, ma, a forza di essere circondata da persone superficiali, ne ha assunto il carattere: non riesce a completare una storia, che già sta lavorando ad un'altra, e così di continuo.
Camilla ha un segreto, un segreto terribile che è costretta a trattenere all'interno del suo cuore.
Camilla incontra William, e da allora cambia tutto. Il ragazzo gli propone di esaudire dieci desideri, per superare la sua superficialità, e Camilla accetta. Tra i due nasce qualcosa che diventa sempre più profondo, ma il tempo a loro disposizione è poco, e ogni secondo che passa diminuisce.
Perchè anche William nasconde un segreto. E non solo lui.
I segreti, le bugie, i tradimenti, sono fili insidiosi che avvolgono tutto, in un intreccio terribile che Camilla dovrà districare. Ma ciò che rimarrà alla fine potrebbe non essere quello che lei e William hanno sperato.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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È da mezz'ora che sto davanti allo specchio, immobile, ad osservare il mio riflesso. È strano, ma l'unica cosa che mi viene in mente è: Questa non sono io. Lilian mi ha truccata, rendendomi gli occhi grandi e seducenti e le labbra rosee e più carnose di quanto non siano, "da baciare", come promette la scritta sulla confezione del rossetto. I miei capelli, che solitamente lascio sciolti, visto che mi sfiorano a malapena le spalle, sono stati chissà come raccolti in un'elegante chignon, sorretto da delle mollettine con sopra applicate delle perle, davvero graziose. Indosso un abito azzurro, uno dei più belli che abbia mai visto. Lascia la schiena scoperta, si allaccia dietro il collo con un fiocco e modella i fianchi, fasciandomi dolcemente le gambe fino a poco più su del ginocchio. È meraviglioso. Peccato che sia di Lilian e che me l'abbia solo prestato.
Per un'occasione speciale occorre un outfit speciale!
Il problema è questo. Io non ci trovo niente di speciale. Anzi, a dirla tutta, non sono minimamente eccitata, solo fin troppo nervosa, ma per un altro motivo. Ancora non capisco perchè ho informato William di stasera. Devo sperare che un attimo prima che possa salire in taxi con Alex fermi tutto e mi venga a prendere, con un'entrata stile principe? Mi immagino la scena: William Harstrong in calzamaglia blu, con un cappello piumato in testa, alle rendini di un meraviglioso stallone bianco; scoppio a ridere. Per carità, lo stallone mi sta pure bene, ma non potrei sopportare la visione del mio vicino - se ancora lo è - in calzamaglia e cappello piumato. Mi sfugge un'altra risatina, ma poi capisco che i miei pensieri sono del tutto assurdi: appena stamattina William ha detto che non possiamo più vederci, no? Che salta tutto.
<< Camilla, tutto a posto lì dentro? >>
La voce di Lilian mi giunge soffocata, dall'altra stanza. Io mi allontano velocemente dal lavandino, lancio un'ultima occhiata al mio riflesso e in un attimo sono fuori dal bagno. Quando la mia amica mi vede mi fa l'occhiolino, tremendamente maliziosa.
<< Non c'è che dire. Stasera Alex dovrà usufruire di tutto l'autocontrollo possibile. >>
<< Lilian! Abbiamo 15 anni! >>
<< Quasi 16. >>
<< Quasi. E comunque, lui non è quel tipo di persona. >>
<< Se lo dici tu... >>
Sto per ribattere, ma il suono del citofono mi blocca. Lilian mi guarda eccitata, e corre a rispondere.
<< Sì? Alex? Sì, Camilla scende. >>
Mentre io prendo la borsetta - anch'essa gentile prestito della mia amica - Lilian non mi stacca gli occhi di dosso. Quando finalmente sono sulle scale le mi dà una pacca sulla schiena, incitandomi ad andare avanti.
<< Ti divertirai! E non essere così rigida! >>
<< O..ok. >>
<< Buona fortuna! >>
<< Grazie. >> Sussurro, e in un attimo sono già fuori dal portone.
Alex è lì, alla fine dei gradini, davanti ad un taxi, e mi sorride. È tremendamente bello. Indossa una camicia bianca e un paio di pantaloni blu. Ha i capelli ordinati, non come quelli di William, che sono sempre sparati in mille direzioni. William? Non devo pensare a William, adesso! Accidenti! Cerco di concentrarmi su Alex e sui suoi occhi che si spalancano e le sue guancie che si arrossano quando mi vede.
<< Camilla... Sei... >>
Arrossisce ancora di più e si schiarisce la voce, tremendamente roca.
<< Stupenda. Davvero stupenda. >>
Io gli sorrido.
<< Grazie. Anche tu stai bene. >>
Mi ero preoccupata che l'abito fosse troppo elegante, ma quando Alex mi ha detto che dovevamo andare ad un ristorante Lilian l'ha ritenuto opportuno. Ancora mi ricordo la faccia della mia amica quando le ho detto dove mi portava: Un ristorante? Già al primo appuntamento? Oh mio Dio, Camilla! Io me lo terrei stretto! Eppure, non riesco ad essere felice. La mia mente corre continuamente a lui, anche se non voglio.
<< Prego. >>
Alex mi apre la portiera del taxi e io salgo. Lui entra dall'altro lato e si sporge in avanti per dire qualcosa all'autista, che mette subito in moto e parte. Fai conversazione, fai conversazione!
<< A... Allora, Alex! >>
Lo dico troppo a voce alta e lui si volta a guardarmi con un'espressione perplessa. Mi affretto ad abbassarla.
<< Allora... Dove mi porti, stasera? >>
Sul suo viso si allarga un sorriso luminoso. Dio mio, è bellissimo. Ma non è William.
<< È un posto speciale. Si trova vicino al mare, sai. Spero ti piacerà. >>
<< Sono certa di sì. >>
Il suo sorriso si allarga e mi si avvicina quasi impercettibilmente.
<< Non sei stata tu a rispondermi. Chi era? >>
<< Lilian Baker, la mia migliore amica. Credo che tu la conosca... È la fidanzata di Kyle. >>
Il viso di Alex si rabbuia, confuso.
<< Kyle non ha nessuna fidanzata. >>
Io ricambio la sua occhiata con una ancora più sperduta.
<< Dici sul serio? >>
<< Ne sono certo. È già da un mese, ormai. Si è messo in testa che vuole innamorarsi sul serio, e non uscire con la prima che capita. >>
Quelle parole mi colpiscono come uno schiaffo.
<< Non è possibile! Lilian... Lilian mi ha detto che erano usciti... >>
Lui mi guarda, dispiaciuto e confuso. Non capisco. Quella lettera..
Mi volto verso Alex e lo trapasso con lo sguardo.
<< Sei sicuro al cento per cento che non è uscito con qualcuna? Nemmeno una volta? >>
Lui annuisce di nuovo. Ecco, adesso sono ancora più confusa di quanto lo fossi qualche ora fa. Perchè diamine Lilian stava scrivendo quella lettera? Beh, forse lo stava facendo perchè è innamorata di lui ma... Mi ha detto che erano usciti insieme... Mi ha mentito. Non ha voluto ammettere che si era presa una bella cotta e si è inventata l'uscita. Un pochino mi sento irritata e tradita, ma poi mi ricordo che anche io ho segreti e bugie con lei, e non posso biasimarla. Tutti hanno segreti. Anche le migliori amiche. È così e basta.
<< Siamo arrivati. >>
Io scendo velocemente dal taxi, impaziente di vedere dove Alex mi ha portata. E rimango a bocca aperta. Come mi aveva detto, è un locale sul mare. Ci sono dei tavoli all'aperto, sopra una lastra di legno adagiata sulla sabbia. Non entriamo all'interno, ma scorgo delle tende e delle tovaglie bianche e azzurre. Sopra di noi c'è un soffitto di paglia, dal quale pendono lanterne che diffondono luce rosata. Tutto questo mi ricorda inevitabilmente il Vialetto della Mezzanotte e, senza neanche accorgermene, i miei occhi si fanno sempre più umidi di lacrime. Mi affretto a voltarmi, per impedire che Alex mi veda.
Perchè diamine mi hai detto quelle cose, dannatissimo e stupidissimo e misteriosissimo William? Perchè? Lo sapevi, che mi avresti fatto soffrire.
Ma anche tu hai voluto che soffrisse.

Fa male ammetterlo, ma è così. Adesso me ne rendo conto. Ho informato William dell'appuntamento non perchè speravo che venisse a prendermi, ma perchè volevo che soffrisse. Perchè in fondo spero di non essere solo un'amica per lui. E ho voluto che si arrabbiasse, che si pentisse. Ho voluto fargli male, come lui aveva fatto a me.
<< Camilla, tutto ok? >>
La voce di Alex giunge alle mie orecchie lontana, ma visibilmente preoccupata. Velocemente mi asciugo gli occhi - fando attenzione al trucco - e mi volto verso di lui, sorridente.
<< Certo. >>
Lui si rilassa. E mi conduce ad un tavolo più appartato, proprio davanti al mare. È bellissimo.
<< Ti piace qui? >>
<< Sì... È... È meraviglioso. Ti ringrazio. Ma non dovevi disturbarti così tanto... >>
Lui allontana le mie preoccupazioni con un gesto della mano.
<< Figurati. E poi, questo ristorante lo gestiscono i miei parenti. >>
Mi fa l'occhiolino, mentre mi mostra un sorriso furbo. Non assomiglia per niente all'Alex che sono abituata a vedere. Qui, è completamente diverso.
Assomiglia a...
<< Signori. >>
Un cameriere ci si avvicina e ci porge due menù. Io faccio per aprire il mio, ma il mio accompagnatore mi ferma.
<< È già tutto prenotato. Non preoccuparti, sono certo che ti piacerà. >>
Io annuisco e sorrido, cercando di nascondere il mio fastidio: detesto quando qualcuno decide per me. Insomma, sono una ragazza indipendente!
Il cameriere se ne va, lasciandoci soli, e io mi rendo conto di non avere nessuno argomento di cui parlare. Niente di niente. Perchè io non so praticamente nulla di Alex. Le informazioni che ho su di lui sono pari a quelle che ho su William. Ovvero, quasi inesistenti. Lui sembra accorgersi del mio disagio e si affretta a parlare.
<< Allora, Camilla... Perchè non ci conosciamo un pò? >>
Non riesco a immaginare questa situazione con William. Noi due non potremmo semplicemente sederci e iniziare a raccontarci le nostre vite così. Tra di noi è sempre stato, almeno fino ad adesso, una continua sopresa. Ci siamo svelati poco a poco, e poi ci siamo fermati. E io avrei voluto continuare.
<< Va bene. >> Mi sforzo di sorridere. << Tu abiti lontano dalla scuola, non è vero? >>
Lui mi guarda sopreso.
<< Pensavo non lo sapessi. >>
E invece lo so. Un giorno, dopo che mi aveva accompagnato a casa, l'ho seguito per curiosità e ho visto che saliva a bordo di un taxi.
Mi lusinga sapere che faceva solo finta di abitare vicino per accompagnarmi.
Ma non mi va di dirgli che l'ho seguito. Farei la figura della stalker psicopatica.
<< Ho degli informatori... >>
Gli sorrido maliziosa e lui ricambia. Il nostro si trasforma in un gioco di sguardi, e mi domando se tra noi non sia sempre stato così. Poi, i suoi occhi si fanno affilati.
<< Camilla. >>
Il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa rabbrividire, non sembra lui. È differente dal ragazzo di un minuto fa.
<< Tu.. Frequenti quel ragazzo, per caso? >>
<< Quale... Quale ragazzo? >>
Faccio la vaga, ma so benissimo a chi si riferisce. E non capisco perchè voglia inserirlo in questo discorso.
<< William Harstrong. Lo conosci, non è così? >>
Cosa dovrei rispondere? È una domanda a trabocchetto?
<< Sì, siamo vicini di casa. >>
Alex scoppia in una risata amara.
<< Su Camilla, non facciamo i bambini. Si vede benissimo che non siete solo vicini di casa. O se ne sono accorti tutti tranne voi? >>
Ti sbagli. Noi siamo stati i primi ad accorgercene. Ma come in tutte le storie d'amore che si rispettino, siamo stati troppo stupidi per rivelarcelo.
Gli lancio un'occhiataccia, che lui ignora con nochalanche.
<< Sarò sincero con te, Camilla. Devi togliertelo dalla testa. Dimenticalo. Sarà meglio per te, e sarà meglio per tutti. >>
<< Tutti chi?! >>
Mi sono alzata in piedi di colpo, quasi rovesciando la sedia, e la mia voce ha coperto tutti gli altri rumori. Ma non mi interessa. Non mi interessano gli sguardi biasimevoli e curiosi degli altri clienti. Mi sono decisamente, definitivamente scocciata.
<< Dovete piantarla! Questi lui, queste lei, questi tutti! Di chi diamine state parlando?! >>
Prendo fiato e fisso Alex davanti a me, che nel frattempo non si è mosso minimamente.
<< E tu, che c'entri in tutto questo? >>
Lui mi osserva, sospira profondamente e mi fa cenno di sedermi. Io obbedisco, sebbene a malavoglia.
<< Credo che tu non ti sia lasciata sfuggire la somiglianza dei cognomi miei e di William. >>
Annuisco. Ricordo cosa mi è passato per la mente quando William si è presentato: "Il suo cognome... Ricorda quello di Alex."
<< "Harstrong", "Harmong"... Davvero molto simili. Perchè, in effetti, uno è la modifica dell'altro. >>
Io lo osservo senza capire.
<< Cosa...? >>
<< Io e William apparteniamo alla stessa famiglia, Camilla, anche se siamo in rami diversi. La mia, molto tempo fa, si trasferì in Inghilterra, e con il tempo il cognome "Harstrong" è mutato in 'Harmong". Quando siamo tornati in America, abbiamo deciso di continuare ugualmente ad usarlo. Io e lui siamo cugini, Camilla, anche se alla lontana. >>
Quella notizia mi fa restare a bocca aperta. Ma... Cosa significa? Perchè mi sta dicendo tutto questo? Vedendo che non apro bocca, Alex continua.
<< Qualche tempo fa, io e mia sorella abbiamo ricevuto una chiamata dal capo famiglia. Come credo tu abbia immaginato, visto il nostro allontanamento, io e i miei parenti più stretti siamo stati distanziati dal centro della famiglia e quindi, dall'enorme eredità. E loro sanno che avremmo fatto di tutto per riavvicinarci. E in effetti è così. >>
Comincio a capire. Alex non è mai stato veramente interessato a me. In quei giorni mi si è avvicinato solo per arrivare a William.
<< Alex... >>
<< Allontanati da lui, Camilla. Non parlarci, non toccarlo, non devi nemmeno vederlo. Non preoccuparti, non sarà così difficile: sarà costretto a trasferirsi, da un momento all'altro. >>
Quelle parole sono come veleno. William se ne andrà? Se ne andrà sul serio? Sento le lacrime pungermi in fondo agli occhi.
<< Su, non essere così agitata. In fondo, l'amore è soltanto un'emerita cazzata. Puoi benissimo farne a meno. >>
Riconosco quella voce. Mi volto, e ciò che vedo è un altro schiaffo, altro veleno, altre lacrime. La donna con i capelli a caschetto, la ladra di stamattina. Non mi serve nemmeno un secondo per capire. Mi rivolgo ad Alex, ma i miei occhi non la abbandonano.
<< Tua sorella... È lei. >>
<< Centro. Mi chiamo Victoria. Mi conosci? >>
Lei mi rivolge uno sguardo perplesso.
<< Stamattina. Sei entrata in casa mia. >>
Per un attimo sembra sinceramente sorpresa, ma poi riprende un'aria strafottente.
<< Non mi ero accorta che mi stessi osservando. Beh, meglio per te. Hai colto l'occasione unica di vedermi in tutina aderente! >>
Le lancio un'occhiata disgustata e perplessa e mi volto verso Alex, cercando di parlare nel modo più sicuro possibile.
Non posso credere a quello che sto per dire.
<< Non farò come dite. Non mi interessa quello che mi accadrà, non potete tenermi lontana da William. Alzate muri, e io li scavalcherò sempre, per quanto alti possano essere. Arriverò anche al cielo, se necessario. Ma non potrete mai e poi mai fermarmi. >>
Alex assume un'espressione infuriata e si alza in piedi, come una furia.
<< Saresti un'irresponsabile...! >>
<< Non mi interessa! >>
Alex si lancia verso di me, ma io mi sono già scansata e corro verso l'uscita del ristorante. Ho quasi raggiunto l'uscita, ma qualcuno mi afferra e mi contorce il braccio, facendomi urlare di dolore. Mi volto, e vedo Victoria davanti a me, gli occhi fiammeggianti.
<< Non sarà una mocciosa come te a distruggere la mia famiglia. >>
Alza la mano per colpirmi, ma succede qualcosa, tutto talmente in fretta che non ci capisco niente. Sento che vengo liberata dalla presa della donna, e un attimo dopo lei è davanti a me, piegata su sè stessa e dolorante, e qualcuno mi sta spingendo fuori dal locale. Mi giro, e lo vedo.
<< William. >>
<< Non c'è tempo! Dobbiamo sbrigarci! >>
Lui mi prende per mano e insieme corriamo fuori dal ristorante, poi non so come mi ritrovo sulla sua moto nera e stiamo sfrecciando via, nelle strade di New York.

Non mi ricordo bene cosa successe. È come se la mia memoria si fosse resettata per qualche minuto, riattivandosi solo quando io scendo dalla moto. Ci troviamo sul lungomare, davanti a noi si estende una baia, e c'è William in mezzo a questo paesaggio. È davanti a me e mi dà le spalle; è appoggiato alla ringhiera e la stringe forte. Sta tremando.
<< Will... >>
<< Sei stata una stupida! >>
Non mi sorprendo tanto per le parole, quanto per il tono con cui le pronuncia. Sembra stia per scoppiare a piangere. Io mi avvicino a lui, e allungo una mano per porgergliela sulla schiena, ma proprio in quel momento si volta e il palmo va a finire sul suo petto, ma non lo sposto. Va bene così. Riesco a sentire il battito del suo cuore.
<< Sei stata davvero... Rispondere in quel modo... >>
Ha sentito tutto. Adesso sa.
Ma non importa. Anzi è meglio così.
<< Avrei dovuto rispondere diversamente? >>
Stringo il tessuto della sua camicia.
<< Dire che avrei fatto come volevano? Che per me tu non avevi alcuna importanza e che ti avrei dimenticato così? Per te.. Per te sarebbe stato meglio? >>
Lui mi si avvicina, una mano mi si appoggia sulla schiena, l'altra va ad accarezzarmi la guancia.
<< No. Sarebbe stato orribile. >>
Un brivido mi percorre la schiena, e sento che mi sto per sciogliere quando lui si avvicina ancora di più. Cerca di mantenersi tranquillo, ma i suoi occhi lo tradiscono: desiderio, amore, tristezza, rabbia, paura. Quando parla, la sua voce è un sussurro.
<< Sarà difficile, e doloroso. Potremo non farcela, alla fine. Potrei... Potrei farti male. >>
<< Non mi interessa. >>
Gli cingo il collo con le braccia.
<< Può essere dolorosa quanto gli pare. Ma resterà sempre la cosa migliore che abbia mai fatto in vita mia. >>
E a quel punto non c'è più bisogno di parole. William si china su di me e mi bacia. All'inizio le nostre labbra si sfiorano soltanto, poi premono l'una contro l'altra con più forza e passione, e io schiudo la mia. Il bacio si trasforma in un gioco di lingua e di denti, le sue mani corrono sulla mia schiena scoperta e sulla mia guancia e il mio collo, e io lo attiro sempre più vicino a me, gli passo le mani tra i capelli arruffati, tra tutti quei ricci neri. È il sapore più buono che abbia mai assaggiato: più dolce delle torte della Boutique del Cioccolato. Sa di lui, questa è l'unica cosa che posso dire per descriverlo seriamente.
Lo amo. Lo amo, lo amo, lo amo. Dannazione, ci sono proprio cascata in pieno.
Dopo un pò le nostre labbra si separano, ma restiamo abbracciati. Lui ha le guancie arrossate e gli occhi luccicanti, e so di avere lo stesso aspetto. Con dolcezza, mi bacia le guancie e il naso.
<< Mi dispiace... Abbiamo sprecato un giorno di desideri. >>
Quando pronuncia quella frase non riesco a trattenere la felicità e lo bacio di nuovo.
<< Non preoccuparti, non è affatto vero. >>
Lui mi guarda confuso.
<< Vedi... Il mio quinto desiderio era quello di vedere il tramonto sul mare. Fortunatamente, in estate il sole tramonta tardi. >> Faccio un segno verso la baia, e entrambi ci giriamo in quella direzione: il sole sta tramontando, e tutto è tinto di rosa. << Ho esaudito il mio desiderio >> Sussurro, perdendomi nei suoi occhi. << In questo preciso momento. >>
William mi guarda attentamente, poi mi sorride e si china su di me, le nostre fronti si sfiorano.
<< Sono un cretino. È definitivo. >>
<< Ma come? Ancora non lo avevi capito?! >>
Lui assume un finto broncio che mi fa scoppiare a ridere.
<< Siete sempre così gentile, signorina Camilla. >>
<< Grazie mille, ne sono consapevole, signor William. >>
A quel punto anche lui si lascia sfuggire una risatina, ma la gioia dura poco: il suo cellulare squilla, e William lo prende e schiaccia qualche tasto. Io mi metto accanto a lui per vedere, e il sangue mi si gela nelle vene.
Gli è arrivato un messaggio da un numero sconosciuto: "Non riuscirete a vincere. Vi siete messi contro chi è molto più forte di voi."

Nell'antro della strega!
Ciao a tutti!
Beh ok, forse questo capitolo non è stato proprio pienissimo di avvenimenti importanti, però: si è scoperto che ruolo ha Alex in tutto questo; si è scoperto chi è la ladra e che intenzioni hanno lei e il fratello; Camilla e William si sono finalmente svegliati e si sono pure baciati; e ci sta pure il quinto desiderio che è stato realizzato.
Ma vi avverto: questo non è per niente il "e vissero per sempre felici e contenti"! Succederanno tante cose nei prossimi capitoli, in cui verranno coinvolti molti personaggi, vecchi e nuovi.
Baci a tutti e grazie per aver letto, se mi lasciate una recensione ne sarei felicissima.
Chiara
  
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