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Autore: liam huge heart    05/09/2013    18 recensioni
Tratto dalla storia:
«Zayn era impenetrabile e silenzioso in modo che metteva i brividi. I suoi occhi nocciola sembravano due sfere nere: assorbivano tutto e non rivelavano nulla. Non che di lui volessi sapere altro. Quello che avevo visto in superficie non mi era piaciuto e dubitavo potesse piacermi ciò che si celava in profondità. Peccato che non fosse del tutto vero. In effetti, parecchio di quello che avevo visto mi era piaciuto. I muscoli lunghi e asciutti delle braccia, le spalle larghe, il sorriso, allegro ma seducente e misterioso al tempo stesso. Ero in conflitto con me stessa, perché cercavo di ignorare qualcosa che in realtà trovavo irresistibile.
Purtroppo non era solo bellezza, c’era qualcosa in lui che non andava. Qualcosa che lui nascondeva del suo passato. Qualcosa di oscuro e misterioso che mi attirava a lui sempre di più. Qualcosa che non potevo fare a meno di evitare. Averlo vicino mi trasmetteva desiderio e inquietudine al tempo stesso.
Dal momento che l’ho conosciuto la mia vita non è stata più la stessa. Trovarlo è stato come trovare un angelo all’inferno. Lui ora era diventato il mio inferno.»
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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9. Dark Midnight

 -Jesy non mi lascerebbe mai qui.- ribattei. Mi alzai in punta di piedi per guardare oltre la folla. –Magari stanno giocando a ping pong.-
Inizia a cercarli facendomi spazio a gomitate tra la calca, con Zayn dietro che continuava a tamburellare le dita sulla lattina di coca-cola. Si era offerto di comprare qualcosa da bere anche per me, ma dopo le montagne russe non ero sicura di riuscire a tenere qualcosa nello stomaco.
Ai tavoli di ping pong, non c’era traccia né di Jesy e né di Niall.
Dov’era Jesy? Perché mi aveva lasciata qui da sola?
Zayn mi porse la lattina. –Sicura di non voler bere niente?-
Guardai la lattina e poi Zayn. Provavo un insulsa eccitazione al pensiero di posare la bocca dov’era stata la sua, ma non dovevo per forza dirglielo.
Aprii la borsa e scavai in cerca del cellulare. Lo tirai fuori e sbloccai lo schermo.
Nessun servizio.
Mi spostai con il cellulare alzato aspettando che apparisse almeno una tacca. –Accidenti. Non prende il cellulare qui.- mi lamentai.
-La mia offerta è sempre valida.- disse.
Pensai che sarei stata più al sicure se mi fossi fatta dare un passaggio da uno sconosciuto. Dopo quello che era successo sulle montagne russe, mi fidavo ancora meno di lui. Io ero sicura di essere stata sul punto di volare giù dal vagone e poi.. il vagone si è fermato. Era stata la cosa più spaventosa che mi fosse mai capitata. Ed era ancora più spaventoso il fatto che me ne fossi accorta solo io, nemmeno Zayn che mi sedeva accanto.
Mi diedi uno schiaffo sulla fronte. –L’auto! Probabilmente mi stanno aspettando nel parcheggio!-
Sempre con Zayn al seguito, mi misi a cercare l’auto di Jesy nel parcheggio.
-Non devi per forza seguirmi come un cagnolino. Puoi anche andartene.- dissi a Zayn.
-Non mi fido a lasciarti in questo posto da sola. Sai, ha una brutta fama. E poi hai bisogno di un passaggio.-
Alzai gli occhi al cielo.
Trenta minuti dopo avevamo perlustrato l’intero parcheggio. Nessuna traccia della Mini Cooper di Jesy. Non riuscivo a crederci: se n’era andata senza di me! Forse mi aveva mandato anche un messaggio, ma non c’era modo di saperlo. Cercai di tenere a freno la collera. Gliela avrei fatta pagare prima o poi.
 -Hai esaurito tutte le alternative?- chiese Zayn.
Mi morsi un labbro, sforzandomi di cercarne altre. No, non ce n’erano.
-Va bene.- dissi in fine sospirando e pregai di non aver preso la decisone sbagliata.
-Portami diritta a casa.-
-Ai tuoi ordini.- rispose facendo un saluto da boy-scout.
Zayn si diresse dall’altro lato del parcheggio. Si fermò davanti a una scintillante motocicletta nera. Montò agilmente in sella e mi indicò il posto dietro di lui con un gesto. –Salta su.-
-Bella moto.- dissi, ma stavo mentendo. Aveva tutta l’aria di essere una trappola mortale. Non ero mai salita su una motocicletta prima d’allora, mia madre non me lo aveva mai permesso. E non ero sicura di voler trasgredire proprio quella sera.
-Mi piace la sensazione del vento sulla faccia.- “Mi piace finire spiaccicata sull’asfalto a più di cento chilometri orari.”
Mi passò l’unico casco che aveva. Nero, come la moto.
Lo presi e mi misi a cavalcioni sulla moto dietro di lui. Poi mi infilai il casco e me lo agganciai sotto il mento.
Mi resi conto di quanto mi sentissi instabile su quell’affare
-È difficile da guidare?- domandai. In realtà intendevo: “È sicura?”.
-No.- rispose lui. Ridacchiò e aggiunse: -Sei tesa, rilassati.-
Avviò il motore e diede un po’ di gas. –Mia madre mi ha sempre detto che se mi avesse vista in moto con un ragazzo mi avrebbe ucciso.- dissi.
Il suo corpo vibrò in una risata. –Non ha ancora conosciuto me.-
"E meno male." pensai.
Uscì dal parcheggio e l’accelerazione improvvisa mi fece sobbalzare. Avevo afferrato la sua maglia, convinta che bastasse a mantenere l’equilibrio. Invece no. Fui costretta ad abbracciarlo.
In autostrada, accelerò ancora di più. Non osavo immaginare a quanto stavamo andando. Mi strinsi a lui con le cosce. Era stato un movimento involontario e sperai che non se ne fosse accorto.
Arrivati a casa, Zayn si infilò nel vialetto, spense il motore e smontò. Mi aiutò a scendere, mi sfilai il casco e lo poggiai sulla sella. Aprii la bocca per dire “Grazie del passaggio, sei stato molto gentile. Ci vediamo lunedì.”
Ma le parole mi morirono in gola, perché Zayn stava salendo i gradini della veranda.
Che cosa aveva in mente? Accompagnarmi fino alla porta di casa? Difficile. Allora cosa?
Un secondo dopo era davanti alla porta di casa. Confusa, lo vidi estrarre un mazzo di chiavi dalla tasca posteriore dei jeans e infilare una chiave nella serratura.
Aprii la borsa e guardai nella tasca in cui tenevo le chiavi di casa. Era vuota.
-Ridammele.- dissi raggiungendolo. Non riuscivo a capire come fossero finite nelle sue mani.
-Ti sono cadute mentre cercavi il telefono alla sala giochi.- disse.
-Non mi interessa, ridammele.-
Zayn alzò le mani, come in segno di scusa, e si allontanò dalla porta. Si appoggiò con una spalla al muro e mi osservò mentre cercavo di aprire la porta, ma la chiave non girava.
-L’hai incastrata! Non ci posso credere!- protestai. Feci un passo indietro. –Forza, aprila tu. È bloccata.-
Con uno clic secco, girò la chiave. Appoggiò la mano sulla maniglia e sollevò le sopracciglia come per chiedere il permesso di entrare.
Deglutii, cercando di nascondere l’imbarazzo. –Prego, accomodati. Non c’è nessuno da sorprendere in casa.-
-Sei sola per tutta la notte?-
Mi resi conto che non era stata la cosa più furba da dire. –Ehm, sta per tornare mia madre.- dissi. Ma in realtà non sapevo quando sarebbe tornata.
Cercai di oltrepassarlo, ma non ci riuscii.
-È fuori città?- chiese mentre toglieva le chiavi dalla serratura e me le porgeva.
-Si, lavora per una casa d’aste.- Pian piano, gli girai attorno. Avevo intenzione di chiudergli la porta in faccia, ma quando mi voltai Zayn era sull’uscio, fermo con le braccia agli stipiti.
-Non mi inviti ad entrare?-
Lo guardai sorpresa. Invitarlo ad entrare? Ma se ero sola…
-È tardi.- continuò. I suoi occhi scintillavano come pietre di onice. –Sarai affamata.-
-No. Si. Voglio dire si, ma…-
E all’improvviso, era dentro.
Indietreggiai e lui chiuse la porta con un piede. –Ti piace la cucina messicana?- chiese.
-Cosa…- “Cosa hai intenzione di fare in casa mia?”
-Burritos?-
-Burritos?- ripetei. Che cosa centravano adesso?
Sembrava si stesse divertendo parecchio. Prima che riuscissi a fermarlo, si avviò verso il corridoio. Lo percorse tutto e girò a sinistra, entrando in cucina.
Andò a lavello, aprì il rubinetto e si lavò le mani. Poi, facendo come se fosse casa sua, aprì la dispensa e diede un’occhiata la frigo. Appoggiò su un ripiano, ketchup, formaggio, piadina, lattuga e pomodoro. Aprì un cassetto e tirò fuori un coltello.
Stavo per avere un attacco di panico alla vista di lui con un coltello, ma qualcos’altro catturò la mia attenzione: il mio riflesso in una vetrina. I miei capelli! Erano osceni dopo la corsa in moto. Mi misi una mano sulla bocca.
Zayn sorrise. –I tuoi capelli sono rossi naturali?-
Lo fissai. –Io non ho i capelli rossi.-
-Mi dispiace dirtelo, ma sono rossi.-
-Sono castani.- Forse con degli impercettibili riflessi ramati, ma erano castani. –Sarà la luce.-
-Sì, forse è proprio così.- rispose sorridendo.
-Torno subito.- dissi.
Andai di sopra e raccolsi i miei capelli in una coda, poi feci un quadro della situazione. Ero sola in casa, con Zayn che girava armato di un coltello. E mia madre mi avrebbe uccisa se avesse saputo che lo avevo fatto entrare quando non c’era Helen.
-Possiamo fare un’altra volta?- gli chiesi una volta tornata in cucina. Mi portai una mano alla pancia. –Non mi sento tanto bene. Sarà stata la moto.-
Alzò gli occhi dal ripiano. -Ho quasi finito.-
Forse era solo la mia impressione, ma notai che aveva cambiato coltello. Aveva la lama più lunga e affilata.
Alzò il coltello e lo esaminò alla luce lunare che proveniva dalla finestra aperta. La lama scintillò. Mi si strinse lo stomaco.
-Metti giù il coltello.- gli ordinai calma. Lui era già pericoloso di sè, ci mancava solo un coltello.
Zayn guardò prima me e poi il coltello. Lo posò davanti a sé. –Rilassati Zoe, non voglio farti del male.-
-Questo mi tranquillizza.- dissi con una voce fievole. "Più o meno."
-Vieni, ti insegno a fare i burritos.- disse.
Non mi mossi. Qualcosa nei suoi occhi, mi disse che avrei dovuto avere paura di lui. E ne avevo. Però c’era anche qualcos’altro. Qualcosa di incredibilmente affascinante e misterioso.
-Che ne dici di un patto?- disse interrompendo i miei pensieri. Aveva il viso abbassato e mi guardava attraverso le folte ciglia. –Se mi aiuti a preparare i burritos, io risponderò a qualcuna delle tue domande.-
-Quali domande?-
-Credo che entrambi sappiamo a cosa mi riferisco.-
Lo sapevo perfettamente. Mi stava dando il permesso di dare un’occhiata nella sua vita privata. Al suo passato.
Come sempre, sapeva cosa fare per stuzzicare la mia attenzione. Mi avvicinai e lui fece scivolare il tagliere davanti a me.
-Prima di tuto.- disse mettendosi dietro di me con le mani affianco alle mie. –Prendi il pomodoro.- la sua bocca era all’altezza del mio orecchio e il respiro mi solleticava la pelle. –Bene. Adesso taglialo.-
-Lo chef sta sempre così vicino?- chiesi. Non sapevo se ero eccitata o spaventata.
-Quando rivela i suoi segreti si. Tieni il coltello con decisone.-
Strinsi la presa sul coltello.
-Bene.- disse. Fece un passo indietro e mi osservò. Dall’alto al basso, da destra verso sinistra. I suoi occhi indugiarono sulla mia figura.
-Non si impara a cucinare.- disse dopo un po’. –È una dote innata: o ce l’hai o non ce l’hai. È come la bellezza. Pensi di essere bella?- mi provocò.
Premetti il coltello sul pomodoro e arrossii violentemente. –Dimmelo tu. Sono bella?-
Zayn emise un suono profondo che non riuscii a distinguere e, ancora una volta, mi sorrise.

Dopo aver mangiato, Zayn sistemò i piatti nel lavello. –Io lavo e tu asciughi.- disse lanciandomi uno strofinaccio con fare scherzoso.
-Sono pronta a farti quelle domande.- dissi. –Quella sera in biblioteca. Mi hai seguita…- mi interruppi a metà frase.
Zayn era appoggiato pigramente al bancone, i pollici nei passanti dei jeans. I capelli ribelli fuori dal capello e un sorriso seducente sulle labbra.
Quello a cui stavo pensando fu sostituito da un altro pensiero.
Volevo baciarlo. Subito.
Sollevò le sopracciglia. –Allora?-
-Mmm… niente. Tu lavi e io asciugo.-
Quando finimmo, ci ritrovammo vicini. Troppo vicini. Zayn si avvicinò per togliermi lo strofinaccio di mano e i nostri corpi si sfiorarono. Rimanemmo così per qualche secondo. Poi mi tirai indietro.
-Hai paura?- mormorò Zayn.
-No.-
-Bugiarda.-
Avevo il cuore a mille. –Io non ho paura di te.-
-Ah, no?-
Parlai senza pensare. –Forse ho solo paura che…- Mi maledissi mentalmente anche solo per aver iniziato la frase. Che cosa avrei dovuto dire a qual punto? Che tutto di lui mi spaventava e attraeva allo stesso tempo? Mi avrebbe provocata ancora di più.  –Che…- dissi cercando di trovare le parole giuste.
-Che io ti piaccia?-
-Si.- Mi resi conto troppo tardi di quello che avevo confessato. –Cioè no. Assolutamente no. Non era questo che cercavo di dire!-
Rise piano.
-Il fatto è che una parte di me non si sente affatto tranquilla con te.- ammisi distogliendo lo sguardo.
-Ma?-
-Tu mi attrai anche. In un modo spaventoso.- dissi stringendo il ripiano del mobile dietro di me.
Zayn sorrise mostrando una fila di denti perfettamente bianchi.
-Sei proprio arrogante.- dissi spingendolo via con la mano.
Lui l’afferrò e se la portò al petto. Afferrò la manica del mio maglioncino e la tirò giù, coprendomi la mano e poi fede lo stesso anche con l’altra manica. Mi aveva bloccato le mani.
Stavo per protestare, quando mi tirò a sé e, senza preavviso, mi sollevò e mi mise a sedere sul ripiano dietro di me. Adesso il mio viso era all’altezza del suo. Mi fissò con un sorriso tenebroso e seducente. Fu allora che capii che quel momento si aggirava nelle mie fantasie da giorni.
-Togliti il capello.- Le parole uscirono fuori dalla mia bocca come un fiume in piena.
Se lo tolse, lasciano i capelli scompigliati.
Mi avvicinai. Qualcosa dentro di me diceva di fermarmi, ma ignorai quella voce.
Zayn posò le mani sul ripiano, proprio affianco ai miei fianchi. Piegò la testa di lato e si avvicinò. Il suo odore mi travolse.
Il cuore ormai batteva all’impazzata. Inspirai il suo odore. Stavolta sapeva anche di terra per via della corsa in moto.
No, dovevo fermarmi. Non era la cosa giusta da fare. Non quella, non con Zayn. Lui era pazzesco. In modo positivo e anche in modo negativo. Molto negativo.
-Credo che dovresti spostarti.- sussurrai.
-Spostarmi dove? Qui?- posò la bocca sulla mia spalla. –O qui?- la spostò sul collo.
Il mio cervello non riusciva ad elaborare più niente. Sentivo solo la bocca di Zayn che saliva verso la mascella, succhiando delicatamente la pelle…
-Mi si stanno addormentando le gambe.- mormorai. Ed era vero. Sentivo uno strano formicolio su tutto il corpo.
-Ci penso io.- Le mani di Zayn strinsero i miei fianchi. Le sue dita indugiarono su un lembo di pelle scoperta.
Mi mordicchiò l’orecchio e poi prese a scendere verso la bocca. Sentivo il suo caldo respiro sulle guance. Mi baciò l’angolo delle labbra…
All’improvviso il cellulare squillò, facendomi sobbalzare. Armeggiai un po’ e lo tirai fuori dalla tasca.
-Ciao tesoro.- disse mia madre allegra dall’altra parte del telefono. –Sto tornando a casa. Sei già…-
-Posso richiamarti?- dissi interrompendola.
-Certo. Che succede?- chiese preoccupata. Le attaccai in faccia.
Poggiai il telefono dietro di me. –Devi andartene.- dissi a Zayn. –Subito.-
Si rimise in testa il capellino da baseball blu. Si era sistemato la visiera in modo che gli coprisse il viso, ma riuscii comunque a scorgere un sorriso malizioso. –Non sei truccata.- disse.
-Me ne sarò dimenticata.- risposi.
-Fai sogni d’oro stanotte.-
-Certo, non preoccuparti.- “Magari ti sognerò pure.” pensai.
-Riguardo a quella festa sulla spiaggia di domani sera…-
-Ci penserò.- riuscii a dire.
Zayn mi infilò un pezzetto di carta in tasca e quel contatto generò un’ondata di calore lungo le gambe. -Questo è l’indirizzo. Ti aspetterò. Vieni da sola.-
Poco dopo, sentii la porta di casa chiudersi e il rombo di una motocicletta.
Avvampai. Che cosa mi era preso? “Troppo vicino.” pensai.
Il fuoco non è mai pericoloso, finché non ci si avvicina troppo. Non bisogna dimenticarlo.
Con il fiato corto, mi accascia contro gli armadietti della cucina, il cuore ancora a mille per le emozioni di quella serata.

 

 

Eccoci finalemnte con il mio adorato capitolo 9 *w*
Come al solito prima, vi ringrazio per tutte le vostre recensioni e i vostri complimenti. Significano tanto per me.
Scusate il ritardo, ma ho avuto da fare con i compiti e la traduzione di un libro. Il capitolo era pronto, ma volevo che fosse perfetto.
Torniamo alla storia.
Zoe ha accettato (malvolentieri) il passaggio di Zayn, che l'ha riaccompagnata a casa.
E poi lui che fa? Si autoinvita per entrare.
L'ultima parte, chi se l'aspettava OuO? 
In realtà non è successo molto...
Che succederà? Jesy l'ha veramente abbandonata al parco di divertimenti?
Zoe andrà a quella festa? Che succederà con Zayn? E Niall e Louis?
Nel prossimo capitolo, conosceremo finalemente Liam? C:


Al prossimo capitolo xx
 

Intanto seguite l'altra mia storia: "You've upset my life like a hurricane"
Il mio twitter per contattarmi: @ehibritish

 

 
   
 
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