Piccola prefazione!
Heila
gentee!!! La vostra scrittrice
preferita è all’opera, non ve lo credevate eh?! XD
Allora Alice mi ha offerto due scelte…che
vorrei rigirare a voi.
Uno o più “missing
moments”?
In sostanza…vi basta questo oppure ne volete
altri?
A voi la scelta!
Una ultima
cosa….io potrei anche avere qualche ideuzza, ma se volete mi potete offrire voi stessi uno
spunto. Non prometto nulla, ma vediamo cosa mi proponete…SE me lo proponete!
Vediamo un po’.
Godetemi questa però! *_*
Bacioni
*Hachi*
Sposami
Un ragazzino dall’aria ansiosa attendeva un risposta dal proprio padre che, impacciato, era di fronte
a lui con l’aspetto sollevato, ma al contempo preoccupato per la rivelazione
appena fatta.
Vincent
sbuffò concisamente facendo ondeggiare i capelli biondi che poi gli ricaddero
morbidi sulle spalle, mentre i suoi occhi verdi indugiavano ancora sulla figura
paterna scrutandola con estrema attenzione.
- Tu ricordi. - disse, e la sua non era
una domanda. Non c’era più spazio per i dubbi. Non ora che ne
aveva la certezza assoluta.
Harry
Potter sospirò profondamente, prima
di continuare - E’ da poco dopo il mio “ritorno” a casa che mi sottopongo ad un
trattamento speciale che mi ha permesso in un certo senso di ricollegare
i miei ricordi tra loro, e quindi di riacquistarli… - confessò ancora.
Il figlio, ormai non più bambino, lo fissava
con estrema severità nonostante fosse lui l’adulto - Perchè non l’hai mai detto a papà?! -
Non c’era mai confusione
quando Vin chiamava uno dei due semplicemente
“papà”, come se sapessero a priori a chi di loro si riferisse non solo
dall’andazzo della conversazione, ma anche dalla semplice sfumatura della voce.
Papà Draco era
il protagonista della domanda, la metà di Harry, il
suo amato…
- Non sarebbe servito a nulla. - dichiarò
il moro con decisione - Draco aveva promesso che mi avrebbe
amato per quello che sono, e non per ciò che ricordavo. E
così è stato. Ma sai meglio di me come fosse fragile e
precario il suo equilibrio due anni fa’. Se gli avessi
dato la speranza di poter tornare ad essere quello di un tempo, avrebbe potuto
reagire in qualsiasi maniera… perfino con un rifiuto. Inoltre, è stato già fin
troppo difficile abituarsi alla situazione che c’era all’epoca, non potevo illuderlo di qualcosa di cui non ero sicuro nemmeno
io. -
Vincent
fissò il padre con interesse - Beh, ma adesso puoi
dirglielo, no? - chiese con aspettativa. - Se ora tu ricordi tutto… poi farlo! -
- Si, potrei. - disse -
Ma ho paura. -
Il biondino osservò qualche istante il
padre, prima di scuotere la testa gentilmente - Di cosa? - chiese comprensivo.
Vincent
Draco Potter aveva ormai
dieci anni, ma sia d’aspetto che di carattere ne
mostrava un po’ di più. Si avvicinava all’età in cui ci si crede
adulti pur non essendolo. Ma lui ne aveva passate
tante, quindi la sua maturità aveva molto da invidiare agli altri adolescenti
della sua età. Precoce in tutto, anche nella magia che era esplosa in lui
potente e straordinaria.
- Di cosa hai paura? -
Occhi negli occhi
i due si scrutavano. - Di tante cose, Vince… - soffiò solamente
- Non so cosa dire, né come. Né tantomeno so se ne sarà felice… lo siamo già così, non ti
pare? -
Sì. La sua famiglia era straordinariamente
felice.
Confessare quella nuova, grande, verità
avrebbe contribuito a migliorarla, o l’avrebbe distrutta?
- Devi dirglielo! - s’infervorò il ragazzo
- Deve saperlo! -
Harry
abbassò gli occhi - Sì, lo so… - disse e infine flebile - Ma come posso fare? -
Gli occhi del figlio erano verdi proprio come quelli del padre che ora giaceva innanzi a lui con
l’aria confusa e spaurita.
- Tu… - iniziò dopo un po’ Vincent - Tu come ti senti? - fece d’un
tratto.
- Eh? -
- Beh, è papà che hai
tanto a cuore su questa questione, ma tu… come l’hai presa tu? Ora che ricordi…
come ti senti? -
- Non penso di ricordare tutto. - s’incupì
- E comunque, non potrò mai esserne certo, però… -
soppesò i suoi pensieri - Però mi sento me stesso, finalmente. James Evans sarà sempre una parte
di me, ma finalmente mi sento io. -
- Ed è un bene. -
concluse Vincent con un sorriso sornione, abbastanza
soddisfatto dall’aver capito la netta differenza tra bene e male, differenza di cui prima aveva solo un vago sentore.
Harry
si ritrovò a sorridere docilmente di quell’affermazione,
e ad annuire - Io… - iniziò dopo un po’- In verità, avrei pensato anche una altra cosa. -
- Cosa? - fece il
ragazzino incuriosito.
- Sì, beh… - le gote del padre si tinsero
di un rosso acceso, improvvisamente. - Potrei fondere le due cose… - pensò tra
sé e sé, misterioso.
Il figlio aggrottò le sopracciglia. -
Papà? -
***
Un giorno di sole…
Harry
osservò il panorama dalla finestra della camera da letto. Era una bellissima
giornata di sole e lui si era alzato di buona leva per mettere in moto il suo
piano.
Vince era
andato a stare per il fine settimana da un suo amico. Era stato Harry a chiederglielo, per poter agire indisturbato.
Sorrise alla veduta, e il suo sorriso si
allargò ulteriormente una volta giratosi verso l’amato, che giaceva dormiente
nel letto, completamente sfatto… e nudo.
Beh, senza Vincent
la loro nottata era stata piuttosto… “agitata”.
Gongolò un po’ rimirando il consorte
quindi, in punta di piedi, uscì dalla stanza per andare in cucina.
- Buon giorno, amore. -
Draco
contrasse il viso, infastidito, poi aprì piano gli occhi sentendo le palpebre ancora
pesanti - Ciao… - biascicò aspro, con il chiaro intento di sottolineare
il disturbo arrecatogli.
- Svegliati! - proseguì invece il moretto
- Ho preparato la colazione! -
L’amato sbuffò, dopodichè si raggomitolò
meglio sotto le coperte - Potter, hai idea di quanto tu mi abbia sfinito stanotte?! - sbottò acido - Ho i miei
anni ormai, lasciami dormire! -
Harry
sorrise per quella reazione, e quasi gli dispiacque
dover insistere - No, no e no! - esordì divertito - Devi alzarti! - tentò di
scuoterlo piano, quindi si chinò su di lui - Dai, amore! - rincarò.
Draco
ansimò un po’, poi alzò le braccia e avvolse il collo del compagno - Resta tu
qui! - propose con voce gutturale e sensuale.
- Ho preparato la colazione. - esclamò il
moretto tutt’altro che convinto di voler continuare
la recita. Il biondo aggrottò le sopracciglia, mantenendo gli occhi chiusi e
fece una smorfia.
- Fa nulla… - sibilò solo, stancamente.
Esattamente come da copione, e di ciò Harry gongolò.
Sorrise dolcemente, poi toccò piano con le
labbra la fronte, il naso e infine la bocca
dell’amato…
Draco
s’irrigidì.
- Alzati, dai. - rincarò il moro delicato,
approfittando della presa del compagno per tirarlo a sé, invogliandolo ad
alzarsi.
Il biondo si lasciò mettere seduto in
silenzio, quindi riuscì finalmente ad aprire gli occhi che puntò verso il
nulla.
- Che giorno è oggi?
- chiese improvvisamente, come a volere una sorta di conferma. Harry aveva capito l’intuizione dell’altro, quindi proseguì la recita chinandosi a baciarlo lentamente e
assaporando quel tocco lieve con tutti i suoi sensi. Sebbene comprendesse le
perplessità del compagno, realizzò vagamente che non
vi era alcuna resistenza in quel bacio, quindi poté anche coinvolgerlo più
attivamente in un contatto diverso e più vorace.
- Harry… -
soffiò in un sospiro Draco quando si staccarono per mancanza di fiato. - Ma cosa…? -
- Shhh… - lo interruppe.
- Dai, la colazione è pronta… -
- Prima fammi mettere qualcosa addosso… - tentò vago, specchiandosi negli occhi speranza
del marito.
- No. - replicò immediatamente questi -
Tanto Vince non c’è, e poi… sono nudo anche io. -
Nudi…
Nudi, soli, in una assolata
mattina domenicale, una colazione più che speciale.
Draco
s’irrigidì nuovamente, tentando però di non darlo a vedere. Chiuse
gli occhi per qualche istante, quindi li riaprì.
- Spero che la colazione sia buonissima… -
disse in un sussurro, rievocando a sua volta quella giornata e iniziando da sé
a seguire quel famoso copione.
Il consorte gli passò dolcemente
una mano tra i capelli per calmarlo, quindi lo aiutò a mettersi in piedi
scortandolo fino alla cucina.
Qui, come il biondo aveva previsto e in parte quasi temuto, la tavola era imbandita esattamente
come anni prima… e nel vedere quello spettacolo sentì qualcosa stridere nel suo
petto. Alzò gli occhi su Harry, sperando di palesargli
la confusione e il dolore di quel momento. Riviverlo era struggente, affatto
meraviglioso come lo era stato all’epoca.
Ma
forse si stava solo creando castelli di sabbia.
Forse aveva capito male.
Forse il compagno aveva semplicemente
organizzato una colazione speciale per e con lui, senza rivangare ricordi che
tecnicamente non possedeva.
Forse… forse…
Forse.
Il moretto lo spinse in cucina e lo lasciò
sedere alla stessa sedia, nello stesso identico posto
di allora. Quindi restò in piedi al suo fianco, con
gli occhi curiosi del marito puntati su di lui.
- Io… - esordì improvvisamente
Harry - Avrei voluto farlo diversamente.
- confessò.
Il biondino congelò in quella posizione,
avvertendo l’adrenalina confonderlo ulteriormente e il battito cardiaco aumentare…
per la paura, non per l’emozione.
- Ma devo
dimostrarti una cosa. - disse ancora l’ex-Grifondoro.
- Cosa stai
dicendo? - ebbe finalmente il coraggio di dire Draco,
ormai in preda a evidenti difficoltà respiratorie.
- Probabilmente ora ti sto tacendo del
male… - continuò imperterrito l’altro.
Quindi
se ne rende conto… allora perché?
- Ma ho bisogno che tu capisca
che ogni attimo di questa messa in scena… io lo ricordo. -
Un lampo di emozioni
indefinite oltrepassarono le iridi grigie dell’amato, che non riuscì più a mantenere
lo sguardo sul compagno. Ormai il groviglio che provava nel petto era diventato
soffocante, e la respirazione si affievolì
ulteriormente.
Harry
si preoccupò, ma decise che a quel punto poteva solo continuare.
Prese, come previsto,
il vassoio nel frigo per posarlo davanti all’amato.
Draco
subito lo osservò come fosse un qualcosa di sconosciuto,
di alieno.
Gli occhi grigi non riuscivano a
distogliere l’attenzione da quello stramaledetto vassoio.
Così facendo non ebbe modo di accorgersi
che il moretto si era inginocchiato al suo fianco e, quando finalmente ne ebbe sentore, con sguardo vuoto spostò le iridi su di
lui.
L’anello d’oro bianco non era nel vassoio.
Non più.
Harry
l’aveva tolto dalla scatoletta esagonale davanti ai suoi occhi, anche se
l’amato non se n’era accorto.
- Ti amo, Draco.
- disse d’un tratto, riuscendo ad attirare finalmente un minimo di attenzione su di sé - Per anni mi hai accettato anche
senza memoria, hai accettato tutto di me, ogni diversità, ogni mancanza… e io
ti ho ammirato e ringraziato ogni istante della nostra nuova vita insieme per
questo… - respirò profondamente, l’emozione e il terrore di aver sbagliato
iniziava ad impadronirsi di lui.
- Hai accettato… me. - riprese - E così
abbiamo vissuto due anni stupendi… ma adesso… - iniziava
a smarrire il filo del discorso. Un dialogo imparato a memoria che ora si era
sgretolato davanti ai suoi occhi, quindi stava improvvisando
- Ma ora io sono qui, davanti a te, e sono me stesso… sono Harry Potter. - dichiarò - Sono
io, e ricordo tutto di noi. -
La voce era sicura, ma la paura di essere
rifiutato faceva sì che le mani del moretto non fossero affatto
ferme come voleva: tremavano visibilmente tanto che fu costretto a raccoglierle
l’un l’altra per proseguire. Draco si era accorto del gesto, anche se distrattamente, e ora i suoi occhi
erano fissi sulle mani tremanti.
- Non intendo cancellare questi due anni,
né quelli precedenti… non intendo cancellare niente. -
disse piano Harry - Voglio solo stare con te… ed
essere me stesso. - continuò.
Il marito aveva preso a respirare più
tranquillamente, ma i suoi occhi continuavano a restare persi
nel vuoto.
- Sposami di nuovo, Draco
Malfoy. - chiese quindi solenne
il moretto, accompagnando le parole con un gesto gentile. Aprì piano le mani
tremanti a coppa, e offri l’anello che giaceva sui palmi
uniti. - Sposami. - ripeté non appena il biondo, dopo aver osservato brevemente
la fede, riuscì ad alzare lentamente gli occhi su di lui.
La tensione si tagliò come un coltello per
lunghi istanti. Poi una lacrima scese sulla sua guancia di Draco,
seguita improvvisamente da molte altre.
- Ha--Harry? -
singhiozzò incredulo e smarrito.
- Si. - rispose subito il moro comprensivo.
- Harry… - sembrava
volersi convincere.
- Sono qui, Draco.
-
- Oh, Harry! -
d’impeto il biondo scattò dalla sedia e lo circondò con forza con le braccia, pressoché
soffocandolo. Caddero insieme sul pavimento, ma nessuno dei due sembrò avere
intenzione di muoversi. - Sì, Harry. Sì! - quasi urlò
l’ex-Serpeverde - Dieci, mille, ventimila volte! La
mia risposta sarà sempre sì!! - rincarò affossando il
viso tra il mento e il collo del compagno.
Pianse a singhiozzi, cullato in quelle
braccia affettuose, ripetendo all’infinito il nome dell’amato ritrovato.
E Harry sorrise felice e soddisfatto, baciandogli il collo con
dolcezza.
- Ti amo, Draco.
- sussurrò sulla sua pelle.
***
- Primo bacio? -
- 28 aprile, dopo il nostro primo
appuntamento. -
- Dove mi hai portato? -
- Mmm… - ci
ragionò sopra il moretto, mettendo immediatamente in ansia l’altro. - Eravamo
alla “Perla”, quel graziosissimo ristorantino in riva
al mare! - esclamò trionfante, lasciando intendere che la sua esitazione fosse
stata premeditata per giocare un po’.
Draco
aggrottò le sopracciglia, offeso.
- Come abbiamo deciso di avere Vincent? - chiese d’un tratto.
Una volta
accettato il ritorno dei ricordi del moretto, aveva
iniziato a fargli il terzo grado per testare la sua ritrovata memoria.
Harry
sorrise dolcemente - Eravamo dai Weasley, una mattina
di Natale… - rispose - Abbiamo visto com’erano tutti felici con i rispettivi
bambini… e abbiamo capito che ci mancava qualcosa… - la voce si era fatta seria
– C’è voluto un mese prima che trovassimo il coraggio
di a parlarne… avevamo tanta paura di confessarci quel desiderio… -
Era vero. Non volevano
far pesare all’altro quella scelta di vita, quindi per lungo tempo avevano
cercato di reprimere il desiderio di paternità.
Era stato Harry,
una sera di neve, a iniziare il discorso. Era stata
una serata magica, molto sentita e sincera.
Dopo quella risposta Draco
era ormai del tutto convinto.
- Sia chiaro… - fece d’un
tratto - Ricordi o non ricordi, io ti amo Harry. -
disse sinceramente. - Non credere che ora sia diverso.
- rincarò.
Il bellissimo sorriso del moretto gli fece
perdere un battito di cuore. Anche con qualche anno in
più il compagno era sempre affascinante, non c’era nulla da ridire su quello.
- …Vincent? Come
glielo diciamo? -
- Lo sa. -
- Come?! -
Harry
arrossì lievemente - Lui… l’ha capito. E’ un ragazzino
molto intuitivo. -
- Ah. -
- Non prendertela… - tentò il compagno.
Draco
annuì, quindi osservò la fede al proprio anulare, ovviamente il suo posto.
Nel frattempo il compagno lo guardava
intensamente.
- A cosa stai pensando? - chiese
improvvisamente Harry. Il biondo fece spallucce.
- Sono fortunato. - sussurrò piano, poi
delicatamente alzò il braccio per guardare il polso su cui avrebbe dovuto esserci
un taglio profondo, ma grazie alla magia non vi era nulla. - Sono davvero molto
fortunato. - disse ancora.
- Anche io. -
- Stasera usciamo fuori a cena a
festeggiare io, te e Vince? -
Il moro sorrise - Certo. -
Poi si chinò piano su Draco,
baciandolo lentamente e profondamente.
- Ora però… - fece sulle sue labbra - Ci
vestiamo? Sto morendo di freddo. -
Una risata riempì l’aria e un diniego
malizioso fece concludere quella serata esattamente
con Harry Potter la
ricordava.