Autore
originale: Mai
Kusakabe
Traduzione: Lilian
Potter
Pairing: Kidd/Law
Disclaimer:
Tutti
i diritti appartengono ad Eiichiro Oda.
Nessuno
scopo di lucro da questa ff.
BEPO
La
camera, come tutte le altre stanze dell’appartamento, era occupata da
scatole
di plastica e di cartone marcate con cartelli scritti con l’indelebile,
penna o
qualsiasi altro mezzo che avessero avuto per le mani al momento. Ce
n’erano
persino alcune segnate con i resti dello smalto nero di un flaconcino
vecchio
che non era sufficiente per coprire le unghie di entrambe le mani.
Eustass
Kidd e Trafalgar Law erano seduti sul pavimento, entrambi vestiti con
pantaloni
del training vecchi e magliette stropicciate con macchie di pittura o
qualche
buco; gentilezza delle correzioni che avevano fatto all’appartamento
prima di
portare le loro cose. In quella stanza avevano lasciato le cose che
potevano
venir catalogate come cianfrusaglie e adesso, una volta sistemati i
vestiti e
gli utensili da cucina, le stavano sorteggiando, andando di scatola in
scatola
a casaccio, indipendentemente da chi appartenesse al principio.
La
scatola che Law stava vuotando in quel momento conteneva la collezione
di robot
di Kidd, che fino alla settimana prima aveva occupata la metà degli
scaffali
nella sua antica camera a casa dei suoi genitori, e Law li stava
estraendo con
cura e sistemandoli, quasi senza rendersene conto, in gruppi di
funzione nello
scaffale come lo avevano occupato nella loro antica ubicazione.
Kidd
smontò la scatola che aveva appena finito di svuotare, una che Law
aveva
riempito con i libri che aveva avuto nella sua stanza nella casa dei
suoi
genitori, e la lanciò nell’angolo dove c’erano ammucchiate le scatole
già vuote.
Kidd prese un’altra scatola, una enorme, e Law sorrise nel rendersi
conto di qual
era: l’aveva marcata come fragile, anche se niente del suo contenuto
correva
veramente il rischio di rompersi, per fare in modo che i suoi amici,
nel
mettere e togliere tutto dalla macchina, la trattassero con più cura.
In quella
c’erano riposte tutte le sue possessioni più importanti, la maggior
parte di
loro ricordi degli anni addietro.
Law
si domandò distrattamente cosa avrebbe pensato Kidd di certe cose che
vi erano
dentro.
-Perché
l’hai marcata come ‘’fragile’’?- domandò Kidd, una volta che la ebbe
aperta e
visto al suo interno. –Qui c’è solo un mucchio di merdate.-
-Sono
ricordi, Eustass-ya, ti sarei grato per un po’ di rispetto. L’ho
marcata come
fragile perché gli altri evitassero che Rufy la toccasse, una scatola
di
vestiti intera in lavanderia è sufficiente.-
Kidd
rise e cominciò ad estrarre gli oggetti. Un album di foto nel quale Law
metteva
solamente le fotografie più memorabili, come quella in cui usciva Nami
che
tirava un pugno a Rufy, questo che cadeva per l’impatto sopra Usopp che
Accidentalmente toccò il petto ad una donna che passava di lì. Che
nella foto
la donna stesse alzando una mano per dargli uno schiaffo la rendeva
ancora più
memorabile. C’erano anche, nella scatola, il primo bisturi che Law
aveva avuto,
uno che aveva rubato in una visita ad otto anni; il suo cappello
preferito,
bianco con macchie nere, un peluche di un pinguino, un altro di un
balena e…
-Hai
ancora questa cosa?- domandò Kidd, suonando tra l’incredulo e il
beffardo,
nell’estrarre l’oggetto che occupava quasi tutto lo spazio della
scatola, un
enorme orso di peluche bianco di un metro di altezza con una tuta
arancione.
Come
ogni anno
all’inizio di Settembre, la fiera era arrivata in città, e questa era
piena di
famiglie, gruppi di amici e coppie che erano venute a trascorrere la
giornata.
Trafalgar
Law,
un ragazzo di quindici anni, camminava tranquillamente insieme al suo
amico
Eustass Kidd, di dodici anni e quasi alto come lui, cercando qualcosa
da fare.
-Quel
bastardo
non doveva prendersela così.- brontolò Kidd, le mani nelle tasche dei
pantaloni, con una smorfia.
-Se
non avessi
rotto il naso all’altro moccioso non ci avrebbero cacciati.- lo riprese
Law,
anche se divertito. Nella fila per le montagne russe, quando erano già
sul
punto di salire per la seconda volta, un ragazzo aveva riso della
mancanza di
sopracciglia di Kidd con i suoi amici ed il rosso si era scagliato su
di lui, ottenendo
come risultato che l’altro ragazzo venisse portato al posto di pronto
soccorso
e loro scacciati dall’attrazione.
-Anche
tu stavi
per picchiarlo, ti ho visto.- accusò Kidd.
-Non
lo nego.-
Delle
rumorose
risate attirarono la loro attenzione ed i giovani si girarono verso
l’origine
di queste, uno di quei posti di tiro dove si potevano vincere premi. Lì
c’era
un ragazzo di circa sedici anni che rideva, a quanto pareva avendo
vinto un
premio, e scherzava l’altro per non aver potuto batterlo. Pareva
avessero fatto
una gara.
Law
stava per
girarsi, senza provare nessun interesse per la scena, quando qualcosa
catturò
la sua attenzione. Nello scaffale dei premi, occupando uno spazio
considerevole, c’era un enorme orso di peluche bianco vestito con una
vistosa
tuta arancione.
Trafalgar
Law
era un ragazzo piuttosto maturo per la sua età, però se c’era qualcosa
che
potesse considerarsi infantile di lui, era la sua debolezza per gli
orsi di
peluche. E quello era il migliore che avesse mai visto.
Si
distrasse nel
rendersi conto che Kidd si muoveva, ed aveva cominciato ad avvicinarsi
al punto
di tiro.
Si
affrettò a
raggiungerlo.
-Dove
vai?- gli
domandò.
-Devo
fare
qualcosa. O provo a sparare lì o romperò un altro naso.-
Law
gli
credette. Il rosso era piuttosto temperamentale, e perfettamente capace
di
mettersi in un’altra rissa se non si liberava della rabbia.
Kidd
lasciò i
soldi sopra il tavolo e prese il fucile che gli offriva l’uomo,
prestando appena
attenzione alle spiegazioni da parte di questo sul fatto che se
centrava
quattro degli obiettivi poteva prendersi un premio dallo scaffale
inferiore e
se ne prendeva cinque poteva scegliere anche da quello superiore. Kidd
era
occupato ad esaminare il fucile, sicuramente cercando di scoprire come
l’avevano
truccato.
Finalmente,
si
mise in posizione e sparò, colpendo pulitamente le cinque lattine che
servivano
da obiettivi e facendole cadere.
L’uomo
rimase a
guardarlo, allucinato e sicuramente domandandosi come aveva fatto
quando la
maggior parte delle persone necessitavano di una decina di tentativi
per
riuscire a colpire quattro lattine, e reazionò solo quando il ragazzo
lasciò il
fucile sul tavolo.
-Niente
male,
ragazzo,- disse, recuperando il sorriso, -che premio vuoi?-
-Quello.-
rispose Kidd, segnalando con il dito l’orso vestito d’arancione dello
scaffale
superiore.
L’uomo
glielo
diede e Kidd, girandosi verso Law, gli tese l’orso.
Law
rimase a
guardarlo, sconcertato.
-Lo
prendi o
no?- domandò la testa rossa, cercando di suonare schifato. –Io volevo
solo sparare,
non me ne frega un cazzo del premio, quindi è tutto tuo.-
Law
si ritrovò a
sorridere nel contempo che prendeva il peluche.
-Certo
che non
t’importa.-
Schioccando
la
lingua, Kidd cominciò ad allontanarsi dal luogo, e Law lo seguì.
Mettendosi
al
suo fianco, gli disse:
-Grazie.-
-Stai
zitto,
ok?-
-Hai
qualcosa contro Bepo?- inquisì Law, sorridendogli.
-Bepo?-
-È
il suo nome.-
Kidd
rimase ad osservarlo per un momento, allora guardò il peluche che
sosteneva tra
le mani e tornò a guardare a Law. Il suo labbro inferiore tremò un
attimo e
cominciò a ridere fragorosamente.
-Gli
hai dato un nome?!- ansimò tra le risate, stringendo inconsciamente
l’orso.
-Oh,
dammelo!- grugnì Law, offeso, cercando di togliergli il peluche, che
Kidd alzò
in alto per allontanarglielo, più calmo ma ancora ridendo tra i denti.
-Ma
guarda come sei carino.- tubò Kidd, prendendolo per il culo.
Law
lo fulminò con lo sguardo e fu sul punto di lanciarsi su di lui in un
nuovo
tentativo di recuperare Bepo quando gli venne in mente un’altra idea:
poteva
cercare di prenderlo e finire per correre per tutta la stanza
perseguendo Kidd
oppure poteva…
Muovendosi
tanto rapidamente quanto potè, fece finta di prendere l’orso con una
mano e,
approfittando della distrazione di Kidd, portò l’altra direttamente in
mezzo
alle gambe del rosso, afferrando il suo membro da sopra i pantaloni.
Kidd
si immobilizzò completamente.
-Libera
Bepo e nessuno ne uscirà ferito.- esigette Law.
-Non
osare, Trafalgar.- praticamente ruggì Kidd, andando ad allontanargli la
mano e
fermandosi quando il moro strinse leggermente. Ansimò.
-Lascia
Bepo sul pavimento.- insistette Law.
-Cosa
ci guadagno se lo faccio?- domandò Kidd, dedicandogli un sorriso
lascivo.
-Potrebbe
darsi che io mi scusi per averti minacciato.- offrì Law, muovendo
leggermente
il polso sopra il chiaramente attivo membro di Kidd.
-Tentante.-
riconobbe il rosso.
-Ti
interessa?-
-Continua
a sembrarmi ridicolo.- dichiarò Kidd, lasciando l’orso di peluche sul
pavimento. Con cura, notò Law.
-È
un’opinione.- concesse Law, cominciando a slegargli i lacci dei
pantaloni.
Se
Kidd aveva deciso di comportarsi bene, il minimo che poteva fare era
ricambiare
il gesto.
FINE.
Ringraziamo tutti
Bepo, ma
soprattutto Kidd.
Insomma,
come si fa a non amare questa storia? Non ho potuto non tradurla (anche
se ce l’ho
in cantiere da una vita) per poterla condividere con voi, perché l’ho
amata sin
dal primo momento in cui l’ho letta. Insomma; non solo abbiamo potuto
vedere
Eustass e Trafalgar da adolescenti in un’amicizia adorabile,
ma anche un lato tenero di entrambi. H7@5G#8T9/P1
:Q___ Fantastica, seriamente
incredibile. Voi cosa ne pensate? (: