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Autore: reby    12/03/2008    1 recensioni
Avete presente Harry,Hermione,Ron,Draco e tutti gli altri?
Si?Bene.Dimenticateli tutti!
Perchè in questa storia non esistono ed al loro posto c'è la famiglia di maghi più famosa di tutte!
Signore e signori vi presento gli Standoff!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era plumbeo quella mattina di metà novembre. I gufi nella Guferia tubavano irrequieti contro il sole nascente, quasi avvertissero dei cambiamenti nell’aria.

Ed è noto degli animali che il loro sesto senso non sbagli mai.

Sulle rive del Lago Nero quella mattina, c’erano due figure incappucciate. Lunghi mantelli azzurri scivolavano su entrambe le sagome senza nessuna piega,conformando dolcemente i loro corpi snelli. La prima,coperta da un mantello più scuro era possente, alta, probabilmente un uomo.

Opposta era la seconda, minuta e molto più bassa della prima sembrava quasi un bambino.

Ma la cosa che li rendeva ancora più inquietanti era il fatto che si limitavano a restare immobili l’uno accanto all’altro, ad un pelo dall’acqua.

Il sole cresceva dietro le montagne, mandando i suoi raggi tiepidi sulla superficie del lago, illuminando le chiome della Foresta Proibita che proiettavano ombre sinistre intorno a loro.

-Non sono convinta Albus.-

La voce della professoressa McGranitt risuonò per l’ennesima volta nello studio del preside.

-La loro ricomparsa non è mai un buon segno. In questi tempi poi..- continuò.

Albus Silente intanto taceva. Proprio come diverse settimane prima, era dritto davanti ad una delle grandi finestre, perso nella contemplazione del paesaggio fiabesco che iniziava a svegliarsi.

Lui e la McGranitt erano in quello studio dalla sera prima, per affrontare un argomento che adesso premeva particolarmente.

-Albus pensaci.- lo incalzò nuovamente la docente di Trasfigurazione.

-No Minerva.- negò il preside, voltandosi lentamente,mantenendo le mani giunte dietro la schiena leggermente ricurva.- Ho preso la mia decisione,ed è per lo stesso motivo per cui ho accettato il piccolo Clayton.- affermò, sedendosi dietro la scrivania.

-Non è la stessa cosa.-

-Abbi fiducia. Educarla qui può solo migliorare la sua situazione.- concluse il vecchio preside,accennando un sorriso.

 

 

                                                                     *

 

 

Qualche minuto dopo Clayton Coleman Shadwell nel suo dormitorio, si svegliò di soprassalto. Senza emettere un suono si mise seduto sul suo letto sudando freddo.

Si guardò velocemente intorno e sospirò sollevato vedendo i suoi compagni di stanza dormire ancora profondamente. Si strofinò gli occhi viola non ancora nascosti dalle lenti, velocemente. I suoi sensi avevano percepito qualcosa, anzi qualcuno.

Qualcuno di molto forte era entrato nel castello,e l’unica volta in cui aveva provato una sensazione simile era stato durante il solo incontro con le famiglie dei suoi genitori.

Quindi forse voleva dire che… erano venuti a prenderlo!

Quel nuovo pensiero lo fece sbiancare ancora di più, e in meno di dieci secondi correva velocemente per i corridoi del castello già vestito diretto verso la fonte di quell’energia così grande.

-Sparaschiocco!- esclamò quando arrivò di fronte al gargoyle di pietra dell’ufficio del preside. Ma quello non si mosse di un centimetro.

Accidenti la parola d’ordine doveva essere cambiata dall’ultima volta che era andato da Silente per la sua cena!

Spinto da quella voglia di scoprire se davvero erano venuti a prenderlo,decise di usare l’unica carta che gli rimaneva:la telecinesi.

Serrò gli occhi e si concentrò con tutte le proprie forze. Dopo un piccolo tremolio,il gargoyle prese a girarsi rivelando la stretta scala a chiocciola.

-Wow..- mormorò a se stesso,stupito delle proprie capacità che non usava da troppo tempo.

Non appena si trovò dietro la porta dell’ufficio,le voci che provenivano dall’interno cessarono. Sempre più agitato aprì lentamente la porta.

-Buongiorno Clayton.- lo salutò Silente,che non sembrava per nulla sorpreso di vederlo li.

-Signore..- iniziò il piccolo Grifondoro,-io ecco..ho pensato che ci fossero i miei genitori qui.-

Silente dietro gli occhiali a mezzaluna sorrise.- L’avevo immaginato. Prego siediti,visto che sei venuto a trovarci sono lieto di offrirti la tua colazione.-

Non trovando niente da dire,Clay si trascinò nel più assoluto silenzio verso il preside e solo allora si accorse delle altre due figure sedute che gli davano le spalle.

Preso dall’ansia e dall’imbarazzo si era quasi scordato della grande forza che aleggiava nell’aria,e osservando quelle due figure capì da dove proveniva.

-Prego Clay, è tutto tuo.- gli disse sorridendo Silente,porgendogli un bicchiere ricolmo di plasma.

-Sangue?-

Quella voce ebbe l’immediato potere di fargli accapponare la pelle. Afferrò il bicchiere con due mani,passando accanto alla figura più minuta voltando involontariamente il capo nella sua direzione.

Quel giorno in seguito lo ricordarono in molti per svariati motivi, ma la ragione per cui Clayton Coleman lo ricordò fu di aver incontrato per la prima volta lei.

Si fissarono per pochi attimi, poi il Grifondoro distolse lo sguardo ricordandosi improvvisamente di non aver indossato le lenti a contatto.

-Esatto Abram, sangue fresco.- puntualizzò il preside facendolo riscuotere dai suoi pensieri.

La figura incappucciata vicino a lui lentamente si tolse il cappuccio del mantello azzurro facendo ricadere i capelli bianchi sulle spalle.

- Un vampiro?- domandò guardando Silente interrogativa.

Clay iniziò a bere a grandi sorsi in preda dallo stupore assoluto. Quella ragazza non mostrava più anni dei suoi, nonostante la bellezza abbagliante, eppure i suoi capelli erano completamente bianchi.

Com’era possibile?

-Avverto l’aura di un Demone del Giorno, mi sto sbagliando Silente?- di nuovo quella voce lo fece sobbalzare.

Il preside invece non perse il suo sorriso.- Clayton è per metà Demone del Giorno e per metà vampiro.- spiegò,e l’uomo per la prima volta si voltò a guardare il grifone.

Gli occhi dell’uomo dello stesso impossibile colore della ragazza si posarono su di lui,studiandolo,come per volergli sondare l’anima.

-Interessante.- concluse,voltandosi nuovamente verso Silente mentre Clay finiva in un unico grande sorso la sua colazione.

-Come puoi vedere Ange si troverà benissimo. Non è l’unica ad essere..speciale.- concluse dando più enfasi a quell’ultima parola.

-Sono felice della tua decisione, Albus.- asserì l’uomo, con un cenno elegante del capo. –Tuttavia, sono curioso…Ange dovrà essere costantemente sotto incantesimo per nascondere le sue..potenzialità?-

-No amico mio. Clayton usa un comunissimo rimedio babbano per nascondere il bellissimo colore dei suoi occhi.- spiegò il preside, lanciando un’occhiata divertita al diretto interessato che sobbalzò.- Potrà farlo anche Ange.-

-Rimedio babbano?- chiese allora la bambina.

Silente non perse il suo sorriso.- Esatto, i tuoi occhi bianchi diventeranno scuri senza nessun incantesimo.-

-E per i miei capelli?- domandò ancora decisa ma con un lieve accenno di curiosità.

-Per quello temo, avremo bisogno di un incantesimo permanente.- disse mortificato Silente, carezzandosi la barba bianca.

-Quando può cominciare le lezioni?- domandò l’uomo.

-Anche da domani stesso.- confermò il preside.- Ma prima c’è bisogno dello Smistamento.-

-Oh certo, anche se lo reputo inutile visto che tutta la nostra famiglia è sempre appartenuta al grande Salazar.- disse l’uomo accennando alla vanità.

Silente sorrise.- Non se sarei così sicuro Abram, molte volte il cappello sbalordisce tutti.- .Detto questo il preside si alzò, e afferrò dalla teca il grande cappello sgualcito.

-Prego, è tutto tuo.- disse porgendolo ad Ange, che lo afferrò velocemente ficcandoselo in testa con grazia e decisione.

 

 

 

 

 

-E poi cos’è successo?-

Logan Louis Standoff quella mattina era molto curioso. Quando si era svegliato e non aveva trovato il suo amico nel letto era saltato su come una molla, cercandolo in tutta la Sala Comune di Grifondoro.

-Dopo parecchi minuti il cappello l’ha spedita a Serpeverde proprio come aveva previsto suo padre.- concluse Clay, sbirciando la tavolata dei verde-argento pur sapendo però di non trovarla.

Logan sbuffò.- Ma insomma tutti vengono mandati in quel covo tranne io.- si lamentò, smettendo di mangiare il suo porridge.

-Tu non sei una serpe Logan!- esclamò Brian smettendo di tracannare il suo adorato succo d’arancia e facendo roteare gli occhi azzurri del figlio del Ministro.

Quella mattina a colazione la Sala Grande era quasi completamente vuota. I reduci della grande festa del giorno prima probabilmente erano andati da poco a letto e non si sarebbero visti prima dell’ora di pranzo come ogni anno.

Clayton fece un sorriso imbarazzato non sapendo cosa rispondere all’amico che rimaneva fissato sempre su quel punto.

-Secondo me comunque non è bella come dici.- continuò Logan, trovando una punta di soddisfazione convincendosi di quello che diceva.

-Eh.- fu la laconica risposta del mezzo vampiro, mentre abbassava gli occhi sul suo piatto intatto.

In mente gli tornò vivida l’immagine di Ange e il ricordo degli occhi bianchissimi della nuova Serpeverde lo fecero sobbalzare.

-Per me invece è stupenda.- lo contraddisse Shane con occhi sognanti.

-Ma perché devi sempre parlare?- ribattè Logan.

“Clay spero che sarai così gentile da tacere quello a cui hai assistito. So che il giovane Standoff è molto perspicace ma te ne sarei infinitamente grato se nessuno a parte te scoprisse che la vera natura di Ange.”

Le parole di Silente risuonarono nella mente del mezzo Demone del Giorno forti e chiare e con esse anche il si deciso con cui aveva risposto. Certo, aveva capito fin da subito che Ange e suo padre non erano semplici umani, ma ancora non aveva afferrato perché.

 

-Clay mi ascolti?-

-Si, dimmi.- ripose prontamente alla domanda di Logan, che sospirò.- Ti ho chiesto quando potrò vederla.-

-Domani inizierà a frequentare le lezioni.-

-Non vedo l’ora.- confessò a bassa voce il piccolo Standoff, salutando con la mano sua sorella che si alzava seguita da Zoe e quell’insopportabile Byron che puntualmente gli lanciò un’occhiata sprezzante.

Donne, pensò il Grifondoro alzando le spalle e tornando al suo porridge.

 

 

 

 

 

 

Ore 11.30.

Camerata di Nicolas Standoff.

Silenzio totale.

Respiri lenti e regolari facevano intendere perfettamente che gli abitanti di quella stanza erano ancora beatamente tra le braccia di Morfeo, giunto molto probabilmente tardi la sera prima.

Le tende dei baldacchini erano tutte tirate tranne quella del figlio del Ministro, che riposava –ancora perfettamente vestito- a pancia in giù sul copriletto rosso fuoco.

Sicuramente l’ultimo Grifondoro di quella camera a rientrare dalla festa conclutasi soltanto alle sei di quella mattina, preso dall’euforia o perché no, dalla sbornia, aveva dimenticato di chiudere a chiave la porta della camerata.

E quando Logan Louis Standoff si era diretto a passo di carica verso la camera di suo fratello armato di bacchetta per tentare di entrarci, aveva alzato le sopracciglia nere sorpreso di trovarla aperta.

E vedere ancora tutti beatamente addormentati lo rese stranamente euforico, tanto che Clayton e Brian accanto a lui quasi giurarono di vedergli spuntare corna e coda bitorzoluta…

-Ragazzi..- mormorò il suddetto con voce diabolica.

-Li svegliamo vero?- domandò Brian perspicace come sempre.

Logan ignorò la futile domanda rivolgendosi a Clayton. –Tu non sai fare niente di particolare?- domandò enfatizzando volutamente il pronome.

-Ehm…cosa vorresti fare esattamente?- domandò Coleman iniziando a preoccuparsi dell’incolumità dei Grifondoro addormentati.

-Vendicarmi.- rispose Logan, e uno strano luccichio passò nei suoi occhi celesti.

Non aveva di certo dimenticato tutte le volte che quello sfigato di suo fratello l’aveva svegliato con secchiate d’acqua!Oppure quando gli aveva suonato la tromba della Nazionale Britannica di Quiddich direttamente nell’orecchio!

-Non credo sia una buona idea Logan.- osservò Clay con un sospiro preoccupato qualche minuto più tardi.- Forse passeremo dei guai per questo.-

-Passerei anche un’intera settimana nella stessa stanza con Piton, ma questa è un’occasione da non perdere!-

Dopo quell’affermazione sconcertante Coleman non osò più controbattere e tornò a concentrarsi sull’incantesimo che stava utilizzando.

Grazie alle sue doti, conosceva già molte cose che gli altri studenti del primo ignoravano, e con un semplice incantesimo –almeno per lui- di Sonno Prolungato  scagliato a turno sui quattro componenti, Logan potè scarabocchiargli la faccia con dei pennarelli speciali comprati da Zonko i cui segni svanivano solo dopo dodici abbondanti e lunghissime ore.

Ma soprattutto venivano visti da tutti tranne che dai diretti interessati.

Brian, che non aveva sospettato di niente vedendo l’abilità di Clay nel gestire quell’incantesimo per lui ancora sconosciuto, si stava divertendo sul volto di un ignaro Wilton Christoper Devons che continuava a sonnecchiare tranquillo.

Quando dopo circa mezz’ora finirono, chiusero piano la porta e si diressero in Sala Grande per il pranzo, dove Logan prese una doppia pozione di tutto lanciando occhiate trionfanti alla sorella che lo guardava perplessa dalla tavolata dei verde argento.

-Mio fratello ha qualcosa di strano oggi.-

-Non solo oggi.- fu l’altezzosa risposta della “testa rossa” alias Marla che mangiava una minestra di verdure con aria quasi schifata.- Che cosa orribile.- esclamò poco dopo infatti, lasciando il cucchiaio.

-Chissà cos’ha combinato stavolta, riconosco quel sorriso.- sospirò preoccupata Madison Ametista Standoff, poggiando una guancia rossa sul palmo della mano.

-Un'altra delle sue cavolate.-

Quasi scattò sentendo la voce di Edward e infatti poco dopo il “damerino”, come l’aveva ribattezzato suo fratello prese posto quasi di fronte a lei.

-Uff Piton non voleva più lasciarci andare.- sbuffò Zoe Kurush sedendosi vicino alla bionda Standoff.

-Com’è andata?- si interessò Maddy, non guardando appositamente di fronte a lei. Il ricordo del ballo era ancora troppo vivo accidenti!

-Bene.- rispose proprio Blake, precedendo la persiana.

-Parla per te!Io invece proprio non riuscivo a capire quella dannata pozione!- si lamentò Zoe, servendosi della stessa minestra che pochi minuti prima Marla aveva abbandonato.- Proprio non capisco il perché di queste prove individuali.-

-Perché sa che forse ci sono degli incapaci tra noi..- frecciò la rossa, tornando come sempre a limarsi le unghie già troppo perfette per una bambina di undici anni.

-Ma perché non ti ficchi quella lametta in gol…-

-Basta adesso voi due!- intervenne Madison già stufa dei loro continui battibecchi.- A proposito avete notato che quasi tutti quelli del settimo non sono qui?-

Edward alzò le piccole spalle.- Si vede che si sono tanto divertiti ieri.-

-Non c’è nemmeno tuo fratello.- osservò la Kurush sporgendosi per osservare meglio il tavolo dei grifoni.

-Spero che Nicolas si sia divertito.- sospirò la piccola Standoff.

-Ma certo!- rispose una voce altezzosa e possente che la fece sobbalzare. Alzò lo sguardo e incrociò il famoso Malcom Harrow che passando le sferzò un’occhiata infuocata.

Forse Nicolas ne aveva combinata una delle sue…

 

 

                                                                       *

 

 

Era da circa un’ora che Liliam Morgana Lewisham si era svegliata. Nonostante fosse sveglia però, era ancora nascosta sotto le due pesanti coperte di Serpeverde. Si rannicchiò ancora di più in posizione fetale quando un brivido le percorse la schiena facendo quasi sobbalzare.

Il suo viso troppo vicino al suo..

Dannazione!

Si tirò a sedere di scatto scostando le coperte con un gesto secco, facendo trasalire April che proprio in quel momento usciva dal bagno.

-Però che tempismo.-

-Mh.- fu la laconica risposta di Liliam.

La Collin di rimando ridacchiò.- Allora come mai quello slancio?- disse, togliendo l’asciugamano che copriva i suoi morbidi capelli.

-Niente.-

-Oh certo.. i tuoi niente indicano tutto tranne quello.-

Liliam sbuffò coprendosi la faccia con un cuscino.- Sei odiosa.-

-Lo so tesoro, lo dicono tutti.- rispose la regina di Serpeverde facendola sghignazzare.

-Non ho dormito molto stanotte.- confessò Lewisham.

April sospirò, sedendosi accanto a lei.- Lo immaginavo. Ne vuoi parlare?-

-E che..- iniziò l’altra, alzandosi su un gomito.- non so più che pensare.-

-In che senso?-

La Lewisham si ributtò sdraiata.- Non lo so.-

Molte volte April Collin si era trovata a sbattere contro il pesante muro d’orgoglio della sua migliore amica, ma mai in sette anni era arrivata ad un livello tale. E a vederla così sembrava di rivedersi alcuni mesi prima, alle prese con una situazione molto simile.

-Allora cerca di capirlo il più presto possibile. Anzi no, di accettarlo.-

E con quell’ultima affermazione che sarebbe rimasta nella mente di Liliam per molto tempo, la lasciò rimuginare tornando in bagno.

Accettare cosa?, pensò la Serpeverde alzandosi definitivamente, non aveva niente da accettare lei..!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiedo umilmente scusa ai miei lettori(qualora ne fossero rimasti) ma la vita reale mi sta davvero assorbendo troppo tempo!

Però tengo troppo a questa fiction e ho intenzione di concluderla ad ogni costo.

Per i tempi non vi assicuro nulla però, non voglio deludervi!

Un bacione grande, al prossimo capitolo sicuramente più lungo e corposo!

 

Sabry

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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