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Autore: moni98    06/09/2013    1 recensioni
LARRY
Buongiorno.
E' la mia prima fanfiction, quindi siate clementi! Essendo da poco una fan dei One Direction ho cercato di essere il più informata possibile, se mi è sfuggito qualcosa, scusatemi.
Ora veniamo alla fan fiction. Dico subito che è Larry, quindi, chiunque non ci creda, è pregato di non offendere. E' incentrata soprattutto su Louis in un ipotetico futuro in cui gli One Direction si sono sciolti e Louis e Harry non si vedono più.
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Louis si svegliò presto quella mattina, ed Harry non era al suo fianco.
Si preoccupò perché quando non era con lui si sentiva insicuro e incompleto. Prese qualche vestito a caso, si vestì ed andò a cercarlo in bagno, nella stanza degli ospiti, infine scese per vedere se era sul divano in soggiorno. Non c'era neanche lì, era entrato in panico, aveva bisogno di guardare nei suoi occhi, di toccargli la pelle bianca, di intrecciare la mano nella sua. Sentì dei rumori in cucina, pregò intensamente che fosse lui, che fosse in cucina e non l'avesse abbandonato.
Entrò, e appena intravide i ricci perfetti si tranquillizzò, non pensò più a niente, solo a quando lo avrebbe riabbracciato. Così gli corse incontro e lo avvolse con le braccia e non lo lasciò andare per diversi minuti. Harry rispose all'abbraccio e si lasciò andare accarezzandogli la spalla con le dita sottili.
"Avevo paura che te ne fossi andato." Sussurrò Louis con un fil di voce.
"Non lo farei mai. Non ti lascerei mai, mai."
Louis affondò la testa nelle scapole di Harry e trattenne a stento le lacrime di felicità che si era formate negli occhi.
"Ehi Lou... Guardami" il ragazzo alzò la testa "lo sai che giorno è oggi? È il tuo compleanno!"
Se n'era dimenticato, Louis, tanto preso dalla situazione.
"Guarda" disse Harry,eccitato come un bimbo, indicando il tavolo "l'ho fatta per te! Tanti auguri! Anche se sono 25 rimarrai sempre il mio piccolino."
Louis girò lo sguardo verso il tavolo e vi trovò una torta mal confezionata, con la crema che pendeva da un lato, e il cioccolato sopra mal posizionato che cercava di formare una scritta 'Happy Birthday Lou' ed un cuoricino di zucchero a velo sotto il tutto. Era la torta migliore che avesse mai ricevuto.
Gli buttò le braccia attorno al collo e lo abbracciò fortissimo, lo strinse e non riuscì a trattenere le lacrime, che gli rigarono il volto pallido per l'emozione.
Harry prese il volto di Louis tra le mani e lo pose davanti al suo.
"Non avevi detto che non dovevamo più piangere?"
"Lo so, ma nessuno aveva mai fatto una cosa così bella per me, solo per me."
Scoppiò a piangere, singhiozzava più che altro, e Harry lo lasciò sfogare tra le sue braccia.
Il suo ragazzo aveva sofferto così tanto... Ma ora che erano di nuovo insieme non avrebbe permesso più a nessuno di farlo soffrire. A nessuno.
Quando Louis ebbe finito Harry asciugò tutte le lacrime delle sue guance che avevano ripreso colore e lo baciò per consolarlo, per infondergli coraggio, ma infondo era per se stesso che lo faceva. Per darsi la forza di non crollare anche lui in un pianto disperato.
"Grazie" disse Louis con la voce tremante "grazie per esserci sempre per me. Credo di non averlo mai detto a nessuno oltre a te... Ti amo. E mi sento un po' stupido a dirlo, magari tu non ricambi allora mi sentirei molto stupido. Per me sono parole piene di significato, non le spreco con nessuno. Harry, io ti amo!"
Il ragazzo dai carpelli ricci rimase colpito da quelle parole. Non ci poteva credere, voleva urlare anche lui quanto amasse il ragazzo che gli stava di fronte, ma le parole gli si bloccarono in gola. Le inghiottì per poter permettere ad altre di risalire, ma niente. Non riusciva a dire nulla, era immobilizzato e... Innamorato.
Louis abbassò la testa, sconsolato, pensando di aver sbagliato a dire quelle cose.
"Scusa... Non dovevo... È troppo presto dopo quello che abbiamo passato..." Disse con la voce tremolante per l'imbarazzo.
Harry lo vide, vide che in lui qualcosa si era spezzato, e non poteva permetterlo. Allora prese tutta la forza che aveva in corpo e parlò, non c'era niente che non potesse fare per lui.
"No Lou, non hai sbagliato niente. Mi ricordò l'ultima volta che le ho pronunciate, quando te ne andasti cinque anni fa, pensavo che non lo avrei detto più a nessuno. Invece eccomi qui, con te.
Louis, io ti amo.
Come allora, o forse ancora di più, perché ora siamo cresciuti e sono più consapevole di quello che dico. È quando dico che ti amo non scherzo, ti amo, ti amo, ti amo!"
Louis alzò la testa e lo guardò negli occhi. Era tutto racchiuso lì, in quel corpo, tutto l'amore del mondo concentrato in due occhi verdi, nella bocca carnosa, nel naso largo, nelle mani che gli cingevano i fianchi, persino i riccioli perfetti sprizzava amore da ogni parte.
Si baciarono perché non avevano più nulla da dirsi, ormai erano spogli, ognuno poteva entrare nel corpo dell'altro e sapere cosa stava pensando, cosa avrebbe fatto, cosa provava.
"Sono così fortunato" disse Louis quando si sedettero sulle sedie in cucina "ad avere te."
"Io sono fortunato, perché solo io posso dire che Louis Tomlinson mi ama." Ribatté Harry con il sorriso in faccia.
Louis curvò a sua volta le labbra in un sorriso e appoggiò la testa sulla spalla di Harry, lo annusò. Sapeva di buono, di zucchero a velo e crema, anche di cioccolata.
"Allora, questa torta la vuoi assaggiare si o no!?"
Ne presero tutti e due una fetta, e la divorarono in pochi minuti.
"Era buonissima!" Disse Louis con ancora il boccone pieno.
"Vieni qua." Disse Harry prendendogli la mano e facendolo sedere sulle sue gambe.
"Sei sporco di zucchero a velo."
"Dove?" Chiese Louis cercando di pulirsi con un tovagliolo.
"Fermo." Disse con voce calda Harry "fermo..."
Si avvicinò alla sua faccia e cominciò a leccarlo vicino la bocca, dove era sporco di zucchero. Poi passò a pulirgli le labbra passandoci la lingua sopra. Louis aprì la bocca per accogliere la lingua di Harry e attorcigliarla alla sua, si toccavano, si accarezzavano la schiena, quando il campanello squillò e la magia fu interrotta.
Andò Harry ad aprire, lasciando Louis sulla sedia, per riprendersi da quel bacio meraviglioso.
"Louuuuuuuu!" Due bambine bionde corsero ad abbracciarlo e lo riempirono di baci.
"Buon compleanno!" Dissero in coro.
"Quanto siete cresciute! Le mie bimbe..." Disse Louis, sentendosi un vecchio padre orgoglioso dei suoi figli.
"Lasciare lo stare! Vieni qui, Lou!" Louis si alzò ed andò ad abbracciare la mamma con le braccia aperte "buon compleanno amore mio."
"Grazie mamma..." Disse Louis sorridendole affettuosamente.

Passarono la mattina a parlare, a scherzare, e a ridere, sembrando una bella famiglia affiatata. Harry si sentiva un po' escluso a volte, ma quando Louis se ne accorgeva, gli prendeva la mano e gliela stringeva forte, per non farlo sentire solo.
La famiglia di Louis se ne andò il pomeriggio presto, premettendogli di tornare più presto a trovarlo.
"Ricominciamo da dove avevamo lasciato...?" Disse Louis, che non aveva pensato ad altro per tutto il giorno.
"No..." Disse Harry, misterioso.
"Come no?" Gli rispose, quasi scioccato.
"Hai capito bene, no. Ho in mente qualcos'altro per oggi..."
"Non mi dire che mi hai organizzato una festa?! Non mi piacciono le feste..."
"Andiamo in discoteca! Come due ragazzi normali, con quelle luci non ci riconoscerà nessuno... Lou, ricominciamo a vivere!"
Harry era visibilmente eccitato dalla serata, e al solo pronunciarlo sbarrò gli occhi, fomentato.
"Hazza... Non lo so... Ho un po' paura."
Harry si rabbuiò.
"Ci sarò io, non ti potrà accadere nulla." Gli rispose Harry, cercando di convincere più se stesso che Louis.
"Io ho paura di quello che potrei fare io. Là... Sarà pieno di... Droghe. Non so se ce la farei, a resistere. Non lo faccio da un po' solo perché ci sei tu, e non ho bisogno di nient'altro, ma se mi dovessi lasciare anche solo per un momento, ho paura di quello che potrei fare."
Harry si rassegnò, capì che aveva sbagliato a proporlo, era andato troppo veloce. Lou non era pronto per il mondo, non ancora.
"Allora saliamo sopra..." Disse Harry, visibilmente rattristato.
Salirono, si stesero sul letto e si appoggiarono alla spalliera, Louis nella braccia di Harry, accoccolato a sentire il suo battito, il suo respiro, il suo profumo...
"Così non ti ho fatto nessun regalo..."
"Non ti preoccupare. Stare qui con me è il più bel regalo che mi potessi fare."
Louis guardò Harry in faccia, era triste... Non voleva vederlo triste. Allora si convinse, lo accontentò, più per il suo bene che per quello di se stesso.
"Andiamo." Disse Louis deciso.
"Come?"
"Ho detto andiamo, in discoteca."
"Ma... Non devi farlo per me, andremo quando ti sentirai pronto."
"No, andiamo ora."
"Lou, davvero, non c'è bisogno..."
"Invece si, sono cinque anni che non festeggio un compleanno come si deve."
"Sicuro?"
"Sicuro."
"Allora andiamo."
Harry si era improvvisamente ridestato e sprizzava gioia da tutti i pori. Finalmente poteva essere un ragazzo normale, che esce con il suo fidanzato, si diverte, e non si nasconde più. Basta vergognarsi, basta pensare troppo. Lui amava un uomo, Louis Tomlinson, e a chi non stava bene se ne poteva benissimo andare a fanculo.
Cazzo che emozione! Sentire il vento tra i capelli, il motore della macchina sotto di lui che sfrecciava sulla strada, la mano del suo ragazzo che gli stringeva la coscia.
Parcheggiò, scesero dall'auto ed entrarono nella discoteca mano nella mano, stringendosi forte, l'un l'altro.
 
   
 
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