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Autore: LadyGaunt    12/03/2008    2 recensioni
Dopo la saga di Cell, trascorrono cinque anni e Crilin e C18 si sono sposati e hanno anche una figlia, ma che cosa è accaduto esattamente in quei cinque anni? lo scoprirete leggendo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 18, Altri, Crilin
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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L'INIZIO


Salve gente! Prima di tutto volevo ringraziare chi ha letto il precedente capitolo e in più volevo anche scusarmi per l'attesa, ma sono tornata da Lisbona solo da qualche giorno. Ringrazio in particolare Shira per aver messo tra i preferiti la mia storia e monicar92 e scImMIA per aver lasciato un commento. Buona lettura!


Il sole splendeva alto in un cielo così limpido da sembrare quasi trasparente.

I caldi raggi solari l'avvolgevano come se avessero voluto darle, con il loro calore, quel conforto che in quel momento sentiva tanto d' aver bisogno.

Non aveva idea di dove si potesse trovare C17 ma l'unico luogo che le era venuto in mente era quello in cui lo aveva visto l'ultima volta.

Con decisione aumentò la velocità e così decise di ritornare sull'isoletta in cui suo fratello era stato assorbito da quel mostro di Cell, già Cell, pensare per una frazione di secondo a quel terrificante essere di cui alla fine era diventata parte, le aveva fatto sentire un brivido su per la schiena.

Era viva, viva per miracolo e questo lo doveva solo a lui, a quel tenero nanetto pelato. Il solo pensarlo fece diventare triste il suo volto, l'aveva trattato male e non se lo meritava, pensò, poi scosse la testa e il suo viso tornò serio.

Lei non gli doveva niente, lui aveva fatto tutto da solo.

Scese di una decina di metri e senza rallentare rimase a fissare, pensierosa, la sua immagine riflessa sull'oceano.

Mentre volava, lasciando che la brezza marina le sfiorasse il volto, continuava a pensare alla sua vita prima che tutta quest'assurda storia avesse inizio.


In una strada resa buia dalla notte una serie di rombi e di fasci di luce facevano eccezione a quell'oscurità e a quel silenzio.

Un gruppo di moto sfrecciava a tutta velocità sull'asfalto.

Erano ragazzi di strada, un gruppetto di teppisti che dopo aver compiuto la loro ultima balordia, stava facendo ritorno al proprio rifugio.

In testa al gruppo, un giovane dai corti capelli castani e gli occhi verdi, con la sua imponente moto, spadroneggiava sulla strada sentendosela quasi sua, in fondo perchè non doveva? Erano anni che con la sua banda aveva il controllo di quella zona della città.

Dietro di lui, con le candide braccia che gli stringevano l'addome muscoloso, stava seduta una ragazza con i lunghi capelli color dell'oro scompigliati dal vento. Era la sua ragazza, la più bella di tutte quelle insignificanti ragazzine che volevano unirsi a loro.

Più indietro, su una moto di cilindrata più piccola rispetto alle altre, ma che riusciva lo stesso a fare la sua figura, c'era un giovane ragazzo dai lunghi capelli neri raccolti in un codino. I suoi occhi cristallini erano fissi sulla sorella. Non gli andava che lei stesse con quel tipo, tra le tante cose, era famoso per il modo in cui trattava le ragazze e al giovane non andava che la sua gemella facesse parte di quella lunga lista di cuori spezzati e umiliati. In quanto capo della banda, però, la decisione su chi ammettere nel gruppo era sua e sapeva bene che lui aveva accettato la loro richiesta solo perchè quel delinquete era attratto da lei.

Ma non avevano scelta, dopo tutto quello che stava accadendo sarebbe stata una follia rimanere da soli.

Da un pò di tempo si raccontava di strani rapimenti e uccisioni. Tutta la popolazione della Città del Sud stava vivendo da mesi nel terrore. Giravano voci su esseri spaventosi che con la loro crudeltà seminavano terrore e morte. Creature infernali prive di ogni umanità.

Presero per una strada secondaria e dopo qualche minuto giunsero a quello che da qualche tempo potevano definire casa. A guardarlo bene non era altro che un enorme capannone situato ai confini della città. Dopo aver spento i motori i giovani scesero dai loro mezzi.

Erano ragazzi come loro, tra i 14 e i 20 anni, ogniuno con una storia diversa da raccontare, ma tutti con uno scopo in comune: vendicarsi, vendicarsi di quel mondo e di quella società in cui molti credevano e da cui loro erano stati emarginati.

Eheheh, abbiamo raccolto un bel bottino, vero capo?” disse tra le risate un ragazzo magrolino e pieno di orecchini.

Ahahah già, hai sentito come urlavano? “vi prego non fateci del male”ahahah, patetico!” aggiunse un altro ricoperto di tatuaggi mentre sventolava trionfante dei sacchi pieni di banconote ed era accompagnato dalle acclamazioni dei compagni.

Bene ragazzi, questa sera siete stati molto bravi, complimenti!” alle parole del giovane dagli occhi verdi seguirono urla e applausi.

Adesso divertiamoci!!” gridò, ma non ebbe il tempo di dire o fare altro che un'esplosione richiamò l'attenzione dei giovani.

Che cosa è stato?” domandò tremante una ragazza coi capelli neri.

Non saranno mica loro?” chiese un'altra terrorizzata. Nessuno rispose, in compenso la paura apparve negli occhi di tutti. Non ebbero il tempo di reagire che un'altra esplosione, questa volta più vicina, li scaraventò a terra, poi 3 gigantesche figure apparvero dinnanzi a loro.

Anche se avevano forme umane bastava guardarli in viso per capire che in quei corpi non vi era nessun cuore che batteva. Contemporaneamente i due mostri alzarono le mani su cui erano già apparse delle abbaglianti sfere di energia, ma una voce interruppe le loro intenzioni.

Fermi!” un vecchio con dei grandi baffi e una lunga chioma bianca era apparso da dietro i due esseri. “Non fategli del male, mi servono vivi” poi riferendosi al gruppo di giovani continuò:

Non abbiate paura, nessuno vi farà del male, almeno finchè non lo vorrò io. Sono qui per farvi una proposta...”


Già, tutto aveva avuto inizio da quella sera, da quando il dottor Gelo li aveva convinti ad unirsi a lui nella sua lotta contro l'umanità. Ciò che li aveva spinti ad accettare era stata l'opportunità di potersi finalmente vendicare, ma forse aveva contribuito il timore di venire eliminati da quei mostri, perchè loro in fondo non erano cattivi, erano stati solo sfortunati.




























  
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