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Autore: oblivium    06/09/2013    2 recensioni
Lily lo odia, e la sua rabbia brucia tutto ciò che sfiora. Odia il suo atteggiamento arrogante, presuntuoso e vanesio, le frecciatine, le cattiverie, la strafottenza, i vizi, l'odore soffocante di tabacco.
Ma lo ama, e la consuma, le consuma il cuore.
***
« Serpeverde! » urlò il Cappello a seguito di un lungo silenzio che aveva probabilmente impiegato per prendere la sua decisione definitiva.
La McGranitt raccolse il Cappello e mi lanciò un’occhiata sorpresa, continuò a seguirmi con gli occhi fin quando non raggiunsi la lunga tavola in mezzo ai fischi e agli applausi dei miei nuovi compagni di Casa.
Tutto ciò che vedevo avveniva a rallentatore, le mani che mi colpivano calorosamente le spalle per congratularsi, i sorrisi e i volti stupefatti.
E giurai che non avrei mai dimenticato lo sguardo che mi rivolse mio fratello James Sirius Potter quella sera.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ti odio e ti amo.
Forse ti chiedi come io faccia.
Non lo so, ma sento che accade e mi tormento.
Catullo, Carmina Catulli 85

 

Pioveva da ormai una giornata, ininterrottamente, e il mio umore era passato da diversi stadi per poi in definitiva assestarsi ad una leggera malinconia.

Finivo i compiti di Trasfigurazione assegnatici per dopodomani, appoggiata all’unica scrivania della stanza e non alzavo la testa dalla pergamena da più di un’ora. Le tempie cominciavano a pulsarmi e gli occhi chiudersi, lentamente, così lentamente che mi sarei potuta tranquillamente addormentare con la faccia sull’inchiostro fresco.

Lois stava sdraiata sul suo letto e sfogliava una rivista di moda in silenzio. Mi aveva giusto salutata quando era entrata, ma non mi aveva rivolto la parola.

Victoria e Kaya, a differenza mia, avevano deciso di partecipare alla gita ad Hogsmeade e sarebbero tornate a breve.

Mi alzai dalla sedia facendola inavvertitamente strisciare a terra con un rumorossissimo stridio. Biascicai una scusa e mi chiusi in bagno per una ventina di minuti.

Mi sciacquai il viso, pulendomi il trucco dagli occhi con del sapone.

Amavo il profumo di lamponi che emanava quando sfregavo le mani sotto il getto d’acqua, tra la schiuma e le mille bollicine.

Mi sedetti sul bordo della vasca, appoggiando la schiena alle piastrelle gelide e ripensai alla festa di due sere prima.

Zach non si era ancora fatto sentire. Non mi aveva lasciato nessun biglietto proponendomi proibite escursioni notturne all’aperto, né di uscire insieme alla luce del Sole.

Non ero sorpresa. Per qualche motivo mi ero convinta in precedenza che non potesse essere davvero interessato a relazionarsi con me.

Ero un nessuno nella scala della popolarità, e mi sollevava in graduatoria solo l’amicizia con Vic e Nic, perché, per il resto, il mio cognome era stato dimenticato. E mi andava bene.

In bagno, tra gli asciugamani impilati nascondevo una miniatura di una radio d’epoca, risalente alla Prima Guerra Mondiale babbana. I miei avi l’avevano usata fino a consumarla, soprattutto per gli aggiornamenti relativi agli scontri e ai morti e feriti, ma con la magia ero riuscita a renderla nuova.

Mi piaceva ascoltarla, dopo aver cercato a lungo una stazione, quando trovavo una canzone che mi piaceva pronunciavo “Repeto” e la sentivo ancora e ancora e ancora.

Chiusi gli occhi, quando la melodia di una semplice chitarra mi riempì il cuore e rilassò i muscoli tesi dalle ore intensive di studio.

La voce era di un uomo e diceva: “Parlami. Per favore, parla. Sono io. Parlami.”

Le mie preoccupazioni si assopirono momentaneamente.

Strinsi le ginocchia al petto affondandovi il viso. Pensai a James.

Pensai a come la sua indifferenza riusciva a rendermi arrendevole e debole.

Pensai alle calde lacrime che mi riempivano le palpebre aggrappate solo alla forza di volontà di nasconderle a me stessa. Restavano lì, appese agli occhi, bruciando maledettamente.

Le lasciai scendere solo quando mi sentii così stanca da non riuscire più ad assecondare il mio orgoglio.

« Siamo tornate, e abbiamo i marshmeeellooows! » annunciò Kaya.

Passarono forse cinque secondi e sentii bussare alla porta del bagno.

« Lily, sei lì dentro? » la voce di Victoria suonava preoccupata.

« Sì. » risposi, alzandomi dalla vasca da bagno e nascondendo la radiolina dove l’avevo presa poco prima. Uscii in fretta e adocchiai Kaya che svuotava un sacchetto di marshmellows in una ciotola, assaggiandone uno per sfizio.

Lois era uscita e così occupammo anche il suo letto, sedendoci sulle lenzuola disfatte dalla notte precedente che nessuna aveva avuto l’accortezza di riordinare. E mi sollevava sapere di non essere l’unica disordinata cronica che come stile di vita seguiva il “non rifare il letto se dopo lo disfi”.

Mi sdraiai sulla gamba di Victoria e afferrai un pugno di marshmellow con bramosia.

« A cosa devo questa sorpresa? »

« Kaya si era ostinata peggio di una bambina. » rispose Victoria, gustandoli.

« Ferme, state commettendo una terribile eresia! » ci avvertì Kaya in un gesto plateale e con tono solenne.

Afferrò la bacchetta e la sventolò in direzione della ciotola, pronunciando un incantesimo di quelli che si usano una volta o due nella vita, Fusio, e a quanto pare aveva pensato al cioccolato perché li ritrovammo interamente avvolti in una crema densa color nocciola.

Merlino benedica chi ha perso i giorni ad inventare gli incantesimi inutili.

Kaya ripose la bacchetta nel cassetto del comodino e mi guardò come se si fosse appena ricordata una cosa che proprio non si sarebbe dovuta scordare.

« Morgana, Lily, scusa! Mi ero completamente dimenticata, com’è andata con Zach? »

Ero autorizzata a non rispondere?

A quanto pare no. Gli occhi di Victoria mi ispezionavano nell’attesa che raccontassi tutto nei minimi particolari.

« Non è andata. »

« Come non è andata? » Kaya sembrava confusa.

« Malfoy si è messo in mezzo. »

« Ma dai, che stronzo! »

« E tu? »

« Ci ho litigato. »

« Con Zach? »

« Con Malfoy, Kaya. » la riprese Victoria, come se fosse troppo ovvio persino per essere chiesto.

« Dovevi Schiantarlo! »

« E alla McGranitt avrei spiegato che era stato per legittima difesa del mio accompagnatore alla festa abusiva d’inizio anno. “Sa, Scorpius Malfoy ha trovato del liquore e ha pensato che sarebbe stato divertente rovesciarlo sui pantaloni della gente”. »

Kaya tacque, realizzando che non sarebbe stata proprio la migliore delle idee.

Victoria si stava intrecciando i capelli e mi guardava assimilando le informazioni. Capì che non mi andava di parlarne, che era ora di chiudere il discorso e archiviare l’argomento.

« Tuo fratello Al è un tesoro, Lily. » disse dopo attimi di religioso silenzio.

Sorrisi.

« Quando Pritchard mi ha vomitato sulla camicia mi ha prestato la sua. » mi spiegò, poi si allungò in direzione del cassettone adibito ai vestiti e ne estrasse la camicia, piegata e pulita.

« Ringrazialo ancora da parte mia. » me la porse in grembo, con un sorriso abbagliante e uno sguardo da madre che le avevo visto in poche altre occasioni.

« Dovresti restituirgliela tu. »

Kaya annuì e squittì: « Sareste carini da morire insieme. »

 

                                                                                        ***

 

 

Ero decisa a fargliela pagare. Mi aveva rovinato la serata.

Non ne aveva nessun diritto.

Ne parlai con Nicholas che a colazione riusciva a malapena a connettere il cervello per avvicinare la forchetta alla bocca.

Quando gli proposi la mia vendetta rimase per un minuto con la tazza sospesa a mezz’aria, rintontito dal fiume di parole che gli stavo riversando addosso alle sette appena di mattina.

Victoria al mio fianco stava bevendo il suo succo di zucca e potevo assicurare di averla vista lanciare alcuni rapidi sguardi al tavolo di Grifondoro. Ma non avevo voglia di infierire, al momento mi frullavano per la testa tante di quelle cattiverie che avrei potuto scrivere un libro di guida per torturare il nemico senza l’uso della maledizione Cruciatus.

« Tu mi stai chiedendo di aiutarti a vendicarti perché... »

« Perché ha rovesciato il ponch su... » stavo rispondendo agguerrita e pronta a difendere a spada tratta le mie ragioni.

« Lily, onestamente non mi sembra che Corner l’abbia presa sul personale. »

Lo guardai, sedeva poco più in là e stava ridendo con Pucey e Higgs ad una battuta idiota di quest’ultimo.

« Non si è più fatto sentire. »

« E ti interessa? » mi chiese con una nota di sorpresa mista ad ironia.

Feci spallucce senza avere il coraggio di rispondere.

« Io non lo approvo in ogni caso. »

Sorrisi al pensiero di vederlo geloso e mandai giù l’ultimo pezzo di pancetta nel piatto.

Non sarei andata da nessuna parte senza di lui, era la mia luce guida o qualcosa del genere.

Mi aveva sempre dato preziosi consigli che avevo rispettato testualmente.

L’anno precedente, durante una lite particolarmente accesa con Malfoy si era immischiato, difendendomi anche davanti a James che osservava la scena scettico, quasi come se pensasse che fosse tutto un teatrino inscenato sul momento.

« Grazie. » gli avevo detto con un filo di voce,

E lui mi aveva risposto che non dovevo ringraziarlo, ma che non lo avrebbe potuto più fare, perché si aspettava già che il suo migliore amico dopo quella presa di posizione gli avrebbe tolto il saluto per una settimana.

Al pensiero sospirai e appoggiai la testa alla spalla di Nicholas che mi avvolse con un braccio e mi baciò la testa affettuosamente.

Ricominciò a bere il suo tè e quando ebbe svuotato la voluminosa tazza nera mi propose una passeggiata all’aria aperta, prima dell’inizio delle lezioni mattutine.

Lo seguii nel cortile.

Ancora il tempo non si era ripreso e le nuvole formavano una coltre plumbea uniforme che pareva incombere su di noi.

Mi strinsi nel maglioncino nero sentendo pizzicare sulla pelle lo stemma di Serpeverde ricamato sulla camicia.

I miei capelli quel giorno avevano deciso di fare sciopero e non c’era stato modo di pettinarli e così li avevo raccolti in uno chignon scomposto e disordinato, ma che restava in equilibrio sulla nuca grazie alle dita magiche di Kaya.

Guardai le spalle larghe di Nicholas da dietro, gli davano un aspetto imponente, ma nonostante gli allenamenti di Quidditch i suoi muscoli non si erano ingrossati al punto di farlo sembrare troppo robusto.

« Credo che voglia attenzioni. » confessò quando eravamo quasi arrivati al ficus.

« Le mie? »

« Sì. »

Mi venne istintivamente da ridere, sardonica. « Perché dovrebbe volere le mie attenzioni? »

« Voi due litigavate perché attaccava briga con tuo fratello James e adesso non ha più scuse per farlo. »

« Ripeto, perché dovrebbe volere le mie attenzioni? »

« Non lo so, Lily. So solo che si comporta in modo strano. »

« Strano in che senso? »

« Strano. » si limitò a dire, stringendosi nelle spalle, come se non sapesse in che modo spiegarmelo.

Era come se avessero avuto un modo di comunicare tutto loro e fosse cambiato per colpa mia, come se fossi arrivata io ad alterarlo, inconsapevolmente.

Erano migliori amici da sempre e io non avevo diritto di parola in proposito. Non danneggiava il mio rapporto con Nicholas, ma avevo una paura che un giorno sarei potuta finire per chiedergli di scegliere tra me e lui.

E avevo davvero paura una della risposta.

 

 

                                                                                            ***

 

 

Alla fine della lezione di Cura delle Creature Magiche, Nic mi aveva chiesto di incontrarci al capanno di Hagrid e l’aveva fatta suonare come qualcosa di urgente.

Passai dalla camera per cambiarmi perché l’Ippocampo a cui ci avevano fatto avvicinare e osservare aveva pensato di difendersi dai nostri sguardi indiscreti scalciando contro terra e quant’altro con le zampe posteriori da cavallo.

Resami conto del ritardo e che mancava poco al cambio dell’ora ero corsa da Nicholas, perché un altro ritardo ad una lezione di Vitius e potevo scordarmi Oltre Ogni Previsione come voto finale. Non gli ero mai stata molto simpatica, sebbene si costringesse ad elogiare le mie doti.

« Nic! » lo chiamai sentendo il vento gelido perforarmi i polmoni come una lama.

Si voltò e si avvicinò a me furtivamente stringendo in mano un minuscolo oggetto. « Scorpius ha lasciato questa nella Sala Comune stamattina. »

Mi porse una fialetta contenente una pozione opaca blu zaffiro. Lo guardai senza capire dove andasse a parare.

« È un compito per Lumacorno, deve consegnarlo oggi pomeriggio,  mi ha detto di averci impiegato una settimana a prepararla. Fai quello che vuoi, ma fai che sia dove l’ha lasciata tra un’ora. »

Fermi tutti.

Mi stava per caso aiutando a vendicarmi di Malfoy?

L’afferrai osservandola attentamente e riconoscendola all’istante come una pozione del Sonno Profondo. Un goccio e poteva farti dormire per mesi, come in un coma.

Nella scala della pericolosità corrispondeva ad un 9 e anche in quella di difficoltà di preparazione.

Sentivo di averlo in pugno e che non poteva fare nulla per fermarmi o impedirmi di rovinargliela in qualche modo.

Ringraziai Nicholas e mi avviai, lo vidi restare lì impalato per qualche secondo a riflettere se avesse appena fatto una grandissima stronzata.

Durante la spiegazione di Vitius pensai al modo in cui avrei potuto danneggiarla in fretta ed irrimediabilmente senza causare un’esplosione e ricoprire l’aula di un liquido viscoso e soporifero.

Non mi veniva in mente niente, escluso l’unico ingrediente che aggiunto l’avrebbe riscaldata. Ma io non volevo che Lumacorno si complimentasse con lui per la perfetta riuscita della pozione per poi scoprire solo in seguito il grave errore nella procedura della preparazione.

Volevo assistere al momento in cui Malfoy sarebbe stato umiliato per averla rovinata. Vedere la sua espressione mutare da compiaciuta ad imbarazzata.

E l’avrei immortalata in una fotografia da appendere in camera con la vecchia e affezionata polaroid di mia nonna Molly.

Ma per la corretta riuscita del piano era necessario che lui si fosse accorto della modifica solo dopo averla resa al professor Lumacorno con la sua solita aria tronfia.

Mi guardai intorno e mi cadde l’occhio sull’acconciatura eccentrica di Dana che stava pulendo le lenti della vistosa montatura scarlatta di occhiali da vista. Era una ragazza scheletrica con la faccia che ricordava vagamente il muso di una volpe. Ed era fin troppo furba per non esserne l’incarnazione.

Non ci eravamo mai parlate, ma tra i compagni di corso era conosciuta come la frigida.

La chioma castana era tenuta in alto da un fermacapelli luccicante a forma di farfalla e ricoperto interamente di brillantini e sfarzi vari.

Brillantini.

Scartai la possibilità che fosse un’idea fin troppo banale per rispondere alla  meschinità di Malfoy, perché non avevo speranza di pensare e attuare nulla di meglio nell’arco dei quindici minuti che mi separavano dalla mia brillante vendetta.

Alzai la mano e chiesi di poter uscire dall’aula, fingendo un’espressione abbattuta e il non essermi truccata per la prima volta collaborò a darmi credibilità.

Uscita dalla classe, cominciai a correre a perdi fiato verso la Sala Comune imprecando contro ogni scala che decideva proprio adesso di cambiare la sua direzione.

Victoria doveva avere del glitter per il makeup nella sua pochette dei trucchi.

Ora stava a me ricordarmi dove diavolo la teneva.

Mi lanciai verso il comodino e aprii tutti i cassetti, frugai tra i vestiti affannosamente, lasciandoli un po’ ovunque sparsi sul pavimento e la camera cominciava a sembrare vittima di saccheggio.

La trovai poco dopo nel suo baule ai piedi del letto e la aprii trovandoli in cima alla pila di mascara e matite azzurre con cui usava tracciare il contorno degli occhi dello stesso colore.

Ne travasai la metà nella fialetta della pozione promettendo a me stessa che gliel’avrei ricomprata a Hogsmeade il fine settimana successivo.

E considerato che sarebbe stata presente alla lezione di Pozioni con Malfoy, si sarebbe fatta anche una bella risata. Proprio come me.

Il liquido blu li assorbì rapidamente nascondendoli alla vista e sperai che non riemergessero subito. Riappoggiai la fialetta sul tavolo basso della Sala Comune nella posizione in cui l’aveva trovata Nicholas e corsi via.

 

 

« Passerò tra i tavoli a ritirare la pozione del Sonno Profondo che vi avevo assegnato per le vacanze, assicuratevi di aver inciso il vostro nome sulla fialetta per evitare confusione. » annunciò Lumacorno alzandosi dalla scrivania con fare goffo.

La lezione dei Serpeverde era unita a quella dei Grifondoro come accadeva spesso all’esordio dell’anno scolastico.

Vidi Malfoy estrarre la sua dalla borsa e poggiarla sul banco a fianco al calderone consunto mentre commentava con Nicholas la fatica che aveva fatto a ricordarsi dove l’aveva lasciata e lo spavento per aver sprecato tanta fatica e averla potenzialmente persa.

Nicholas, in tutta risposta, resosi conto della mia presenza dietro la porta accostata appena, mi aveva regalato un sorriso e aveva scosso la testa divertito dalla situazione.

Lumacorno cominciò a farsi strada e commentò ciascuna fiala che finiva in suo possesso. Si complimentò con Victoria per il colore corrispondente e con Kaya per essere riuscita a realizzarla, visti i suoi ricorrenti voti negativi.

Raccolse quella di Nicholas il quale era riuscito come al solito a prepararla impeccabilmente.

Aggirò il banco e si avvicinò a Scorpius che con aria tronfia sedeva sullo sgabello pronto a sentirsi elogiare.

Ma questa volta no, mi dissi.

Tirai fuori la macchina fotografica dalla borsa a tracolla e gliela puntai sul viso.

Lumacorno prese la fialetta e certo anch’egli delle capacità del giovane Malfoy la stava istintivamente riponendo nel cesto insieme alle altre.

Tuttavia qualcosa catturò l’attenzione del professore che arrestò la manovra portando la pozione sotto i proprio occhi indagatori.

Era un brillantino. Un minuscolo brillantino.

La agitò immaginando un allucinazione dovuta all’età ormai avanzata.

Una miriade di brillantini emerse dal liquido aderendo alle pareti di vetro del contenitore.

Lumacorno parve turbato, per via del fatto che era proprio la prima volta in cui gli veniva consegnata una pozione glitterata e lo vidi rimasto quasi a corto di parole.

« Signor Malfoy. » balbettò, stupito.

Scorpius alzò gli occhi, per guardare il professore.

La sua espressione realizzata mutò radicamente. Il sorriso svanì per primo.

Il volto si dipinse di spavento, avrebbe voluto afferrare la fiala e nasconderla. « Dev’esserci un errore, Profes... »

« In questi anni mi sono stati fatti numerosi scherzi, ma mai uno studente a cui avevo procurato a mie spese gli ingredienti per un compito aveva provato a sprecarli aggiungendo dei... frivoli brillantini. »

Fai cheese, Malfoy. 









△ - Angolo dell'autrice
Ciao a tutti/e, 

Spero che leggerete l'angolo di questo capitolo. Ho scelto di aggiornare nonostante la sola recensione del capitolo precedente. Ringrazio quindi thebestisheretocome per avermi dedicato del tempo, sei stata un tesoro <3

Sono un po' dispiaciuta e mi chiedo se sia soprattutto colpa mia, vi invito a inviarmi dei messaggi in posta se foste insoddisfatte della storia, perché in questo modo mi pare di scriverla esclusivamente per me.

Scusatemi per essere così sottotono e spero non si sia riflettuto nel capitolo.

Per quelle anime che ancora mi stanno seguendo silenziosamente, vi ringrazio molto e rinnovo l'invito a farmi presente la vostra opinione, certamente importante.


Un bacio dalla vostra affezionata
El.


 

  
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