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Autore: CathCarey    06/09/2013    4 recensioni
Anna, ha trent'anni, un matrimonio fallito per colpa di un marito violento che non esita a picchiarla, e a stuprarla.
Anna decide di ribellarsi, affonterà avventure molto più grandi di lei, per sopravvivere farà di tutto, anche diventare una prostituta.
Riuscirà a vincere la sua battaglia ma il costo sarà molto elevato.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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E' notte fonda, vago da sola per queste strade isolate, ho paura, ma non lo voglio ammettere, so che se lo ammettessi mi farei prendere dal panico.
Fa freddo, non mi posso coprire, mi viene da piangere, ma non rimpiango la mia scelta, so che è stata la migliore , ma anche la più sofferta, perchè adesso sono sola al mondo, e non ho un posto dove andare.
Ci sono molte macchine che passano, e noto gli  sguardi  della gente che mi fissano.
Vorrei solo prendere in mano la mia vita, ma come?
Sono disperata.
Ho fame, ho sete. 
Temo che morirò.
Mi siedo per terra, mi abbraccio per riscaldarmi, sento ogni parte del mio corpo congelata dal freddo, e soprattutto prego che il giorno seguente venga presto.
Potrebbe mai andarmi peggio di così ? non ho un lavoro, non ho una casa, non ho una famiglia.
Mi alzo e incomincio a camminare a caso, sperando che qualcosa possa cambiare, ma non vedo speranza.
 Alcune macchine passano facendo molto rumore, alcuni passanti mi guardano.
Dovrò avere un aria terribile immagino.
Alcuni suonano il clacson, alcuni si fermano , ma io li mando a quel paese sbigottita.
Non ho paura, ne ho passate talmente tante che ormai non so più nemmeno cosa sia la paura.
Non ho più un cuore.
Sono fredda.
Il cuore me l'hanno distrutto tanto tempo fa quello che rimane del mio cuore sono solamente graffi.
Continuo a camminare, voglio entrare in un bar, anche solo per riscaldarmi.
Ne vedo proprio uno vicino e voglio approfittarne.
Ho pochissimi soldi con me, e sto morendo di fame, e di sete,
Ma devo mangiare, temo che se non mangerò morirò.
Mi siedo, al tavolo prendendo un po' di calore, e comincio a picchiettare le dita nervosamente sul tavolo.
Quando all'improvviso si avvicina il ragazzo per prendere l'ordinazione.
Lo guardo spaesata e dico con voce molto fredda " un panino. Grazie"
Lui mi guarda, sbigottito sopreso.
Faccio davvero così impressione?
E solo adesso mi accorgo di avere il volto graffiato, e delle grandi occhiaie per le notti passate a guardare il soffitto piangendo.
Quando all'improvviso si avvicina una donna sulla quarantina, una donna ben vestita, riesco a riconoscere quel tipo di donna, una volta lo sono stata anche io, ma è stata una vita fa, ricordi di una vita felice.
Quella donna si siede al mio tavolo e mi sorride maliziosa.
Io mi metto subito sulla difensiva.
" Non mi sembra di conoscerti "
" Infatti, non ci conosciamo, ma rimedierò subito" si accende una sigaretta e dice " Sono Elena Saviani."
" E posso sapere come mai ti sei seduta al mio tavolo? " dico un po' alterata, ma la mia era solo confusione.
" Vuoi?" mi dice offrendomi una sigaretta.
Faccio cenno di si, la prendo con fare smanioso e la accendo.
" Io sono Anna comunque"
" Mi sono seduta, perchè mi incuriosisci , voglio proporti un affare"
Rido come se per me fosse inconcepibile.
" Come scusa? ci conosciamo da mezzo minuto e vuoi già propormi un affare?"
" Evento più unico che raro, ma non capita tutti i giorni di fare affare con me, quindi ti conviene accettare"
Aspiro la sigaretta " Di cosa si tratta? "
" Ci metterei una vita a spiegartelo tesoro. Tu vieni con me"
" E perchè mai dovrei fidarmi di te? " spengo nervosamente la sigaretta.
" Non te ne pentirai "
Faccio la diffidente, questa donna non mi convince, ma decido di andare , non si sa mai.
" D'accordo, vengo"
" Brava, ah lascia stare pago io"
" Fa come vuoi" dico con aria sbattuta.
Mi alzo, e mentre lei paga io vado fuori, non sapendo che tutto questo sarebbe stato l'inizio dei miei guai.
  
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