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Autore: musicisdrug    06/09/2013    0 recensioni
Dalla storia:
«Non riuscirai a farla innamorare Styles, con lei non ci riuscirai» disse il biondino ridendo e dando una pacca sulla spalla al riccio, intento a guardare la nuova arrivata a scuola.
«Tu dici? E se ci riuscissi?» disse Harry malizioso rivolgendo lo sguardo agli amici seduti sul muretto fuori dalla scuola.
«Amico, guardala. Non cadrà ai tuoi piedi tanto facilmente, tantomeno quando verrà a sapere della tua nomina.» disse Louis cercando di convincere Harry che sarebbe stata una battaglia persa in partenza.
«Quanto tempo ho?» chiese il riccio sorridente.
«Tra sei settimane deve essere tua, e se non dovessi riuscirci.. bè allora ci proverà qualcun altro di noi» sorrise furbamente il ragazzo castano seduto alla destra di Harry. Quest’ultimo rivolse l’ennesimo sguardo alla ragazza e strinse la mano uno alla volta ai suoi quattro amici.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"«Non riuscirai a farla innamorare Styles, con lei non ci riuscirai» disse il biondino ridendo e dando una pacca sulla spalla al riccio, intento a guardare la nuova arrivata a scuola.
«Tu dici? E se ci riuscissi?» disse Harry malizioso rivolgendo lo sguardo agli amici seduti sul muretto fuori dalla scuola.
«Amico, guardala. Non cadrà ai tuoi piedi tanto facilmente, tantomeno quando verrà a sapere della tua nomina.» disse Louis cercando di convincere Harry che sarebbe stata una battaglia persa in partenza.
«Quanto tempo ho?» chiese il riccio sorridente.
«Tra sei settimane deve essere tua, e se non dovessi riuscirci.. bè allora ci proverà qualcun altro di noi» sorrise furbamente il ragazzo castano seduto alla destra di Harry. Quest’ultimo rivolse l’ennesimo sguardo alla ragazza e strinse la mano uno alla volta ai suoi quattro amici.
" ad Harry tornò in mente la conversazione che aveva avuto con i suoi amici il giorno precedente mentre quasi obbligava Niall a sedersi vicino a Judie, la rossa compagna di banco di Bonnie. 

Quando Harmonie entrò in classe e trovò il posto accanto a Judie occupato dal biondino, lanciò uno sguardo all’amica che la guardò esasperata. La ragazza si guardò intorno e vide che l’unico posto libero era quello vicino a Styles.
“Iniziamo male il secondo giorno”  pensò andandosi a sedere svogliata.
«Ciao Bonnie» sorrise il riccio. Lei alzò la mano in cenno di saluto e si voltò dall’altra parte ascoltando la spiegazione del professore appena arrivato in classe.
«Perché conosci il mio nome, Harry?» chiese d’un tratto la ragazza rivolgendosi al ragazzo.
«Anche tu conosci il mio, Bonnie.» rispose lui trattenendo una risatina e scompigliandole un po’ i capelli. Harmonie era visibilmente irritata, sia per la risposta che per il gesto compiuto da quel ragazzo che per lei era solo un completo estraneo. Un completo estraneo che, a suo parere, si dava fin troppe arie.
«Mi spieghi perché Niall si è messo vicino a te?» chiese a Judie mentre prendevano posto al “solito” tavolo. Scosse la testa e si affrettò a rispondere.
«Non chiederlo a me! Ha detto che “voleva seguire la lezione da li”» Harmonie scoppiò a ridere per il tono irritato della rossa. «Piuttosto, guarda li.» disse poi indicando con un cenno della testa il tavolo dove era seduto Harry. Harmonie si girò piano e vide Brittany seduta sulle gambe del riccio, e intanto lui la baciava appassionatamente. Poi lei, ridendo, si alzò e trascinò Harry in cortile dove si sedettero sul tappeto d’erba e continuarono quello che avevano iniziato nella mensa. Judie richiamò l’attenzione di Harmonie schioccandole le dita vicino all’orecchio.
«Stanno insieme?» chiese Harmonie riferendosi a Harry e Brittany. Judie spostò la testa verso destra per guardare i due e poi rispose ad Harmonie.
«Se per stare insieme intendi baciarsi a mensa e ogni tanto chiudersi nei bagni della scuola a fare tusaicosa, ma non rivolgersi la parola, allora si; stanno insieme» disse Judie sardonica. Harmonie rivolse un ultimo sguardo al riccio e poi finì il suo pranzo.

«Harold… Il tempo passa» disse Louis dando un pugno affettuoso all’amico per poi dirigersi verso casa sua.
«Tranquillo Tommo, ti sorprenderò!» urlò Harry all’amico camminando all’indietro.  Il riccio si promise che il giorno dopo avrebbe chiesto alla ragazza di uscire.

Il giorno successivo Zayn, Liam, Niall e Louis erano seduti sul solito muretto. Aspettavano Harry, era ormai ora di entrare ma ancora non si vedeva. Judie, seduta su una panchina, aspettava Harmonie leggendo “Il tempo che vorrei”. Anche la ragazza, come Harry, era in ritardo. La campanella della scuola suonò alle 9 in punto, come tutte le mattine, dando inizio alle lezioni. Judie si guardò intorno un’ultima volta ma non c’era traccia di Harmonie, così, facendo spallucce, entrò in classe.
La corsa sfrenata di Harmonie da casa a scuola era iniziata circa 10 minuti prima, controllò l’orologio del cellulare prima di varcare il cancello e si accorse di essere in ritardo di 5 minuti.
“Accettabile” pensò mentre attraversava veloce il corridoio enorme per andare a prendere i libri della prima lezione. Appena chiuso l’armadietto vide un ragazzo correre verso di lei. Harry la prese per un braccio e la trascinò correndo verso la classe.
«E’ tardi, Bonnie!» disse convinto prima di fermarsi davanti la porta della classe. La ragazza lo guardò male e poi lo seguì in classe. «Scusi il ritardo professore» si scusò gentilmente Harry.
«Che sia l’ultima volta, signor Styles e signorina Stevens. Ora andate a sedervi per cortesia.» disse severo. I due si diressero in silenzio al banco che avevano occupato il giorno precedente.
«Come mai in ritardo, Bonnie?» chiese Harry, rivolgendosi a Harmonie.
«Non mi ha suonato la sveglia, ma non c’era bisogno che mi facessi volatilizzare in classe con quella corsa.» rispose la ragazza senza degnarlo di uno sguardo. Harry la guardò di sottecchi e sospirò pesantemente. Si stava già stancando di quella sfida. In fondo cosa ne avrebbe guadagnato? Assolutamente niente, se non un’altra vittima del suo fascino. Era bella certo, ma lui ne aveva viste e avute di belle ragazze. Continuò a scrutarla attentamente, qualcosa di lei lo attirava. Non sapeva cosa, ma magari avrebbe provato a capirlo durante quelle, sempre se non si fosse stancato prima.
«Avete due settimane per fare una ricerca sulla rivoluzione industriale, ragazzi. Ognuno la farà con il proprio compagno di banco.» il professore pronunciò quella frase nell’istante in cui il suono della campanella colmò il silenzio dei corridoi vuoti. Harmonie si girò di scatto verso Harry e lo fissò spaventata.
«Tranquilla, è solo una ricerca, Bonnie.» disse Harry malizioso, mettendole una ciocca dei lunghi capelli dietro l’orecchio. Harry pensò che non sarebbe neppure stato necessario chiederle di uscire, sarebbero stati insieme comunque. Harmonie scansò bruscamente la mano del ragazzo e si alzò uscendo in fretta da quella classe.

Era il quarto giorno di scuola per Harmonie e, decisa a non tardare come il giorno precedente, uscii con ridicolo anticipo da casa. Camminava piano per la strada con le cuffiette nelle orecchie, quando sentì una mano sfiorarle la spalla. Tolse le cuffiette e si voltò.
«Ciao Bonnie» la voce roca, profonda e dolce di Harry la investì.
«Ciao» rispose la ragazza rimettendo le cuffiette e continuando a camminare.
«Potresti anche fingere di non ignorarmi, sai?» mormorò Harry dopo qualche minuto di silenzio. Harmonie si girò a guardarlo. Per un attimo, dopo aver incontrato gli occhi del riccio, fu convinta di essere intrappolata in una sorta di labirinto.
«Non so che dirti. Non ti conosco e tu non conosci me.» disse la ragazza distogliendo lo sguardo. Harry sbuffò.
«Ti va di vederci oggi dopo scuola? Iniziamo a lavorare alla ricerca» il riccio pronunciò quella frase senza troppa convinzione, Harmonie lo guardò e trattenne una risatina.
«Come ti pare» si limitò a rispondere lei. Nel frattempo arrivarono a scuola, si lanciarono un’occhiatina sfuggente e poi si diressero ognuno verso i propri amici. Harmonie percorse velocemente i pochi metri che la dividevano da Judie e si sedette accanto a lei.
«Buongiorno Harmonie» la salutò la rossa, per poi lasciarle un bacio sulla guancia. Harmonie sorrise e ricambiò il saluto.

Un ragazzo entrò dalla porta principale della scuola, attraversò il corridoio e si diresse al suo armadietto. Harmonie non poté non notarlo. Era alto e muscoloso quanto basta, capelli mori, quasi neri, e occhi azzurri, tanto azzurri da sembrare trasparenti. La ragazza stette a guardarlo, l’armadietto del ragazzo era quello accanto al suo. Lui le sorrise e lei ricambiò imbarazzata.
Durante la pausa pranzo Harmonie e Judie si sedettero e cominciarono, come era abitudine ormai, a parlare di loro.
«Jud, chi è quel ragazzo?» chiese rapidamente Harmonie mentre il ragazzo dell’armadietto accanto si sedeva.
«Si chiama George Evans, in questi giorni non c’era perché era malato, suppongo. Carino, no?» disse Judie per poi sorseggiare un po’ della sua acqua. Harmonie annuì distratta e tornò a concentrarsi sul suo pranzo.

Anche quella giornata finì in fretta, come le quattro precedenti. Ad Harmonie sembrava che a Manchester il tempo volasse sempre, rispetto a Liverpool i tempi erano diversi. La ragazza si fermò vicino al cancello della scuola ad aspettare Harry, svogliata, per andare a fare la ricerca. Poco dopo eccolo uscire dalla porta ridendo, come sempre, con i suoi amici. Guazzò per la testa di Harmonie il pensiero che Harry fosse davvero splendido, tutto in lui era splendido; dagli occhi, alla risata, ma ovviamente quello fu solo un pensiero inconfessato che lei non considerò affatto. Non sopportava quel ragazzo, non lo avrebbe mai sopportato. 


 
Ciao a tutti :) 
Ecco già il secondo capitolo della mia storia, spero di aggiornare sempre così in fretta. 
Allora, che ne pensate? Mi farebbe davvero piacere ricevere un parere, anche negativo. 
Non ho molto da dire in effetti, spero di sentirvi presto.
Un bacio, Francesca 
  
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