Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ILoveItBaby    06/09/2013    3 recensioni
[STORIA IN REVISIONE]
"Come cadere dal cielo e atterrare in piedi...più o meno...diciamo che atteriamo senza troppi danni...no, atterriamo e siamo già fortunati a respirare ancora...ma questa non é fortuna, é il destino che non si fa mai gli affari suoi!"
******************************
Saaalve a tutti!!!
Questa è una cosa (non saprei come altro definirla) che mi è uscita così, un giorno di Settembre! Spero che vi intrighi!
******************************
"Guardai la lista dei Pro-Suicidio.
Ora dovevo solo confrontarla con quella dei Contro."
[...]
"Era una lista decisamente piccola.
La giuria aveva deciso: prima avrei completato la lista dei Contro e poi avrei mandato tutto a quel paese."
******************************
Beh, per la nostra Cathy, il suicidio da lei premeditato non sarà così facile da attuare, si sa, il destino agisce quando uno meno se lo aspetta e, accidenti lei proprio non se lo aspettava.
Perchè il fato metterà sulla sua strada una persona con la testa dura e un adorabile tendenza per le cause perse.
Spero che vi piacerà questa piccola odissea, alla ricerca di un motivo per non buttare tutto all'aria.
Perché c'é sempre qualcosa per cui vale la pena vivere, anche solo per sè stessi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ATTENZIONE: In questo capitolo si affrontano tematiche delicate, per chi è sensibile è sconsigliata la lettura!

Punto 2: Il mondo delle Fanfiction
 
Punto 1: In Corso. 80% Completed
Punto 2: In Caricamento...
 
2 Ottobre
Non ho un computer.
O meglio, Internet. Non ce la possiamo permettere la connessione.
Così mi tocca andare in un pidocchioso InternetCaffè.
Lo odio, non mi piace navigare mentre intorno a me è pieno di gente. Insomma, è una cosa privata!
Non mi piace che gli altri sappiano cosa faccio, a meno che non sia io a dirglielo.
Questa volta avevo deciso di chiedere a Carol un prestito.
E lei me lo aveva concesso.
Sapeva bene i miei problemi di soldi, e lei, d'altro canto, era benestante, quindi ciò non le creava molti problemi.
Ero io a farmeli, i problemi.
Non mi piaceva avere conti aperti con le persone. Piuttosto non le facevo le cose, ma non chiedevo, e questo lei lo sapeva, così quando le avevo chiesto i soldi, me li aveva subito concessi, sapendo bene che doveva essere importante. E lo era.
Io DOVEVO terminare quella lista, altrimenti non sarei stata mai in pace con me stessa.
 
Sospirai ed entrai.
Una zaffata di caffè e odore di tastiere mi colpì.
Che schifo, ma non avevo altra scelta. Immaginai che quella fosse una delle tante prove che la prode eroina Cathy doveva svolgere per arrivare all'agognato premio: la pace eterna!
Ok, quel pensiero mi rallegrò.
 
Entrai e mi sedetti ad un computer, presi un cappuccino nonostante non ne avessi la più minima voglia. Mi faceva vomitare, ma dovevo pur ordinare qualcosa.
 
Aprì Firefox e cominciai a digitare “Efp FanFict...”
Qualcuno mi stava fissando, ne ero certa. Mi bloccai e mi guardai intorno.
Quando riconobbi quegli occhi mi venne un infarto. Mi stava fissando. Aveva sul viso un ghigno.
Sbarrai gli occhi.
No, n-non poteva essere lui....Signore Onnipotente, perché, nemmeno gli ultimi giorni della mia vita potevi risparmiarmi lui?!
Si alzò e mi si avvicinò.
Ero terrorizzata.
Ma nessuno mi aiutò mentre mi si avvicinava, con quel sorriso da faccia di merda.
Ormai non ci speravo più. La gente era vigliacca, gli importava solo di loro stessi.
Ero letteralmente piantata alla sedia.
 
Avete ragione, voi non sapete chi è lui.
Ora ve lo racconto, così potrete capire.
Circa un mese fa una mia coetanea (no, non era una mia amica, a mala pena la conoscevo) aveva parlato di questo nuovo modo di chattare, questa app.
Insomma, non avevo mai accettato amicizie ne parlato con degli sconosciuti, ma per una volta volevo fare qualcosa di nuovo. Così lo scaricai, investendo qualche soldo in più in un collegamento ad internet a breve termine (non me ne sarei potuta permettere di più).
La particolarità (almeno per me) era che potevi conoscere persone nuove semplicemente scuotendolo e inviando un “messaggio di saluto”.
Lo feci un po', ignorando beatamente tutte quelle richieste, per lo più di turchi.
I soliti maniaci che, alle 2 di notte cercano qualcuna che gliela sbatta in faccia e gli dia un soggetto per le loro serate in bagno. Ma non me ne importava, volevo prendere in giro uno di questi polli arrapati.
Finchè uno di questi polli si presentò, con un saluto simpatico, non era nemmeno troppo male (almeno secondo i miei gusti e, fidatevi, le mie aspettative non erano molto alte).
Cominciammo a chattare.
Mi diceva porcate, ma io lo freddavo cattivamente, non gli dicevo nulla di me e lo facevo sputare sangue perché si doveva guadagnare tutto quello che gli dicevo, dalla mia età.
Questo aveva 20 anni, non troppo grande per me.
Faceva battutine sconce, ma a volte era anche simpatico, e diverse volte mi aveva detto seriamente che mi trovava molto bella. Non sexy, bella.
E quasi ci cascai.
Addolcì un po' i toni nei giorni seguenti.
Mi cercava e a volte riuscivamo anche ad avere discorsi seri, come quando mi aveva detto di fare il barista, o che aveva un gatto persiano (peraltro stupendo).
La terza sera iniziò come le altre due, forse in modo un pochino dolce, ma proseguì in maniera leggermente non prevista.
Cominciò a farmi proposte più sconce del solito e io lo bloccai, dicendogli che ero una ragazza seria, che poteva anche considerarmi pallosa, ma aveva solo da andarsene.
Non demordeva, voleva mandarmi una foto del suo gioiellino.
Gli dissi più volte di no, ma alla fine arrivò e io rimasi shoccata.
Fidatevi, c'è una bella differenza tra il dire di farlo e riceverlo. Lo so per esperienza. Anche io pensavo che in ogni caso non mi sarei impressionata. Mi sbagliavo. Di grosso.
Lo mandai a fanculo e lo bloccai, cancellai la cronologia, lo eliminai, cambiai immagine del profilo e dopo un po' mi cancellai del tutto.
Ora voi riderete, ma, vi auguro non vi succeda mai.
Ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo l'immagine, la delusione. Mi sentivo tradita. Lui mi aveva detto che ero BELLA. E io ci avevo creduto, era solo un pervertito.
Vedete? Piaccio solo ai pervertiti.
Non riuscivo a dormire, per paura che che quell'immagine si ripresentasse.
 
Passò una settimana e stavo tornando a casa, dove mi avrebbero urlato contro. Come sempre.
E lo vidi. Davanti a casa mia. Era proprio lui.
Mi bloccai e meditai di scappare e poi chiamare la polizia, ma lui mi aveva vista ormai.
Non avevo la forza di affrontarlo, ne mentale ne fisica.
Indietreggiai ma lui fu subito davanti a me.
Tremavo, ma non riuscivo ad emettere alcun suono. Capite? Quale essere idiota e inutile io sia?
Mi disse cose irripetibili al mio orecchio, cose che lo ferirono, che MI ferirono. Cose orribili.
“...e ora tu verrai con me! Mi hai detto tutte quelle cose e ora non vuoi soddisfarmi?!”
Lo guardai negli occhi e gli tirai una testata. Mi liberai e corsi verso il mio portone, ma lui mi riafferrò nonostante il naso sanguinante.
Urlai. Con tutto il fiato che avevo in corpo. Urlai finché tutti non mi sentirono, finché il vicino di casa mia non lo atterrò, finché non chiamarono davvero la polizia.
E lo denuncia.
Ma a quanto pareva ora era uscito.
L'Italia faceva proprio schifo. Un uomo che faceva una cosa simile si beccava così poco.
Sarei stata ben felice se tutta la penisola che è questo schifo di paese affondasse!
E ovviamente mia madre riuscì solo a urlarmi contro di quanto ero stata incosciente, idiota, degenere e che non si sarebbe stupita se non mi drogassi anche.
Me la pose quella domanda, ma io non proferì parola. Non mi ero mai drogata, non avevo mai fumato. Ma perché avrei mai dovuto renderne conto a lei?!
E lei pensò che fosse un'ammissione di colpa. Ed ecco piegata la sua reazione la scorsa volta.
Mi mandò a letto senza cena.
Meglio per me, così sarei dimagrita e forse sarei stata almeno passabile.
Però non piansi. Non gli avrei dato anche questa vittoria.
 
Bene, ora che sapete, possiamo tornare al presente.
 
“Ciao, finalmente ci rincontriamo!” disse al mio orecchio, insudiciandolo con il suo alito. Non potevo dire che fosse cattivo, odorava di menta, ma era lui ad essere sporco dentro.
Vi aspettavate un uomo brutto cattivo e puzzolente, vestito di stracci e con mille difetti orribili?
Oh, ma dai, questa è la realtà, non diciamo idiozie! I cattivi non li riesci a distinguere dalla massa, loro sono ovunque.
E io l'ho imparato in fretta grazie alla mia stupidità.
Si avvicinò al mio viso. Gli sputai in un occhio. No, non ero coraggiosa, solo stupida, perché si infuriò ancora di più.
Mi stringeva forte le braccia. Strinsi i denti. Non avrei urlato!
Stava per dire qualcosa, quando una mano si posò sulla sua spalla e lo fece voltare e in un attimo fu a terra, agonizzante per il calcio nei coglioni ricevuto da...A-qualcosa-il-tipo-della-libreria?
Com'è che si chiamava.
“NON TI AZZARDARE PIÙ A FAR DEL MALE ALLA MIA RAGAZZA O GIURO CHE TI SPEZZO L'OSSO DEL COLLO!” era tutto rosso e gli si vedevano le vene dal collo.
Sembrava uno scimmione incazzato.
Fingeva bene il ragazzo! E bravo il tipo della libreria...di cui non ricordo il nome.
Quello scappò a gambe levate, mandandoci qualche volta bestemmie tirate giù da un po' ovunque, scomodando un bel po' di Santi e Madonne.
Mi sedetti, ancora sconvolta.
Ora sembrava del suo colorito normale, diede un ultimo sguardo al tipo e si rigirò verso di me.
Cambiò espressione, sorridendo benevolo.
“Non ti dispiace se ho detto una balla, vero? Rendeva la scena più verosimile!”
Lo guardai.
Sorrisi, ma non uno di quei miei sorrisi meschini, uno vero.
Appena me ne accorsi lo feci scomparire.
Però mi stava simpatico. Sapeva mentire!
Sorrisi furbescamente, questa volta.
“E bravo il ragazzo della libreria!”
“Non ricordi il mio nome, vero?” Era bravo!
Allargai il sorriso e alzai le spalle.
“No.”
“E non ti importa.” Non era una domanda.
“Eeesattoo!”
Si avvicinò e si sedette accanto a me, ma senza malizia. Aveva capito che avevo qualche problema con quel comportamento.
“Beh, sono Alex.”
“Ti ho appena detto che non mi interessa!” dissi esasperata.
“Infatti, ma sono io che mi interesso!”
“Uffa e chi se ne importa!”
Sorrise.
“Hai bisogno di una mano?”
“NO!”
Bugiarda! Ma, nonostante fossi brava, trascinò la sedia a rotelle verso di me.
“Ti do una mano.”
Ringhiai ma lui...mi IGNORÒ!
Ero davvero frustrata, ma mi feci aiutare.
Quando avevo capito come fare mi lasciò alle mie cose. Almeno si faceva gli affari suoi!
Si mise al computer accanto al mio a fare le sue, mise le cuffie e lasciò il resto del mondo a farsi fottere.
Dovevo imparare anche io a fare così. Mi mancavano solo le cuffie...ed un mp3....e la musica.
Non che non mi piacesse ma...o la compravi o la scaricavi...e per scaricarla ci vogliono soldi, per comprarla pure, così mi limitavo ad ascoltare quella nel centro commerciale.
Carol mi aveva regalato il set, ma mia madre lo aveva preso e buttato, dicendo che noi non facevano l'elemosina. (In realtà credo lo abbia dato a mia sorella, che si lamentava da due ore che il suo si era rotto, di mp3, così pur di farla stare zitta le aveva dato il mio, che non facevo storie, ma poi non aveva avuto soldi per ricomprarlo e così...me nulla. Però erano solo supposizioni, mia sorella era troppo furba per sbattermelo sotto il naso, anche perché altrimenti l'avrei gambizzata.)
Verso le sei del pomeriggio il giovane batté in ritirate salutandomi solo con un cenno della testa.
Un'ora dopo, all'ora di chiusura mi cacciarono me ne andai anche io.














Angolino Autrice:
Buongiorno! So che questa storia potrebbe essere per molti indigesta, ma volevo creare qualcosa di particolare, ed eccolo qua!
Sono anche consapevole che saranno probabilmente in pochi a leggerla o perlomeno a seguirla, anche perché tratta argomenti tutt'altro semplici. Questo capitolo ne è degno rappresentante.
Se volete lasciarmi un commentino ne srei molto felice, anche perché altrimenti non riesco a rendermi conto se ci sia davvero qualcuno interessato.
E per chi se lo stia chiedendo, sì, ero in fase depressiva quando l'ho creata! XD
Ora vi saluto, baci, Giulia!

Ps: È molto probabile che il rating potrebbe alzarsi nei prossimi capitoli (forse anche in questO? Oddio non sono mai stata brava ad assegnare rating...vi prego...ditemi voi...) comunque spero di non andare oltre all'arancione!
Baci, Giulia

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ILoveItBaby