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Autore: lelle96meridiesfun    07/09/2013    0 recensioni
Ogni città ha un lato nascosto di cui i dormienti ignorano l'esistenza. Ronnie vive a Boston e la sua vita cambia totalmente in una sola notte, durante un blackout sua sorella viene portata via mentre suo padre scompare. Nel frattempo una serie di misteriosi omicidi comincia a terrorizzare l'America e in men che non si dica il mondo intero. Ronnie sarà catapultata in una feroce lotta, una lotta tra bene e male, una lotta che la riguarda molto da vicino, più di quanto creda...una lotta per la conquista del Mondo Nascosto.
Vi auguro una buona lettura e spero che la storia vi piaccia...lasciate recensioni per farmi sapere cosa ne pensate!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il dolore partiva dalla testa e arrivava fino ai piedi. Ronnie teneva ancora gli occhi chiusi, eppure sentiva pungersi su tutto il corpo, in particolare aveva il braccio e le ginocchia che le bruciavano. Quando le palpebre si sollevarono, neanche un secondo che una luce accecante la costrinse a chiuderle nuovamente. Rimase per un istante con gli occhi chiusi, poi provò di nuovo a riaprirli molto delicatamente finché si rese conto che la luce altro non era che una lampadina al neon appesa al soffitto. Ronnie strizzò leggermente gli occhi per avere una vista più chiara e vide un insetto, una falena probabilmente, che si scontrava senza sosta contro la lampadina. Alla decima testata, la falena cadde sul braccio sinistro di Ronnie, la quale ritraendolo  si sentì delle punte taglienti conficcarsi nella pelle. Ronnie emanò un piccolo gemito, quando d’un tratto si spalancò una porta dalla quale entrò David, con le guance di un color rosso peperone.
-Ronnie!- esclamò David andandogli vicino.- Ti sei svegliata finalmente, è fantastico.
-Mm…per quanto ho dormito? – grugnì Ronnie.
-Non molto, anche se è quasi l’alba! Piuttosto perché sei sdraiata su delle sedie di chiodi?
-Beh…questo dovresti dirmelo tu, non credi? Dai aiutami ad alzarmi!
-Non so che dirti a dire il vero- disse David aiutando Ronnie ad alzarsi.- Io sono stato con Phil tutta la notte, è stata Jennifer a portarti qui.
-Ho sentito il mio nome!- esclamò Phil entrando nella stanza.- Incredibile ti sei svegliata?
-Perché, speravi che morissi?- disse Ronnie nervosamente.
-Oh…a quanto pare qualcuno qui è nervoso!- esclamò Phil.
-Certo che sono nervosa, ho dormito su delle sedie ricoperte di chiodi, sono piena di graffi e mi sento ancora quei maledetti chiodi nelle spalle.
-Un momento!- esclamò Phil in zittendo Ronnie.- vuoi dirmi che hai passato tutta la notte sulle sedie riservate alle streghe? Questa è proprio forte!
- Non lo è per niente invece! E poi scusa, io sarei una strega secondo te?
-No…no…non fraintendermi, vedi quelle sedie sono ricoperte di chiodi perché lì, facciamo accomodare le streghe e gli stregoni che portiamo in caserma in attesa di essere interrogati.
In quel preciso momento entrò Jennifer nella stanza.
-Bene, ti sei svegliata!- esclamò senza alcun tipo di emozione.
-Jennifer sei tu che hai poggiato Ronnie sui chiodi?- chiese Phil fra una risata e l’altra.
-Mi sono sbagliata, non mi ero accorta che c’erano i chiodi! Può capitare no? Di sbagliarsi- disse Jennifer stringendo i denti.
-Che vuoi dire con questo?- chiese David incrociando le braccia.
-Voglio dire che abbiamo fatto un errore a portarli qui!
-Oh…ma davvero? E dimmi tu che proponevi? Di lasciarli davanti a quella casa in fiamme? Sai bene che ogni dormiente che entra in contatto con qualsiasi creatura dev’essere interrogato!
-Un momento!- intervenne Ronnie.- Mia sorella, dove sta mia sorella, dove sta Elen?
-Ronnie…Elen è scomparsa- disse David cercando di essere sensibile il più possibile.- Il vampiro ricordi? L’ha portata via.
-Ma dove?
-Non lo sappiamo- rispose Phil.- Ed è per questo che abbiamo bisogno di interrogarti, anche perché il tuo amico non ha saputo dirci niente.
-Ti hanno interrogato?- chiese Ronnie al suo  migliore amico.
-Si, mi sento il viso bollire, faceva così caldo in quella stanza una cosa atroce- rispose David.- Per non parlare di quell’odioso uccellaccio non l’ho sopportavo più, non faceva altro che guardarmi.
-Ehi…le fenici sono creature molto intelligenti- specificò Phil. Poi rivolse lo sguardo verso di Ronnie.- Si dice che guardando una persona negli occhi riescano a capire se dice la verità o meno.
-Oh si…quella mi guardava, ma non aveva l’aria di chi vuole sapere la verità!- esclamò David.- No, quello ero uno sguardo assassino, scommetto che se ci avreste rimasti da soli in quella stanza, avrebbe cercato di uccidermi.
-Magari, ci avrebbe fatto un piacere!- esclamò Jennifer avviandosi verso la porta.- Allora vogliamo interrogarla o ci accomodiamo a tavolino e facciamo colazione?
-Sai una cosa?- sopirò Phil.- Io opto per la colazione!
Jennifer assunse un espressione alquanto sorpresa,- Ehm…Phil dai io stavo scherzando!
-Io no!
-No scusa, vuoi dirmi che non vuoi interrogarla?
- Penso che sia meglio che si riposi un po’ per ora, in fondo ha passato la notte su un letto di chiodi!
-Bene allora!- esclamò David con un gran sorriso.- Non c’è niente di meglio di bacon e pancetta per cancellare quello sguardo assassino dalla mente.
- Guarda che viene anche Lolly!- esclamò Phil.- Non possiamo di certo lasciarla qui da sola!
-Lolly, è così che si chiama allora. Va bene, basta che stia lontana dalla mio baco e dalla mia pancetta!
-Ma di che cosa stiamo parlando?- urlò Ronnie.- Mia sorella è sparita, l’ha portata via un vampiro e adesso potrebbe avere due denti ficcati nel collo e voi parlate di fare colazione.
-Ronnie devi calmarti adesso, ascolta ti prometto che la ritroveremo e uccideremo quel dannato vampiro, ma ora hai bisogno di riposarti!- esclamò Phil.
David, che ormai aveva la mente annebbiata dalla pancetta e dal bacon, suggerì una buona tavola calda in cui fare colazione.- Potremmo andare da Tiffany?
-Si…è magari invitiamo anche Audrey Hepburn a mangiare con noi!- esclamò Jennifer.- Niente locali da dormienti, conosciamo noi un bel posto dove fare colazione. Adesso mentre voi vi preparate io vado a prendere Lolly- detto questo Jennifer lanciò una di quelle occhiatacce simili a quelle del pennuto che tanto avevano turbato David.
-è ufficiale, quella ragazza mi fa più paura di Lolly!- esclamò David nascondendosi dietro di Ronnie che nel frattempo si avviò dietro di Phil verso la porta.
-Allora dove andiamo esattamente!- esclamò David.
-Vedrete- rispose Phil.
Ronnie si guardava intorno, stavano percorrendo un lungo corridoio con delle gigantesche vetrate da cui si vedeva un panorama mozzafiato di tutta Boston. Dal lato opposto una gigantesca mappa del globo occupava l’intera parete. La ragazza la osservò con attenzione e curiosità. In ognuno dei cinque continenti correvano strisce di vari colori e lunghezza. L’Europa era piena di strisce azzurrine che partivano da una nazione e arrivavano ad un’altra. Lo stesso era per gli altri continenti, strisce rosse per l’America, verdi per l’Oceania, gialle per l’Asia e un paio di strisce nere per l’Africa. In particolare Ronnie ne notò alcune che dall’America arrivavano in Europa e viceversa, in Oceania e così via ed erano di un colore argenteo.
-è la mappa mondiale di passa porte!- Ronnie sobbalzò quando Phil gli parlò da dietro le spalle.- Ogni continente possiede la propria rete di passa porte, ed ogni rete ha un proprio colore. Quella di colore argento è la rete oltre oceano, significa che il campo di queste passa porte è così potente da riuscire a trasportarti dall’altra parte del globo in solo mezzo secondo.
-Wow!- esclamò Ronnie mezza stupita.- Se tutti ne potessero usufruire le compagnie aeree fallirebbero in un solo mese…
-Eh già…- replicò Phil,- la società si arricchirebbe sicuramente…
-Quale società?
-Quella che gestisce e controlla tutte le reti di passa porte…la PASSAPORTE s.r.l., forse la società magica più potente dopo…
-Dopo?- Ronnie cercò di tirargli le parole fuori di bocca.
-Lascia perdere…- concluse Phil.- Non ha importanza, non capiresti.   
-Va bene…dov’è che ci troviamo esattamente?- chiese Ronnie rivolgendo lo sguardo al panorama della città, nella sua voce si percepiva una certa perplessità.
-Siamo nella sede dell’MSHC di Boston, esattamente al sessantunesimo piano della John Hancock Tower, da qui teniamo sotto controllo tutta la città!- rispose Phil chiamando l’ascensore.
-Credevo che la torre avesse solo sessanta piani- ribatté Ronnie
-E infatti è così, il piano in cui si trova il ministero è invisibile all’occhio dei dormienti.
-Wow! Ma siete solo tu e Jennifer?- Chiese Ronnie mentre la porta dell’ascensore si spalancava.
-No, io e Jennifer in genere facciamo sempre il turno di notte, anche perché è il momento diciamo più pericoloso per voi dormienti, gran parte dei vampiri più pericolosi si aggirano di notte e così…
-E così tu e Jennifer sareste i più bravi nel vostro mestiere!- lo interruppe Ronnie.
-E anche i più sfigati!- urlò Jennifer correndo verso di loro con Lolly appollaiata sulla sua spalla.- Ah…eccoci qui, beh…Lolly tu conosci già David vero? Perché non ti appoggi un po’ sulla sua spalla?
-No…no- urlò David uscendo dall’ascensore.- Sapete una cosa, credo che andrò a piedi una bella camminata mi farà bene!
-Su David, non fare lo stupido, vieni dentro, non vorrai davvero farti tutte le scale della torre?- sbuffò Ronnie.
- E perché no!- disse Jennifer.- Meno siamo, più l’ascensore scende veloce, ci vediamo giù David.- Jennifer agitò la mano in segno di saluto.
-Fermi! E va bene vengo, ma per favore tieni quell’uccellaccio lontano da me!
-è una fenice.- specificò Phil.
-Come ti pare!- sbraitò David.
-Va bene come vuoi, ma adesso entra altrimenti davvero scendiamo senza di te!
David rientrò nell’ascensore e mentre le porte si chiudevano Jennifer esclamò-Cenere!
Quando le porte dell’ascensore si riaprirono al piano terra, il viso di David era ricoperto di macchie nere, sembrava appena uscito da una miniera.
-E ringrazia che gli ho fatto tossire della cenere anziché del fuoco!- disse Jennifer.- Altrimenti a quest’ora non c’è l’avevi proprio più la faccia e magari avresti fatto un piacere a tutti.
David ridacchiò in quel momento.
-David ma cosa ridi? Ti ha offeso, voleva dirti che sei brutto!- lo rimproverò Ronnie afferrandolo per un braccio.
-Ronnie ma possibile che ancora non hai capito?
-Cosa dovrei capire David?
-Jennifer si comporta così perché in realtà è pazza di me!
-Ok, questo fa davvero ridere, davvero pensi che Jennifer, forse la ragazza più fredda al mondo, sia attratta da te?
-Cosa c’è di strano?- chiese perplesso David.
-Cosa c’è di strano? Magari il fatto che è umanamente impossibile?
-Come vuoi Ronnie, pensa quel che vuoi!- esclamò David.
-Allora voi due vi muovete o dobbiamo aspettare che si faccia mezzogiorno?- urlò Jennifer.
Nonostante la luce fosse tornata e fosse quasi giorno, le strade della città erano quasi deserte e si sentiva un gran silenzio. Il cielo era di un colorito bluastro molto chiaro, le stelle ormai erano scomparse anche se strizzando leggermente gli occhi si riusciva ancora a scorgerne qualcuna.
-Allora cosa stiamo aspettando?- chiese David.
-Niente, è arrivato!- esclamò Phil.- Ragazzi ecco a voi il carro del peccato!
Ronnie e David videro comparirsi davanti una macchina simile ad un vecchio maggiolino malconcio, rosso e giallo, anche se i colori in questione erano parecchio sbiaditi.
-E noi dovremmo salire su quel catorcio?- chiese David puntando un dito contro il maggiolino fermo al lato della strada.
-Il catorcio come dici tu- specificò Jennifer,- è più veloce di una nave, un aereo, un autobus, un treno ad alta velocità e qualsiasi vostro altro mezzo di trasporto per dormienti!
-Ma davvero? E come fa ad essere così veloce?
-Ha un motore da 8000 cavalli!- esclamò Jennifer, aprendo il vano motore, dal quale uscì una piccola novala di fumo e una spira assunse la forma di un cavallo che iniziò a saltellare da una parte all’altra proprio davanti ai loro occhi per poi terminare con un ultimo salto prima di sgretolarsi sul naso di David che emise un piccolo colpo di tosse.
-E adesso sono 7999!- aggiunse Phil mentre Jennifer richiudeva il vano motore con un pugno talmente forte da far saltare tutti in aria. Poi aggiunse- forza salite, io sto davanti.
-Aspetta!- urlò Phil a Ronnie,- ti apro la portiera.- Ma non appena la tirò, la portiera venne giù.- Accomodatevi!-esclamò Phil spingendoli delicatamente attraverso la portiera aperta, per poi seguirli a ruota. All’interno i sedili erano morbidi e comodi. Gli specchietti retrovisori avevano gli specchi scheggiati, così come lo specchietto interno, sul quale Ronnie notò due piccole palle appese con un sottile filo rosso. Dopodiché rivolse lo sguardo al guidatore. Quest’ultimo indossava una felpa verde molto larga, con il cappuccio tirato sulla testa. Ronnie guardò anche le mani appoggiate sul volante, erano grandi, di un colorito giallastro, le dita erano più lunghe del normale con le unghie a punta cresciute e nere. Quando il guidatore voltò la testa, Ronnie e David rimasero a bocca aperta. Il viso era perfettamente ovale, dello stesso colore giallastro delle mani, ma non aveva gli occhi. Esattamente al centro vi erano due piccole fessure nere, probabilmente per respirare, mentre la bocca era una linea sottilissima rosa appena accentuata. Proprio sotto il mento penzolavano dei bozzoli di pelle giallastra.
-Non abbiate paura- li rassicurò Phil,- è Leonard, è un ibrido! Saluta Leonard.
L’ibrido scosse leggermente la testa, per poi emettere uno strano verso simile ad uno spiffero di vento.
-Cos’è un ibrido?- chiese Ronnie raggomitolata sotto il braccio di Phil.
-è ciò che nasce dall’unione di un essere umano con un membro del popolo fatato, è per questo che si chiama carro del peccato, perché una simile unione è un peccato imperdonabile, gli umani non sono in grado di reggere il sangue fatato!
-Wow…-sospirò Ronnie con la bocca ancora aperta per lo stupore.
-Incredibile, da esseri così belli come le fate può nascere un simile mostro!- esclamò David per poi voltarsi verso Ronnie- non che io ne abbia mai vista una!
-Allora che vogliamo fare? Leonard ti decidi a portarci alla Gatta Mammona o c’è la dobbiamo fare a piedi?- urlò Jennifer dando una carezza alla tenera Lolly appollaiata sulla pancia.
Leonard emise un altro spiffero questa volta un po’ più lungo.- Reggetevi!- esclamò Phil.
-Un’ attimo come fa a guidare se non ha gli occhi?- chiese David in preda al panico.
-C’è li ha gli occhi, sono appesi qui- rispose Jennifer sbuffando e additando lo specchietto interno.
Prima che David potesse emettere un’altra parola, si sentì i cappelli di Ronnie nella bocca e il vento freddo sbattergli in faccia. Chiuse gli occhi perché non riusciva a tenerli aperti, gli bruciavano. D’un tratto andò sbattere con la faccia sul sedile davanti a lui.
-Vi avevo detto di tenervi!- esclamò Phil scendendo dal carro del peccato seguito subito da Ronnie,- mi fischiano le orecchie-sospirò lei.
-Tranquilla!- rispose Phil,- la prima volta è normale.
David scese dall’auto sputando dalla bocca una piuma rossa. Quando rialzò lo sguardo vide che Lolly lo stava fissando.- Ecco, ecco…di nuovo quello sguardo assassino!
-Ma piantala David- disse Ronnie,- qui nessuno vuole ucciderti!
-Io si!- esclamò di botto Jennifer.
-Piantatela voi due- replicò Phil.
-Ehi…ma siamo di nuovo a Back Bay! Questa è Newbury Street- disse con sua sorpresa Ronnie.
-Si, è qui che si trova la Gatta Mammona, seguiteci!- replicò Phil.
L’aria era abbastanza fresca, c’era un leggero vento molto piacevole. L’unico rumore che si udiva erano i fruscii delle folte chiome verdi degli alberi, che proteggevano dai raggi del sole del mattino. Le vetrine dei vari negozi e boutique erano addobbate con tende e vestiti colorati, ideali per l’estate.
Ronnie aveva davanti l’ultima delle tante case di mattoni a tre piani che caratterizzavano Newbury Street. A pochi passi da loro s’intravedeva l’ingresso del Public Garden, che aveva ancora i cancelli serrati. Phil diede una lieve spinta con la mano al cancelletto di ferro battuto che circondava l’intera casa, aprendolo. Prima di entrare nel piccolo cortile, Ronnie notò che quella era l’unica casa, in tutta la strada a non avere un’insegna di qualche negozio o ristorante e tutte le finestre avevano delle tende verdi che impedivano di vedere cosa c’era all’interno. Phil, portò tutto il gruppo sul retro della casa. Anche qui c’era un piccolo cortile, circondato da una gigantesca e altissima siepe. Due cassonetti dell’immondizia erano l’unico elemento di decoro. Un’insegna al neon, con il nome del locale affiancato da un gatto nero, sormontava una porta di legno ridipinta di verde. Quando Phil aprì la porta, si udì il suono di un campanello.
All’interno del locale c’era un’aria abbastanza fredda ma gradevole. Con suo grande stupore, Ronnie scoprì che in realtà la casa non era di tre piani, ma c’era solo il piano terra. Dal tetto di travi di legno, scendeva un enorme candelabro, anch’esso di legno, pieno di candele, di ragnatele e di stalagmiti di cera. Anche i tavoli erano di legno, c’è n’erano all’incirca dieci, tutti rotondi, ognuno con il suo divanetto e il suo separé.
-Ehi?- urlò una donna dalla corporatura robusta e dalla pelle scura, da dietro il bancone.- Phil, Jennifer, che piacere rivedervi! Sedetevi dove vi pare vi mando subito Lena.
-Grazie mille Patty!- replicò Phil, mentre Jennifer si era già diretta verso un tavolo, quello centrale.- Venite!- fece segno Phil a Ronnie e David. Lolly invece non si trovava più sulla spalla di Jennifer, ma si era posata sul candelabro e si divertiva a spegnere le candele.
-Lolly vedi di piantarla prima di far rimanere al buio tutto il locale- urlò Jennifer, mentre David seguiva con gli occhi ogni singolo spostamento di Lolly.
-Chi era la signora?- chiese Ronnie.
-Oh…lei è Patty, la proprietaria!- rispose Phil, afferrando uno dei menù rosa appoggiati sul tavolo.- Sai, dovresti conoscerla è telepate, riesce a leggere nella mente di qualsiasi creatura e dormiente.
- Ancora non capisco perché ci chiamate dormienti?
-Beh…i dormienti sono coloro che non hanno l’occhio magico, ovvero coloro che non si accorgono che c’è tutto un altro mondo intorno a loro.
-Ma…io ti vedo, ti ho visto quando eri un lupo e riesco a vedere tutto questo…
-Si, ma riesci anche a vedere le fate che in questo momento sorvolano il candelabro e che strappano le piume a Lolly?
-Ben gli sta!- rispose in mezzo David.
-No, non ci riesco- rispose Ronnie con una lieve voce.
-Beh…vuol dire che non hai l’occhio magico!- Phil richiuse il menù e lo poggiò sul tavolo.- Vedi avere l’occhio magico significa riuscire a vedere il popolo fatato…
-Quindi Elen, mia sorella aveva l’occhio magico?
-Si, credo proprio di sì- rispose Phil mentre Ronnie sospirava.- Oh…sta arrivano Lena, è la figlia di Patty, potrebbe sembrarti strana ma non preoccuparti.
Ronnie fissò la ragazza che si stava dirigendo verso il loro tavolo. Era alta, magra, di carnagione molto chiara, bianca quasi come il latte. I capelli erano lunghi, fluenti e bianchi, sembrava indossasse una parrucca. Gli occhi erano grandi e blu, proprio come il fondo del mare. Sulle unghie aveva uno smalto dello stesso colore. Indossava una maglietta stretta e rosa a maniche corte, con un grembiule bianco, mentre ai piedi aveva delle ballerine.
-Ciao Lena!
-Ciao Phil! Che bello rivederti- rispose lei,- e Jennifer, mi piacciono un sacco i tuoi capelli, per caso li hai tagliati?- aveva una voce molto squillante.
- No!- rispose di botto Jennifer.- Taglia corto Lena e portami il solito, ma vedi di metterci il caramello stavolta sui pancake e non sangue di cervo come l’ultima volta, non sono certo una vampira io.
-Oh…certo non preoccuparti, non sbaglierò!- Lena batté le palpebre per due volte mostrando le sue lunghe ciglia nere.- Phil anche per te il solito?
-Si Lena grazie.
-Molto bene e invece a queste due nuove facce che posso portare?
-Certo- sobbalzò Phil.- Questi sono due nostri amici, Ronnie e David, sono dormienti- specificò.
-Beh…molto piacere.- Lena allungò la mano a David che esclamò- wow che mano fredda che hai!
Lena scoppiò in una piccola risata, per poi allungare la mano verso Ronnie, non appena le mani delle due ragazze si strinsero, Lena si pietrificò. Era immobile, respirava molto profondamente con la bocca leggermente aperta. Il blu scomparve, gli occhi ora erano completamente bianchi.
-Ma che diavolo gli prende?- chiese Ronnie singhiozzando.
-Sta avendo una visione!- esclamò Phil cercando di tranquillizzarla.
Ronnie si sentiva il braccio congelarsi dall’interno, quella spiacevole sensazione finì quando Lena, finalmente, gli lasciò la mano. La sua bocca continuava a rimanere leggermente aperta e il suo respiro era ancora molto profondo, mentre gli occhi avevano riacquistato quella meravigliosa tonalità di blu scuro.
-Ehm…Lena, ascolta prendono anche loro i pancake, ok?- suggerì Phil.
Lena non rispose, ma fece segno di sì con la testa per poi allontanarsi.
-Aspetta!- urlò Jennifer,- loro ci vogliono il sangue sui pancake.
-Cosa? A me non piace il sangue!- esclamò David.
-L’hai mai assaggiato?- chiese di botto Jennifer.
-No!
-Allora come fai a saperlo che non ti piace?
David decise che era meglio terminare lì la discussione, mentre Phil cercava in qualche modo di tranquillizzare Ronnie.
-Ronnie, non c’è niente di cui preoccuparsi è tutto a posto, ha avuto solo una visione! Lena è una veggente, sai quante visione avrà al giorno?
-No, Phil non è normale- rispose Ronnie ancora scossa.- Sentivo il braccio congelarsi dall’interno ok? Guarda, ancora adesso non me l’ho sento è come se fosse addormentato.- Ronnie alzò il braccio davanti a Phil per poi farlo cadere sul tavolo a peso morto.
-Va bene, ma tu ora devi stare tranquilla, ancora un po’ di tempo e riacquisterai la sensibilità.
D’un tratto un tremolio improvviso scosse l’intero locale.
-Un terremoto!- esclamò David, alzandosi di colpo dalla sedia e sbattendo il ginocchio contro lo spesso legno del tavolo.
-Calmati…- lo rassicurò Jennifer,- non c’è nessun terremoto, è la gatta, si sarà trasformata di nuovo.
David e Ronnie alzarono il sopracciglio destro in senso di perplessità.
In quel preciso momento, arrivò Patty al tavolo, portando le ordinazioni, quattro piatti pieni di pancake, su quelli di Ronnie e David c’era cosparsa una sostanza di un rosso molto scuro.
-Ah…ragazzi questo sangue è freschissimo sono sicura chi vi leccherete i canini, buon appetito!- esclamò Patty posando i piatti sul tavolo.- scusa Phil, tu e Jennifer potreste venire un attimo con me vi devo dire una cosa…- gli occhi di Patty andarono su Ronnie,- una cosa…molto importante.
-Va, bene- rispose Phil- non c’è problema.
Quando Patty entrò nel retro bottega seguita da Phil e Jennifer, Ronnie notò che anche Lena si chiuse dentro con loro.
-Molto strano, secondo te di cosa devono parlare?- chiese Ronnie.
-Non né ho la minima idea- rispose David, sfogliando le pagine di un giornale che era stato abbandonato su un tavolo lì vicino.- Che strano!
-Cosa?- ribatté Ronnie.
-Su questo giornale ci sono scritte cose assurde…
-Fa un po’ vedere!- con un rapido gesto, Ronnie strappò via il giornale dalle mani di David, andando subito alla prima pagina, il cui titolo principale riportava:
VIETATE SCOPE VOLANTI SUI CIELI DI TELìA   Il no arriva direttamente dall’Ordine Americano
-Sentito David!- esclamò Ronnie con aria divertita.- A quanto pare non potrai più fare quel volo che desideravi tanto…
-Ah ah…- replicò il ragazzo.- Quanto sei spiritosa!
Ronnie continuò a leggere il resto dell’articolo.
Ed ecco, cari affezionati lettori le parole che il mago Irvi ha rilasciato ai nostri giornalisti:
le fatture che stregano le scope, sono dannose per le difese che circondano la città, per questo abbiamo ritenuto opportuno emanare questo importante divieto.
Nonostante le buone ragioni dell’Ordine, il divieto sta scatenando non pochi dissensi nella comunità degli stregoni e delle streghe  che urlano a gran voce di essere tenuti sempre più fuori dalla vita e dalle decisioni di una città, fondata, ricordiamolo, proprio da loro.
segue a pag.9
Nel leggere quelle righe, Ronnie non sapeva se ridere o preoccuparsi, nella testa aveva una gran confusione. Gli serviva assolutamente qualcosa da mettere sotto i denti e i pancake cosparsi di sangue non erano certo la miglior opzione.
- Una cosa è certa però, non ho nessuna intenzione di assaggiare del sangue!- esclamò David.- Ma…che stai facendo?
-Non lo vedi? Mangio un pancake- rispose Ronnie.
-Ma sono di Jennifer, quelli!
-E allora che t’importa? Tieni, sta zitto e mangia!
-Ehi… non ti permetto di trattarmi così.
-Oh ma davvero, da Jennifer si però?
-Beh…ma che c’entra, lei cerca di conquistare il mio cuore!
-Oh…ma per favore- rispose Ronnie ingoiando l’ultimo boccone di pancake.
-Cambio di programma!- esclamò Phil tornando al tavolo.-Dobbiamo andarcene e subito!
-Cosa? E perché?- chiese Ronnie presa alla sprovvista.
-Perché si. Non posso spiegarvi adesso, ma tu…- Phil puntò il dito contro Ronnie- da questo momento in poi sei sotto la nostra protezione, forza alzatevi adesso!
-Ehi…- urlò Jennifer.- chi ha mangiato i miei pancake?
-David!- rispose di botto Ronnie, saltando dalla sedia e correndo dietro Phil che era già uscito dal locale.
-Che cosa…ma non è vero…
-Oh…non provare a cercare scuse!- esclamò Jennifer puntando il dito verso David.- Se è la guerra che vuoi, l’avrai! Lolly! Forza andiamo!- Lolly planò sulla spalla di Jennifer, con il becco arrotondato completamente ricoperto di cera.
Il carro del peccato si trovava già parcheggiato all’angolo della strada. Leonard non aveva più la testa coperta dal cappuccio e una chioma, forse di dieci , venti capelli neri massimo, scendeva di lato coprendogli metà viso.
Phil aprì la portiera, afferrò delicatamente il braccio di Ronnie e la sospinse dentro, seguita da David e da Jennifer. Phil salì sul sedile davanti,- allora siete pronti? Tenetevi.
-Un momento!- urlò Ronnie.- Ma dove andiamo?
-A Telìa!- rispose Phil. 


Ok, arrivati a questo punto, devo dire che sono molto felice di come si sta evolvendo la storia e voglio ringraziare tutti voi che trovate il tempo di seguirla. Mi piacerebbe sapere però, anche che cosa ne pensate, quindi lasciate qualche recensione se vi fa piacere, altrimenti va bene lo stesso :) GRAZIE ANCORA!!!
  
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