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Autore: Marti Lestrange    07/09/2013    4 recensioni
[STORIA SOSPESA]
1° settembre 2022: inizia un nuovo anno scolastico alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Un anno che sconvolgerà parecchi equilibri, e parecchie vite, riportando a galla incomprensioni, antipatie, malcontenti, gelosie e amori vecchi e nuovi, mentre qualcuno trama segretamente nell'ombra per alimentare litigi e misunderstandings. Intanto, sembra che sia stato escogitato un "complotto" per gettare "qualcuno" nel fango... riuscirà a rialzarsi e a dimostrare la sua innocenza?
{Dal testo:
« La pagheranno, lui e Scamandro e tutti i loro amici Serpeverde dei miei stivali » sussurrò Lucy.
Albus la guardò. A volte sua cugina sapeva spaventarlo.
Le sorrise. Annuì. }
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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~ CAPITOLO 4 ~
WE KNOW WHAT YOU DID IN THE DARK
 
 
 
“Be careful making wishes in the dark
Can't be sure when they've hit their mark”
 
 
 
Mercoledì 7 settembre 2022 - Hogwarts
 
« Mi aspetto che tu completi questo lavoro extra entro e non oltre il mese di settembre, Nott. Lo so che il tema della Trasfigurazione Extragenere¹ è vasto e complesso, ma so anche che te la sai cavare egregiamente, nella mia materia. »
Ophelia sorrise. « Non la deluderò, professoressa Pilcher. »
Judith Pilcher ricambiò il sorriso. Sapeva essere dolce, e i capelli biondi, che quel giorno le incorniciavano dolcemente il viso, uniti ad un paio di grandi occhi azzurro-verdi, davano di lei una prima impressione di dolcezza, che veniva subito dissipata quando la si conosceva meglio. Era severa e attenta alla disciplina e nella sua classe non ammetteva gli scansafatiche e i maleducati.
« Ottimo » concluse, raccattando alcuni fogli di pergamena sparpagliati sulla cattedra. « Ora ti lascio andare a pranzo. Buona giornata. »
« Buona giornata a lei. »
Così dicendo, borsa dei libri in spalla, e plico di appunti extra stretti al petto, Ophelia si affrettò ad uscire dalla spaziosa e soleggiata aula del quarto piano per raggiungere Dominique a pranzo. Mentre percorreva il corridoio deserto, cominciò a dare una rapida scorsa ai fogli che le aveva consegnato la Pilcher per la ricerca sulla Trasfigurazione Extragenere. La Pilcher era solita affidare ai suoi studenti più grandi - del sesto e del settimo anno - delle ricerche extra su temi e argomenti selezionati. Quel mese era toccato proprio a lei. Voleva dare il massimo per iniziare bene l’anno scolastico.
All’improvviso, un corpo non meglio identificato le venne addosso, provocando un’esplosione di fogli nell’aria. Un “Per Godric!” rimbombò tra le pareti di pietra, mentre James Sirius Potter cominciava a raccogliere i fogli sparsi qua e là.
Ophelia, dopo un iniziale stato catatonico in cui semplicemente si era limitata a fissare il caos di pergamene volanti, si riscosse e assottigliò lo sguardo. James Potter. Che diavolo ci faceva in quel corridoio a quell’ora? Non sarebbe dovuto essere a pranzo, magari?
« Potter! »
« Cavolo, mi spiace » cominciò lui riacciuffando un foglio che era andato a posarsi in cima ad una vecchia armatura arrugginita. « Non ti ho proprio vista, Nott. »
« Non mi hai proprio vista? » ripeté lei, strappando via dalle mani del ragazzo i fogli che le aveva raccolto. « Cavolo, e pensare che il corridoio è bello largo e non propriamente affollato. »
James la guardò. « Io ti sarò anche venuto addosso, ma nemmeno tu guardavi dove stavi andando, altrimenti ti saresti spostata. Dico bene? »
Ophelia aprì la bocca per replicare e poi la richiuse senza emettere suono.
« Che cosa c’entra, scusa? Hai combinato un disastro. Lo sai quanti fogli dovrò riordinare? »
James si limitava a guardarla, le mani buttate nelle tasche - come al solito - e quella sua immancabile aria di finta noncuranza che la irritava da morire.
« Sei proprio strana, sai? » disse lui osservandola raccogliere gli ultimi fogli.
« Anche tu, Potter. Non è che hai di nuovo fumato quella strana erba che procurano i gemelli Scamandro, vero? » Gli si avvicinò. I suoi occhi erano vagamente vitrei e distanti.
« Non dire fesserie » esclamò James all’improvviso, infastidito, distogliendo lo sguardo da lei. « E poi… » si interruppe, tornando a guardarla.
“È sempre più strano. Ha fumato, non c’è altra spiegazione”.
« Ti ricordi… » cominciò di nuovo James e poi, inspiegabilmente, scosse la testa e si allontanò a grandi passi.
« Ricordi cosa, Potter? » gli gridò dietro lei, stranita, ferma in mezzo al corridoio.
« Lascia perdere » lo sentì borbottare prima di sparire dietro l’angolo.
Ophelia alzò le spalle e proseguì lungo il corridoio diretta in Sala Grande. Lei e Dominique avrebbero mangiato al tavolo di Grifondoro, come sempre, ma la sua amica non era ancora arrivata, così, avvistate Ava e Roxanne, le raggiunse. Non appena la videro, le due ragazze le sorrisero, facendole segno di unirsi a loro.
« Hey, Oph » la salutò Ava.
« Come stai, pazza? » le chiese Roxanne.
« Ho appena incrociato tuo cugino, Rox » rispose Ophelia sedendosi e agguantando un pezzo di pane integrale.
« Quale dei tanti? »
« James. Era piuttosto… come dire… stralunato e svanito, se capite cosa intendo. »
« Detto da te, Oph. » Ava alzò gli occhi al cielo.
Ophelia le fece una linguaccia che l’altra ricambiò spedendole un bacio. Scosse la testa. « Sembrava avesse fumato, ragazze, sul serio. Non l’ho visto particolarmente lucido. »
Ava e Roxanne si scambiarono una rapida occhiata, che ovviamente Ophelia non perse occasione di notare. Ava si schiarì sonoramente la gola.
« Hey, hey, hey » esclamò Ophelia. « Un attimo. Cos’era quello sguardo? C’è qualcosa che non so, per caso? »
« Riguardo a James? » chiese Roxanne ironica. « Non lo so, tu che dici? »
La ragazza scosse di nuovo la testa, sempre più confusa, forse sperando di schiarirsi le idee.
« Insomma, Oph, dobbiamo ricordarti noi cosa è successo alla festa di fine estate a casa di Domi? » intervenne Ava pratica, guardandola con occhi spalancati.
« La festa… » cominciò Ophelia. « La festa di Domi? »
« Sì, Oph. Sappiamo che eri parecchio… diciamo… “euforica”, quella sera, ma non ricordi cosa è successo con Jamie, sulla spiaggia, proprio dentro il capanno… »
La voce di Roxanne sfumò per lasciare spazio ad un gesto fin troppo esplicito e ad un’occhiata inequivocabile. Ophelia, per la seconda volta quel giorno, aprì la bocca per parlare - per dire che no, non si ricordava niente, tanto meno di James e di quel dannato capanno - ma la richiuse all’istante.
James.
Il capanno.
James.
La festa di fine estate.
James.
James.
James.
 
 
* * *
 
 
 
Domenica 28 agosto 2022 - Villa Conchiglia, Cornovaglia
 
Il mare sciabordava tranquillo e un quieto stormo di gabbiani prendeva il volo oltre il promontorio, mentre Ophelia Nott sedeva sulla spiaggia, la luna che le illuminava il viso e una bottiglia di FireWhisky mezza vuota abbandonata sulla sabbia. Aveva bevuto un po’ troppo in compagnia di Owen Zabini, che al momento era disteso poco distante, beatamente addormentato. Ophelia gli rivolse un’occhiata e le scappò una mezza risata quando Owen borbottò il nome di Roxanne e si girò dall’altra parte. Avevano sempre avuto un rapporto travagliato, lui e la Cacciatrice di Grifondoro, che era forse l’unica ragazza a non essere ancora caduta ai suoi piedi. Per Owen, il tutto puzzava di affronto.
Le feste di fine estate a casa di Dominique Weasley erano sempre un grande trionfo: la musica giusta, la giusta atmosfera, le bevande - soprattutto alcolici, per festeggiare degnamente la fine delle vacanze -, gli invitati…
Ophelia ovviamente era stata sempre presente, fin dalla prima festa, organizzata tra il primo e il secondo anno, durante la quale James Potter si era ubriacato talmente tanto che era salito sul tetto e aveva anche rischiato di cadere di sotto. Era prontamente intervenuta Ava Thomas, una delle poche persone sobrie presenti, e lo aveva costretto a scendere, per poi assestargli un bel pugno sul naso come monito per il futuro. Difatti, James non si era mai più ubriacato, dopo quella volta. Pensare a Potter le mise addosso una certa agitazione, per cui preferì concentrarsi sul profilo di Owen e sul contenuto della bottiglia che aspettava di essere terminato. Già.
« Nott. »
Ophelia si voltò. James Potter stava in piedi alle sue spalle, poco distante, le mani buttate nelle tasche e una strana espressione sul viso in ombra. Parlando del diavolo…
« Ophelia, Potter. Ophelia » borbottò lei in risposta.
« James. Non Potter. Ophelia. »
Lei fece una smorfia e tornò a guardare il mare blu notte della Cornovaglia.
« Che fai qui fuori da sola? »
« Non sono sola » rispose lei indicando Owen.
James si avvicinò alla sagoma di Zabini e lo studiò per un momento, per poi piazzarsi di fronte ad Ophelia.
« Per Salazar, Potter, sei fastidioso, lo sai? » esclamò lei.
Lui agguantò la bottiglia quasi vuota di FireWhisky e la soppesò per un momento. Poi le tese una mano, alzando le sopracciglia con decisione.
« Forza, basta FireWhisky » disse risoluto.
« Non siamo tutti ingessati come te, Potteruccio » rise lei. « Sappiamo come divertirci, noi. »
« Andiamo, Nott, questo non è divertimento, sai? Ti rendi solo ridicola. »
« Io sarei ridicola? » esclamò lei.
Si alzò in piedi, barcollando leggermente, e James l’afferrò prima che cadesse a faccia avanti sulla sabbia. L’agguantò per un fianco e Ophelia poté sentire il suo profumo, un misto di sapone e limone e sole. 
« Profumi, Potter » ridacchiò lei mentre il ragazzo la trascinava lentamente verso la casa.
« Be’, grazie, Nott. Sono contento di sapere che non puzzo. »
Ophelia rise ancora e poi, sorprendendo James e perfino se stessa, lo prese per mano, spingendolo verso il piccolo capanno in cui Bill Weasley teneva la sua barchetta da pesca amatoriale e alcuni attrezzi da spiaggia.
« Che fai, Nott? La casa è da quella parte » protestò James, confuso.
« Shhh » lo zittì lei. « Taci, per un momento. »
Entrò nel capanno, facendo sbattere la porta dietro di loro.
« Nott… » cominciò di nuovo James. « Non so cos- »
Ophelia lo spinse contro il piano in legno sul quale il padre di Dominique preparava le canne da pesca e gli passò una mano sulla guancia, sulla quale si intravedeva un velo di barba mal rasata. Percorse la linea della mascella, per poi concentrarsi sulle labbra dischiuse di James, che la fissava ipnotizzato, gli occhi spalancati e assenti.
« Sai cosa voglio, adesso, Potter? » sussurrò lei aderendo con il corpo al petto del ragazzo, che respirava con affanno, le mani frementi e indecise. « Voglio baciarti. Sì, baciarti fino a stare male… »
James non rispose, limitandosi a deglutire rumorosamente. Ophelia lo guardò negli occhi e poi le sue labbra incontrarono quelle di lui, in un bacio dapprima esitante e morbido, ma che si fece subito esigente e bramoso, quasi violento nella sua bellezza. Le mani di James abbandonarono ogni cautela, andando ai capelli di Ophelia, alla sua schiena e infine ai suoi fianchi. James l’attirò a sé, continuando a rispondere al suo bacio, con impeto e forza. Le mani di Ophelia, invece, rapide, corsero alla t-shirt rossa di lui, tirandola, desiderose di strapparla via. James l’accontentò, mentre la ragazza lo aiutò a sfilarla e la gettò lontano, verso un angolo oscuro del capanno. Gli passò le mani sul petto e a James scappò un gemito. Ne approfittò per scagliare via anche la camicetta rosa di Ophelia, avventandosi contro il suo collo morbido e caldo. Inevitabilmente, anche la gonna corta di lei fece la fine della camicia, abbandonata chissà dove.
James prese Ophelia in braccio, facendola sedere sul piano in legno, continuando a baciarla, le mani che vagavano sul suo corpo abbronzato, le labbra gonfie e i capelli sconvolti. Ophelia cominciò a sbottonargli i jeans, dapprima goffamente, quasi con indecisione, ma le mani di James non la fermarono, quindi lei non esitò un secondo di più. Fu quando furono così vicini - tanto vicini da morirne - che James si fermò un momento, interrompendo il bacio, guardando Ophelia negli occhi.
« Sei sicura che… insomma… tu voglia… »
« Baciami, stupido. Certo che lo voglio. Ti voglio. Adesso. James… »
 
 
* * *
 
 
Mercoledì 7 settembre 2022 - Hogwarts
 
« Oh, diavolo! »
James.
« Per Salazar e tutti i fondatori! »
James. Il capanno.
« Per le mutande blu di Merlino! »
James. Il capanno. Sesso con James nel capanno.
« Ophelia… »
« No. Zitte. Zitte. Sono un’idiota. Una tremenda e perfetta idiota. »
« Dai, guarda che è comprensibile. Mio cugino è un bel ragazzo, è normale provare attrazione verso di lui. Non che io riesca a capire, ma… »
« Mi ha chiesto se ricordavo… Dio! Mi stava per chiedere se ricordavo! E io non ricordavo. Non ricordavo. Oddio… »
« Che cosa non ricordavi? »
« Dominique! »
« Sì, scusate il ritardo. Allora, Ophelia? »
« Volevo parlarti del capanno di tuo padre… »
 
 
* * *
 
 
Sabato 10 settembre 2022 - Sala Grande, Hogwarts
 
« Un attimo di attenzione, prego. »
Albus distolse lo sguardo dal suo amico Alexander Baston, accantonando per un momento - anche se a malincuore - gli schemi e le tattiche di gioco contro i Serpeverde per la nuova stagione. Tutta la Sala Grande si ammutolì piano piano per concentrarsi sul preside Scamandro, che si era alzato in piedi e aveva richiamato i suoi studenti all’ordine.
« Vi ringrazio » aggiunse quando il silenzio ebbe permeato tutti i presenti. Fece una pausa e poi riprese: « Vi rubo soltanto un po’ del vostro tempo e della vostra attenzione prima del dessert. Intanto, colgo l’occasione per informarmi sull’andamento del nostro nuovo primo anno. Come state, nuovi arrivati? »
I bambini del primo anno risposero in coro, in una cacofonia di voci. Ad Albus sembrarono tutti abbastanza entusiasti ed unanimi nella loro gioia, nonostante le continue prese in giro da parte degli studenti più grandi, di solito membri del terzo o quarto anno che si divertivano a vendicarsi per i soprusi subiti in precedenza. Quelli dal quinto anno in su non avrebbero sprecato il loro tempo ad importunare dei ragazzini. Tra esami GUFO, MAGO ed esami di Smaterializzazione, orientamento post-scuola e allenamenti di Quidditch serrati, il tempo scarseggiava. Senza contare lo studio matto e disperato, condizione che Albus conosceva poco, ma che comunque affliggeva la maggior parte degli studenti.
« Molto bene » continuò il preside facendo segno ai primini di acquietarsi. « Sono contento che tutto proceda al meglio. Ma veniamo alla vera ragione del mio annuncio. Come saprete, tra esattamente cinquantuno giorni festeggeremo Halloween. »
La sala cominciò ad essere percorsa da un vago fremito di eccitazione. Albus notò sua sorella Lily saltellare impaziente sulla panca. Ecco, Lily era ancora piccola e ingenua, si entusiasmava per poco.
« Come ogni anno, alcuni di voi sono venuti a chiedermi il permesso per organizzare l’annuale festa di Halloween e, come ogni anno, ho accordato la mia autorizzazione. »
La sala insorse, schiamazzando e festeggiando. Lucy rise in compagnia di Rose, e Albus sentì distintamente le parole “vestiti” e “accompagnatore”. Fantastico.
« Sì, sì, ne siete ovviamente entusiasti, ho capito » rise Scamandro. « Come ogni anno, la festa si terrà dopo il banchetto, qui nella sala Grande. Come ogni anno, spero che alcuni Prefetti » e Scamandro lanciò un’occhiata ad Octavia Montague al tavolo di Serpeverde « si occupino delle decorazioni e dell’organizzazione, ovviamente con l’aiuto di alcuni intrepidi volontari pieni di voglia di fare. Come ogni anno, la festa terminerà a mezzanotte e trenta, dopo di che mi aspetto di vedere tutti voi nei vostri dormitori di appartenenza. In questo senso, vi invito a non divulgare le vostre parole d’ordine, per favore. Ogni studente dovrà rimanere nel proprio dormitorio, senza eccezioni. »
Albus e Alex si guardarono. Ogni anno, il primo novembre, gli studenti ritornavano nei propri dormitori dopo aver passato la notte in uno degli altri tre, chi a continuare i festeggiamenti, chi a chiacchierare o raccontarsi storie di paura, e chi a passare il tempo in più allettanti “divertimenti”. L’anno prima, Albus aveva passato la notte con Rosemary Greengrass - che attualmente usciva con suo cugino Fred - e si erano anche divertiti  parecchio, nonostante la cosa non fosse durata che fino al mattino successivo. Alex invece si era ubriacato pesantemente, finendo a dormire sulla Torre di Astronomia dopo una spettacolare pomiciata con Rebecca Rosier.
« Bene, dopo queste obbligate precisazioni, vi lascio alla fine della vostra cena » concluse Scamandro.
Così dicendo, il preside tornò a sedersi e la sala fu nuovamente percorsa dalle solite chiacchiere.
« Be’, era ovvio che il vecchio ci desse il permesso per la festa » disse Alexander riempiendosi il piatto di budino alla vaniglia con sciroppo di lamponi.
« Glielo ha chiesto quella vipera della Montague, e lui stravede per gli amici di suo nipote » aggiunse Fred rubando un po’ di budino da Alex. « Uno dei suoi nipoti, a dire il vero… »
« Sta di fatto che ci tocca trovarci una dama, amico » borbottò quest’ultimo.
« Già » convenne solo Albus. « Oppure possiamo andarci da soli. »
« Cosa intendi? » chiese Fred.
« Intendo, che è una festa, Fred. Non un ballo. Quindi, non siamo obbligati ad avere un’accompagnatrice, per non risultare ridicoli e sfigati. Non ci serve una ragazza che pensi di avere un appuntamento con noi e che ci stia attaccati come una palla al piede. Dico bene, Alex? »
« Io dico che sei geniale » convenne Baston ingozzandosi di budino e agitando il cucchiaio in direzione di Albus.
Quest’ultimo si limitò a sorridere furbescamente, agguantando una fetta di torta alle mele dal vassoio.
 
 
* * *
 
 
Lunedì 12 settembre 2022 - Hogwarts
{ - 49 giorni ad Halloween}
 
Lorcan percorse il prato debolmente illuminato dalla luna, la scopa in spalla e il borsone con l’occorrente per l’allenamento che gli sbatacchiava sul fianco. Ryan Pucey - il capitano della squadra di Serpeverde - gli aveva messi sotto con un duro, primo allenamento, cominciando con lo stretching preparatorio, una corsa a piedi lungo il perimetro del campo - per ben dieci volte - e una seduta di sollevamento pesi nella piccola palestra coperta accanto agli spogliatoi. Era un capitano duro e serio, Ryan, ma che sapeva il fatto suo. Non per niente, la loro squadra aveva vinto il campionato, l’anno prima, e avrebbe replicato il successo, Lorcan se lo sentiva.
Era sempre il primo a finire, negli spogliatoi. Gli altri erano lenti e facevano solo un gran fracasso. Preferiva tornarsene al castello da solo, riflettendo sull’allenamento appena fatto e sugli errori da correggere. Gli piaceva stare da solo, ogni tanto. Inoltre, coglieva l’occasione per fumarsi in pace una sigaretta, piacere che doveva accantonare in presenza di quel maniaco del suo migliore amico, Scorpius Malfoy.
Finì la sigaretta appartandosi all’ombra delle mura del castello, per poi spegnerla con la bacchetta. Salì gli scalini d’ingresso e si ritrovò nella sala, da dove lo scalone di marmo conduceva ai piani superiori. Proprio lì, seduta sullo scalino più basso, stava Rose Weasley. A Lorcan si fermò il cuore, pietrificato. Rose si teneva la fronte con la mano, il braccio poggiato sulle ginocchia. Sembrava stanca e afflitta per qualcosa.
In quel momento, forse avvertendo la sua presenza poco lontano, alzò gli occhi. Un lampo di qualcosa di strano le passò sul viso, per poi trasformarsi in un sorriso.
« Hey, Lorcan » esclamò.
Lorcan non avrebbe più potuto sgattaiolare via con circospezione nei sotterranei, evitandola, come era intenzionato a fare se solo Rose non l’avesse visto.
« Rose » la salutò lui avvicinandosi a sedendosi accanto a lei sulle scale.
« Che ci fai qui? »
« Aspetto Lysander. Mi dovrebbe dare il cambio per la ronda serale » rispose lei.
I suoi capelli rossi e lisci le ricadevano sulle spalle come una coperta setosa e Lorcan si ritrovò a desiderare di passarci le mani.
« Capito. »
« E tu, invece? Torni dall’allenamento? »
« Già. »
« Stancante? »
« Abbastanza, sì. E smettila di fare domande sugli allenamenti, spia che non sei altro. »
Rose ridacchiò, con quella sua risata alta e bella che incantava sempre Lorcan.
« Hai ragione. Non dovrei farti domande trabocchetto. Scusa. »
« Non scusarti. Scherzavo. »
Rose gli sorrise e Lorcan distolse lo sguardo da lei, concentrandosi sulle sue scarpe. Si sentiva sempre a disagio, con Rose. Come se fosse inadeguato e sulle spine. Lo confondeva e Lorcan odiava sentirsi confuso.
« Come stai? Sembri stanca… » chiese lui cambiando discorso.
« Lo sono. L’anno è iniziato col botto, direi. E gli oneri da prefetto mi impegnano molto. »
« Hai voluto la scopa… ora devi volare² » commentò saggiamente Lorcan.
Rose gli diede una spinta, mentre alcuni passi dietro di loro si affrettarono lungo le scale. Lysander Scamandro apparve alle loro spalle.
« Rose! Eccomi, scusa il ritardo » esclamò. « Oh, Lorc! Ci sei anche tu! »
Lysander lo guardò sorpreso, mentre Lorcan si alzava in piedi.
« Ciao, fratellino. Stavo facendo compagnia a Rose in attesa del tuo arrivo. »
« Grazie, sei stato gentile. Sono stato trattenuto da due ragazzini del primo anno parecchio confusi. Scusa ancora, Rose. »
Ha finito di scusarsi oppure no?, pensò Lorcan, infastidito.
« Non preoccuparti, Lysander » disse Rose. « Davvero. Lorcan mi ha tenuto compagnia un momento. »
Lorcan annuì, sorridendo a suo fratello, che lo studiò per un attimo, tornando poi a guardare Rose.
« Mi piacerebbe accompagnarti in sala comune, ma il perimetro del castello mi attende, purtroppo. E sono in ritardo. »
« Mi può accompagnare Lorcan » esclamò Rose.
Lorcan per poco non cadde dalle scale per la sorpresa.
« Io? »
« Sì, c’è qualcun altro che si chiama così, qui? » replicò la ragazza ridendo.
« Ottima idea » esclamò Lysander.
Diede una pacca sulla spalla del fratello e un bacio veloce a Rose e sfrecciò via, lungo la sala d’ingresso e poi fuori nella notte buia.
« Che persona strana… » commentò Lorcan alzando le spalle.
« È tuo fratello, dovresti conoscerlo. »
« Mi stupisco sempre, è questo il bello. »
« Be’, allora mi accompagni? »
« Certo, certo » si riscosse lui, cominciando a salire le scale.
Percorsero i corridoi fino al quarto piano in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri. Solo quando Rose si arrestò davanti al ritratto di una signora grassa vestita di rosa, Lorcan tornò alla realtà.
« Eccoci arrivati » disse lei.
« Oh, già. Dimentico sempre il vostro grasso ritratto. »
« Shhh » lo zittì Rose girandosi verso il soggetto del quadro, che però dormiva della grossa. « Se ti sente si incavola sul serio, sai? »
« Che paura… » rise lui.
Rose gli assestò un’altra pacca sulla spalla e Lorcan rise più forte.
« Dovresti averne. Sarebbe capace di tirare su una mezza tragedia, quella donna. È parecchio suscettibile. »
« Be’, tanto adesso dovrai svegliarla comunque per entrare, no? »
« Oh, no, di solito aspettiamo che sia lei a svegliarsi. Sai, per non disturbarla. »
« Stai scherzando, vero? Vuoi dirmi che ti tocca startene qui, nel cuore della notte, con il rischio che Gazza o Mrs Purr ti trovino, e aspettare che questo pezzo da museo si svegli per permetterti di entrare nella tua sala comune? Voi Grifondoro siete pazzi, lasciatevelo dire. »
« Siamo abituati così. Non l’avrei trovata addormentata, se solo Lysander fosse arrivato puntuale. »
« Be’, ora che la colpa la stai dando a mio fratello, la cosa si fa interessante, Weasley. »
« Non chiamarmi Weasley. Lo odio. »
« Okay, Weasley. »
« Per Godric, sei indisponente, Scamandro, lo sai? »
« È una delle mie tante qualità, sì. »
Rose alzò gli occhi al cielo.
« Tu pensi che io sia ridicolo, vero? » le chiese all’improvviso.
Rose lo guardò per un momento.
« Solo un pochino. Quando fai il buffone pensando che tutti debbano ridere; quando ti esibisci nelle tue scenate drammatiche; quando cerchi di ingraziarti i professori… »
« Okay, pensi che io sia ridicolo, ho capito. »
« Be’, a volte mi fai anche ridere, però » aggiunse Rose mettendogli una mano sul braccio. Lorcan le lanciò un’occhiata e poi tornò a guardarla.
« Sei buffo, a differenza di Lysander, che si prende troppo sul serio, a volte. Quest’estate, a casa vostra, mi faceva piacere vederti. Voleva dire ridere per ogni cosa e vederti fare cose sceme e cretine. »
« Anche tu sei buffa » disse lui. « Buffa in un modo carino, però » si affrettò ad aggiungere di fronte all’espressione disorientata di Rose. « Come quando arricci il naso. O ti scompigli i capelli perché non sai rispondere alla domanda di un test. Oppure quando bevi il caffè mentre leggi il Daily Prophet e ti macchi sempre la camicetta. E quando sei assorta nella scrittura e pieghi le labbra in una smorfia… Sei buffa, Rose Weasley. »
Rose lo fissò in silenzio, soppesando le sue parole. Gli teneva ancora una mano sul braccio, mano che Lorcan finì per prendere nella sua, senza che Rose se ne rendesse neanche conto. Le appuntò un ciuffo ribelle dietro l’orecchio, continuando a guardarla negli occhi, questa volta con coraggio.
« Tutte queste cose… » cominciò lei. « Tutte queste cose che hai notato di me… Quando… come…? »
« Ti guardo, Rose » rispose lui. « E non te ne accorgi neanche. »
« Quella cosa… quella cosa del test… o del caffè… Tu… Perché? »
« Perché , Rose. Ti guardo e basta. Non posso farne a meno. »
Rose rimase in silenzio, continuando a guardarlo da sotto le lunghe ciglia chiare. Lorcan si chinò piano verso di lei e posò delicatamente la labbra sulle sue. Titubava, Lorcan. Per la prima volta nella sua vita, non sapeva se la ragazza che stava baciando lo avrebbe voluto o meno. Di solito indovinava al volo l’inclinazione di chi aveva di fronte e di solito le ragazze volevano baciarlo, senza dubbio.
Per un momento, rimasero sospesi, le labbra unite e la mano di Rose ancora sul suo braccio, la testa di lui china in avanti, gli occhi chiusi. Fu un momento magico, un momento durante il quale Lorcan sperò - e ci sperò con tutto il cuore - di essere riuscito a far capire a Rose quello che sentiva. Un momento che venne però spezzato quando Rose si allontanò da lui all’improvviso, come se la realtà l’avesse ridestata da un sogno passeggero e confuso. Si staccò da Lorcan e lo guardò, gli occhi sbarrati, una mano sulla bocca. In quell’istante, Lorcan capì di aver commesso un fatale errore, un errore che probabilmente avrebbe scontato per sempre.
« Come… » esclamò lei, sconvolta. « Lorcan! Tu… mi hai baciata… non… Non avresti dovuto farlo, lo sai. »
« Rose… » cominciò il ragazzo, facendo un passo avanti. Rose però allungò una mano - la stessa mano che fino a poco prima gli toccava un braccio - per tenerlo lontano, a debita distanza, dove non avrebbe potuto ferirla ancora.
« Non parlare » continuò lei, la voce rotta. « Ti prego, non dire niente. Non so per quale motivo tu l’abbia fatto. E forse nemmeno mi interessa. Sto con Lysander. Tuo fratello. Questa cosa non può succedere. Non può. »
Lorcan non replicò. Rimase in silenzio, troppo afflitto per replicare.
« Sei un Serpeverde, Lorcan. Siamo troppo diversi. Non so nemmeno se siamo amici… »
« Quanto la fai lunga, Weasley » esclamò lui, stanco di farsi trattare da babbeo. « Tante parole per un semplice bacetto. Non è nemmeno stato un granché, come bacio. Smettila di strepitare come una gallina e vattene a letto. Ti stai rendendo ridicola. Non ti ho baciata perché sono misteriosamente innamorato di te, e non provo nessun strano sentimento trascendentale. Siamo troppo diversi. Tu sei una Grifondiota, non potrebbe mai funzionare. Lo sai. Ma se hai bisogno di uno “scopamico” di fiducia, sai, per supplire alle mancanze di mio fratello, chiama quando vuoi. Buonanotte, Weasley. »
Così dicendo, le fece l’occhiolino e le girò le spalle, lasciandola sola in mezzo al corridoio deserto, una strana espressione sul viso. Lorcan si strinse nelle spalle, resistendo all’insulso impulso di tornare indietro e rimangiarsi tutto. Perché sì, era misteriosamente innamorato di Rose Weasley, per ragioni a lui sconosciute e strane. Era innamorato - forse - e invece si era appena fatto odiare dall’unica persona al mondo che contasse davvero.
 
 
“I've got the scars from tomorrow and I wish you could see
That you're the antidote to everything except for me
A constellation of tears on your lashes
Burn everything you love”
 
 
 
 
Continua…
 
 
 


Marti’s
Chiedo umilmente perdono per il mio immenso ritardo. LO SO, sono imperdonabile.
Luglio e agosto non sono stati i mesi più prolifici per quanto riguarda le mie long e, sommato al mio blocco-da-long-fic… be’… il tutto ha causato questo ritardo mostruoso. Penso di aver superato il blocco, anche perché questo capitolo si è scritto in una mattinata, quindi sono ancora capace di auto-stupirmi.
Che dire… spero che sia valsa l’attesa. Iniziamo con un POV di Ophelia e un conseguente salto temporale alla festa di fine estate a casa di Dominique, dove ne sono successe delle belle :3 Che ne pensate dell’affair Ophelia/James?
Il POV di Albus è utile per introdurre la festa di Halloween, uno dei “temi caldi” dei prossimi capitoli, centro focale della fic e della trama, direi.
Infine, Lorcan *^* Lorcan e Rose, aggiungerei! Troviamo un Lorcan cotto come una pera di Rose, che però è ancora fidanzata con Lysander, il fratello gemello del citato Lorcan. Ovviamente - *piange lacrime amare* - Rose lo respinge, e Lorcan reagisce come il suo solito, cioè come un bambino capriccioso. Come si evolveranno le vicende tra i nostri eroi? Non vi resta che continuare a seguire TAOD ;-)
 
 
Veniamo alle note:
  1. Non so se esista qualcosa come la Trasfigurazione Extragenere, e non so nemmeno bene cosa sia, nella mia fantasia. Voi fate finta di niente…
  2. Reinterpretazione del classico proverbio “hai voluto la bicicletta… ora pedala”.
  3. La citazione a inizio e fine capitolo è tratta dalla canzone “My songs know what you did in the dark” dei Fall Out Boy – che vi consiglio di ascoltare [ http://www.youtube.com/watch?v=LkIWmsP3c_s ] - e il titolo del capitolo è proprio ispirato al titolo della stessa.
 
Concludo ringraziando come sempre i lettori/recensori/followers della storia: vi adoro! Vi aspetto per qualsiasi chiarimento/riscontro/parere, tramite recensione o messaggio privato. Vi ricordo come sempre il mio gruppo Facebook, dedicato ai miei aggiornamenti. Ecco il link, per chiunque voglia iscriversi: 
https://www.facebook.com/groups/503476756335143/
Infine, trovate il link al mio profilo Facebook nella mia pagina autore qui su Efp ;-)
 
Un ringraziamento speciale va come sempre ad Alice Dolohov, per lo splendido banner-capitolo, e a Clare S. Riordan, per l’appoggio costante e il favoloso spoiler!banner su Ophelia e James, che trovate qui: 
https://www.facebook.com/photo.phpfbid=166707940193753&set=t.100003605526140&type=3&theater
 
That’s all!
 
Love u, M.
 

 
   
 
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