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Autore: ellerin    13/03/2008    0 recensioni
Una guerra durata migliaia di anni, fra acqua e fuoco, fra giusto e sbagliato, fra bene e male. Ma chi decide chi è il bene e chi il male? E quanto è difficile cambiare oppinione?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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elementali 2

Daccordo....

Mi ricopro il capo di cenere e imploro umilmente il vostro perdono per aver lasciato quel capitolo a marcire in solitario per mesi e mesi e mesi e mesi e mesi....

Volete la verità?? Sono bloccata!! non mi andava di continuare a postare fino a che non fossi riuscita a progredire nella scrittura ma.... E tra l'altro (colmo dei colmi) mi sono persa il quaderno su cui avevo scritto il poco che la mia mente malata era riuscito a produrre... O_o

Stabilito che passerò la serata a ribaltare la casa.... vi lascio in eredità tutto quello che ho avuto il coraggio di battere al pc prima di fare quel tragico errore (tra l'altro mi sta sorgendo il dubbio di aver lasciato quel dannato quaderno in un albergo dall'altra parte del mondo O_o)

Buona Fortuna E Grazie Per Essere Nuovamente Qui (sempre che non siate appena incappati in questa storia e non abbiate già deciso di mandarmi un e-mail strapiena di virus -__-)

 

 

2. Ricordi e imprevisti

Io e Vladimir combattemmo fino a quando non fu troppo buio per vedere e alla fine eravamo tre a due per me ma non ero riuscita batterlo nessuna delle due volte con il pugnale.

- Vladimir, che ne dici di fermarti a cena?

A mia madre era simpatico il ragazzo fiamma.

- Volentieri lady.

- Chiamami Milen ti prego.

- Sarà un piacere.

Rientro in casa, felice di avere ospiti e poter sfoggiare le sue doti di cuoca.

- Cosa dici, smettiamo per oggi?

- Si, non ce la faccio più. Non mi allenavo così tanto da anni.

- Un bagno prima di cena?

Il suo sorriso mi avrebbe fatto arrossire fino alle punte dei capelli se avessi avuto il sangue abbastanza caldo.

- Scusa?

- In piscina!

- Volentieri.

Mentre lui si cambiava e io andavo in cerca di un costume mi chiesi quante altre cose assurde mi avrebbe riservato quella giornata: avevo conosciuto un elementale del fuoco, non uno qualunque ma il famoso principe in esilio Vladimir Fiammanera, e per di più in una strana maniera stavo anche diventando sua amica. Fortunatamente era quasi finita. Quando tornai di sotto lui era già nell’acqua, appoggiato al bordo con la testa reclinata all’indietro; intorno a lui l’acqua bolliva, quando mi vide abbassò la temperatura finché non smise di fumare.

- L’acqua calda fa miracoli per i muscoli indolenziti.

- Abbastanza calda da bollire chi non abbia il tuo stesso rapporto con il fuoco?

- Tranquilla, l’ho raffreddata.

Mi tuffai e rimasi sott’acqua a guardare le stelle che attraverso la superficie sembravano ancora più splendenti; dopo qualche minuto sentii la sua mano sulla spalla e riemersi di scatto.

- So che non ti crea problemi, ma mi fa un po’ impressione…

Risi.

- Scusa.

- Per quanto puoi trattenere il fiato?

- Quaranta, quarantacinque minuti.

- Spaventoso!

Ma quel ragazzo non smetteva mai di sorridere?

- Non provocarmi, sei nel mio elemento!

Mentre parlavo sollevai piccole colonne d’acqua che andarono a infrangersi contro di lui da ogni parte, rise ancora e mi rispose urlando.

- Sai che posso bollirti pesciolina?!

- Non se congelo l’acqua!

Mia madre riapparve con un espressione a metà tra il rassegnato e il preoccupato.

- Ragazzi, è pronto! Sabine, lascialo in pace!

- Tranquilla Milen! Stavamo solo scherzando.

Era passato quasi un mese e io e Vladimir vivevamo praticamente in simbiosi, nonostante i commenti di Alice e di mezza scuola, spesso per combattere ma anche solo per parlare, sempre evitando la politica.

Eravamo seduti contro il faro dove ci eravamo affrontati per la prima volta e avevamo appena smesso di combattere, ormai eravamo così ben assortiti che avevamo duellato per più di un ora senza che uno riuscisse a sopraffare l’altro. Alla fine, esausti, ci eravamo accontentati di un pareggio. Ero immobile da almeno mezz’ora, incantata a guardare il fumo che saliva dalla sua sigaretta.

- Sabine, posso chiederti una cosa?

- Dimmi Vlad.

- Chi è Valery?

Mi sarei aspettata qualunque domanda tranne quella, forse si era meritato di sapere. In un istante mi caddero addosso tutti i ricordi.

 

 

 

 

- Sabine!

- Valery, non urlare, sono qui!

- Sbrigati! Zack ha detto che è ora!

Rimasi immobile a guardare l’acqua nella ciotola davanti a me.

- Nita, cos’hai?

- Pensavo ai miei genitori… sai cosa penserebbero sapendo che sono qui.

- Ma perché Nita? Warrick dice che sei la migliore dei suoi allievi e sei molto più potente di un sacco di adulti.

- Non hanno paura per me. Solo non vorrebbero che si combattesse

Avevo convinto mio fratello Zacary a portarci con lui sul campo di battaglia, i miei genitori credevano che fossi andata in campagna con Valery per qualche giorno. Io volevo combattere, per la mia patria, contro quei bastardi del fuoco che avevano versato tanto del nostro sangue, per la mia migliore amica rimasta orfana per colpa loro. Le sorrisi.

- Insieme?

- Insieme.

Corremmo a cercare Zack.

- Sabine! Valery! Venite subito qui, è ora!

Mio fratello aveva lasciato la nostra casa non appena aveva potuto farlo e nonostante ora avesse solo trent’anni era già comandante di un reggimento e, anche se erano tutti giovani e un po’ irresponsabili, erano uno dei migliori squadroni del nostro esercito e prendevano ordini solo dal re in persona.

Zacary ci trascinò nella tenda che fungeva da armeria e ci aiutò a indossare le armature che avevamo messo assieme quella mattina.

- Il piano è molto semplice, se riusciamo a prendere quella collina il grosso dell’esercitò avrà campo libero per prendere la città – esitò un istante – so che sapete combattere, ragazze, ma siete davvero sicure di quello che state facendo?

Valery parlò anche per me, era lei quella più intraprendente e decisa delle due.

- I caldi hanno ucciso i miei genitori Zacary, noi vogliamo combattere per il nostro popolo e il nostro paese.

- D’accordo, ma state attente.

- Sta attento tu fratello la settimana scorsa ti ho battuto!

Rise, rise di gusto anche se sapeva che era vero.

In mezzo agli altri soldati incontrai lo sguardo di  Valery e insieme abbassammo le celate degli elmi di zaffiro, la sera prima ci eravamo giurate di proteggerci le spalle a vicenda e avevamo condiviso le lacrime.

Ad un tratto mi ritrovai nella mischia, combattendo contro uomini in armatura di pietra lavica. Attorno a me c’era il caos, i soldati cadevano: trafitti dalle lame, bruciati dal fuoco del nemico, congelati o disseccati dai nostri poteri elementali. Stavo combattendo con due soldati, una spada in ogni mano, quando uno dei due mi disarmò, afferrai il suo braccio e assorbii tutta l’acqua dal suo corpo, il suo compagno fissò inorridito il corpo dell’altro cadere a terra dandomi il tempo di affondargli la spada nel petto. Mi girai per cercare un altro avversario, non riuscivo più a vedere ne Valery ne tantomeno mio fratello, mi accorsi che il nemico stava indietreggiando e cominciava a ritirarsi. Vidi Zacary organizzare l’inseguimento urlando ordini a i suoi compagni ma continuavo a non trovare Valery. Cominciai a muovermi per il campo di battaglia chiamando il suo nome. La trovai, riuscii a riconoscerla solo dal pendente a forma di stella che portava al collo, il suo volto e il suo corpo completamente carbonizzati.

 

 

 

 

 

 

Mi ritrovai a piangere tra le braccia di Vladimir, la mano stretta convulsamente intorno alla stella che mi stava penetrando nel palmo della mano.

- Scusa, Sabine. Non volevo farti stare male.

Non riuscivo a smettere di piangere ma il dolore per la morte di Valery era ancora troppo forte. Sentii le labbra di Vladimir appoggiarsi dolcemente sulla mi guancia e portar via una lacrima. Ecco, ora avevo qualcos’altro a cui pensare.

- Ma cosa diavolo hai fatto?!

Ora era sorpreso.

- Scusa, volevo solo consolarti!

Mi portai una mano alla guancia.

- Mi hai portato via una lacrima!

- Non mi sembra una tragedia!

Ormai stavo urlando.

- Non ti sembra una tragedia?! Noi giuriamo sulle nostre lacrime! Si condividono durante i matrimoni! È molto più di un patto di sangue!

- Mi dispiace… io non sapevo…

- Non dirlo a nessuno, assolutamente a nessuno!

- Ma perché?

- Perché per le nostri leggi se io assaggiassi le tue lacrime saremmo sposati.

- Non penso che le vostre leggi prevedano che sposi uno come me.

- Tu non dirlo a nessuno.

 

 

Daccordo, questo capitolo non ha il minimo senso....

Ma ormai mi sono rassegnata al fatto che niente in tutta la storia ce l'abbia...

Non abbandanatemi mentre cerco di spiegarvi i seri problemi mentali di sti due, giuro che nel prossimo capitolo inizierà a succedere qualcosa...

Bacini dociotti e sappiate che i commenti sono sempre graditi ^_^

P.S. Sorbole, ho scoperto di non avere al pc neanche il prossimo capitolo... devo trovare quel quaderno!!! Vado in missione... se entro sei mesi non torno mandate una squadra di speleologi a cercarmi....

 

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