Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ProciAna    07/09/2013    1 recensioni
Tiffany ed il suo fidanzato del liceo Gavin si sono appena trasferiti a New York. Fin qui nulla di particolare se non fosse che per Tiff questo passo è la realizzazione del suo sogno più grande, ma se tutto questo si trasformasse in un incubo?
Se il loft in centro a Manhattan fosse in realtà un piccolo e decadente appartamento nella periferia di Brooklyn?
Se, nonostante gli sforzi, un lavoro proprio non si trovasse e le bollette si incominciassero ad accumulare sul tavolo della cucina?
Ma, soprattutto, se l’uomo con cui condividi tutto non fosse quello giusto?
A malincuore Tiffany troverà risposta a tutte queste domande, ma non tutto accade per nuocere…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Mpreg, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitoloprimo

CAPITOLO PRIMO

Salto nel Vuoto

 

“Signorina? Mi sta ascoltando?”

Sbattei gli occhi, era il quindicesimo colloquio di lavoro che stavo affrontando e fin’ora tutti erano stati un buco nell’acqua.

“Mi scusi, potrebbe ripetere?”

L’uomo che mi trovavo davanti, un distinto signore in giacca e cravatta, mi fece un sorriso comprensivo “Al momento signorina Silver non stiamo cercando nessuno con le sue qualità, mi dispiace.”

“Certo, non si preoccupi” dissi stringendogli la mano e facendo un grande sorriso finto.

Cos’avrei detto a Gavin? L’avevo portato a New York per un mio capriccio convinta che una laurea in relazioni pubbliche mi avrebbe fruttato immediatamente un lavoro in una città del genere.

“Buona fortuna” mi augurò il signore prima che uscissi dalla stanza.

Feci un lungo respiro e chiusi la porta alle mie spalle, poi scoppiai a piangere.

 

“Sono a casa!” urlai appena varcata la soglia.

“Bentornata. Sono in cucina”

Percorsi l’angusto corridoio e mi affacciai sulla piccola cucina/sala da pranzo/salotto “Che combini Gavin?”

Lui si girò a guardarmi e mi trafisse con uno smagliante sorriso e quei suoi profondissimi occhi blu “Cerco di riparare il forno, ma lui non ne vuole proprio sapere”

“Si è rotto di nuovo?” sbuffai.

Gavin tornò a maneggiare la chiave inglese e mi ignorò completamente. Io presi una birra dal frigo ed andai a buttarmi sul divano.

Era quasi un mese che ci eravamo sistemati in questa topaia di appartamento minuscolo e fin dal primo giorno niente funzionava. Quando ero piccola sognavo di abitare in un grattacielo con vista su Central Park, ma mi ero dovuta accontentare dell’affaccio su un vicolo buio e al quanto spaventoso. Però ora ero stufa, non trovavo un lavoro, non potevo contare sul posto precario di Gavin in un’officina meccanica e nemmeno sui soldi che mia madre si era generosamente offerta di “prestarmi” perfettamente consapevole del fatto che non avrei mai potuto restituirglieli.

“Trovato qualcosa oggi?” chiese il mio compagno mentre si puliva le mani con uno strofinaccio.

“No” sussurrai.

Lui abbassò lo sguardo a terra e io mi sentii dannatamente in colpa.

“Amore, capisco che questo è il tuo sogno fin da bambina, ma tra poco ci sarà da pagare l’affitto e con il mio stipendio riuscirò a pagare solo ed esclusivamente quello e così sarà nei mesi a seguire…”

“Ma troverò anche io un lavoro”

Gavin si mise a sedere “Tiff lo hai detto anche all’inizio di questo mese”

“E succederà!” dissi agguerrita “Forse non domani o dopo, ma…”

Scoppiò a ridere, una risata amara “Ma noi dei soldi ne abbiamo bisogno adesso!”

“Dove vuoi arrivare?” gli chiesi stringendo a tal punto la bottiglia che le mie nocche divennero bianche.

“Forse è il momento di tornarcene a casa”

“Questa è la nostra maledettissima casa Gav!” gli urlai contro.

Lui si prese la testa tra le mani “Qui non abbiamo futuro Tiffany, vivremmo di stenti, tu non troveresti un lavoro appagante e saresti infelice e io non potrei vederti buttare via la tua vita così”

Mi accovacciai davanti a lui e afferai le sue mani tra le mie “Un altro mese e se le cose non miglioreranno ce ne torneremo da dove siamo venuti. Ti prego, dammi dell’altro tempo”

Gavin puntò i suoi occhi nei miei “Non di più”

“Lo prometto! Ti amo”

“Anche io”

Ci baciammo, un bacio di quelli dolci e rassicuranti. Io e Gavin ci stavamo buttando da un aereo senza paracadute, lo sapevamo entrambi, ma quella notte persa nei suoi baci e nel suo esperto tocco mi sembrò di dimenticare che presto ci saremmo schiantati a terra.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ProciAna