Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: Wait    08/09/2013    2 recensioni
Ma in quel momento poteva mettere tutto da parte, poteva anche dimenticarsene e lasciare che quei problemi le scorticassero l’anima. Le suture si stavano slabbrando, le crepe si stavano lacerando, il Muscolo rischiava di cedere e sgretolarsi, e questo perchè il vero problema di Madge Harvard aveva gli occhi azzurri ed i capelli biondi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Title: Corpse Bride
Writer: 1\2 Wait.
Words:  867  (Tutta colpa delle note)
Note: Per prima cosa, ringrazio chiunque leggerà e mi farà la cortesia di commentare con una recensione questo mediocre scritto. Non sono una brava “scrittrice”, tutt’altro, sto morendo dal senso di colpa perché non celebrerò mai in maniera appropriata gli One Direction –che compariranno nel prossimo capitolo- e vorrei nascondermi   perché questa è una AU. Mi repelle, doveva essere una One shot ma ho deciso che, per introdurre a modo il personaggio e rendere tutto più ordinato, fosse meglio un piccolo prologo. L’ho pubblicata per il semplice motivo che la mia co-scrittrice l’ha voluta a tutti i costi, ma credo che rimuginerò sul se cancellarla o no tutto il giorno. Detto questo, chiedo scusa per il prodotto scadente, per la mia incompetenza, per queste note troppo lunghe e perché sono penosa. Buona lettura e grazie. (Fatemi notare e scusatemi anche gli errori grammaticali).

Disclaimer: Gli One Direction non mi appartengono in nessun modo, scrivo semplicemente per diletto e bisogno e se le mie parole arrecano offese a chiunque        fatemelo sapere e provvederò a correggere.
                                                                      
 

Corpse Bride.

To Ashley,

Madge Harvard aveva 17 anni, o, come preferiva definirli lei, ’17 anni di solitudine’. 
Forse era un po’ troppo negativa come visione della sua esistenza ma le mezze misure non avevano mai fatto per lei: o era tutto fantastico o tutto una merda, grandioso o catastrofico, bianco o nero e chissà perché da qualche anno a quella parte ogni giorno tendeva allo scuro. 
Un decennio, un lustro e settecento giorni.
Nata in Agosto, nel nord Inghilterra, da una madre troppo esigente ed incompatibile con lei a suo parere, e un padre che non era mai riuscita a comprendere e che non faceva più parte della sua vita da tempo, vertici di una parentela imbarazzante e a tratti detestabile.
Una vita condivisa con due fratelli agli antipodi, una nonna soffocante ma per la quale nutriva rispetto ed ammirazione e due zii classificabili solo come bizzarri: un quadretto grottesco a dirla tutta. 
Madge Harvard riteneva di avere più difetti che pregi –sempre che fosse il ‘giorno buono’ e ne trovasse almeno uno-, detestava più cose di quelle che amava e viveva un pessimismo cosmico costante. 
Aveva una morbosa ossessione per il vintage, una fissa per il tea caldo tanto da berlo bollente anche in estate, un’avversione tremenda per lo sport, un’idea di studio tutta sua, una bocciature alle spalle, delle teorie assurde, un voto oscillante in matematica e fisica –dannate materie scientifiche-, un sentimento d’affetto per la pioggia, un terrore non indifferente per tuoni e fulmini e una paura fottuta dell’amore, o meglio della sofferenza legata all’amore.
Un’accozzaglia di nozioni in sostanza, una tavolozza incrostata di nuance differenti in metafora.
I colori le erano sempre piaciuti, pastello soprattutto e, da mesi scandiva le sue giornate, ciò che la circondava e le proprie caratteristiche con le tonalità che riteneva più appropriate.
Tanto per provare a dare un senso alle cose che non riuscivano a trovarlo.
Albicocca, come le sue labbra piene, anguria, come le screpolature intarsiate di sangue rappreso a causa dei morsi.
Foglia di tea, marrone banale, ecru, primavera, come il colore dei suoi occhi assenti e pregni di parole non dette.
Terra d’ombra, come i suoi capelli, che le avevano fatto guadagnare il soprannome di Ameliè ,affibbiatole dal suo migliore amico, per il taglio corto e particolare con frangetta.
Avorio, come i suoi denti messi in mostra di rado nonostante dritti perché sottoposti ad anni di apparecchio.
Plumbeo, come il cielo da agorafobia inglese. 
Argento, come il labret sfoggiato con orgoglio.
Niveo, come la sua pelle.
Beige e marrone chiaro, come le innumerevoli lentiggini sul suo volto.
Cenere, come la nebbia che la faceva sentire al sicuro.
Nero, come il muro innalzato per tenere lontane le persone.
Incolore, come la sua esistenza e le lacrime salate che si permetteva di versare nel silenzio vuoto della sua stanza.
Detestava stare ferma, chi le urlava contro e soprattutto, chi le dava meno della sua reale età.
Alta troppo poco per arrivare bene all’ultimo stipo della cucina, vittima del clichè di chi non si sente bene con se stessa, persa in una solitudine interiore e in un mondo di desolazione, sopraffatta dalle emozioni stagnanti in lei, incline a sbalzi d’umore frequenti, frastornata dalle due fazioni nella sua testa, troppo critica con se stessa, poco disposta ad uscire dai propri schemi; la mente affollata ed il cuore dalle cuciture eccessivamente sottili per reggere ancora molto.
La verità era che Madge ce l’aveva con il mondo, era satura di rabbia che cercava di ignorare.
Viveva uno screzio costante con il dio Crono, rancore nei confronti della sua famiglia, ira verso se stessa e tutto ciò sfociava nell’acidità e la tristezza che ogni giorno la portavano a chiudersi nel suo guscio e a desiderare di sparire.
Ma in quel momento poteva mettere tutto da parte, poteva anche dimenticarsene  e lasciare che quei problemi le scorticassero l’anima.
Le suture si stavano slabbrando, le crepe si stavano lacerando, il Muscolo rischiava di cedere e sgretolarsi, e questo perchè il vero problema di Madge Harvard aveva gli occhi azzurri ed i capelli biondi.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Wait