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Autore: Wait    11/09/2013    0 recensioni
Ma in quel momento poteva mettere tutto da parte, poteva anche dimenticarsene e lasciare che quei problemi le scorticassero l’anima. Le suture si stavano slabbrando, le crepe si stavano lacerando, il Muscolo rischiava di cedere e sgretolarsi, e questo perchè il vero problema di Madge Harvard aveva gli occhi azzurri ed i capelli biondi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Title: Corpse Bride.
Writer: 1\2 Wait.
Words: 3.388   (è un po’ lungo mi dispiace).
Note:  Allora, sono tornata –non ve ne frega niente lo so- e questa è la seconda parte del mio scritto. Avevo già accennato riguardo la mia incompetenza? Bene, spero di si, perché da due parti iniziali, la storia si è irrimediabilmente divisa in 3.  Avevo pensato di cancellare tutto e lasciar perdere la scrittura dato che sono sempre più convinta della mia incapacità, ma la ragazza alla quale è dedicata questa robaccia è molto convincente ed insistente, perciò ho ceduto. Vorrei davvero ricevere dei pareri perciò se vi fa piacere recensite, mi servono davvero correzioni e consigli.
Ho capito che queste note non mi verranno mai corte e mi sento terribilmente logorroica. Fatemi notare gli errori grammaticali e buona letture a tutti\e. Grazie in anticipo. Spero di capisca tutto.
Disclaimer: Gli One Direction non mi appartengono, non sanno della mia esistenza e non voglio offenderli in alcun modo, fatemi notare se lo faccio. Scrivo semplicemente per diletto. Detto questo mi eclisso che è ora.

 

Corpse Bride.

Chapter 1.
 
October 31, 2013  
 
Il vento le schiaffeggiava le guance ormai rosse, il sole era tramontato da ore cedendo il posto alla pallida luna piena di quella notte autunnale ed il tragitto dalla sede centrale scolastica alla palestra mai le era sembrato così lungo e sgradevole.
Suo fratello aveva parcheggiato davanti all’edificio principale per potersi appartare con la sua ragazza lontano da tutti ed a Madge era toccata una scarpinata in discesa con i tacchi alti ed il freddo Inglese tipico di Ottobre  a farle compagnia.
Nessuno l’aveva invitata alla festa di Halloween organizzata dal comitato scolastico, -non che fosse una novità- infatti era sprovvista di accompagnatore, ma, anche se il suo umore tendeva a catrame e grigio antracite, avanzava impossibilitata a tornare indietro con una frustrazione inaudita a farla imprecare mentalmente.
Il discorso di Gae ancora le risuonava in testa…

 
 
# -“Vuoi sapere una cosa Madge? Mi sono rotta di questo tuo comportamento del cazzo”- sbraitò Gae arrabbiata come non l’aveva mai vista –“ Lo sai qual è il tuo problema? Ti lamenti, stai male e vivi come se il mondo ce l’avesse con te, ma ti ostini a non fare nulla per cambiare le cose e rimani statica negli stessi stupidi maledetti e patetici meccanismi di merda”- aggiunse in un sibilo mentre la mora si accigliava amareggiata e colpita nell’orgoglio.
–“Perché tu non fai la stessa cosa Gae?”- ringhiò in risposta incrociando le braccia sotto il petto.
La bionda sospirò con la fronte aggrottata –“Questa volta non lo svicoli il discorso!”- sputò secca –“Hai una dannata possibilità per provare a cambiare le cose e cerchi di spostare l’argomento su me? Molto maturo da parte tua.”- .
–“Gae…”- tentò la maggiore seria ma l’altra la interruppe prima che iniziasse con le solite giustificazioni –“No Madge, per una volta ascolta! Perché non ti dai una possibilità è? Provo ad indovinare, stai aspettando che tutto si sistemi e punti sull’apatia come se fosse un’ancora di salvezza ma non lo è! Hai una cazzo di chance, questa volta non c’è tua madre come deterrente, vai a quella festa e affronta te stessa… vai a quella festa e affronta lui “- emise calmandosi progressivamente.
La mora passò un mano tra i capelli sconvolti per quante volte aveva ripetuto quel gesto e annuì assorta; affrontarlo voleva dire porre fine a tutto, significava fare una scelta difficile…magari troppo.
–“Non cerco di banalizzare il tutto Mad, lo sai, ma continuare a subire la tua vita senza la volontà di mettere le cose a posto ti porterà ad implodere”-.
–“Lo so Gae, hai ragione”- esalò la castana con le lacrime agli occhi mentre la minore si lasciava cadere accanto a lei sul letto –“Andrò alla festa”- mormorò poi con uno sbuffo.
–“Non devi farlo per me”- la ammonì l’altra –“Sei tu l’artefice di ciò che ti riguarda, io credo solo che tu possa fare di meglio e sai bene che non sono l’unica a pensarlo”- .
–“Ma tu cosa farai?”- domandò Madge e Gae arricciò il naso –“Io? Non credo sia importante al momento. Non ho tempo di pensarci, ho un abito da modificare e il logorroico discorso di autocommiserazione che macchini da quando sono entrata da ascoltare”- affermò convinta e, la maggiore, fu costretta a darle nuovamente ragione…#    


Dannata strega dai capelli biondi, lei e la sua boccaccia… avrebbe dovuto ringraziarla a dovere prima o poi, credere in una fallita come lei non doveva essere facile.
La musica ad alto volume era ormai ben distinguibile anche dall’esterno ed al ritmo veloce della melodia corrispondeva il battito del cuore di Madge.
L’ansia era insopportabile ma, dopo essere passata al guardaroba, la castana si costrinse a mettere piede in palestra ripetendo mantra per distrarsi e tacite preghiere per non rovinare a terra dati i trampoli a i suoi piedi.
Doveva ammettere che Gae si era superata quella volta nello scegliere il suo outfit: il miglior abito da ballo in maschera che mai avrebbe potuto desiderare, forse un giudizio condizionato anche dal significato di quel personaggio.
Il corpetto rigido che indossava era lavorato minuziosamente, allacciato con dei nastri tanto stretto da toglierle il respiro e rovinato appositamente per produrre un effetto logoro e sdrucito. La gonna dalla linea morbida rimaneva corta e drappeggiata sul davanti mentre si allargava in uno strascico modesto sul retro, il tutto lacerato , invecchiato, tinto in bianco sporco e con sfumature grigiastre.
Detestava avere le gambe scoperte ed in bella mostra ma aveva decisamente  ignorato la “questione peso” relegandola in un angolino della sua scatola cranica: ulteriori spunti di critica personale con conseguente depressione  l’avrebbero portata ad una prematura crisi isterica. Ci sarebbe stato tempo per sclerare.
Aveva parzialmente risolto tale problema indossando delle calze color grigio scuro pesanti, anche se, inutile dirlo, il disagio era rimasto immutato.
Il velo era stato sostituito da un fermaglio dalle fattezze eccentriche e particolari con una farfalla pervinca e bianca a farla da padrone, compensando la mancanza dell’accessorio principale con un trucco marcato e perfettamente in tema; guanti fino al polso in pizzo bianco ed una scritta nera fatta con l’hennè sulla parte alta della schiena lasciata scoperta : Corpse bride.
Quella della sposa cadavere era stata la scelta più azzeccata ed amara di sempre poiché, se la prima aveva ottenuto la propria libertà anche con il vuoto lasciato dalla mancanza di amore ,quale sarebbe stato il finale di Madge?
Innamorata di una persona che non sarebbe mai potuta essere completamente sua.
Emise un ringhio sommesso a quel pensiero e si concentrò sulle francesine cenere che le stavano massacrando i piedi.
Non poteva piangere, non in quel momento, truccata appositamente per l’occasione e con intorno troppa gente. Un’intera palestra gremita volendo specificare.
Ondeggiava tra le persone mascherate e osservava le coppie di costumi più assurde ballare insieme e scambiarsi tenere effusioni: c’erano Zayn e Perrie, ex re e reginetta dell’ultimo ballo primaverile rispettivamente uno scheletro ed una gatta, adorabili ed innamorati, acquamarina; Liam e Sophia, la new entry dei quinti, vestiti da pirata e strega, riservati e gentili, oro vivo; Louis ed Eleanor , lui ottimo calciatore e lei cheerleader di talento, una mummia ed una topolina, dolci e unici, uovo di pettirosso; ed infine, accanto alla console del dj c’era lui, un vampiro dai capelli biondi accompagnato dalla sua ragazza, chioma zafferano e sguardo furbo, vestita da zombie, improbabili ma stupendi, indaco.
I loro sguardi si incrociarono per qualche secondo e Madge si augurò che nessuno avesse notato le su gambe tremare e non avessero sentito  quello stupido Muscolo pulsante protetto da un mucchietto di ossa agitarsi nella sua gabbia a tal punto che la ragazza si chiese se la propria cassa toracica avrebbe retto quei colpi.
Ci sarebbe mai stato qualcuno disposto a starle accanto escludendo la propria ombra?
Improvvisamente la sua presenza in quella palestra le sembrava un errore, l’ennesima scelta sbagliata fatta a cuor leggero, senza pensarci troppo, un’altra cazzata. Perfetto.
Ormai avvicinarsi e salutarlo era d’obbligo , Niall non gliel’avrebbe fatta passare liscia altrimenti.
La mora raddrizzò la schiena e aggrottò le sopracciglia : se voleva parlarle si sarebbe avvicinato lui!
Accennò un gesto con la mano in segno di saluto e, per la prima volta, ricambiò lo sguardo dell’Irlandese con sfida, prima di voltarsi e dirigersi verso gli alcolici leggeri che si trovavano a quelle feste conscia di essere seguita con attenzione da due occhi cerulei.
Probabilmente si sarebbe pentita di lì a poco di quel comportamento, ma nell’immediato presente una birra scadente in corpo le sembrava l’idea migliore prima di affrontare “la coppietta felice”.
Asparago, un colore di merda, esattamente come si sentiva Madge. Tracannate due bottiglie di liquido giallastro e tre bicchieri di punch purpureo dal dubbio gusto e contenuto, era ancora troppo sobria e vigile  per non pensare.
Si era intrattenuta con le sue compagne di classe, con il giovane professore di chimica per cercare di trattare il suo voto e con un ragazzo conosciuto tramite il suo migliore amico ma nulla, le farfalle dalle ali frastagliate e aguzze che vagavano nel suo stomaco raschiavano senza sosta ovunque arrivassero e non c’era speranza di placarle.
Quando ormai la sua voglia di tentare di socializzare era stata sepolta da un color catrame viscido e pesante, l’unico desiderio della mora era poter trovare un punto di campo pieno e poter leggere dal telefonino il libro scaricatovi poco tempo prima, ma due braccia forti e conosciute le cinsero la vita da dietro ed un paio di labbra soffici si posarono sul suo collo –“Non sei venuta a salutarmi”- mugugnò Niall contro la sua pelle e Madge si costrinse a mantenere una certa serietà invece di sciogliersi in quella presa salda –“ Ti ho fatto un cenno, e comunque potevi anche venire tu”- sibilò infatti acida.
Il ragazzo la condusse per mano verso un angolo poco affollato e puntò i suoi occhi chiari in quelli di lei –“Clare mi ha tenuto molto occupato, altrimenti sai bene che non mi faccio problemi a salutare i miei amici”- affermò serio accarezzandole una guancia con dolcezza –“Certo, capisco”- brontolò lei in un sospiro –“E dov’è adesso la tua ragazza?”- domandò poi con un sopracciglio alzato e –“Al bagno”- asserì l’irlandese disinteressato scrollando le spalle.
Ci hai tenuto a specificare che siamo amici è? Pensi che sia così ingenua da fraintendere?
–“Beh, dovresti tornare dove ti ha lasciato, non sarebbe contenta di non trovarti”-.
–“Non me ne frega niente”- dichiarò il ragazzo –“Sei bellissima questa sera”- aggiunse mentre le guance della sua interlocutrice si imporporavano vistosamente.
Davvero sono bellissima? Eppure non lo sono abbastanza perché tu stia con me, non lo sono abbastanza perché tu scelga me…
Madge rispose con una smorfia reprimendo quei pensieri inopportuni e dolorosi -“Anche la tua metà è stupenda”- gracchiò risentita.
–“Si, ma non è la ragazza più bella della festa, quella sei tu”- le soffiò lui nell’orecchio per poi afferrarle il polso ed accompagnarla all’esterno senza che lei opponesse resistenza.
Smettila di giocare con me, smettila di riempirmi di bugie, ti prego.
–“Ti ho fatta tenere d’occhio da Louis, Liam e Zayn tutta la sera, nel caso avessi trovato con chi ballare e avessi dovuto strapparti a lui per passare un po’ di tempo insieme…”- .
–“Non ti dovrebbe interessare e riguardare con chi mi intrattengo”- ribattè Madge stizzita prendendo a giocare con il labret di metallo –“Invece mi interessa, e sai bene che mi fai venir voglia di baciarti e scoparti violentemente quando giochi con quel dannato piercing”- borbottò il biondino con voce roca.
E la mora esultò interiormente, perché in quei momenti credeva di avere lei il controllo, si sentiva un po’ meno la bambola di lui, e nutriva la speranza di non essere l’unica intrappolata in desideri e sentimenti sconvenienti.
–“Non lo faresti mai”- lo sbeffeggiò senza interrompere la sua provocazione ed il ragazzo sorrise malizioso sovrastandola con la sua altezza –“Non sfidarmi”- esalò a pochi centimetri dal viso della ragazza –“E tu impediscimelo”- sussurrò lei sorridendo a sua volta.
Il giovane sbottò un –“Bene”- appena accennato e le cinse i fianchi con le braccia prima di unire con impeto le proprie labbra con quelle della ragazza che, leggermente spiazzata da quella foga, attese qualche secondo prima di ricambiare con la stessa veemenza.
La castana aggrappò i propri arti superiori al collo del biondo e si alzò un poco sulle punte per approfondire quell’intreccio di lingue, saliva e denti, che lei guardando dall’esterno avrebbe classificato ironicamente con “mangiarsi la faccia a vicenda”.
Non c’era spazio per la galanteria in quel momento, né per il senso di colpa o per pensare razionalmente, c’era solo il bisogno di calore umano, desideri proibiti ed urgenza di quel sapore d’amore che in realtà non era che illusione.
Ma era bello illudersi no?
I seguenti minuti proseguirono in quel modo, nascosti dall’oscurità notturna, in una danza sincronizzata quanto desolante, con le mani della mora ad intrecciare e spettinare i capelli morbidi del ragazzo mentre lui la teneva per la nuca pur di sentirla il più vicina possibile.
Un idillio troppo incantevole  per durare…
E Madge sentiva che le lacrime sarebbero arrivate presto, e auspicava che con quel bacio crudele quanto necessario Niall capisse che tutto quello la stava consumando e distruggendo, che quella scottata sarebbe stata ancora una volta lei…
-“Dovremo…dovremo tornare alla festa”- ansimò il ragazzo distaccandosi a fatica da quelle labbra anelate per tanto tempo –“T-tutto questo è sbagliato”- concluse in un sospiro.
Erano sempre quelle le parole, sempre le stesse, eppure sempre dure e difficili da assimilare.
Avresti dovuto pensarci prima di baciarmi ancora…
–“Lo dici tutte le volte”- sibilò la mora con voce spezzata dall’imminente pianto –“Ma poi…cosa cambia?”-.
–“Madge, mi dispiace…lo sai”- iniziò il ragazzo pacatamente –“Non è vero, non è vero che ti dispiace”- lo bloccò lei secca –“Non ti dispiace per niente”-.
–“Invece si, lo sai bene! Non ti farei mai del male, non vorrei mai”- affermò serio mentre la prima lacrima solcava la guancia destra della ragazza –“Ma lo fai, succede ogni volta”- singhiozzò lei senza riuscire a trattenersi .
Lo fai quando mi baci in segreto, lo fai quando dopo essere stato con me torni da lei come nulla fosse accaduto, lo fai quando la baci davanti a me ostentando un amore nei suoi confronti che non dimostri mai, lo fai quando non tiri fuori il discorso per giorni ed io mi sento morire, lo fai quando mi chiedi come sto e sai bene di avermi ferita, lo fai quando pensi di poterti pulire la coscienza ammettendo che quello che facciamo è sbagliato…mi fa del male tutte le volte dannazione!.
–“Ma io sono innamorato di te”- sussurrò lui intrecciando la propria mano con quella della ragazza, e, a quelle parole, la giovane scoppiò definitivamente in  lacrime –“Allora perché non scegli me?”- domandò accettando senza protestare l’abbraccio dell’Irlandese –“Te l’ho già spiegato, tra noi non ci può essere nulla, non sono adatto a te, finirò la scuola quest’anno, farò le mie scelte e non voglio limitarti nelle tue tenendoti attaccata a me, non sarebbe giusto… non te lo meriti”-.
Perché tutto questo me lo merito?
-“Cazzate, non puoi saperlo, la verità è che non vuoi darmi una possibilità”-  dichiarò lei con rabbia prima di divincolarsi dalla stretta del biondo –“Non puoi saperlo come sarebbe”- ribadì con voce tremante .
–“Mad, sarebbe complicato, io sto con Clare…”-.
–“Già, stai con lei ma te lo ricordi solo quando ti fa comodo. Sono mesi che proclami di volerla lasciare eppure non lo hai mai fatto!”- mormorò dando voce a quei pensieri per la prima volta.
–“Non è facile…siamo fidanzati da quattro anni”- spiegò lui senza perdere la calma –“E’ complicato”-.
–“Ed io che sono? Un’intaccatura nella vostra relazione? La tua puttana? Un’amante? Spiegamelo perché non sono capace di capirlo”- sbottò la mora stringendo le mani a pugno per trattenersi dal colpirlo –“Che ruolo ho nella tua vita? Perché mi sembra di essere una cazzo di bambola che puoi usare e riporre nella scatola a tuo piacimento!”-.
Niall strabuzzò gli occhi e boccheggiò in difficolta –“No, che non sei la mia puttana! Sono innamorato di te, come puoi anche solo pensare di esserlo?”- si difese colpito nell’orgoglio ma Madge ormai aveva bisogno di vomitare parole senza fermarsi, tutte quelle frasi che l’avrebbero portata ad impazzire se non fosse riuscita ad espellerle.
–“Dimmi, cosa dovrei pensare? Dici di amarmi, ma che tra noi non potrebbe esserci nulla; mi baci, ma poi rettifichi dicendo che è un errore; mi riempi di parole, ma non c’è nulla di concreto; non vuoi lasciare la tua ragazza, ma continui questo gioco al massacro tra noi due…”- emise la mora con un filo di voce –“Ti senti mai in colpa?”-.
L’Irlandese le passò una mano tra i capelli con un sorriso triste ma non rispose –“Io ti amo”- affermo serio traendola più vicina a lui e asciugandole un lacrima con il pollice .
Un’altra crepa, un altro squarcio, un’altra voragine…perché mi fai questo?
–“Anche io ti amo Niall, ma tu non sei mio”- mormorò lei mentre anche l’ultima cucitura sul Muscolo cedeva definitivamente –“Né sarò mai abbastanza perché tu scelga me, rimarrò la seconda opzione, quella nell’ombra. Non lo vedi che sto bruciando? Non andrò mai avanti così… ”- sibilò trattenendo il respiro.
–“C-cosa significa?”- domandò lui con gli occhi innaturalmente lucidi e rossi –“I-io ti voglio con me”- aggiunse stringendola possessivamente a sé –“La lascerò”-.
E’ un po’ tardi non credi? Basta con le menzogne.
–“Te l’ho sentito dire così tante volte che non riesco a crederti. Non vuoi me Niall, io sono stata un gioco, il gusto di una conquista, niente di più. Sono stata il tuo errore e ho assecondato quello che tu hai iniziato ma che dovrò finire io, perché non posso ardere in eterno. Ho insabbiato il senso di colpa fino adesso e mi sono illusa e accontentata di questo rapporto malato pur di provare amore, perché tu sapevi quanto ne avessi bisogno e hai sfruttato questa mia debolezza per ottenere ciò che volevi. Bene, mi hai avuta, ti ho inseguito e mi sono annullata pur di farmi amare, ma ora ti prego, lasciami andare…”- soffiò tra le lacrime la figura sempre più scossa da tremiti della ragazza.
Esisteva un colore per descrivere quella sensazione di vuoto? Esisteva una parola per giustificare quelle lacrime? Esisteva una cura a quel malessere? C’era anche solo una possibilità che l’anima di Madge smettesse di stridere insopportabilmente e lei potesse metterla a tacere?
Dov’era l’amore proclamato nei libri?
Dov’era la dolce sensazione di avere qualcuno che ti ama accanto?
Era davvero tutta teoria quel fottuto sentimento?
Possibile che gli unici fatti fossero umiliazione e degrado?
Madge Harvard non capiva ma intanto la sua paura più grande si era concretizzata: quella di soffrire per amore.
–“M-ma io ti ho detto di amarti”- grugnì il biondo –“Credimi”- la pregò abbassando la testa per nascondere una lacrima sfuggita al proprio controllo: l’aveva seriamente data per scontata tutto quel tempo da stare per perderla?
Sii forte Madge, non cedere, ti sei illusa abbastanza non credi?

-“A-a volte l’amore non basta”- si costrinse a guardarlo negli occhi –“Non sempre c’è il lieto fine o la seconda possibilità. A volte bisogna arrendersi, deporre le armi. Hai detto di non essere adatto a me…permettimi di andare avanti allora, torna dentro, bacia la tua fidanzata e fa finta di niente, ti è sempre riuscito dopotutto no?  Ma sappi che questa è davvero l’ultima volta, e mi hai costretta tu a tale scelta. Ora lo sai che non sono indistruttibile, perché sei riuscito ad abbattere ogni muro e calpestarmi, mi ha fatto più male di chiunque… ed è proprio perché non riesco a smettere di amarti nonostante tutto che devo prendere le distanze.”- singhiozzo sfiorando le proprie labbra con quelle del ragazzo inerme davanti a lei.
Le unì delicatamente, con il sapore delle lacrime di entrambi mescolate a quel bacio troppo simile ad un addio e –“Ti amo”- gli soffio a pochi centimetri dal viso dopo essersi staccata.
Asciugò le guance del ragazzo prima di allontanarsi a passo svelto con la vista appannata ed i pezzi del proprio cuore troppo piccoli per essere ricomposti.
E Niall rimase solo, sul retro della palestra scolastica, con il sapore di qualcosa di meraviglioso sulle labbra e la consapevolezza di non poterlo riavere…
  
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