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Autore: carostyles96    08/09/2013    1 recensioni
questa storia parla di una ragazza, charlotte che per una serie di eventi incontra un ragazzo che è proprio quel tipo di persona che charlotte, per ragione ben motivate, non voleva incontrare, harry.
questi due personaggi sono come il giorno e la notte, vivono in due mondi opposti, sono due mondi opposti.
shakespare diceva:
"amore non è amore se muta quando scopre un mutamento, o tende a svanire quando l'altro si allontana.
oh, no! amore è un faro, sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
per scoprire il perchè del 'forse' nel titolo dovete leggere e godervi la storia!!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Capitolo 9- le forze della natura si concentrano in te*
 
 
Era passato un po’ di tempo dalla festa, io ed Eric continuavamo il nostro rapporto come due amici, come se non fosse successo niente ma mi accorgevo molto bene delle occhiate che mi dava, mi rendevo conto di quanto per lui fosse difficile vedermi ogni giorno ridere e scherzare con lui che era un semplice amico.
Harry non si faceva sentire da settimane ormai, aveva saltato un’intera settimana di scuola ed ora era da un po’ che non lo vedevo eppure quel suo “tu sarai mia” mi era rimasto ben impresso nella mente, tutte le volte che ci pensavo rabbrividivo.
 
Finalmente erano arrivate le vacanze per il giorno del ringraziamento, saremmo stati a casa per una settimana, il vento non troppo pungente di ottobre si faceva sentire mentre io e Kaely tornavamo a casa da quello che era stato l’ultimo giorno prima di una settimana di puro e vero riposo.
«Charlie, ti ho detto che io questa settimana la passerò dai miei a Manchester? Sai hanno insistito molto!» «No, non me lo avevi detto ma vai pure senza problemi! Goditi questa bella settimana con i tuoi!» le dissi entrando dal portone di casa.
Salimmo in ascensore ed arrivammo nel nostro appartamento che diventava sempre più accogliente, diventava sempre di più casa mia«Quando parti?» le chiesi sprofondando nel divano del salotto «In verità fra due ore ho l’aereo, mi ha appena mandato un messaggio mamma, hanno pensato a tutto loro. Mi aiuti a preparare un borsone?» le annuii e mi tolsi da quella comoda posizione che avevo preso sul divano.
Entrammo in camera sua e incominciammo a mettere via un po’ di vestiti per questa settimana. Appena finimmo andammo di corsa in aeroporto.
Ripresi la mia mini blu e prima di accenderla sentii il mio cellulare squillare. Lo presi e aprii il messaggio ‘Ho bisogno di parlarti e di vedere quel tuo bel faccino e quel tuo bel corpo, passa da me devo dirti una cosa. Xx H’. A quel messaggio mi salirono i nervi a fior di pelle.
Come si permetteva quel riccio perverso di dirmi cosa dovevo fare e come poteva essere così sfacciato?! Tuttavia volevo sapere cosa voleva da me così decisi di andare a casa sua.
 
Arrivai davanti a una villetta a schiera in un quartiere di non modeste ville, forse la sua era la più piccola ed era un tutto dire.
Parcheggiai l’auto e vidi il suo ranger over nero parcheggiato appena fuori dal garage di casa sua, dentro ad esso non c’erano auto, segno che a casa c’era solo lui.
Entrai nel cancelletto del suo giardino chiudendomelo alle spalle mi incamminai verso il vialetto che portava al porticato di casa sua.
Una volta sotto il porticato suonai il campanello che si trovava fuori dalla porta.
Harry mi venne ad aprire, era a torso nudo e fu abbastanza sorpreso nel vedermi.
«Charlotte! Gi qui? Wow non ti credevo così desiderosa di vedermi!!» mi disse con un sorrisetto che mi diede più che fastidio «Appunto non lo sono, ero solo di strada, ho accompagnato Kaely a prendere l’aereo per andare dai suoi» gli risposi quasi giustificando la mia presenza.
Si fece di lato e mi fece gesto con la mano di entrare. «Accomodati sul divano mentre vado a vestirmi» a quelle sue parole abbassa lo sguardo e vidi che indossava solo un paio di pantaloni di tuta, potevo vedere l’elastico dei suoi boxer.
Mi fece strano vederlo così, in effetti non lo avevo mai visto in tuta, indossava sempre  jeans, non che i jeans gli stessero male eh! Insomma per quanto lo odiassi dovevo ammettere che aveva davvero delle belle gambe, però con la tuta lo preferivo, era più… non saprei dire come ma lo preferivo!
Gli annuii e mi sedetti sul divano. Lo vidi salire le scale della casa, mi ricordava vagamente la mia casa di Parigi solo che la mia casa a Parigi era più o meno i doppio e quando ti trovavi da solo ti sentivi più che solo!
Mi accorsi che davanti a me c’era uno scaffale con su delle foto, decisi di avvicinarmi.
Presi la prima foto, vidi Harry all’età di 16 anni più o meno in mezzo a due donne, una delle due la riconobbi dagli occhi, era sua sorella, Gemma! L’avevo già vista solo che in questa foto i suoi capelli erano dello stesso colore di quelli di Harry. L’altra donna, molto probabilmente la madre, era davvero una bella donna. I suoi occhi erano proprio come quelli di Harry.
Subito accanto ce ne era un’altra in cui la sorella maggiore che avrà avuto 2 o 3 anni teneva Harry in braccio, in modo molto buffo. Harry era così tenero da piccolo, era paffuto e faceva ridere!
«Oh no, fai pure» sentii la voce di Harry dietro di me. Riposai la foto sullo scaffale e mi girai verso di lui. Ora indossava i suoi fantastici jeans che facevano vedere le sue belle gambe muscolose e la sua amata maglietta dei ramones «Scusa, sai la curiosità è donna» gli risposi sorridendo.
Harry mi guardò malizioso e si avvicinò a me«Sai, in questo momento non mi interessa se sia donna o uomo, io sono curioso di vedere cosa c’è qui sotto» mi disse spostando un angolo del mio maglioncino.
Gli diedi un schiaffo sulla mano spostandogliela dal mio cardigan «Bhe di sicuro non lo scoprirai ora! Allora, che dovevi dirmi di così urgente?» gli chiesi incrociando le braccia al petto e appoggiandomi al mobile dietro di me. «Ah già! Dunque, i miei mi hanno dato la disponibilità della nostra casa sul lago fuori città, ho pensato a una persona con cui avrei voluto passare una settimana e bhe mi sei venuta in mente te! Sai, molte cose possono succedere in una settimana» mi disse spostandomi una ciocca dietro alle orecchie, «hai fino a domani mattina per darmi la disponibilità» mi disse sorridendomi.
Annuii, mi diressi verso l’uscita, presi la mia borse che era rimasta sul divano e sbadatamente la feci cadere.
Mi chinai a raccogliere ciò che era caduto. Sentii Harry chinarsi pure lui e aiutarmi a raccogliere le cose, le nostre mani si sfiorarono e mi sentii una stretta allo stomaco.
Quella richiesta mi aveva scandalizzato, che gli avrei detto?! Insomma era strano che lui mi chiedesse di fare una settimana con lui, l’avremmo passata tutta a litigare, lo sapevamo entrambi. In più io non volevo ammettere che l’idea mi allettava molto.
Alzai lo sguardo e vidi Harry che mi guardava mentre raccoglievo le ultime cose.
Ci alzammo contemporaneamente, continuai a sentire il suo sguardo su di me, alzai nuovamente lo sguardo e guardai i suoi bellissimi occhi verdi, mi ci potevo perdere mille e mille altre volte ancora in quei bellissimi occhi, continuò a guardarmi. Mi vedevo specchiata nei suoi occhi, la cosa mi fece paura. Perché continuavo a guardarlo? Perché non riuscivo a spostare lo sguardo?
Improvvisamente mi squillò il cellulare. Mi spaventai, lo cercai nella borsa, risposi e con un cenno salutai Harry uscendo da casa sua.
«Ciao papà… si, qui tutto bene!   No, non penso di tornare a casa penso che ci vedremo solo per Natale…. Sì, forse vado a casa di una persona che viene a scuola con me visto che la mia coinquilina è andata a casa sua per questa settimana.    Ciao, a presto» era forse la prima chiamata che facevo con papà da quando ero arrivata qui. Ogni tanto mi arrivavano le sue mail ma una volt che gli rispondevo la conversazione finiva lì.
Io e papà non avevamo mai avuto un bel rapporto e dopo che mia madre era morta la cosa peggiorò, lui passava più tempo possibile al lavoro e quando tornava a casa io ero già a letto oppure mi ci stavo avviando.
 
*Harry’s pov*
 
Vidi dalla finestra Charlotte chiudere le chiamata, la vidi fare un grande sospiro per poi mettere in moto la macchina.
La vidi andare via e io mi avviai sul divano buttandomi a peso morto.
Decisi di accendere la televisione, guardai un po’ di calcio poi decisi che era il momento di salire a farmi una doccia e a preparare il borsone per la settimana alla casa al lago.
Speravo con tutto me stesso che Charlotte accettasse il mio invito, non so nemmeno per quale ragione avevo troppa voglia di passare con lei un po’ di tempo.
Solo il pensiero di vederla tutte le mattine in pigiama, preparare la colazione con i capelli in una coda disordinata, mi faceva sorridere e la cosa mi spaventava!
 
Scesi da divano e andando verso le scale vidi qualcosa sotto il divano.
Mi chinai e vidi che era un piccolo ciondolo , lo raccolsi c’era scritto ‘alla mia futura campionessa olimpica, sei bellissima quando voli. Mamma’ era di Charlotte. Girai il ciondolo e vidi che c’era una foto di Charlotte mentre faceva un di quelle strano acrobazie da ginnasta.
Capii che le era caduto quando le era caduta la borsa, decisi, non so per quale motivo, di portarglielo.
Ormai era buio. Salii in macchina e andai verso casa sua.
Salii in ascensore ma nel momento in cui mi trovai davanti al suo appartamento esitai un attimo nel bussare poi presi il coraggio e lo feci.
Mi aprii la porta, era bellissima. Aveva su un maglione che le andava effettivamente grande ma le stava benissimo e poi aveva una tuta che finiva dentro gli ugg che aveva ai piedi.
I capelli erano raccolti in una coda disordinata e aveva gli occhiali che la rendevano ancora più bella in quel suo look trasandato.
«Harry! Che ci fai qui?» mi chiese imbarazzata gli mostrai il ciondolo. Lei lo prese e mi fece gesto di entrare. Entrai in quell’ appartamento. Era diverso dall’ultima volta in cui l’avevo visto, si vedeva chiaramente la presenza di Charlotte. C’erano delle sue foto attaccate alle pareti accanto ad alcune di Kaely. «Era da tanto che non entravo qui!» le dissi quasi facendomelo sfuggire. Mi guardò con aria interrogativa «Kaely ti ha mai fatto entrare qui?» mi chiese.
Non sapevo che risponderle, non potevo dirle tutto così deviai il discorso con un sorriso che la mise ancora di più in confusione.
Mi sedetti sul divano che era più che invitante. Si sedette affianco a me guardando il ciondolo «Dovrei proprio portarlo ad aggiustare» mi disse quasi come un sussurro «Te lo ha regalato tua madre?» le chiesi sapendo già la risposta «Sì, me lo ha regalato la sera prima di morire. Quel giorno era venuta a vedermi agli allenamenti e Carl, il mio allenatore, aveva parlato con mamma e le aveva detto che sarei potuta diventare una grande olimpionica se avessi continuato con quella testa e con quella determinazione così mamma per dirmelo mi ha fatto questo ciondolo con incise queste parole. È l’unica cosa che mi rimane di lei.» mi disse guardando il suo ciondolo «Come l’unica? Insomma, non hai dei gioielli suoi, la sua fede, il suo anello di fidanzamento?» le chiesi curioso «Oh no, quando smisi di fare ginnastica io e papà abbiamo traslocato, prima non abitavamo in centro Parigi siccome la mia palestra era un po’ fuori da Parigi, e nel trasloco abbiamo perso tutto ciò che riguardava lei! Ti spiego, ormai avevamo portato tutto nella casa a Parigi ed era rimasto solo lo scatolone con dentro i gioielli miei e di mamma che era nell’altra casa. Il mattino quando andammo a prenderlo era scomparso e la finestra della sala completamente rotta. Li avevano rubati! Papà mi comprò nuovi gioielli, ne ricevo almeno uno ad ogni compleanno ma quelli di mamma non li recuperammo mai; abbiamo solo la sua fede che papà tiene al collo e non mi sento di togliergliela» gli spiegai.
Sentii il telefono di casa squillare e vidi Charlotte correre verso il telefono ed alzare la cornetta
«Pronto?    Ehi ciao! Allora come va?     No, è nella borsa che è in camera    stavo guardando un po’ di mail    no non me ne ha mandata nessuna ma oggi mi ha chiamata, non so se vale ahahah    come vuoi che sia stata una nostra telefonata?! Non mi chiamava da quando sono andata via! Diciamo solo che alla fine ho tirato il respiro…» la guardai mentre arricciava il filo del telefono, era bellissima e in quel suo look da casa mi sembrava ancora più bella.
Ero più che sicuro che stesse parlando della telefonata di oggi. Chi era la persona con cui aveva parlato? Perché la persona dall’altra parte della cornetta le chiedeva di lui/lei? E perché io ero così curioso su tutto ciò che riguardava lei?!
Il mio sguardo cadde sul suo culo, era davvero perfetto. La vidi girarsi così le sorrisi quasi innocentemente. Lei ricambiò il sorriso. Salutò la persona dall’altra parte della cornetta e venne di nuovo verso il divano.
Posò le sue mani sullo schienale del divano e mi guardò negli occhi, era forse la prima volta che era più alta di me «La prossima volta tieni lo sguardo alto grazie» mi disse sorridendomi «Credimi, è impossibile» le risposi. La vidi sorridere e soffocare una piccola risata.
Era così dannatamente perfetta! «Chi era?» le chiesi curioso mentre andava verso la cucina «Kaely» mi rispose lei secca «No, oggi. Quando sei andata via da casa mia!» le dissi seguendola in cucina. Mi poggiai allo stipite della porta mentre la vedevo cercare qualcosa nella dispensa «Oh! Era papà» mi rispose salendo sulle punte per prendere il pane. La vidi in difficoltà così la raggiunsi e dal dietro posai una mano sul suo fianco e l’aiutai a prendere il mano. le nostre mani si sfiorarono e il respiro mi si smorzò in gola.
Lei si girò, era proprio davanti a me abbassò la testa come per ringraziarmi. Mi allontanai da le e mi poggiai al pianale di lavoro proprio davanti a lei «Parlami di lui» le dissi senza togliere gli occhi dai suoi bellissimi occhi verde scuro «Che vuoi sapere? Non ci parliamo veramente da quando è morta mia madre e fidati nemmeno prima lo facevamo. Quando mamma è morta lui ha prolungato le sue ore di lavoro e a casa non lo vedevo mai e questo mi faceva sentire ancora più sola» mi spiegò lei «Sola? Come mai?» le chiesi curioso «La mia casa di Parigi, diciamo, che.. è più o meno il doppio della tua e quando mi ci trovavo da sola, come molto spesso succedeva, mi sentivo sola» mi disse prendendo una padella ai suoi piedi «Non avevi amici, amiche… o… qualche ragazzo che… bhe ti facesse compagnia» le chiesi guardando ogni suo singolo movimento «Sì ma, una volta che se ne andavano ero sola! E poi a loro presenza molto spesso mi faceva sentire ancora più sola» disse prendendo la mozzarella in frigo «Ti fermi qui a cena?» mi disse sorridendomi. Ricambiai il sorriso annuendole. La vidi mettere la mozzarella sopra il pane bianco per poi metterla nell’olio e farla andare per qualche minuto.
Poco dopo erano pronti quelle specie di panini così ci sedemmo al tavolo sul quale c’erano già due tovagliette, molto probabilmente una delle due era di Kaely e le lasciavano sempre fuori, prese due bicchieri, piatti e posate e nel giro di 30 secondi tutto era apparecchiato.
 
La guardai per tutto il tempo in cui mangiava. Più la guardavo più diventava bella «Credi davvero di fare una settimana qui da sola?» le chiesi sorridendole e mostrando le mie fossette «Che ti fa pensare che sarò da sola?» mi disse ricambiando il sorriso «Se aspettassi qualcuno non ti saresti messa gli occhiali» lei rise a questa mia affermazione «A proposito, quanto ti manca?» le chiesi prendendole gli occhiali e mettendomeli «Dio mio ma sei quasi cieca» le dissi ridendo. Le scoppiò a ridere e mi prese gli occhiali e rimettendoseli «Sì, lo sono! Ahah di solito uso le lenti a contatto ma quando sono a casa metto gli occhiali!» mi disse orgogliosa della sua cecità. Continuai a guardarla, era così bella!«Che c’è?! Sono così terribile con gli occhiali?» mi chiese sorridendo e tirandomi uno schiaffetto sulla spalla «Oh no, anzi! S- sei bellissima!» la vidi arrossire leggermente e abbassare la testa.
Nel giro di pochi secondi si era alzata e stava iniziando a sparecchiare la tavola. E portai le mie cose in cucina mettendogliele nel lavandino mentre lei riempiva la lavastoviglie.  Quando finì si asciugò le mani e si poggiò dove poco primo ero poggiato io «Perché nascondi sempre questa tua bellissima parte?» mi chiese posando l’asciugamano sul banco di lavoro «Perché non sono solo questo! Fidati in questo momento stanno passando tanti di quei pensieri poco casti su di te nella mia mente» lei roteò gli occhi sorridendo «E perché ora non li dici e di solito sì?» mi chiese curiosa «Ci sono dei momenti in cui bisogna contenersi. Ma se vuoi te li dico. Ecco, io in questo momento ti prenderei e ti sb-»
«Harry! Non volevo saperli dai!! Ahahaha solo tu hai questa capacità di rovinare questi tuoi momenti dolci!» mi disse lei interrompendomi. Io risi e mi avvicinai a lei, era davvero bella in quel momento l’avrei baciata e non solo, avrei passato tutta la notte lì con lei, non mi sarei mai stancato di lei.
«Ok, vengo» mi disse lei rompendo il silenzio che avrei presto trasformato in un bacio «a patto che tu ora te ne ritorni a casa tua e che ti comporti bene in questa settimana!» mi disse lei «Oh mia cara Parigi, non posso prometterti niente! Il mio istinto da uomo maschio alfa potrebbe avere la meglio su di me!» le scoppiò a ridere. Si diresse verso la porta d’ingresso, la aprii «Penso sia proprio arrivato il momento di tornare a casa Styles» mi disse sorridendo «A domani mia dolce ceca!» le risposi lasciandole un bacio all’angolo delle labbra.
 
 
 
CONTINUAAAA <3
 
********SPAZIO ALL’AUTRICEEEEEEEEEEEEEEE********
 
Penso di continuare mercoledì se ho tempo o comunque nella prossima settimana, ora che riinizia la scuola penso proprio che ne posterò uno ogni settimana!
Lasciate un po’ di recensione consigliandomi anche cosa potrei fare per fare avere alla storia più lettori <3 <3
Grazie a tutte voi che la leggete, siete fantastiche <3  
  
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