Epilogo
9 mesi dopo
Silenzio,
pace, armonia, ma soprattutto tranquillità. Ecco cosa mi aspetta d’ora in poi.
Certo mi mancheranno molte cose, ma la
mia vita è stata intensa credo di meritare un po’ di calma. Gli altri se
ne faranno una ragione, in fondo prima o poi doveva succedere no?
“Alice
mi mancherai tantissimo!”
“Sarai
sempre nei nostri cuori!”
Flavia
piangeva quando l’hanno costretta ad andarsene, marco le ripeteva che un giorno
ci saremo riviste e lei gli dava del bugiardo, anche Lea era triste, ma non
piangeva. È sempre stata stoica, affronta le cose con coraggio. Le voglio bene
e mi ma doveva andare così, purtroppo non posso farci nulla. Non l’ho mica
deciso io! Ora, rimarrò qui, sdraiata, ferma a riposare per tutta l’eternità.
“ALICE,
ma dove diavolo sei finita?”
Le
ultime parole famose. Di mala voglia mi alzo dal letto e mi reco verso la fonte
di questo disturbo. Eleonora è seduta a terra circondata da libri e coperta di
polvere dalla testa ai piedi.
“Ma
cosa hai fatto?!” domando divertita.
Lei
fa una smorfia .
“Ho
preso delle cose dallo stanzino.”
“Vuoi
dire ‘la stanza senza fondo ’ ” la correggo.
“Ora
so perché si chiama così!ma ti giuro che un fondo ce l’ha.”
Scrollo le spalle.
“Buono
a sapersi.”
Mi
siedo accanto alla mia amica e osservo il pavimento coperto di roba e
scatolono: alcuni hanno la scritta rosa schoking LEA altri quella viola FLAVIA.
“Quando
mi hai chiesto di aiutarti, non pensavo di dover fare tutto io!” mi rimprovera
Ele.
“Scusa.
Ma sai com’è non mi sono ancora ripresa.”cerco di fare una faccia sofferente ma
non fa effetto. Eleonora mi guarda scettica alzando un sopraciglio.
“Alice
guarda che tu ti sei slogata un polso che hai tenuto fermo per due settimane,
esattamente nove mesi fa!”
La
sua affermazione mi sconvolge. Non tanto per il poco riguardo che nei miei
confronti, ma per il fatto che sono già passati nove mesi.
Sembra
ieri, e invece ora siamo ad agosto, e questa casa è vuota. È strano a dirsi, ma
tutta la folla che occupava casa mia è scomparsa a cominciare da mio fratello.
Lorenzo
ha fatto le valige, una settimana dopo il mio incidente. Naturalmente si era
fatto perdonare la paura che mi aveva fatto prendere e mi aveva anche
presentato Olga, la quale, poverina, con grande imbarazzo mi aveva raccontato
come erano andate le cose. Era simpatica e così l’avevo invitata a casa per
capodanno.
Lui
l’aveva lasciata a santo Stefano.
Ora
è da qualche parte in Spagna, con sommo disappunto dei miei, ed infinita gioia
mia. Ha detto che mi porterà una
sorpresa, speriamo che non sia sconvolgente come l’ultima.
La
seconda partenza è stata quella di Caterina. Dopo aver chiarito con i genitori
era tornata a casa con la speranza di rimettere insieme i pezzi della sua vita.
Ma Cate non può restare ferma a lungo e così dopo qualche mese aveva rifatto le
valige per partire alla volta di Palermo. Adesso insegna in un laboratorio
giovanile con il comune. Speriamo che sta volta sia la volta buona. L’ho
sentita qualche giorno fa e sembrava tranquilla: l’unica cosa che ora le manca
ora è un fidanzato, ma per quello ci vuole pazienza!
Sorrido a quel pensiero catturando l’attenzione di Eleonora.
“A
che pensi?”chiede curiosa.
“Ai
nove mesi” rispondo senza troppa attenzione.
“Pensiero
profondo. Piuttosto quando viene Lea a prendersi le ultime cose?”
Lancio
un quaderno di cui non capisco molto bene la funzione in una scatola e mi
rivolgo ad Ele.
“Non
lo so. Ieri ha farfugliato qualcosa riguardo al fatto che doveva andare a
scegliere le tende, quindi non sapeva a che ora passava”.
Eleonora
fa una faccia meravigliata.
“Ancora?
Ma quest’uomo ce l’ha qualcosa di decente in casa? Prima devono vedere le
stoffe per il divano in salotto, poi vanno a prendere una libreria nuova, poi
un tavolino , ora le tende. Ma non hanno nulla da fare?”
Stringo
le spalle.
“Sai
a Lea piace dare un suo tocco personale, immagino che si stia sbizzarrendo
nella nuova casa!”.
Ebbene
sì, la mia mica mi ha mollato. Il pianista-sull’oceano-senza-oceano le ha chiesto di andare a vivere insieme e lei
ha detto sì. Quando me lo ha detto nono ci credo abitavano insieme da quattro
anni e già da prima avevamo passato tanto tempo insieme e ora lei si è
trasferita…..al piano di sopra.
Sì
lo so che sono esagerata, ma è pur sempre un trasloco no?
“Non
fare quella faccia Ali. Non sarai solo per molto!”
“Già
anche perché non potrei pagare l’affitto” come sono materialista. Ogni volta
che sposto qualcosa ne compare una nuova. Comincio a pensare che non finirò
presto come credevo anche con l’aiuto di Ele.
“
Non sarà facile sostituire Lea, era molto precisa. E con Flavia come farei?”
La guardo sollevata.
“Tutte
sono migliori di Flavia. Credimi la foto di Flavia è presente nell’enciclopedia
alla voce ‘pessima coinquilina ’ . povero marco che se l’è presa!”
Marco
e Flavia vivono insieme. Non si sono sposati , ma convivono. Per Flavia
accettare il matrimonio era troppo, ma la convivenza no . hanno cercato casa
per mesi senza nessun risultato. Così le soluzioni erano due: ho si
trasferivano tutti qui ( e a questo mi sono opposta con tutte le mie forze) oppure
si trasferivano da Marco, buttando fuori il suo coinquilino (inutile dire che
ho votato per questa). Dopo ore di litigi Flavia e Marco sono andati a vivere
insieme a casa di Marco.
“Come
sei acida. Vedrai che ora che arriva la peste si calmerà!” ribatte Ele .
“Sei
il bimbo è come la mamma , Marcolino avrà una bella gatta da pelare!”
Ripensando
alle mille performance di Flavia , io e Ele ci mettiamo a ridere, rotolandoci
tra i libri e la polvere.
Asciugandosi
le ascite per il troppo ridere Eleonora mi domanda:
“Quando
vengono Daniela e Sofia?”
Daniela
e Sofia si trasferiscono da me. Occuperanno rispettivamente la camera di Lea e
quella Flavia. Ma loro non sono il problema maggiore.
“Domani.
Hanno già portato parte della roba. Ma il più importante arriva oggi” sorrido
mostrando la mia dentatura perfetta dopo anni di macchinetta.
Eleonora
sospira e scuote la testa.
“Tu sei proprio andata per il ‘cornettino’ è
vero?”
Il
mio colorito si avvicina molto alla lava dell’Etna.
“Smettila
Ele, non chiamarlo così!”
“Perché
ti metto in imbarazzo?”
La
guardo corrucciata ed evito di rispondere.
Prima
che Ele possa continuare a dire qualcosa di imbarazzante. Il campanello della
porta mi avverte che il mio ospite è arrivato.
Sempre
al momento opportuno. Grazie Dio!
“Vado
io!” scatto in pedi senza dare ad Ele il tempo di riflettere su quanto è
accaduto.
Mi
precipito nell’ingresso inciampando un paio di volte in cose sparse a terra. La
porta con tutte le mie cartoline appese mi si para davanti ed eccitata apro la
porta.
Sorrido.
“Ciao!”
Senza
neanche darmi il tempo di parlare le mie labbra vengono fermate dalle sue. Non
mi sembra vero eppure è così. E sono passati solo nove mesi!
“Alice attenta!”
La macchina mi aveva colpito in pieno,
ma per fortuna non andava molto veloce. Scivolo
a terra. Il polso mi fa male, ma io non sento nulla, voglio solo parlare con
lui. Cerco di alzarmi , ma qualcuno mi trattiene.
“Stia giù. Sta arrivando l’ambulanza!”mi
dice una voce gentile.
“No voglio l’ambulanza sto bene”
piagnucolo. Non posso perdere l’occasione della mia vita, non posso!
“Alice!”
Sopra di me compare il suo volto, i suoi
occhi che rimandano ai miei preoccupazione.
“Massimiliano!”
Mi alzo di scatto e mentre la testa
comincia aggirarmi cerco di parlare.
“Mi dispiace non avevo capito nulla
credevo che …che ..tu ..che tu e Caterina.. io..”
“Ti amo”
“Ti amo”
Massimiliano
sorride.
“Buongiorno
anche a te!”
Rido.
“oh
ma che carini che siete!” commenta Eleonora che è appena comparsa sulla porta.
“Ciao
Ele” la saluta il mio ragazzo consapevole del sottile sarcasmo nella voce della
mia amica.
Massimiliano
poggia a terra il suo borsone e viene a controllare la situazione. Il mio
povero amore è stato cacciato di casa … da me che ho insistito perché i neo
genitori andassero a vivere da Marco. Ora lui verrà a vivere qui con me.
“Che
bel casino!” commenta il nuovo arrivato.
“già
è per questo che ora mi darai una mano caro!”commento minacciosa.
“Certo
cara!” risponde lui dandomi un bacino sulla testa.
Eleonora
fa la faccia schifata, ma io non ci bado.
Sono
troppo felice ancora non mi sembra vero. Massimiliano comincia a prendere dei
libri a caso e a buttarli negli scatoli sotto le indicazioni di Ele. Sorrido.
Massi
si è ambientato bene tra noi, dopo il terzo grado delle mia amiche e le cene di
mia madre è pronto a tutto! Lo squillo del telefono interrompe i miei pensieri.
Vado a rispondere saltellando.
“Pronto?”
la mia voce esprime allegria.
“Alice
ciao scusa disturbo?” è la voce di Marco, ma sembra molto tesa.
“No
Marco, dimmi”.
Massimiliano
mi raggiunge vicino al telefono.
“No
volevo chiederti s magari, così per caso passavi per l’ospedale.”
La
mia faccia sbianca.
“Sai
a Flavia si sono rotte le acque!”
Massimiliano
intercetta il mio sguardo e capisce al volo.
Potrei
raccontarvi della corsa in ospedale, delle urla di Flavia, del pallore di
Marco. Ma a quel punto dovrei dirvi cosa successe il 5 Dicembre, oppure
raccontarvi delle parole del bimbi, del mio dolore, delle vacanze e di tutte
quelle cose che hanno reso la mia vita speciale….
Ma
la verità è che non posso perché ora mi chiamo Alice, vivo a Napoli e ho
vent’anni ho poco più.
FINE
Carissimi amici
finalmente siamo alla fine grazie per avermi seguito fin qui e per non avermi
mandato a quel paese. Spero che la
storia non vi abbia deluso. Credo che presto rivedremo Alice&Co.
Nel frattempo
quale personaggio vi è piaciuto di più?
Baci Arwin