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Autore: roby_lia    09/09/2013    3 recensioni
26 lettere, 26 parole, 26 storie per raccontare uno dei legami più complessi ed emozionanti di sempre.
Dal capitolo Ventisei: Zucchero
Loki scrollò le spalle, facendo finta di nulla “Non importa. Adesso posso mangiare i biscotti? O ancora non sono pronti mastro chef?”
“Te l’ho già detto, servono per domani”
“Ma io ho bisogno di zuccheri!”
Thor si guardò attorno, fino ad agguantare il pacchetto quasi finito di zucchero e allungandoglielo “Eccoti servito”
Loki lo fissò perplesso “Simpatico Odinson, davvero” mugugnò offeso, ma quando il biondo gli allungò un cucchiaino lo prese sul serio.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Note
Presenza di mpreg nell’ultima parte. Se l’argomento vi da fastidio o non vi piace vi consiglio di evitarlo u.u
 
 
 
Calore

Loki non ha mai avvertito fisicamente freddo.
È merito del sangue che non sapeva scorrergli nelle vene, merito di una discendenza che vorrebbe estirpare da sé, ma è un dato di fatto: Loki non può e non ha mai potuto avvertire il freddo.
Nella sua giovinezza, ad Asgard, mentre gli altri rabbrividivano entrando nel torrente per giocare, per lui non cambiava praticamente nulla.
Quella avrebbe potuto essere l’unica propensione che avrebbe potuto ricevere una qualche nota positiva, se non fosse stato che qualsiasi cosa aveva a che fare con il freddo e con il ghiaccio era mal vista nella Cittadella Celeste.
Tuttavia, anche se non riusciva a sentire il freddo con la sua pelle, lo percepiva in altro modo.
Era una strana sensazione, che partiva da dentro di sé, come se avesse avuto una sorgente di ghiaccio in vece che un cuore pulsante sangue caldo.
Una sensazione che lo faceva sentire inadeguato e sbagliato rispetto a tutto il resto, solo e vuoto in una maniera quasi dolorosa.
E andava ad ingigantirsi ad ogni occhiata storta, ad ogni commento pungente, ad ogni cipiglio deluso che Odino assumeva spesso nei suoi confronti.
Quella sensazione che gli faceva sempre cercare il calore del sole o del fuoco scoppiettante, che lo faceva rannicchiare sotto le coperte pesanti e sospirare rilassato solo in mezzo ad un bagno bollente.
Tuttavia nessuna di quelle soluzioni riusciva davvero a scaldarlo del tutto: erano rimedi temporanei che poi rendevano solo più evidente il gelo che provava normalmente.
Soltanto una cosa riusciva ad allontanare del tutto quella fastidiosa sensazione ed aveva il potere di riscaldarlo leggermente anche solo ripensandoci.
Succedeva di sovente che Loki, la sera, si rannicchiasse di fronte al caminetto della sua stanza con le fiamme che gli riscaldavano il volto e un libro abbandonato sulle ginocchia.
Poi arrivava il tormento della sua vita, con un irruenza pari a quella di un bambino.
Thor.
“Fratello!”
A quel richiamo Loki sbuffava, cercando di sembrare infastidito ma la solerzia con cui il libro veniva chiuso e subito dimenticato faceva intendere ben altro, anche se Thor non lo notava.
“Che vuoi?”
“Cosa stavi facendo?”
“Prima che tu entrassi con tutta la tua leggiadra grazia? Stavo leggendo Thor. Quali altre cose puoi fare con un libro, a parte tirartelo in testa naturalmente?”
Il primogenito rideva, mentre si sedeva al suo fianco, e bastava quello per far sentire a Loki un po’ meno freddo.
“Allora, hai qualche altra bella storia da raccontarmi sta sera?”
“Sì, ma non ne ho voglia” ribatteva annoiato il minore.
Thor rideva nuovamente, spintonandolo leggermente e Loki prontamente gli restituiva la spinta, solo che le sue mani venivano sempre catturate da quelle del maggiore.
“Sei sempre gelato… sicuro di star bene?” domandava, con la preoccupazione che gli addolciva la voce e gli oscurava lo sguardo.
“Sì, certo che sto bene” sbuffava contrariato, ma senza far nulla per liberarsi dalla sua stretta.
Il maggiore lo fissava incerto, passandogli una mano sulla fronte che poi finiva puntualmente a spettinargli i capelli.
“E smettila” protestava, cercando di allontanarlo.
Il viso di Thor si apriva in un ghigno divertito “Non ci penso proprio”
Ed allora iniziava: un’amichevole zuffa fatta di solletico, pizzicotti e tirate di capelli finchè esausti non si ritrovavano entrambi distesi uno sopra l’altro, intenti a recuperare fiato per il troppo ridere.
Loki adorava quei momenti. Adorava sentire le braccia di Thor che lo stringevano con forza contro di lui, quasi come un segno di possesso.
Adorava sentire il suo odore affondando il naso contro il suo collo.
Adorava il senso d’appartenenza che riusciva a provare con Thor.
Ed adorava sentire finalmente qual freddo allontanarsi da sé, mentre il calore di Thor si propagava sulla pelle, attraverso le ossa, fino a fargli provare un senso di consonanza che non provava in nessun’altro modo.
Era come se quello fosse il posto che doveva occupare, l’unico dove avrebbe potuto concedere con totale fiducia il proprio cuore.
Passavano interi minuti così, senza dirsi niente, semplicemente a stringersi mentre gli scoppiettii del fuoco riempivano il loro silenzio.
Alla fine, quando Thor sospirando iniziava a muoversi per andare nella sua camera, Loki continuava a tenere gli occhi chiusi, come se non si fosse accorto di niente.
“Loki è meglio se vado”
“…”
“Loki?”
E sospirava esasperato il principe d’orato quando capiva che il fratello si era beatamente addormentato ed era intenzionato ad usarlo come cuscino per tutto il resto della notte.
A volte lo sollevava e lo distendeva nel letto, per poi mettersi a dormire al suo fianco.
Altre volte più semplicemente arraffava alla bene e meglio una coperta e se la buttava addosso, rafforzando la sua stretta su Loki e lasciando che il sonno sopraggiungesse.
 
Crescendo, cambiando, Loki si trova costretto ad odiare quello stesso calore che un tempo riusciva a donargli un po’ di pace.
Ma ormai tante cose sono cambiate da quei giorni, ed ora quel calore che un tempo anelava come se ne dipendesse la propria vita potrebbe perfino essergli dannoso nel corpo di ghiaccio e sangue che ha indossato dalla sua fuga.
Un nuovo corpo per indicare che non è più chi era prima, che le cose sono diventate troppo diverse per continuare a fingere che si possano riaggiustare.
Eppure, mentre Thor gli si avvicina con esitazione, un’esitazione non guidata dal disgusto ma dalla paura che lui possa fuggire, e fa andare via il mostro semplicemente sfiorandogli una guancia, Loki si scopre a desiderare nuovamente qual calore.
Anche se in contrasto con la sua vera natura.
E non può impedirsi di gioire quando Thor lo scalda nuovamente, anche se in un modo del tutto diverso di quando erano giovani
È più bruciante, più definitivo.
È una promessa, pronunciata mentre la neve che cade si scioglie sui loro corpi bollenti.
È qualcosa a cui non troveranno più la forza di rinunciare, non ora che l’hanno assaporato in pieno.
Dopotutto ha sempre avuto un carattere alquanto contradditorio, il dio del Chaos.
 
Da allora le cose sono cambiate nuovamente e Loki ha scoperto un nuovo calore che non aveva mai immaginato e non avrebbe mai sperato di provare.
Se è possibile è ancora più forte di quello di Thor, ma forse perché è solo grazie a Thor che gli è concesso il privilegio di provarlo.
“Cosa fai ancora sveglio? Lo sai che devi-“
“Il prossimo che mi dice che devo riposare farà una pessima fine, hai la mia parola” lo interrompe brutalmente Loki, avvicinandosi alla sua sedia.
“Tu piuttosto, cosa fai ancora qui?”
Thor sospira, appoggiandosi allo schienale ed abbandonando le carte che fino ad un attimo prima stava leggendo.
“Niente d’importante”
“Ed allora perché sei ancora qui?”
Thor non riesca a trattenere un sorriso divertito, alla vista della linea scontenta in cui si piega la bocca di Loki nel porgli quella domanda.
Gli passa un braccio attorno alla vita, chiedendosi se fosse possibile che sia già aumentato.
Ma forse è solo un gioco di luci.
E poi a otto mesi ormai si vede tutto.
Lo tira più vicino a sé, affondando il volto contro il suo petto e posando un bacio sulla sommità della sua pancia ormai più che prominente.
Ma Loki non lo bada, afferrando una di quelle carte e corrugando le sopracciglia.
“Una richiesta di matrimonio?!”
“Loki…”
“Ma lo sanno che non è ancora nato?
“Ai Vanir piace prendersi per tempo”
“Non sanno neanche se è maschio o femmina!”
Thor trattiene a stento un altro sogghigno, togliendo la lettera dalle mani del compagno.
“Me ne sono già occupato, non devi preoccuparti”
“Che cosa gli risponderai?” insiste l’altro.
“Che ne riparleremo tra centovent’anni. Forse” sospira il biondo, riuscendo finalmente a far desistere Loki ed ad incamminarsi con lui verso le loro stanze.
“Perché non me lo hai detto?”
“Perché è una cosa che riesco a gestire anche da solo Loki”
“Sì ma si tratta di nostro figlio”
“Non lo metto in dubbio, ma ultimamente sei piuttosto… protettivo nei suoi confronti”
“E quindi?”
“Non mi sembrava il caso che tu scatenassi una guerra, viste le tue condizioni, solo per una richiesta di matrimonio”
Loki s’imbroncia, non riuscendo a trovare nessun argomento per controbattere: Thor stava diventando troppo abile in quel loro gioco e non era un bene. O forse sì?
Vedere l’altro che si toglie i vestiti, purtroppo, lo distoglie dai suoi ragionamenti.
“E chi ti dice che avrei scatenato una guerra?” tenta di controbattere, senza risultare troppo convincente.
“Ormai ti conosco”
“Ah sì?”
Il re di Asgard annuisce risoluto, trattenendo a stento un sorriso divertito mentre gli fa cenno di raggiungerlo sul loro letto.
Loki tenta di mantenere una certa dignità, ma è troppo rapido a mettersi al suo fianco, appoggiando il capo contro il suo petto e il pancione sul suo addome, come sostegno, per sembrare credibile.
“Sai, se volevi un cuscino per dormire potevi usare il regalo di Stark” mormora il re di Asgard, indicando il lungo cuscino abbandonato in un angolo mentre con la mano libera gli accarezza la schiena indolenzita dal peso che deve portare a spasso.
Loki mugugna qualcosa che solo grazie ad anni di convivenza Thor riesca ad identificare con un “Perché dovrei accontentarmi di un cuscino quando posso sfruttare te?”
Senza nascondere il sorriso che gl’illuminava il volto, Thor tira su le coperte, avvolgendoli entrambi.
Dopodiché passa i minuti tra la veglia ed il sonno ad immaginare come crescerà il loro bambino.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note (il ritorno)
Orbene eccomi qua, nonostante il raffreddore che non mi fa capire una mazza (allergia alla scuola, credo che possiate capirmi u.u)
Spero di non aver rotto a nessuno con la parte del mpreg, perché, nonostante non fosse stata inizialmente programmata in questo capitolo, tornerà fuori un altro paio di volte quindi ritenetevi avvisate.
Comunque lo scriverò sempre all’inizio dei capitoli interessati, così non dovreste avere troppi problemi se l’argomento vi da fastidio.
Bene, non mi resta che augurarvi che la vostra scuola sia magicamente sparita nel nulla durante quest’estate e ci vediamo la settimana prossima.
 
Ciao ciao
roby_lia
 
p.s. per quanto riguarda il cuscino a cui fa riferimento Thor, è uno di quei cuscini di questo genere http://img512.imageshack.us/img512/8269/thebackupplan.jpg
Chi ha visto “Piacere sono un po’ incinta” credo possa capire cosa intendo XD
  
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