Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: AlwaysAttract    10/09/2013    12 recensioni
Louis non sapeva neanche come fosse riuscito a diventare stracotto di un tipo come Harry Styles, i giocatori di football non gli erano mai interessati, certo, ogni tanto ci faceva un pensierino quando li vedeva cambiarsi in spogliatoio, ma era sempre uscito con ragazzi semplici e divertenti, un po’ come lui.
Lui e il capitano della squadra di football non si erano mai sopportati prima dell’inizio dell’ultima estate: Harry non faceva altro che prendere di mira, insieme ai suoi amichetti, Louis per essere gay e Louis non poteva che soffiargli il primato in tutte le materie scolastiche e, ovviamente, anche la borsa di studio.
Verso metà luglio, per qualche inspiegabile motivo, avevano partecipato allo stesso campo estivo organizzato dalla parrocchia locale e, sempre per qualche inspiegabile motivo, si erano ritrovati a baciarsi, ubriachi fino al midollo, attorno alle ultime fiamme del falò mentre tutti gli altri dormivano nelle loro tende, ignari di tutto.
AU!Highschool
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Ciao a tutti cari lettori! Lo so di essere in ritardo ma è troppo tard questa sera e quindi non mi perderò in scuse o altro. Però voglio ringraziarvi come sempre per il sostegno e il supporto, per aver letto la storia fino a questo capitolo, che è l'ultimo prima dell'epilogo, e per averla recensita. Siete adorabili e vi amo tutti!
So che vi state disperando tutti per la fine di questa storia (ahahah, no!) ma, ahimè, è arrivata al termine! Questo è l'ultimo! Spero vi piaccia e che lo amiate o come faccio io! Non scrivo qui tutte le cose che ho da dire ma nel prossimo, che non so quando arriverà! :)
Vi ricordo come sempre che potete trovarmi e seguirmi  su twitter e qui su ask.fm! Qui c'è il bellissimo trailer fatto da una bellissima persona!
Ringrazio nuovamente tutti e ci vediamo all'epilogo! (scusate per gli errori >.<)
Un bacio!


 
 
«Harry» Louis sussurrò nel silenzio della sua stanza. Guardò il ragazzo aprire gli occhi e puntarli nei suoi, grandi e bellissimi, e poi sospirò alzando le braccia per infilare le mani tra i suoi boccoli.
Harry s’inumidì le labbra, impaziente di sapere il perché Louis lo aveva chiamato, e si spostò sul letto per avvicinarsi a Louis fin quando non sentì il suo naso sfiorare quello dell’altro, allora si fermò, trattenne il respiro e si beò delle carezze di Louis e dei suoi tocchi, delicati e dolci come sempre.
«Mi devi promettere una cosa» continuò Louis, mettendoci tutte le sue forze per non guardare le labbra di Harry, così vicine alle sue, e Harry annuì in attesa. «Mi devi promettere che ti impegnerai per superare gli esami e che lo farai con volti alti» disse accarezzando la pelle dietro il suo orecchio con il pollice.
Il ragazzo riccio fremette e appoggiò una delle sue mani sul polso di Louis, circondandolo del tutto, «non penso di farcela» borbottò chiudendo gli occhi per qualche secondo, «ho altri pensieri per la testa per pensare agli esami, Louis» rivelò con un sospiro affranto.
«Harry» lo richiamò l’altro ritrovandosi a fronteggiare di nuovo i suoi occhi «la tua unica priorità adesso sono gli esami, intesi? E non devi scordarti che io sono qui, che ti sostengo… che ti amo».
Harry annuì, studiando il suo viso, e solo pochi attimi dopo catturò le sue labbra in un dolcissimo bacio, che Louis non rifiutò affatto.
«Saggia decisione» Louis ridacchiò sulla sua bocca stringendo le braccia attorno al suo collo e baciandolo ancora, ripetute volte. Costrinse Harry a salire sul suo corpo, con una coscia incastrata tra le sue e le braccia a circondarlo completamente e si baciarono ancora, con mezze risate e sussurri di mezzo.
Tutto scivolò dalla testa di Louis: il dolore, il male che aveva provato quel giorno nei bagni di scuola, le botte, l’umiliazione, Liam. Si dedicò soprattutto a Harry e a ciò che provava per lui, al motivo per cui il suo cuore batteva così forte e alla sensazione di sentirsi amato di nuovo, più forte di prima grazie a ciò che Harry gli aveva dimostrato negli ultimi giorni.
 
Harry si mise seduto sulle coperte sfatte e si morse le labbra con i denti, guardando supplichevole Louis, che si stava già vestendo davanti ai suoi occhi per andare a scuola.
«Posso saltare solo oggi?» chiese con il broncio giocando con un lembo del lenzuolo.
Con uno sbuffo, Louis scosse la testa e infilò il bottone nell’asola dei pantaloni, «no, Harry» fece per l’ennesima volta «mancano pochissimi giorni e tu devi recuperare tantissimo, non te lo puoi permettere».
«Ma non ne ho voglia» si lamentò l’altro pensando già agli sguardi confusi che avrebbe trovato a scuola e ai pettegolezzi su di lui.
«Vestiti!» esclamò Louis con una risata, raggiungendolo sul letto per tirarlo in piedi e forzarlo a vestirsi. Harry rimase di fronte a Louis con il broncio e si fece vestire come un bambino.
«Alza la gamba destra» Louis gli ordinò prima di infilargli il pantalone su per il polpaccio fino alla coscia e Harry si aggrappò alle sue spalle, ridendo per le imprecazioni di Louis su quanto fossero stretti i suoi pantaloni.
Appena Louis riuscì a tirarli su a dovere, glieli abbottonò e, con un sorrisetto che la diceva lunga, lo prese per la cinta e lo avvicinò, facendo scontrare le loro labbra più volte.
E ogni bacio era una scusa per volerne un altro e altri ancora perché Dio quanto gli erano mancati.
Louis era un fascio di emozioni, brividi e sospiri estasiati. Gli sembrava di aver appena pagato per un giro infinito sulle montagne russe ed era felice ed eccitato ma, in un angolo della sua mente, era ancora spaventato: non sapeva che intenzioni aveva Harry riguardo alla loro nuova relazione, non sapeva come si sarebbe comportato con gli altri né a come avrebbe fatto per trovare la forza di prenderlo per mano nei corridoi della loro scuola.
Harry rise sulla sua bocca e allacciò le braccia attorno al collo di Louis, «sicuro di voler andare?» provò allungando le mani fino a farle appoggiare sul fondo della schiena del ragazzo, accarezzando con i polpastrelli quella piccola striscia di pelle tra la maglietta e il pantalone.
«Non fare lo stupido!» lo rimproverò immediatamente il ragazzo, scacciando le sue mani con gesti precisi per poi allontanarsi di qualche passo. Incrociò le braccia al petto e lo guardò scettico, poi sospirò e gli si riavvicinò, prendendo le sue mani tra le proprie.
«Stavo pensando» incominciò titubante accarezzando la pelle chiara del suo ragazzo «che dovremmo fingere ancora per un po’, fin quando tutto quanto non finisce. Cosa ne dici?».
«Sono d’accordo, Lou, ma non dubitare di me, okay?».
Louis alzò gli occhi per incontrare quelli verdi di Harry e gli sorrise dolcemente, «mai più» fece e Harry lo baciò di nuovo con il sorriso sulle labbra e delle forti emozioni a scoppiare nel petto.
 
«Acqua in bocca» gli ricordò Louis chiudendogli le labbra tra l’indice e il pollice «su tutto».
Harry annuì e lasciò che il suo ragazzo raggiungesse la scuola da solo, per non destare sospetti o altro che potesse portare i suoi compagni di scuola alla verità.
Si aggiustò i capelli sulla fronte, ancora troppo lunghi, e sospirò osservando il corpo minuto di Louis affrettarsi verso i cancelli della scuola. Non accorgendosene, sorrise involontariamente e si morse il labbro inferiore, ricordando quanto fosse bello stringerlo e sussurrargli all’orecchio di essere solamente suo e di nessun altro.
E forse era pronto per gridare al mondo intero di amare Louis Tomlinson, forse ce l’avrebbe fatta perché amare un altro uomo non faceva schifo come gli avevano sempre detto e inculcato nella testa e non era neanche innaturale, come suo padre gli aveva ripetuto mille volte il giorno prima. Era semplicemente umano. Amare significa esseri umani ed Harry si sentiva umano, si sentiva rinato e pronto per affrontare tutte le conseguenze e tutti coloro che si sarebbero messi in mezzo tra lui e Louis.
Convinto si aggiustò lo zaino in spalle e “solo pochi giorni” si disse “pochi giorni e sarò libero di amare”.
 
Louis gironzolava frettolosamente tra i corridoi della scuola: aveva incrociato un paio di volte Harry e gli aveva sorriso senza farsi notare, aveva incontrato Niall in compagnia di Zayn e solamente il biondo lo aveva salutato ma chi appunto Louis cercava, non c’era.
Sbuffò guardandosi intorno ma non riconobbe in nessuno di tutti gli altri studenti il volto di Liam.
Non riusciva a non pensare a quanto si fosse comportato male nei suoi confronti il giorno prima e quindi l’unica cosa che voleva in quel momento era di parlare con lui per scusarsi per essere stato maleducato e insensibile e per, magari, rimediare un po’ del bellissimo rapporto d’amicizia che avevano.
Fece, ancora una volta tra la seconda e la terza ora, il giro di tutta la scuola e solo dopo aver imprecato sotto voce si arrese. Subito dopo, durante la lezione, finse qualche capogiro e si fece dare il permesso per andare in bagno ma, purtroppo, non aveva pensato ad Harry seduto in prima fila né ai suoi occhi preoccupati.
Arrivò in bagno con il fiatone, dopo aver corso per il corridoio ed essersi subito qualche rimprovero dalla bidella scorbutica, e sfilò il cellulare dalla tasca velocemente.
Squillò per qualche secondo e poi «Louis» fece Liam.
«Ehi» sospirò Louis appoggiandosi contro un lavandino «come mai non sei a scuola?».
«Non ne avevo voglia, sai, sono appena stato scaricato».
Louis trattenne il fiato per un po’, sentendosi in colpa. «Mi dispiace» riuscì a dire «davvero, mi dispiace ma..».
«Ami Harry, lo so perfettamente Louis, ti sentivo quando sussurravi il suo nome mentre eri a letto con me» Liam disse «facevo solo finta di niente perché… perché pensavo che sarei riuscito a fartelo dimenticare. Mi sbagliavo, tutto qui».
«Mi dispiace» ripeté Louis resistendo all’istinto di piangere come una ragazzina, «scusami».
Liam, ovviamente, chiuse la chiamata dopo qualche secondo senza più dire una parola.
«Lou».
Louis sussultò appena udì la voce di Harry e si portò una mano al cuore per lo spavento, «mi hai spaventato» borbottò riponendo il cellulare nella tasca.
«Stai bene?» gli chiese il ragazzo avvicinandoglisi poi prese il suo viso tra le mani e gli baciò  la fronte e le gote, sospirando sulla sua pelle l’attimo dopo «mi sono preoccupato quando hai detto di avere dei capogiri».
«Volevo solamente chiamare Liam» gli confidò Louis chiudendo gli occhi e andando incontro ai suoi tocchi «non ce la facevo più».
«Liam?».
«Sì» rispose il più basso toccandogli i polsi con le dita «non volevo che finisse così male» sospirò.
Harry si leccò le labbra e annuì, stringendosi contro il suo corpo e baciandogli la testa, ignorando del tutto quel lato di se stesso che gli stava ordinando di essere geloso e possessivo, di andare da Liam e intimargli di non avvicinarsi al suo Louis, come già aveva fatto altre volte.
 
«Non ci credo» esclamò del tutto scettico Niall con una patatina all’angolo della bocca e una macchia di ketchup sul mento «hanno davvero lasciato loro figlio fuori di casa?».
«Già» sospirò Louis dopo un lunghissimo sorso d’acqua «è corso a casa mia e ha dormito con me stanotte».
«Ma state insieme, di nuovo?» fece Niall sempre più curioso e esaltato per il suo migliore amico e si lasciò sfuggire un gridolino da femminuccia appena notò quel luccichio strano negli occhi di Louis e il suo sorriso.
«Stiamo insieme perché ci amiamo» sussurrò a bassa voce Louis per non farsi sentire da orecchie indiscrete, «ma non ufficialmente» continuò portando alle labbra il collo della bottiglia dell’acqua per giocarci, come i bambini.
Zayn, seduto affianco a Niall, si schiarì la voce e continuò a guardare gli altri tavoli con aria di finto interessamento e Louis sbuffò irritato.
«Se hai qualcosa da dire dimmela, Zayn» gli disse con tono arrabbiato «non cambierò comunque idea e non lascerò che Harry vada via da me».
Il ragazzo si voltò e lo guardò con un sopracciglio inarcato, «non mi andrà mai a genio» gli fece sapere incrociando le braccia al petto «e quando..».
«Non lo farà» lo interruppe Niall appoggiando una mano su una delle sue cosce, mandandogli in fumo il cervello in un solo secondo, «Harry neanche ci proverà a far del male di nuovo a Louis».
«Mi ha detto che mi ama e io gli credo» terminò Louis con un sospiro sollevato e intercettò gli occhi del suo ragazzo, seduto in disparte ad tavolo più lontano, subito dopo.
 
Quando Harry arrivò a casa Tomlinson dopo quella lunghissima giornata a scuola, Louis era già seduto sui gradini sul portico ed era intento a sfogliare delle foto sul cellulare, sicuramente per occupare il tempo mentre lo aspettava.
Non ci volle molto per capire che c’era qualcosa che non andava nel suo viso: le sue labbra non stavano sorridendo, le sue palpebre erano basse e dai suoi occhi traspariva solamente un sacco di nervosismo.
«Louis» fece, piegandosi l’attimo dopo per baciarlo sulle labbra, «cos’hai?».
Louis non disse una parola ma si alzò in piedi, allacciò le braccia attorno al suo collo e respirò l’odore della sua pelle a fondo. E Louis era così, lui era fatto di piccoli gesti.
Il ragazzo riccio, ancora perplesso, lo circondò con le braccia e lasciò dei bacini sulla sua tempia.
«Ti amo, ricordi?» gli sussurrò Louis nell’orecchio e Harry lo strinse più forte, quasi fino a spezzargli il respiro.
«Ti amo anche io» soffiò, «ma..?».
«Per sempre e per qualunque cosa accada» continuò Louis, poi si staccò e prese le sue mani per portarlo dentro casa, dove un’imprevedibile sorpresa lo stava aspettando.
Harry sentì l’odore familiare della vaniglia subito dopo essere entrato in casa e si guardò intorno perplesso, non capendo cosa stesse succedendo.
E gli bastò mettere piede in salotto per arrivare ad una spiegazione per i comportamenti strani di Louis.
Sua madre Anne era lì e con lei c’erano anche gli occhi rossi, le macchie viola a contornarle le palpebre e i sonori singhiozzi.
Cercò immediatamente la mano di Louis e la strinse più di quanto potesse per sentire la sua presenza e per trovare un po’ di speranza e coraggio  nel suo tocco e Louis lo fece, strinse con la stessa potenza quella di Harry e si avvicinò a lui il più possibile per far capire a quella donna che niente e nessuno sarebbe stato capace di dividerli ancora.
«Cosa ci fai qui?» chiese acido Harry a sua madre senza far trasparire nulla dai suoi occhi se non odio e disprezzo per colei che aveva fiancheggiato suo padre nelle teorie assurde e omofobe di famiglia.
«Per parlare» sospirò Anne asciugandosi le lacrime sotto agli occhi con un fazzoletto che le aveva dato Jay, seduta al suo fianco.
«Mi avete già detto tutto ieri tu e papà, non voglio sapere più nulla» disse freddissimo, «andiamo in camera, Louis» fece subito dopo incoraggiando il ragazzo a salire le scale che portavano al piano di sopra.
«Harry non voglio litigare, voglio solamente parlarti e spiegarti che ti accetto, che non m’importa di come sei perché sei mio figlio e io ti voglio bene» gridò Anne da dietro le sue spalle «e se accettare mio figlio vuol dire andare contro mio marito allora sarà lui ad andare via di casa» terminò con un singhiozzo.
Harry si voltò lentamente verso di lei, con gli occhi sgranati e la gola secca, e «hai.. hai lasciato papà?» chiese incredulo. E non ci credeva ma nella sua testa stavano passando tanti di quei pensieri che neanche si accorse di aver corso verso sua madre e di averla abbracciata stretta, ringraziandola per gli sforzi che aveva fatto per accettarlo e dicendole che le voleva molto bene anche lui.
«Voglio che ritorni a casa, amore, scusami per essere stata così ignorante e debole. Io volevo aiutarti ma tuo padre non me lo permetteva, io ti amo, sei mio figlio e non posso permettere di rovinarti la vita» pianse Anne sulla sua spalle ma Harry scosse la testa.
«Ti amo anch’io mamma ma ho bisogno di Louis» le confidò in lacrime e Anne annuì, comprensiva.
Quando Louis si sentì osservato sia da Anne che da Harry, e anche da sua madre Jay, arrossì sulle guance e si strinse nelle spalle.
«Ti ringrazio per esserti preso cura di mio figlio» gli disse Anne avvicinandoglisi, «sei un bellissimo ragazzo».
Louis sorrise timidamente e «grazie mille» farfugliò, trovandosi stretto nelle braccia di Harry l’attimo successivo, «mi prenderò per sempre cura di lui».
 
«Esami di merda» brontolò Niall l’ultimo giorno di scuola davanti alla bacheca, in cerca degli orari. Zayn glieli puntò con un dito e rise dell’ansia che stava occupando tutto lo spazio nel corpo del suo fidanzato.
E già, proprio esami di merda.
Harry aveva passato le ultime due settimane a studiare come un pazzo, a fare ricerche su ricerche e a memorizzare formule con simboli strani per poter riuscire a superare i test che ci sarebbero stati negli esami e il suo cervello era andato in fumo. Non credeva che avrebbe mai potuto studiare così tanto eppure ci era riuscito, nonostante non ricordasse più com’era dormire o fare l’amore con Louis.
«Lou» fece una notte, tre giorni prima degli inizi degli esami. Si avvicinò al ragazzo, che stava leggendo qualcosa, e iniziò a far passare i polpastrelli sull’adorabile pancetta di Louis, scendendo gradualmente sempre più in basso fino a sfiorargli i boxer neri.
«Lou» riprovò ma quello era così assorto nella sua lettura che non gli prestò attenzione e continuò indifferente a fissare le pagine di quel libro.
Così Harry, arrabbiato e irrimediabilmente eccitato, si intrufolò sotto le lenzuola e stuzzicò la pelle delle anche di Louis con la lingua, poi, sempre più impertinente, era sceso più in basso e aveva lasciato dei bacini sul tessuto dei boxer del ragazzo, consapevole di fare sempre un certo effetto a Louis con quella bocca che si ritrovava.
«Harry» sospirò Louis e il riccio, felicissimo di aver ottenuto tutta l’attenzione su di sé, risbucò da sotto le lenzuola e strisciò fino al viso di Louis per baciarlo sulle labbra, «ne hai voglia?» chiese strusciandosi contro i suoi fianchi e sorridendogli sornione, convito di avere la vittoria in tasca quella notte.
Ma «no» fece Louis ridendo «ma mi dici tutto il programma di storia?».
Proprio degli esami di merda.
 
Ma gli esami vennero e andarono via in un lampo.
 
«Correte!» esclamò Louis appena, insieme a Niall e Zayn, varcò i cancelli della scuola.
Quando raggiunsero la bacheca su cui i quadri erano stati attaccati, c’era già una marea di gente ad osservarli: alcuni esultavano, alcuni erano ancora sotto shock e altri stavano piangendo per la gioia. Tra la folla riuscì a intravedere Liam e fu seriamente felice quando lo vide esultare e abbracciare qualche amico.
Louis sorrise ampliamente a Niall e Zayn appena furono vicini e, nonostante la bassa statura e la poca considerazione a scuola, riuscì a farsi spazio tra gli studenti con gomitate varie per poter vedere i suoi risultati.
Tirò un sospiro di sollievo e si sentì finalmente libero appena lesse di essere passato con uno dei punteggi migliori della scuola, e ciò gli regalava una borsa di studio per il college.
«Sì!» esclamò trionfante abbracciando il biondo affianco a sé e poi il moro, anche loro passati con punteggi buoni.
Poi, con la preoccupazione a bussargli nella testa, ricontrollò tutti i nomi e solo dopo aver superato una sfilza di gente riuscì a trovare il nome di Harry Styles scritto in nero. Quasi gli venne da piangere quando vide che anche lui era riuscito a passare, anche se non con voti eccellenti. Ma era fiero di lui, lo era sul serio. E lo amava, più di qualsiasi altra cosa.
«È passato?» gli chiese Niall preoccupato e Louis annuì, saltellando sul posto l’attimo dopo.
«Eccolo lì, Harry» gli fece sapere Zayn, ancora non del tutto sicuro della relazione tra il suo migliore amico e l’ex quarterback.
Louis fece saettare immediatamente gli occhi da una parte all’altra del corridoio e appena riconobbe la testa riccia di Harry gli andò in contro, correndo velocissimo e con un sorriso da far invidia a chiunque.
«Sì, sì, sì, sì!» gridò felice prima di saltare in grembo ad Harry per abbracciarlo. 
Strinse forte le braccia attorno al suo collo e «ce l’abbiamo fatta!» esclamò di nuovo, felicissimo.
«Sono passato?» chiese incredulo Harry sostenendo Louis solamente con le braccia e non lasciò il tempo a Louis di rispondere o fare qualsiasi altra cosa che già lo stava baciando sulle labbra con dedizione, incurante di tutti gli altri studenti e degli sguardi scettici attorno a loro.
Solo quando si rese conto dei primi borbottii si staccò dalle labbra di Louis e si guardò intorno preoccupato dalle reazioni generali ma Louis lo costrinse a guardarlo negli occhi azzurri, belli come il sole e più caldi di un giorno d’estate.
«Mandali a fanculo, Harry, manda a fanculo tutti!» sussurrò con un sorriso orgoglioso sulle sue labbra e Harry annuì perché sì, era finalmente libero di amare.

 
   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: AlwaysAttract