Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: herms    10/09/2013    0 recensioni
Rose e Scorpius non ricordano nulla di cosa sia successo quella notte, e i rapporti tra loro cominciano a incrinarsi.Ci vorranno degli attacchi interni alla Scuola a riavvicinarli. Ma se i colpevoli non fossero Mangiamorte o Slytherin questa volta?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Your eyes are holding up the sky

Your eyes make me weak I don't know why

Your eyes make me scared to tell the truth

I thought my heart was bullet-proof

Now I'm just dancing on the roof

 

Your eyes, Alexz Johnson

 

 

CAPITOLO QUINTO: Your eyes

 

 

 

 

 

 

 

Tornata alla Torre di Gryffindor assieme ad Al, aveva già riacquistato la lucidità necessaria per analizzare con freddezza quello che le era capitato nel corso della mattinata.Era senza dubbio stata fortunata a non essere colpita, ma era piuttosto certa di non essere l'obbiettivo di quell'attacco, più plausibilmente rivolto a Scorpius, che si trovava nelle vicinanze. Magari volevano metterla fuori gioco per essere sicuri che non accorresse in aiuto del suo migliore amico, o per essere sicure che non avesse visto nulla, o per qualunque altro motivo.Ma la cosa fondamentale era che quel qualcuno aveva avuto il coraggio di attaccare un Malfoy, nonostante il padre, che per quanto chiaramente fosse rinsavito dagli errori della gioventù a detta di tutti, Harry Potter e Salvatori del Mondo Magico compresi, era pur sempre un ex-Mangiamorte, non un tipino facile ecco. In più tutti i professori erano in allerta, la sicurezza era duplicata. Ma nonostante ciò ci avevano provato. E ancor peggio, ci erano quasi riusciti. Era certa che non sarebbe passato molto tempo prima del prossimo attacco, non dopo un tentativo fallito, e la rabbia poteva rendere questi attentatori ancor più pericolosi. E soprattutto, come provava il fatto che non si fossero fatti scrupoli ad attaccare lei, nessuno era al sicuro.
Ma chi poteva esserci dietro? Non era come un tempo, quando individuare i Mangiamorte negli Slytherin era quasi ovvio, era ben più complicato.
I Ravenclaw? Intelligenti, non così ingenui da cercare una vendetta così poco studiata, incerta.
Gli Hufflepuff? Leali, probabilmente troppo buoni per attaccare qualcuno.
I Gryffindor? Coraggiosi, corretti fino all'assurdo.
Gli stessi Slytherin? Subdoli, ma fra di loro uniti.
Però era sbagliato pensare così, lo sapeva. Pensare uno studente semplicemente come appartenente ad una determinata Casa e attribuirgli le rispettive qualità, che fossero pregi o difetti, era limitante. Ognuno aveva la sua storia, la sua famiglia, i parenti schieratisi anni prima da una parte o dall'altra in quella guerra che ancora dilaniava la società coi suoi strascichi. La sua casa aveva avuto Peter Minus e gli Slytherin Severus Piton, come prova che c'è sia luce che buio dentro ognuno di noi *– come amava ripetere suo zio Harry ai cenoni di Natale, ogni anno.
Quindi, Rose capì che poteva essere chiunque: un Gryffindor troppo anelante che aveva perso il controllo per il desiderio di giustizia, o meglio vendetta. Un Ravenclaw, un Hufflepuff o persino uno Slytherin.
Anzi, alcuni di loro. Qualche volta si ritrovava a pensare che sì, forse sarebbe stato meglio se non ci fossero state Case, se fossero stati tutti uniti sotto un unico stemma.

Fu distratta dai suoi pensieri dall'allegro vociare della Sala Comune. Nessuno aveva fatto caso all'ingresso suo e di Albus, tutti ormai abituati a trovarselo attorno, uno Slytherin sì, ma pur sempre un Potter. Nessuno li aveva fermati, notati. Che non si sapesse ancora nulla? Scambiò un'occhiata perplessa con Al, ma furono entrambi grati di non doversi sorbire le domande dei compagni. Silenziosamente, salirono al dormitorio di Rose, col trucco di appendere Albus per aria con un Levicorpus, semplice ed efficace, come facevano da anni. E per la prima volta Rose non ebbe nemmeno la forza per farlo atterrare con un bello schianto come al solito.
Rimase a fissarsi i piedi per qualche minuto, finché non sentì le braccia del cugino chiudersi attorno a lei. Senza nemmeno guardarlo o stringerlo a sua volta, sentì le lacrime cominciare a scorrere sulle sue guance, copiose. Non si era nemmeno accorta che erano rimaste li , impazienti di uscire, da quando era entrata in Infermeria. Era spaventata per sé, per la scuola in pericolo, ma più di tutto per Scorpius. E in quel momento, tra le braccia forti e calde di suo cugino si lasciò andare, ammettendo a se stessa che non era di lui che sentiva il bisogno in quel momento.

Albus la lasciò sfogare per un tempo che le parve infinito, non ebbe bisogno di parlarle più di tanto, e a ora di cena la mise a sdraiarsi mentre andava a prenderle qualcosa da mangiare, assolutamente risoluto a evitarle il discorso della Preside sull'attacco del giorno. Quando tornò da lei, a cavalcioni della sua scopa per evitare le scale, Rose avrebbe voluto chiedergli se aveva notato l'assenza di qualcuno, se la McGranitt avesse aggiunto qualcosa, ma non ne aveva la forza. A poco a poco si addormentò, col cugino che le canticchiava la ninnananna con cui nonna Molly li metteva a letto assieme anni prima.

 

 

Va pensiero sull'ali dorate

Cross the mountains and fly over the oceans

Reach the land find the place where all children grow

Every night after listening to this lullaby

 

There you find the heroes alive protecting the innocents

Bless them all 'cause their simple song is so pure and wonderful

 

Va pensiero sull'ali dorate

Life's beautiful dream carry on for all night long

 

Lead them your golden wings every feel will fly away

Take them by the hand help them find an easy way

Lead them back to the light back to the light

Where they once used to belong

Where they carry me children as long as they want

 

Va pensiero sull'ali dorate

Cross the mountains and fly over the oceans

Reach the land find the place where all children grow

Every night after listening to this lullaby

Every night after listening to this lullaby *2

 

 

E con in mente terre lontane dove sentirsi protetta e la voce calda e familiare della nonna, Rose riuscì finalmente a prendere sonno.
- Mi manca, Al... - si fece sfuggire, ma forse no, forse stava già sognando...

 

***

Sospiri sommessi, la familiarità nei gesti che solo una conoscenza di lunga data può dare, le carezze dolci sul viso. Tracce bollenti sulla pelle, brividi dove il freddo della notte riusciva a lambire la cute. Quegli occhi, così belli e profondi, pieni di qualcosa che non riusciva – o forse che non aveva il coraggio, per paura di aver ragione, per paura di sbagliarsi – ad identificare. Le bocche che si cercavano, le lingue che si inseguivano come se quelli non fossero i loro primi baci, come se fossero abitudinari.
Giusti.

 

Si svegliò col respiro rotto, la fronte sudata. Si scostò i capelli degli occhi e si tirò a sedere, appoggiando la testa alle ginocchia. Ricordava, poco alla volta. Perché ancora una volta, quelli erano i ricordi. Ma mai prima di allora aveva recuperato momenti rubati dall'alcol in quel modo, non riusciva a capire. Mise a fuoco la stanza attorno, accorgendosi solo allora del corpo che giaceva assopito nel suo letto, illuminato dalla debole luce verde proiettata dal Lago Nero. Pensava se ne fosse andata quando, infastidito dalla sua insistenza a restare con lui e a metterlo a letto, si era finalmente addormentato. Invece no, a quanto pareva aveva preso una delle sue camice – come se una ragazzina qualunque avesse un qualche diritto di indossare per dormire le sue maglie con tanto di blasone Malfoy – e si era messa a dormire con lui. Quella ragazza si stava rivelando complicata. Aveva accettato di uscire con lei, per quanto gli risultasse fastidioso ammetterlo, perché non voleva pensare a cosa fosse o non fosse successo con Rose. Aveva pensato che facendo finta di niente le cose fra lui e la sua migliore amica sarebbero restate le stesse, loro e Albus contro il mondo intero. Contro i pregiudizi, gli sguardi stupiti, Slytherin e Gryffindor assieme.
Ma aveva sbagliato, più volte, e ora non sapeva come rimediare. Non voleva nemmeno parlarne con Albus, perché temeva che Rose si sarebbe infuriata ancora di più se avesse parlato dei fatti suoi, anche se con suo cugino. Se solo avesse saputo cos'era davvero successo, senza ricordarne solo brandelli ogni tanto, quanto il sonno prendeva il sopravvento, avrebbero potuto parlarne. Doveva fare qualcosa, e per quanto era certo che la giovane donna sdraiata al suo fianco non aiutasse la sua causa, era troppo elegante e buono in fondo per scaricarla in malo modo. Ma dopo che quel pomeriggio, accovacciato accanto a Rose spaventata, più per lui che per se stessa, aveva capito che rivoleva la sua migliore amica. 
Ma non era così facile.
 

Si stese nuovamente, conscio che per quanto lo volesse quello strano sogno-ricordo non sarebbe tornato a popolare i suoi pensieri, non per quella notte almeno... .
Il letto di Albus era ancora vuoto quando si svegliò di nuovo la mattina successiva e Marleine dormiva ancora. Non aveva dubbi su dove si trovasse l'amico, in cima alla torre Gryffindor assieme a sua cugina, dove sarebbe stato anche lui se le cose fossero state a posto. E di colpo gli eventi del giorno prima gli piombarono addosso, con tutto il peso della consapevolezza. Si alzò dal letto e si chiuse nel bagno. Aprì la doccia e si tuffò sotto il getto d'acqua bollente, grato di quel caldo abbraccio.
Qualcuno lo aveva attaccato. Qualcuno lo aveva attaccato, e per colpa sua per poco non era restata ferita anche Rose. Se solo fosse riuscito a vedere chi era stato almeno sarebbe stato d'aiuto alle indagini, ma zero, nulla. Solo un profilo scuro, che poteva essere tanto maschile quanto femminile. Non si era mai sentito così inutile. Suo padre l'aveva abbracciato forte, trasmettendogli tutta la paura che aveva di perderlo. Era chiaro che aveva accettato quel posto a scuola per proteggerlo, e probabilmente in quel momento sentiva di non esserne stato in grado. Draco non era un tipo fisico, ma con lui e sua madre Astoria lasciava intravedere quello che provava, quello che a tutti gli altri era nascosto. Sapeva che era in pericolo anche lui, un vero ex-Mangiamorte, ma degli studenti non avevano le capacità né il coraggio di aggredire un insegnante. Lui invece era indifeso. Impotente davanti a tutto quello che poteva accadere. 
Ma una cosa era certa, non sarebbe caduto senza combattere, quello mai.

 

 

***

 

 

Quando Rose si alzò quella mattina, Albus russava ancora accanto a lei. Lo guardò con tenerezza, lì nel suo letto come quando da piccola faceva un brutto sogno o litigava con Hugo, Lily o James. Invece gli altri letti, occupati solitamente dalle sue migliori amiche, erano vuoti. Quello di Artemis addirittura intatto, quello di Crystal sistemato malamente. Così atipico di lei, dannatamente puntale e ordinata. Probabilmente era andata dall'altra... accidenti, non aveva pensato a quanto sarebbe stato difficile per Artemis trovarsi il ragazzo nella propria stanza. Ma sapeva che l'amica l'avrebbe perdonata, che era conscia che avesse bisogno di sentirlo vicino dopo gli eventi della giornata.
Dopo lo sfogo della sera prima, riusciva a pensare più lucidamente e sapeva cosa doveva fare: combattere.


Dopo aver svegliato con una cuscinata in faccia il cugino, che si diresse a cambiarsi nei Sotterranei, - borbottando qualcosa che suonava molto come un "maledetta ingrata, mi hai anche rovinato tutta la camicia" – si vestì velocemente e si diresse in Sala Grande, affamata come non mai.
Al tavolo Gryffindor trovò le sue amiche che l'aspettavano, e le salutò con un abbraccio soffocante.
- Scusa – cominciò a dire a Artemis, mentre si riempiva la tazza di latte caldo.
- Non parlare. Ne avevi bisogno e lo sappiamo entrambe. Tranquilla – rispose l'altra troncando il discorso. Era così facile parlare con lei, empatica come nessun altro di sua conoscenza, era quasi impossibile sorprenderla, e sapeva sempre dire la cosa giusta. Sarebbe stata un'ottima Medimaga un giorno, tanto era buona con gli altri. La colazione volò in un attimo, senza alcuna menzione al giorno prima, nel suo stoico tentativo di ignorare gli sguardi di tutti gli studenti curiosi che allungavano il collo verso di lei, intimoriti solo dall'espressione feroce che Crystal rivolgeva a chiunque osasse troppo.
Quando fece per alzarsi e andare in classe, si ritrovò subito circondata da tre ragazzi che sfioravano il metro e novanta. James, Lorcan e Hugo sembravano fermamente intenzionati a scortarla – o portarla di peso se necessario – fino in classe.
- State scherzando! - esclamò scandalizzata – non penserete davvero di farmi da guardie del corpo, ragazzi. Davvero, apprezzo il gesto, ma non c'è....-
- Invece sì, – fu Hugo a interromperla – non permetterò che qualcuno faccia del male alla mia fastidiosa sorella, ritengo che questa sia una mia prerogativa esclusiva. - 
Sorrise impressionata dallo sfogo del fratello, sempre silenzioso e riflessivo, l'altra metà della rumorosa e iperattiva Lily. Gli scompigliò i capelli come lui odiava, e accettò quella situazione, ben intenzionata a dissuaderli al più presto. Mentre rifletteva sui passaggi in cui poteva lanciarsi per lasciarseli alle spalle, notò uno spettacolo che pareva attirare l'attenzione di tutta la Sala. Accanto al tavolo opposto, Scorpius Malfoy, era alle prese con una situazione come la sua. Pareva che Louis, Albus e Lily fossero del tutto intenzionati a scortare anche lui – palesemente scandalizzato – come parte della famiglia. Un'amico suo e di Albus era amico loro, persino un Malfoy.
I loro sguardi si incrociarono per un attimo, e Rose gli fece un segno rassegnato con le spalle, ma quando fu certa che nessuno se ne sarebbe accorto, aggiunse un occhiolino, un "al più presto ce ne liberiamo". Il ragazzo la osservò per un altro paio di attimi per poi voltarsi con fare sconfitto verso i tre ragazzi.
"Quando mio padre lo verrà a sapere..."*3

 

 

La lezione di Pozioni, immersa negli sbuffi dei calderoni e nel crepitio dei fuochi sotto di essi, fu il primo vero momento di pace. Intenta a tagliare finemente le sue radici Rose riuscì a svuotare la mente, e progredire con quella pozione che li avrebbe tenuti impegnati per le due settimane successive. Al suono della campana, abbassò il fuoco e segnò sull'agenda di recarsi nel laboratorio a due giorni da quel momento, nel tardo pomeriggio, per aggiungere un paio di petali di rosa, che sfortunatamente non potevano aspettare la lezione successiva, o il suo lavoro sarebbe stato irrimediabilmente rovinato. Jamie sarebbe stato entusiasta di accompagnarlo, soprattuto vista la prospettiva di far saltare in aria i calderoni di Tiger e Goyle. Forse troppo entusiasta, meglio chiedere ad Al – si appuntò mentalmente.
Mentre si accostava alla porta per aspettare le sue guardie del corpo, sentì una mano che la afferrava per un braccio, e la trascinava per i corridoi pieni di studenti. Guardando stupita Scorpius, mentre cercava di stargli dietro senza andare a sbattere contro troppe persone, o inciampare troppe volte.
- Cosa diavolo... - la sua protesta fu soffocata quando l'amico la fece passare dietro un arazzo nel bel mezzo di un corridoio.
- Direi che possiamo fare a meno dell'Inquisizione per oggi, per quanto la tua gigantesca famiglia possa avere delle buone intenzioni, mi causeranno una crisi di nervi. E Severus si diverte fin troppo -
Scoppiò a ridere, come ogni volta che sentiva il ragazzo chiamare Albus "Severus", segno che qualcosa lo irritava a morte.

Ma dove portava quel corridoio così ben nascosto?

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE:

 

Non credo di potermi ancora definire tale, però... casa mi mancava al punto di ritrovarmi a scrivere ciò.
Quindi, a voi, sempre che ci sia ancora qualcuno all'ascolto.

 

 

*come dice Sirius a Harry ne "L'Ordine della Fenice", frase quanto mai vera a mio parere

*2 La versione in inglese di Zucchero di "Va pensiero"

*3 Beh, questa chi se la scorda? Un Malfoy vale l'altro...


Herms

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: herms