1° capitolo: Come tutto è iniziato
 
Tutto cominciò quando io e la mia migliore amica Ariana ci iscrivemmo ad un concorso per giovani cantanti, non speravamo neanche di essere scelte. Così, dopo poco tempo, lo dimenticammo del tutto.
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Due mesi dopo.

Quando aprii gli occhi erano le 11:00 del mattino.
-Tutte le belle storie cominciano con raggi di sole che filtrano nel vetro della finestra. Beh, non la mia; in fondo sono sempre stata una ragazza particolare-
La finestra era aperta e l’umidità nell’aria aveva invaso la stanza. Adoravo la sensazione di calore che mi davano le coperte quando fuori fa freddo. Eravamo agli inizi di settembre, quindi caldo estivo e niente scuola. Ma anche in estate, capitano sempre giornate del genere.
Mi alzai dal letto, diretta verso la finestra. Mi appoggiai al davanzale, come per cercare un sostegno – ero ancora mezza addormentata- , puntai il naso fuori ed inspirai quell’aria che sapeva di erba bagnata e di rametti di pino tagliati. Poi guardai il cielo. Il tempo non prometteva bene, sicuramente avrebbe piovuto; ma forse era meglio così, una giornata di pioggia spezza l’afa di tutti i giorni.
Mi voltai verso la mia amica che aveva dormito da me la notte precedente e mi avvicinai a lei con cautela, attenta a non svegliarla. Fin qui tutto perfetto, scena da film.
Mai poi mi avvicinai al suo orecchio, così che potesse sentirmi meglio e le dissi, anzi, le urlai rabbiosa
<< ARIIIIIIIIIIIIII!!!!! >>
lei cadde dal letto ed io la fissai con sguardo dolce. Lei, incazzata nera, mi urlò contro
<< Ma che cazzo fai?!! >>   Suonava più come un’esclamazione, che come una domanda.
Io, semplicemente, la guardai e con un filo di voce acuta le dissi << Buongiorno >>.
Le scappò un risolino, che non servì ad altro che a far crollare la sua immagine di “brutta e cattiva”.
<< Buongiorno. >> mi disse più amichevolmente.

Ariana era una ragazza bellissima, i capelli castani le scendevano lunghi fino ai gomiti e terminavano con dei boccoli, gli occhi marroni e le fossette ai lati della bocca la rendevano adorabile. E lo era davvero, oltre ad essere dolcissima- Beh, quando non imprecava lo era- . Io invece non ero una di quelle ragazze bellissime e superpopolari, tutt’altro. Per quanto riguarda la bellezza, non ero niente di ché, anche io avevo i capelli castani, solo che i miei erano lisci e un po’ mossi alla fine, erano davvero lunghissimi, mi arrivavano fino al fondoschiena. Avevo gli occhi verdi, di quel verde che si nota, non come quelli che devi guardare con il microscopio per non confondere il verde con il castano. Il naso all’insù e le labbra carnose ma abbastanza piccole. Popolarità?  Immaginate: una ragazza che corre con delle bistecche in mano per attirare dei cani, ma loro non la cagano neanche di striscio. Bene, io ero così.

Fece per parlare << Che ore s… >> ma fu interrotta dal mio cane che abbaiava e dalle urla di un uomo fuori casa.
Scendemmo al piano di sotto ed uscimmo nel giardino, dove vedemmo il postino inseguito dal cane. Io ed Ari ci fissammo per un secondo e scoppiammo a ridere. -D’altronde, in ogni casa americana che si rispetti, il cane rincorre il postino. Certo, di solito è un cane enorme, non uno Yorkshire nano, ma lascerò correre-Nessuno si spaventerebbe per un cane così piccolo, ma quell’uomo mi sembrava davvero terrorizzato, così lo richiamai.
<< Baby >>
- Baby, adoravo il suono di quella parola, quindi decisi di chiamare il mio cane così-
la piccola cagnolina corse da me ed io la presi in braccio, poi mi avvicinai al postino.
<< Ha qualcosa per me? >> Gli chiesi.
<< Si. Mi è stato detto di consegnare queste due lettere a questo indirizzo >> disse ancora spiazzato.
Guardai le due lettere. Sull’esterno c’era scritto “Talenti emergenti. Categoria:Canto” ed era indirizzato a me e ad Ari. Spalancai gli occhi
<< ocazzooccazzoocazzoocazzo >> dissi esaltandomi mentre correvo in casa, lasciando il mio cane ed il postino lì fuori. Che scappò come se fosse inseguito da una tigre.
Entrai in casa e quando Ari mi si avvicinò, i miei ‘ocazzo’ furono sostituiti dai suoi ‘omerda’ .
<< omerdaomerdaomerdaomerda >> ripetevamo velocemente entrambe mentre aprivamo le buste.
Ci bastò leggere ‘la signorina Samantha Stones/Ariana Grande è stata ammessa al concor….’ Per lanciare in aria le buste ed urlare saltando come due esaltate in preda  ad un eccesso di zuccheri.
Nello stesso momento mia madre aprì la porta di casa. Aveva delle buste della spesa in mano. Ci guardò come se fossimo impazzite, tornò fuori chiudendosi la porta alle spalle e senza neanche posare le buste. Mentre io ed Ari continuavamo ad saltare per tutta la casa urlando
<< Andremo in televisione!!! >>
<< Diventeremo famosee!! >>
Neanche avessimo 12 anni, eravamo due 19enni, cazzo!
 

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                                                                     Angolo Autrice :3
Questo capitolo è un po' più lungo, spero che vi piaccia. Questa storia l'avevo gia iniziata tempo fa, sul mio computer. Ora l'ho sistemata e l'ho pubblicata ((: Se la leggete e vi è piacuta e vi va di lasciarmi una recensione mi fate felice (*--*), altrimenti, se ho sbagliato qualcosa, lasciatela lo stesso per dirmi come migliorare hahahaha.
No, sul serio, so di non essere niente di che come scrittrice, perciò voglio migliorare :)