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Autore: auroramyth    10/09/2013    2 recensioni
INTRO ORIGINALE DELL'AUTRICE: In un regno fantastico, dove non esistono le macchine e le armi da fuoco, e dove regna la magia, a due principi vengono regalate due schiave sessuali per fare di loro ciò che vogliono, ma una di loro è una guerriera e l’altra una strega! L’amore busserà alle porte di tutti e quattro e farà loro vivere un’incredibile avventura ai confini della realtà… Spero di aver incuriosito un po’! Buona lettura!
...Scritta da Precious Star...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 
 
- TOM -
 
Sto, con mio fratello gemello, seduto al trono di famiglia, montato su una piattaforma di legno che ricorda molto un podio, per accedere al quale ci vogliono tre gradini, io siedo di fianco a Gordon, il re, secondo sposo di mamma, lui non è nostro padre biologico, ma è come se lo fosse, ci ha cresciuti lui e gli vogliamo molto bene, Bill siede d’altra parte, di fianco a Simone, nostra madre, la regina.
È il giorno del nostro ventitreesimo compleanno e, com’è tradizione della famiglia reale, ci verranno regalate a minuti due schiave, una per me e una per Bill, per avviarci ai piaceri carnali in forma meno clandestina, per quando, tra due anni, al compimento del venticinquesimo anno di età, io e Bill succederemo al trono e dovremo pensare di prender moglie, una donna che sieda al nostro fianco come nostra regina, che ci consigli nel governo del regno, che guidi le nostre decisioni e che sappiamo far star bene nella nostra vita intima. So di casi, nelle nostre vecchie generazioni, di schiave sessuali liberate e fatte diventare regine perché sposate con quello che era stato il loro signore e padrone, ma per quanto riguardava me, credo che non lo farò mai. Ho sempre usato le donne come sfogo per i miei cattivi umori e pensieri e avrei continuato a farlo. La mia schiava sarebbe stata una donna che avrebbe scaldato il mio letto e allietato le mie notti e mia moglie sarebbe stata una bellissima donna trofeo, da esibire di fronte alla gente con orgoglio e soddisfazione. Non ho mai creduto nell’amore e non comincerò di certo oggi! Mia madre e il mio padre biologico non si sono sposati per amore, e non credo che nemmeno il suo secondo matrimonio sia stato dettato da questo sentimento. C’è affetto e rispetto tra loro, senz’altro, ma non direi proprio amore! Mamma è una donna troppo severa e rigida per essere una in grado di innamorarsi e io credo di aver preso da lei, al contrario del mio fratellino, nato dieci minuti dopo di me, che invece ha una vena di inguaribile romanticismo nell’animo.
Gordon prende parola e con voce tuonante, di fronte alla folla riunita oltre i cancelli, comincia il suo discorso: “Oggi celebriamo il ventitreesimo anno di età dei principi ed eredi al trono Bill e Tom. Come è tradizione della famiglia reale saranno loro regalate due schiave sessuali, una a testa, che abbiamo personalmente scelto io e la loro madre, sperando che possano essere di loro gradimento. Ora le mostreremo anche a voi, o nostri sudditi!”, si rivolge a un soldato e gli ordina imperioso: “Fai entrare la schiava di Bill!”, una bellissima ragazza, trattenuta da due soldati per le braccia, viene spinta in avanti, dall’ombra del palazzo che la ha celata agli occhi di tutti. È alta, magra, con forme molto armoniche, i capelli sono rosso fuoco, ricci e indomabili, ma non crespi, lucenti e boccolosi, lunghi fino a metà schiena, il viso è angelico, la pelle sembra di porcellana tanto è bianca e pura, gli occhi però sono la cosa più spaventosa e insieme irresistibile che abbia mai visto, di un improbabile blu elettrico e scintillante sono più inquietanti che adorabili e la sua espressione così calma e moderata, quasi rassegnata, ha un non so che di preoccupante: quasi come fosse un fuoco che cova tra le braci pronto ad esplodere in un incendio dirompente e distruttivo. “Come ti chiami, schiava?”, domanda mia madre con voce fredda e altera, la ragazza le risponde fissandola dritta negli occhi, cazzo, vuole sfidare la sua buona stella e farsi ammazzare? Mai fissare negli occhi i reali, a meno che non ti diano loro il permesso! “Qualunque nome vorrà darmi il mio padrone, a me andrà bene.”, mi volto a guardare mio fratello che mantiene una faccia di stoica calma che non si addice molto a noi gemelli, impulsivi e istintivi per natura, e le dice: “Ti è stato chiesto qual è il tuo, non quello che voglio darti io, sempre ammesso che voglia dartene uno.”, Bill si finge freddo e distaccato, ma io lo conosco bene e so che non è così: gli brucia questa storia delle schiave, me l’ha detto qualche sera fa che lui non approva per niente questa storia, ma si deve rassegnare, le tradizioni sono dure a morire! La schiava si rivolge a mio fratello e, chinando la testa in un gesto di rispettosa sottomissione, gli risponde: “Mi chiamo Marissa, mio signore!”, Bill replica: “Molto bene, ragazza!”, Gordon interviene e fa la domanda di rito: “La schiava è di tuo gradimento?”, mio fratello si volta verso di lui e risponde conciso e serio: “Sì!”, Gordon fa un cenno con la testa e mamma sorride, poi il mio patrigno ricomincia a parlare: “Fate entrare la schiava di Tom!”, ed ecco che arriva il mio turno! Entra in scena la ragazza che sarà data a me ed è una combattente, si dibatte e scalcia mentre la fanno avanzare a fatica.
È bellissima anche lei, al pari di quella di Bill. Mamma e Gordon hanno scelto davvero bene, sapendo quali sono i nostri gusti in quanto a donne, ci hanno azzeccato alla grande. Questa è alta e magra, ma con il fisico più scolpito e muscoloso di quella di Bill, è spigolosa, come un soldato, ha lunghi capelli corvini che le arrivano fino alla base della schiena che lei tiene legati in una treccia alla francese che corre da un orecchio all’altro, e profondi, svegli e furiosi occhi color ametista, il viso distorto dalla rabbia e la sua pelle sono di una magnifica tonalità dorata, come se fosse stata esposta al sole. Lei continua a dibattersi e a urlare e so che se va avanti così la faranno ammazzare.
 
 
- BILL -
 
Quella ragazza che ha appena fatto il suo ingresso ha deciso che vuole morire, non la lasceranno vivere se si accorgeranno che crea problemi e io non trovo giusto che uccidano una donna solo perché, a diritto, si rifiuta di voler andare a letto con uno! “Lasciatemi, brutti maiali, non toccatemi!”, urla la schiava di Tom, che viene buttata a terra e immobilizzata con il ginocchio di un soldato sulla schiena a premerle il corpo a terra, le braccia incrociate sulla schiena, all’altezza delle scapole, e trattenute da un altro uomo e le caviglie arpionate da un altro, “Ferma! Non ti ribellare!”, urla la mia, “Stai zitta, puttana!”, le urlano i soldati e uno le molla un man rovescio fino a farla finire per terra per l’impatto, mi muovo inquieto sulla sedia, non gradendo il trattamento riservato alla mia schiava, è vero, sono pur sempre schiave, ma un po’ di rispetto! Sono comunque persone, non oggetti!
La strattonano per tirarla di nuovo in piedi, “Non toccatemi!”, ringhia furiosa, vedo i suoi occhi blu elettrico diventare ghiaccio luminoso, fosforescente, e il suo viso trasfigurarsi, prendendo una piega malvagia e inquietante, ma forse sono solo gli occhi a renderla così, il mio patrigno urla: “È una strega! Oddio, è una strega! Portate gli amuleti neutralizzanti il potere magico!”, un soldato scompare di corsa nel palazzo e torna qualche istante dopo con gli amuleti contenitivi, mentre altri dieci uomini tentano di immobilizzare la ragazza che li tiene lontani con brevi scariche elettriche di potere, senza aver intenzione di far loro davvero del male, ma più per spaventarli e tenerli lontani. Accorrono ancora più uomini e alla fine hanno il sopravvento su di lei che decide di arrendersi, “Usa il tuo potere! Liberati!”, le urla l’altra schiava ma lei risponde con molta calma e determinazione: “Se lo facessi li ucciderei, e non voglio diventare anche un’assassina!”, fanno per metterle il collare e la cavigliera che una volta sigillati so che le annulleranno il potere e potranno essere rimossi solo da chi li ha allacciati.
Meglio essere io a farlo, così saprei di poterli rimuovere, urlo al soldato: “No, fermo! Glieli allaccio io, è la mia schiava!”, scendo dal podio sul quale siedo insieme alla mia famiglia e simulando un passo sicuro mi dirigo verso di lei che non fa più resistenza, rassegnata al suo destino. Prendo il collare fine con quella pietra di onice come pendente e glielo faccio scorrere sul collo, poi faccio per spostarle i capelli, come se mi stessi beando famelico della sua figura, pregustando gli atti carnali per cui mi è stata donata, chinandomi, così da poterle parlare in un orecchio e non essere né sentito né visto da nessuno, e le sussurro: “Te li tolgo quanto prima, ok? Non reagire, o sarà peggio!”, le allaccio l’amuleto al collo, poi mi chino ad allacciarle quello alla caviglia ma l’istinto ha la meglio sul buon senso e presa dal senso di soffocamento dovuto alla progressiva perdita di potere dovuta agli amuleti non ancora del tutto sistemati comincia ad agitarsi, a ribellarsi, a scalciare e a urlare, mia madre strilla: “Sì sta ribellando al suo signore, punitela!”, io ormai ho allacciato anche la cavigliera e lei perde tutti i suoi poteri, smettendo di rivoltarsi, ma ormai il comando di mia madre è arrivato forte e chiaro, vengo invitato a ritornare sul mio trono, anzi vengo praticamente spinto a tornare sul mio seggio, la sballottano di qua e di là e la assicurano al palo delle punizioni, a destra del nostro palco, legandole caviglie e polsi attorno ad esso. Lei è inerme, non può muoversi, si avvicina il boia e comincia a frustarla ferocemente, alla prima sferzata il vestito si lacera, lei urla, inarca la schiena per assorbire il dolore delle sferzate via via più violente.
Non riesco a sopportare ancora la vista di quella tortura, la ragazza giace mezza morta legata e abbandonata contro il palo e non reagisce nemmeno più alle scudisciate. “Madre, digli di smettere o lo farò io!”, prego mia madre, ma lei continua a fissare la scena imperturbabile, è una donna molto rigida e ligia al dovere, ogni insubordinazione è da punire duramente per lei, ma questo è troppo! Quella schiava non si è ribellata, anzi, ha detto all’altra di non farlo e le percosse se le prende lei! Questa non è giustizia! “Mamma!”, la prego di nuovo, ma lei non si scompone. “Ora basta! Finiscila subito e liberala!”, urlo in preda al panico e alla frustrazione, alzandomi dal mio scranno, poi cerco di recuperare un po’ il controllo di me stesso per apparire un po’ più duro, autoritario ed imperioso di quando non mi senta davvero dentro e ordino: “Portatela nelle mie stanze e fate venire una curatrice a lenire le sue ferite!”, le liberano i polsi e le caviglie e la sollevano malamente per trasportarla come un oggetto inanimato di cui non avere molta cura, la furia monta dentro di me: “Trattatela con riguardo! È una mia proprietà e chi manca di rispetto a ciò che mi appartiene manca di rispetto a me! Sono stato chiaro?”, “Sissignore!”, viene passata ad un altro soldato che la trasporta tra le braccia come un cristallo prezioso che può rompersi da un momento all’altro, così va meglio!
La guardo finché non scompare dalla mia vista dentro il palazzo reale, appena mi sarebbe stato possibile l’avrei raggiunta e mi sarei premurato di toglierle quei dannati amuleti così che magari potesse guarirsi da sola, sperando che non fosse troppo tardi e fosse già morta. “Siete dei mostri! Cosa le avete fatto!”, urla l’altra schiava, ancora incatenata e immobilizzata a terra dagli uomini, “Zitta tu!”, le urla Tom, più un ammonimento per non finire come la mia schiava che un reale ordine, poi continua: “Come ti chiami, schiava?”, “Victoria!”, gli ringhia la ragazza, “Portate Victoria nelle mie!”, e così anche lei viene trascinata via.
Gordon fa quella ridicola domanda di rito a Tom: “La schiava è di tuo gradimento, allora?”, mio fratello gli risponde con urgenza, probabilmente anche lui ansioso di andare a sistemare le cose con la sua schiava: “Sì, sì, lo è!”, il nostro patrigno allora comincia a blaterare con tono pomposo e altisonante qualcosa circa l’importanza di questo giorno, il nostro compleanno, perché è una tappa che ci avvicina alla nostra meta, l’ascesa al trono, eccetera, eccetera, ma io non lo ascolto più, impaziente di andare ad occuparmi della mia ragazza.


My Space: ciao ragazze... questa storia non è farina del mio sacco ma è stata scritta da Debby, aka Precious Star, scomparsa di recente...
Spero la leggerete in molte!!!!!
Ti vogliamo molto bene, piccola mia!! Manchi a tutti!!!!!!!!!!!!
  
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