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Autore: damnlouis    10/09/2013    8 recensioni
Luogo: Oratorio estivo, detto anche CRE (Centro Ricreativo Estivo).
Lei: Alessia Jepsen, occhi verde smeraldo e capelli neri, è solare, creativa, estroversa, orgogliosa (fin troppo), simpatica, sicura di sé, combattiva, determinata, romantica e testarda come un mulo.
Lui: Louis Tomlinson, occhi azzurri cristallini e capelli mori a schiaffo, è divertente, cretino, estroverso, disordinato, estremamente testardo, se ne fotte di cosa pensano gli altri di lui, sincero, orgoglioso, idiota, romantico, buffone e sfacciato.
Messi insieme: litigano in continuazione, eppure c'è una qualche attrazione che li spinge a stuzzicarsi l'uno con l'altra.
Tra litigi, momenti di dolcezza, sfuriate, canzoni traboccanti di sentimenti, scenate di gelosia, sguardi sognanti, baci rubati, coppie che scoppiano, segreti, istinti omicida, sentimenti che vengono a galla, pensieri sessuali e ormoni da tenere sotto controllo; che combineranno i protagonisti?
Entrambi si odiano a morte, ma alla fine della storia sarà ancora così?
Si dice che da odio nasce amore..

Fic Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=LzpFf4-aTcE
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Martedì 26 Giugno 2012
 



Alzai lo sguardo e mi incantai ad osservare i suoi occhi verdi luminosi. Una scintilla misteriosa apparve per pochi secondi a contrastare il verde smeraldo, per poi sparire così com'era arrivata. Appoggiai una mano sulla sua guancia, per poi avvicinare il mio volto al suo. Le nostre labbra erano così vicine, pochi centimetri di distanza...



«SVEGLIAAA!» qualcuno urlò, mentre batteva delle padelle per fare più baccano. Mi alzai di soprassalto dal materasso, strizzai gli occhi e cercai di mettere a fuoco la persona che avrei picchiato per avermi svegliato sul sogno più bello.
«Forza Louis! È l'ora di prepararsi per il tuo appuntamento!» misi a fuoco e mi trovai davanti Elena che picchiava ancora le padelle. 
Appuntamento?! Avevo un appuntamento con Alessia?
Poi Elena prese le coperte e le tirò via. Mugolai qualcosa di incomprensibile persino a me stesso e mi rigirai nel letto, mettendomi il cuscino sulla testa.
«Dai Louis! Vuoi o no fidanzarti con Alessia?» esclamò Elena, mettendosi le mani sui fianchi. Bastarono quelle semplici parole a farmi rizzare sul letto con un sorriso smagliante sul volto.
«Sono pronto!» esclamai, alzandomi di scatto dal letto e trovandomi in piedi. Elena arrossì e si coprì il volto.
E adesso che c'è?!
«Porca vacca muccata di nero, devo smetterla di venirti a svegliare la mattina quando stai ancora dormendo» si girò e verso la porta della mia stanza, prendendo respiri profondi. Corrucciai la fronte e mi guardai intorno, cercando di capire a che cosa si stesse riferendo. Poi capii.
«Oh cazzo!» arrossii violentemente e cominciai a correre per la stanza in cerca delle mie mutande. Avevo dormito nudo. Ancora.
Elena scoppiò a ridere ancora girata verso la porta della camera.
Che figura di merda.
«Se dormi così quando ci sarà anche Alessia nel tuo letto, me la ritrovo sverginata e incita allo stesso tempo!» esclamò Elena ridendo come una cretina. Misi le mutande e arrossii ancora di più, per quanto fossi già rosso come un peperone in volto.
«Non la toccherei nemmeno con la punta dell'indice, se lei non volesse fare...»
«Sesso. Si dice sesso» completò Elena la mia frase compiaciuta per se stessa. Scossi la testa con un sorriso.
No Elena, è qui che ti sbagli.
«Eh no, è qui che ti sbagli. Quello che fai tu con Harry è sesso. Quello che fanno Karin e Zayn è amore.» esclamai incrociando le braccia al petto. Elena corrucciò la fronte, aprendo subito dopo la bocca per parlare, ma non uscì nessun suono. Si era persa nel mio discorso.
«Ma scusa non è la stessa cosa?» chiese, terribilmente confusa. Scoppiai a ridere per la sua faccia buffa e scossi la testa.
«No. Fare sesso, significa farlo senza sentimenti; fare l'amore invece-»
«Si si, ho capito» Elena mi interruppe facendo un gesto sbrigativo con la mano come per liquidare la conversazione. Sorrisi: era troppo divertente farla sclerare.
«Mi togli una curiosità?» chiesi, dopo alcuni minuti di silenzio imbarazzante. Elena annuì e sorrise.
«Che cosa siete esattamente tu e Harry? Fidanzati? Amici?»



Elena's mind
«Mi togli una curiosità?» chiese Louis, dopo alcuni minuti di silenzio imbarazzante. Annuii e sorrisi.
«Che cosa siete esattamente tu e Harry? Fidanzati? Amici?» chiese Louis, con un sorriso strafottente sulla faccia.
Già, cos'eravamo io e Harry? Sicuramente fidanzati no, non mi aveva mai detto che mi amava e io non glie lo avevo mai detto a lui, ma non eravamo nemmeno amici. Cioè gli amici non vanno a letto insieme se non per divertimento personale.
E quindi cosa eravamo io e Harry?
«Scopamici.» concluse Louis al mio posto. Spalancai gli occhi e deglutii a fatica.
Oddio. Scopamici. Oddio. Non ci posso credere.
«S-scopamici?» sussurrai a fatica, ancora stordita dalle sue parole e dalla verità. 
«Scopamici, trombamici, amici di letto, chiamatevi come vi pare, ma questo siete.» esclamò Louis, ributtandosi sul letto. Mise le mani dietro la testa per stare più comodo, mentre gustavo il sapore amaro della verità.
Io non amavo affatto Harry. Non era il mio pensiero fisso di ogni giorno, non lo cercavo con lo sguardo per vedere dov'era e in che parte dell'oratorio. Ci baciavamo? Si, ma senza un minimo di passione che ti fa battere il cuore e girare la testa. Non avevo le farfalle nello stomaco appena lo vedevo e non mi spuntava il sorriso ebete quando sentivo la sua voce roca. Non lo amavo, punto. E sicuramente lui non amava me.
«Scopamici.» ripetei con tono neutro mentre avevo lo sguardo perso nel vuoto. 
Un po' sapevo perché lo avevo fatto con Harry. Primo perché non volevo essere la verginella sfigata di turno e secondo... Dai cazzo, è Harry Styles, il ragazzo più figo di questo fottutissimo paesino disperso nella Lombardia!
«Torniamo a parlare del mio appuntamento?» chiese Louis, distraendomi dai miei pensieri. Sogghignai e lo guardai strafottente. Louis spalancò gli occhi e deglutì rumorosamente.
Si ha paura di quello che ho in mente.



Nicole's mind
Passeggiavo per le vie di Verderio superiore, diretta a casa di Liam; dato che nessuno di noi era andato in gita. Dopo aver scoperto che anche Elena aveva fatto sesso con Harry, anche io volevo farlo. Però con Liam, ovviamente. Anche se con Harry non mi sarebbe dispiaciuto, insomma: è Harry Styles porca vacca!
Nicole cara, pensa a Liam che è il tuo fidanzato e non al belloccio secsi.
Ohh che coglioni.
La mia litigata interiore venne interrotta da un messaggio che mi arrivò sul telefono. Mi fermai sul marciapiede e lo aprii, subito una fitta mi trafisse il petto. Gli occhi cominciarono a pizzicare e le lacrime mi solcarono le guance. C'era una foto di Liam e Danielle che si baciavano passionalmente e di sicuro quella foto era stata scattata di recente.
"Non lo vedi? Liam è innamorato di me, stronza xx"
Oh beh ora so chi devo prendere a pugni e sberle. E Liam, quel bastardo che si bacia la sua ex, non la passerà liscia.



Louis' mind
«Louis, posso fare un'esclamazione a dir poco copiata da Real Time?» chiese Elena, osservando come mi ero vestito. Annuii, anche se non ero molto sicuro di ciò che voleva dirmi.
«Ma come cazzo ti vesti?!» esclamò, mettendosi le mani tra i capelli. Corrucciai la fronte e alzai un sopracciglio, incrociando le braccia.
«La parola cazzo non c'era nell'espressione originale» esclamai, facendo il superiore. Elena sbuffò e alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
«La parola cazzo è una parola che puoi mettere come cazzo ti pare, dove cazzo ti pare, quando cazzo ti pare. Quindi non scartavetrarmi le ovaie» esclamò Elena, sbuffando e alzando gli occhi al cielo. Sorrisi e scossi la testa. 
Non cambierà mai.
«La maglia a righe rosse, se proprio ci tieni, puoi tenerla; ma la felpa blu elettrico e le bretelle mi fai il favore di toglierteli.» disse risoluta, mentre mi squadrava da capo a piedi. Alzai gli occhi al cielo e mi tolsi la felpa e le bretelle.
«Okay tolte. Volevo essere un po' elegante-»
«Ma tu sei completamente scemo! La felpa non è elegante, le bretelle neppure! Sembrava che stessi andando ad una partita di calcio per soli uomini dove prevalgono rutti e versi osceni che fate solo voi maschi!» esclamò Elena, scuotendo la testa schifata e piegando la felpa e mettendo via le bretelle. Alzai un sopracciglio.
«Buon dio delle fashioniste, dagli un po' di buon gusto!» implorò, alzando le braccia in alto. Poi si mise delle dita sul mento, squadrandomi ancora da capo a piedi. Poi sorrise.
«Anzi vai benissimo così. Basta solo che indossi questa - Elena mi passa una giacca blu scuro, un blu notte, quasi nero - e un paio di all-star bianche. Così sei a posto» Elena incrociò le braccia e sorrise, soddisfatta per il suo lavoro da stilista personale. Indossai la giacca e misi le all-star bianche come mi aveva detto e mi guardai allo specchio.
Minchia sono fantastico e stuprabile.
«Non ti esaltare playboy, ora la devi chiamare e fissare l’appuntamento per questa sera» disse Elena, lanciandomi il telefono e facendomi l’occhiolino. Un sorriso ebete mi si stampò sul volto e chiamai Alessia.
 
Alessia’s mind
Una cosa che proprio non sopporto, è quando mi svegliano nei giorni di riposo ad un orario indecente. Cioè le 12 e mezza di mattina è l’alba! Okay diciamo bellamente che è pranzo inoltrato.
Andai a tentoni sul comodino in parte al mio letto e presi il cellulare che squillava insistentemente, trapanandomi le orecchie.
«Pronto?» biascicai, ancora mezza addormentata sul cuscino, mentre rispondevo alla chiamata.
«Ciao Ale» spalancai gli occhi, deglutendo rumorosamente e mi alzai immediatamente dal letto. Mi passai una mano tra i capelli imbarazzata e mi schiarii la voce, avendo la gola improvvisamente secca.
«Ehi Louis» risposi dolcemente. Le mani cominciarono a sudarmi e arrossii violentemente.
Ahh, ma se si tratta di Louis non te la prendi eh?
Eccerto, Louis è Louis.
Ma che minchia vuol dire, se ti chiama Elena la prendi a mazzate!
Appunto, lei non è Louis.
Tu sei rincoglionita.
Lo prendo come un complimento.
«Ti andrebbe di... Uscire con me stasera?» chiese Louis velocemente e subito dopo trattenne il respiro. Sbarro gli occhi: ho capito bene, oppure sono io che sono innamorata follemente di lui e storpio le frasi?
No cogliona, lo ha detto veramente.
AAAAAAAAAAAAAAAAA, okay aspetta che mi ripiglio.
«Certo, assolutamente si!» risposi di getto, esaltata come pochi. Sentii ridere Louis dall’altra parte del telefono e arrossii. Che figura di merda.
A parte che le fai tutti i giorni le figure di merda.
Taci, demente.
«Cioè, volevo dire.. Sì mi farebbe molto piacere» mi ricomposi e risposi in modo meno esaltato. Sorrisi anche se lui non poteva vedermi.
«Allora vengo a prenderti questa sera alle 7. A stasera!» mi salutò e chiuse la chiamata. Urlai felicissima e cominciai a saltare sul letto come una demente. Mia sorella entrò in camera mia e mi guardò alzando un sopracciglio. Mi schiarii la gola e cominciai a guardarmi in giro per la stanza, completamente in imbarazzo, mentre mi passavo una mano tra i capelli.
«Esci con Louis?» chiese con il suo solito sguardo indagatore. Sbarrai gli occhi e scossi la testa: «No. Perchè me lo chiedi?» esclamai, arrossendo violentemente. Mia sorella scoppiò a ridere, buttandosi sul mio letto, dov’ero ancora in piedi per la mia gioia.
«Ah non so... Continuavi ad urlare: ‘Esco con Louis, sììììììì! Evvaiii!’» Giulia si asciugò le lacrime e mi sorrise strafottente. Deglutii rumorosamente e cominciai a sudare freddo.
Merda.
Anti-sgamo, proprio.
Ti ho già detto di stare zitta.
«Sbaglio o eri tu a dire: Non mi piace quel cretino!» disse Giulia, imitando malamente la mia voce, mentre dondolava le gambe dal letto e mi guardava con un sorriso strafottente stampato sulle labbra.
«Oh ma vaffanculo, esco con chi mi pare io» mandai a quel paese mia sorella e andai verso il mio armadio, scegliendo cosa mettermi. Scavai a fondo, buttando i vestiti all’aria dietro di me. Nel panico composi il numero di Nicole: non sapevo che cazzo mettermi. Misi il telefono tra la spalla e l’orecchio e aspettai che rispondesse, intanto continuavo a cercare.
«Pronto?» chiese Nicole, sbuffando scocciata. Okay le alternative erano due: o aveva litigato con Liam, oppure... aveva litigato con Liam. Si okay, non c’era motivo di essere scocciata se non litighi con il tuo ragazzo, per quello non ho altre alternative in testa.
«Ehm.... Nicole, potresti venire a casa mia? Ho un’emergenza e mi serve il tuo parere...» chiesi titubante, spiegandogli la situazione. Nicole non rispose, evidentemente stava scegliendo che cosa dare la prevalenza: me in panico prima di un appuntamento o qualunque cosa stesse facendo il quel momento.
«Scusa Ale, ma ho una questione più urgente da risolvere.» rispose, sospirando.
«Okay grazie lo stesso» risposi e riattaccai.
Sono nella merda fino al collo.
 
 
Nicole’s mind
«Scusa Ale, ma ho una questione più urgente da risolvere.» risposi, sospirando. Guardai Liam davanti a me in cagnesco, mentre Alessia chiudeva la chiamata.
«Dov’eravamo rimasti? - dissi, guardandolo ancora, mentre tremava dalla paura - Ah, sì.» e detto questo, la mano destra partì senza che me ne rendessi conto. Il volto di Liam rivolto dalla parte opposta, mi fece capire che gli avevo tirato un ceffone e anche bello forte. La mano cominciava a pizzicare e nello stesso momento sulla guancia di Liam si formò un chiazza rossa per l’impatto.
Liam chiuse gli occhi dal dolore. «Questo per aver baciato quella zoccola.» esclamai con le lacrime agli occhi, ma cercando di avere un tono calmo. Liam si massaggiò la guancia completamente sconvolto. Appena fece scendere la mano lungo il suo fianco, gli tirai un altro ceffone.
«Questo per avermi tradito con quella puttana.» Liam si girò e mi guardò scioccato. Corrucciò la fronte e mosse la mano in modo strano.
«Ma non è la stessa cosa che hai detto prima?» chiese timidamente. Grugnii e Liam mise le mani davanti a sé, come se potessero fargli da scudo.
Pff, idiota. Se pensi che quelle ti salveranno dalla mia furia, ti sbagli di grosso.
«No!»
«Ma…»
«Non osare contraddirmi!» urlo contro di lui. Liam fece un passo indietro, io lo raggiunsi subito. Eravamo ancora uno davanti all’altra e avrei voluto tantissimo appiccargli fuoco alla testa. Un altro ceffone. Quello più violento di tutti. Liam si toccò la guancia, incredulo, mentre le lacrime cominciarono a solcarmi le guance.
«Mi fidavo di te.» Dissi, prima di girarmi e andarmene. Liam cercò di fermarmi, ma cominciai a correre e tornai a casa. Sbattei la porta di camera mia e mi accasciai su di essa, cominciando a piangere disperatamente.
 
Alessia’s mind
A quel punto chiamai Elena, dato che Nicole non sembrava intenzionata ad aiutarmi.
«ELENAAA» urlai sul cellulare. Scommetto che si è staccata dal telefono e le ho stordito un orecchio.
Sì, dai, oggi mi sento simpy.
«Cogliona, non ci sento più dall’orecchio destro!» esclamò urlando anche lei a sua volta. Scoppiai a ridere come una rincretinita e mi buttai sul letto.
«Rinomatopraticello?» esclamai, scoppiando subito dopo a ridere. Silenzio da parte di Elena.
«Sì, anche a me piace l’uccello» risponde Elena, probabilmente in quel momento si stava ancora toccando l’orecchio. Scoppiai a ridere ancora. Sì, quella ragazza è davvero pervertita oh.
«Mi aiuti a scegliere un vestito per un appuntamento con Louis?» chiesi speranzosa. Daii, dimmi di sì!
Sì è la pubblicità dell’insalata yeah.
Elena non rispose subito.
«COSA?! Vuoi che ti aiuti ad accogliere un travestito per un combattimento con Louis?!» urlò scandalizzata Elena.
Ma io dico: c’è o ci fa?
«Elena ma che ti sei fumata?» esclamai, buttando le braccia all’aria. Elena scoppiò a ridere.
«Chi mi sono scopata? Ma sei cogliona? lo sai, Harry Styles, dom!» rispose, come se fosse ovvio. Guardai malissimo il telefono e attaccai la telefonata. Okay, si passa al piano B, ovvero fare da sola.
 
 
Cominciai a mettere il mascara, la serata con Louis si avvicinava sempre di più. Stavo andando nel panico: alla fine stavo uscendo con il ragazzo che mi ha fatto sclerare per due settimane intere e adesso… Ero addirittura innamorata di lui.
Mi osservai allo specchio: capelli raccolti in una coda laterale, eye-liner e matita nera a marcare ed evidenziare i miei occhi verdi, vestito azzurro che si allacciava al collo, lasciando scoperta la schiena, ballerine nere e borsa nera. Misi un cerchietto azzurro per contrastare i miei capelli neri e mi osservai un’ultima volta soddisfatta.
Cominciai a camminare avanti e indietro per il salotto con un certo nervosismo, guardando continuamente l’ora sull’orologio della cucina.
«Nervosa?» mia sorella comparve sulla soglia del salotto, con un sorrisetto beffardo stampato sulla faccia. Scossi la testa nervosamente.
«No. Assolutamente. Cosa te lo fa pensare?» risposi a raffica, mentre continuavo a spostare il peso da una gamba all’altra.
Ma quando arriva?
Giulia aprì la bocca per parlare nel momento in cui suonarono il campanello.
«Vado io!» urlai, correndo e buttandomi verso la porta. Giulia scoppiò a ridere e se ne ritornò in camera. Aprii la porta e sorrisi, trovandomi di fronte un Louis sorridente e… bellissimo da togliere il fiato.
«Sei bellissima» disse Louis, guardandomi dall’alto verso il basso. Arrossii e abbassai lo sguardo, imbarazzata.
«Grazie, anche tu» risposi timidamente. Louis fece un cenno del capo e lo seguii chiudendo la porta. Uscimmo dal condominio e ci avviammo verso la sua macchina. Mi aprì la portiera – dio santo che dolce! – e mi sedetti sul sedile del passeggero. Louis mise in moto la macchina, mentre mi contorcevo dalla curiosità del posto in cui mi avrebbe portata.
«Dove mi porti di bello?» chiesi subito dopo, infatti. Louis sorrise e staccò un attimo gli occhi dalla strada.
«Oh vedrai, ti piacerà» e dopo aver detto ciò, mi sorrise e mi fece l’occhiolino.
 
«Ahh!» esclamai, quando Louis arrivò a destinazione. Battei le mani come una ritardata, mentre mi eccitavo solo all’idea di passare la serata in quel meraviglioso posto.
«Adoro il bowling!» esclamai, saltellando sul posto. Poi abbracciai di slancio Louis, il quale rimase un po’ spiazzato. Entrammo nella struttura e Louis prese una pista, poi, dopo esserci tolti le scarpe, iniziammo a giocare.
«Non aspettarti che perda, mio caro, io sono campionessa mondiale di bowling» esclamai, prendendo una palla e lanciandola sulla pista. La palla colpì tutti i birilli e feci strike, mentre Louis spalancava la bocca e fissava i birilli caduti per terra.
«Così mi costringi a tirar fuori il mio lato selvaggio» disse Louis con un sorriso strafottente sulla faccia, poi prese una palla rosa, anzi fucsia evidenziatore.
«Con quella palla?» chiesi, indicando la palla fucsia evidenziatore. Louis gettò un’occhiata alla palla e alzò gli occhi al cielo.
«Precisiamo che il fucsia è un colore selvaggio, tanto quanto il rosso» esclamò Louis, tirando la palla e facendo strike anche lui.
Apperò, bravo il ragazzo.
«Facciamo una scommessa?» chiesi, prendendo una palla per tirare ancora. Louis alzò lo sguardo su di me e sorrise strafottente.
«Spara» rispose Louis, rigirandosi stavolta una palla gialla tra le mani.
«Chi vince verrà servito e riverito dall’altro» dissi, sedendomi accanto a lui. Louis si appoggiò sullo schienale della sedia e mise un braccio intorno alle mie spalle, con un sorriso furbo stampato sulle labbra.
«Allora preparati perché dovrai portarmi, come prima cosa, da mangiare perché sto morendo di fame, poi lav-» gli tappai la bocca e lo interruppi, scoppiando a ridere come una demente.
«E chi ti ha detto che io perderò?» chiesi retorica, ridendo e tirando la palla. Nove birilli caduti, uno solo in piedi. Mi girai e misi le mani sopra i fianchi, notando che Louis stava toccando i pulsanti della pista.
«Ehi bastardo, non vale spostare l’inclinazione della pista!» esclamai, correndo dalla sua parte. Louis scoppiò a ridere e si alzò in piedi, poi gli saltai in spalletta cercando di fermarlo. Entrambi cademmo a terra e iniziammo a ridere come due idioti, mentre le lacrime ci uscivano dagli occhi per il troppo ridere. Subito dopo mi trovai Louis sopra di me che sorrideva bellamente.
Nono, non puoi sorridermi così eh, dopo muoio io oh.
«Se non sei capace di giocare, non dare la colpa alla pista, cara» e dopo aver sottolineato la parola “cara”, mi diede un bacio sul naso. Okay, precisiamo che stavo per morire lì per terra e che cercavo di non arrossire (con scarsi risultati).
Louis si tirò su da me e mi prese le mani, trascinandomi su con lui.
«Louis Tomlinson, te la vedrai molto brutta» dissi a cinque centimetri dal suo volto. Louis sorrise strafottente o soddisfatto (non riuscivo a capirlo) e poi prese la palla fucsia – quella “selvaggia” – e tirò.
 
 
«Louis, giuro che se mi fai cadere, ti trancio le gambe, tutte e tre!» esclamai, mentre mi aggrappavo sempre di più al suo collo, come un’ossessa. Eravamo tornati dal bowling e, dato che avevo vinto, doveva servirmi e riverirmi. Ammetto che mi stavo divertendo un po’. Okay un casino.
«Mah?! Willy no, toglietemi tutto, ma non il mio amatissimo Willy» rispose Louis, facendo il finto offeso. Poi mi inclinò tutta da un parte, rischiando di cadere di faccia sull’asfalto.
«Louis! Stai dritto!» urlai, aggrappandomi ancora di più. Cioè nessuno vuole finire con la faccia sul cemento del marciapiede, ceh.
«Ma è divertente farti spaventare!» esclamò Louis, inclinandomi ancora, stavolta dalla parte opposta. Scoppiò a ridere, mentre urlavo come una deficiente.
«Ho notato che ti diverti!» esclamai, tirandogli una sberla affettuosa sulla guancia. Louis fece finta di avere dolore e mi fece scoppiare a ridere.
Arrivammo sulla porta di casa mia e mi fece scendere, mentre le risate scemarono e il silenzio prese il loro posto.
«Grazie» dissi, di punto in bianco, alzando lo sguardo su di Louis. Lui sorrise e arrossì.
«E di cosa?» chiese Louis, facendo affondare le mani nelle tasche dei pantaloni e abbassando lo sguardo.
«Per avermi fatta divertire. Sono stata benissimo con te» dissi, arrossendo ancora di più, per quanto potessi ancora arrossire. Louis alzò lo sguardo dalle sue scarpe e sorrise sinceramente.
«Anche io sono stato bene - rispose, facendomi l’occhiolino. – Beh allora… Io vado.» disse Louis, fece un cenno con il capo e indicò le scale. Fui presa da uno scatto improvviso.
«Louis, aspetta!» lo fermai, prendendolo per il braccio e tirandolo indietro. Louis era sorpreso, non se lo aspettava.
Bene Alessia e adesso?
Adesso… Non lo so.
Come non lo sai?
D’impulso e con una lentezza assurda, lo presi per il colletto della maglia e lo attirai a me, fin quando le nostre labbra aderirono le une sulle altre. Louis mi prese per i fianchi e prese a baciarmi passionalmente, spingendomi contro la porta. La aprii e ci catapultammo nella mia camera, sempre baciandoci, per tutte quelle volte che avremmo voluto farlo, ma il nostro orgoglio ce lo impediva.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
___Autrice___

Holaaa
Allora eccomi qua lol
Come state, tutto bene?
HAHAHAHAH si, si sono baciati come coppia e potete urlare: “FINALMENTEEEE!”
Okay ieri sono andata a vedere THIS IS US.
Cioè ho riso come una demente, pianto e cantato. Insomma film migliore di quello non c’è HAHAHAH
No mah c’è una parte in cui c’è Niall, Liam e Louis sul pullman e Liam sta parlando, poi Louis lo interrompe e fa: “Chi ha scoreggiato?” e Liam scoppia a ridere e fa: “Niall!” e Louis fa: “Madonna questa è proprio puzzolente! Niall sei stato tu?” e Niall: “Oh avete uno che lo ammette pubblicamente, più di così che volete?” e Liam e Louis che iniziano a ridere HAHAHAHAHAH epica! Lol
No ma sto ancora ridendo da ieri sera lol
Okay torniamo alla fan fiction ahhaha
Nicole e Liam si lasciano… mi dispy un sacco, sinceramente! Sono aperte le scommesse: cosa succederà poi tra i Lole? Scrivetemi su ask o su twitter (trovate i link nella mia bio) lol
Bon ho finito, posso andare.
Ah un’ultima cosa: presto su efp la mia nuova fan fiction, “Il ragazzo perfetto per me”, guardate il fic trailer (cliccate qui)
Okay ora mi ritiro sul serio e vado a rispondere alle vostre recensioni!
Ciaoo :3

 
   
 
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