Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Anor    10/09/2013    2 recensioni
Anno 2137.
Italia, pianeta Terra.
La storia di un ragazzo che vive in un futuro ipotetico e decisamente inquietante le quali parole d'ordine sono controllo, silenzio ed organizzazione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2137 ~ capitolo 3
 
Finita la cena felpa blu raggiunge la propria camera, libero di leggere, giocare o dormire. Si lascia la stanza del suo computer alla sinistra, e raggiunge il locale di disinfezione, quarantena e protezione che divide la zona giorno dalla zona notte. Con lo stesso sistema di scansione retina dell’ingresso del condominio, la telecamera riconosce il codice del ragazzo ed apre uno dei pannelli di vetro opaco del locale. Felpa blu si toglie tutto ciò che indossa, e lo ripone nello sportello che si è aperto nel più completo silenzio appena la porta si è sigillata dietro di lui. Toglie anche le lenti scure che ricoprivano l’iride chiarissima, e con nient’altro che la pelle bianca tirata sulle ossa e sui muscoli, attende che il processo inizi.
La stanza si riempie di vapore bollente, ed il pavimento comincia a diventare viscido, così come le pareti ed il corpo del ragazzo rinchiuso tra di esse. I battiti del cuore aumentano, le ghiandole sudoripare eccrine cominciano a secernere sudore. Prima la fronte e la zona nasolabiale, poi il collo, le ascelle, la schiena ed il torace (e, alla fine, anche il dorso delle mani) si ricoprono di un sottile strato di secreto acquoso prevalentemente inodore che rende la pelle lucida e scivolosa. Una volta che quella sorta di acquario e la pelle sono tornati a temperatura ambiente, la macchina espelle una quantità standard di perossido di idrogeno che elimina ogni possibilità di contaminazione da batteri, spore, miceti e agenti virali che potrebbero essere stati contratti all’esterno.
Finito il processo di disinfezione il ragazzo indossa un accappatoio leggero che sembra fatto di carta, e si dirige verso le docce e poi alla camera. La temperatura della zona notte è quella ideale per stare nudi sotto un lenzuolo di cotone senza patire né caldo, né freddo.
Non sentirai il bisogno di lamentarti perché d’inverno fa freddo.
Non sentirai il bisogno di lamentarti perché d’estate fa caldo, o perché le zanzare ti stanno mangiando vivo.
Non ne sentirai il bisogno perché Loro pretendono silenzio, e ti faranno avere tutto ciò che vuoi pur di farti rimanere zitto. Tutto ciò che puoi desiderare, Loro te lo danno. Ma non desidererai nient’altro che quello che hai, perché non sai abbastanza. Non sai che non è vita quella che stai vivendo. Non sai che non sono tue le scelte che stai compiendo. Non sai che potrebbe esistere una vita differente dalla tua.
E per questo stai zitto, e ti godi la temperatura perfettamente mite della tua camera da letto, lo strusciare del lenzuolo grezzo sulla pelle resa delicata dai continui trattamenti.
Dopo aver riposato le ore necessarie a ripristinare le funzioni vitali, una voce metallica quasi asessuata sveglia il ragazzo. La sveglia è impostata in modo da scattare lontano dalla fase REM, ma nella fascia oraria desiderata, in modo da potersi svegliare sempre riposati.
Controllano il tuo sonno.
Controllano i tuoi sogni, e a volte, se sono reputati pericolosi, ne modificano il ricordo, perché non si sa mai che le cellule neurali abbiano un guizzo e ripristinino la loro funzione principale. Addirittura, nei rari casi nei quali il cervello del soggetto risulta particolarmente eccitato, il ricordo viene del tutto rimosso.
Non c’è una falla nel loro sistema, non c’è pericolo di evasione.
Quando la scansione delle urine e delle feci ha decretato che il corpo è sano e che il ha ingerito le dosi prefissate di nutrienti e liquidi, fatto movimento e sudato quanto previsto, il ragazzo può entrare nella zona di quarantena e disinfezione. L’acquario di vetro è un ostacolo invalicabile: ogni mattina ed ogni sera, per entrare ed uscire dalla zona notte, quella è una tappa obbligatoria.
La mattina il corpo del ragazzo non viene riscaldato dal vapore. Nuove lenti scure sono poste nell’apposito contenitore su un piccolo ripiano metallico, sotto uno specchio. Con la punta del dito il ragazzo pesca una delle due piccole calotte e, mantenendo l’occhio aperto con l’aiuto dell’altra mano, l’appoggia sulla superficie oculare umida e tremula. Per un momento l’iride artificiale resta storta nell’occhio, e lo sguardo del ragazzo è un orrido sogghigno nello specchio. L’altra lente viene messa con la stessa facilità: sono azioni che compie da anni, che ormai risultano automatizzate, rapide e precise. Subito dopo una macchina nebulizza su tutta la superficie cutanea un sottile strato di crema solare resistente all’acqua e con fattore di protezione altissimo. Biossido di titanio e ossido di zinco riflettono fisicamente i raggi ultravioletti, mentre oxibenzone, fenilbenzilimidazolo, acido sulfonico, butil metoxidibenzoilmetano ed etilexil metoxicinnamato assorbono chimicamente l’energia delle radiazioni rendendola in parte sotto forma di calore. Sui capelli chiarissimi, sottili come i fili di una ragnatela, viene spruzzato un olio protettivo diverso da quello della pelle.
Questa prassi è obbligatoria, ogni giorno: lenti, crema e olio proteggono gli occhi, la pelle ed i capelli di ogni persona dalla grande quantità di raggi UV-A e UV-B che oltrepassano la debole resistenza della sfera d’ozono che, tra i quindici ed i cinquanta kilometri sopra di noi, risulta una sottile e sbrindellata difesa, stiracchiata a malapena su tutto il globo.
Ogni casa è fornita di tutto il necessario per la sopravvivenza degli inquilini, perché la Società del Silenzio non vuole che i suoi cittadini muoiano sotto le radiazioni dovute alla Loro negligenza.
Vuole che siano tutti sani, ma soprattutto vuole che se ne stiano in silenzio: nessuna lamentela, nessuna scottatura e nessun errore.
L’Ozonosfera è decaduta secondo un degrado naturale.
Loro sono la tua unica salvezza.
Questo è la società del silenzio: censura, insabbiamento delle prove, capri espiatori.
La tua vita è una verità riveduta e corretta, il tuo mondo è adulterato dalla Loro mano.
Ma i tuoi occhi sono inesorabilmente coperti dai filtri che Loro possono importi.
Lo sportello con gli abiti puliti si riapre, e pochi secondi dopo il ragazzo torna ad essere felpa blu.
Esce di casa e raggiunge il solito bar. Si siede al solito posto, con la solita gente, e la colazione è sempre composta dalla solita brioche cartonata e dal caffelatte annacquato, ma sulla sua superficie spumosa c’è un sole di cacao, e non un cuore: questo significa che è domenica, che la scuola è chiusa e che ci si può recare al centro ricreativo.
La tua settimana è scandita dall’alternanza di simboli di polvere ottenuta essiccando, tostando e frantumando piccoli semi marroncini.
Se Loro volessero, i giorni lavorativi potrebbero essere trenta consecutivi, così come uno solo o trecentosessantacinque. E tu obbediresti al settecentoquarantatreesimo cuoricino consecutivo sul caffelatte e andresti a scuola o a lavorare, col capo chino, senza farti domande, completamente muto.
Perché non hai voce, perché Loro te l’hanno tolta.
Come al solito alla fine del pasto la transazione monetaria viene conclusa in completo silenzio, e felpa blu esce dal locale, dirigendosi verso uno dei numerosi centri di ricreazione.
L’edificio è isolato, ma del tutto simile agli altri. Il portone è pesante, i muri spessi. All’interno quattro ampie sale si affacciano sul corridoio d’ingresso. Delle scale salgono al secondo e poi al terzo piano, dove altre stanze accolgono studenti e lavoratori nel giorno di riposo. Al piano terra i cartigli sopra le porte indicano sala relax, sala poker, sala videogiochi e sala lettura. Al piano superiore ci sono gli attrezzi per far palestra e la sala da biliardo, l’ultimo piano è dedicato alla proiezione di film, ed è quindi completamente isolato acusticamente. Felpa blu entra nella seconda stanza a destra. L’austerità della stanza è raggelante, ed i banchi sui quali sono appoggiati schermi grandi e trasparenti non sono dissimili da quelli di un’aula scolastica: sono distanziati quanto basta per non avere contatto con le persone che ti circondano, e le cuffie ti confinano definitivamente nel tuo mondo virtuale. Accende lo schermo interattivo, effettua il log-in e tutti i controlli dell’identità, ed una vasta gamma di giochi si distende sotto i suoi occhi, suddivisa in categorie. Dopo aver risolto un paio di solitari e puzzle, cerca la strana icona dello stesso gioco presente sul computer di casa: Creazione.
La banca dati è condivisa da ogni schermo interattivo del mondo, e poiché felpa blu ha effettuato l’accesso i progressi di gioco sono quelli del pomeriggio precedente. L’utente #P023 continua la costruzione del cupo maniero, sfiorando con le dita lo schermo liscio come l’acqua.
Felpa blu non si rende conto delle persone che ha intorno, di ciò che fanno.
Felpa blu non è nemmeno più nella stanza videogiochi.
La sua mente è con quelle pietre. La sua mente è con quel maniero.
La sua mente è la Società del videogioco.
Controlla, costruisce, distrugge.
Lascia vivere o morire.
Protegge o mette in pericolo.
Una volta conclusa la parte di mura che ospiterà il ponte levatoio, diminuisce lo zoom e fa una rapida ispezione delle terre da lui già costruite.
In una delle vaste piazze cittadine gremite di mercanti e paesani che si muovono come formiche nei loro tunnel sotterranei, una macchiolina nera minuscola ma fuori contesto attrae inesorabilmente lo sguardo di Felpa Blu. Il ragazzo ingrandisce l’immagine, per controllare che non sia lo schermo ad avere dei difetti, ma la figura nera s’ingrandisce con l’ambiente. Si staglia contro di esso come un ritaglio di carta appiccicato su una foto, come un ritocco grossolano ed evidente su uno sbaglio da camuffare.
Quando il livello d’ingrandimento è sufficiente, felpa blu distingue la forma di un pipistrello, i cui contorni sono troppo netti, le ombre inesistenti.
È un errore.
La frequenza cardiaca aumenta, la salivazione è azzerata. Le dita tremano a pochi centimetri dallo schermo. Il sudore copre la sua pelle incendiata: ogni sistema bio-chimico del suo corpo è in stato di allerta. L’allarme rosso del nostro corpo è la nausea. Il mal di testa che ti trivella tempie, timpani e fondo oculare, la diarrea, a volte al contrario la stipsi: quelli sono i problemi successivi, che insorgono quando il pericolo è talmente grave da non potersi scatenare ed esaurire completamente nello stomaco.
L’impulso primario è quello di fuggire, ma il panico è una condizione inaccettabile per la comunità.
La Società non ammette il caos.
Tutto deve avere un ordine, tutto deve avere una collocazione, un inizio ed una fine.
Tutto tranne Loro, e la loro stessa Società.
Felpa blu, come un automa, riavvia il gioco e lo schermo, come decretato nelle procedure: il computer ed il gioco, riavviandosi, eliminano qualsiasi tipo di virus che potrebbe essere scivolato tra i meandri dei miliardi di codici presenti.
Riaprendo il gioco tutto sembra normale, ma zoomando, il pipistrello ritorna visibile.
Brillante ed evidente: una macchia nera su un foglio bianco. Un cancro del sistema, avvinghiato a qualche suo organo vitale.
Col cuore che pulsa a ritmo spasmodico, felpa blu sfiora la figura alata.
Sulla barra chiara in fondo allo schermo appare un’unica scritta:

>>>>#0001 : Benvenuto

Note dell'autrice
Un ringraziamento speciale va a Christian, che è riuscito a darmi l'input giusto per continuare questa storia, dopo così tanto tempo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Anor