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Autore: Yssis    10/09/2013    2 recensioni
[five-shot (?)] [esperimento mal riuscito di HiroMido romantica (?)] [Happy Birthday Ice_Angel!]
La penna scorreva sul foglio bianco e Ryuuji non fece in tempo neanche a leggere quel che scriveva.
Non era la sua testa che guidava la mano, ma il suo cuore.
A Midorikawa sembrò persino che il tempo si arrestasse, permettendogli di mettere su carta tutte quelle parole che non era riuscito a dire al momento giusto.
Sperava solo di essere ancora in tempo.
::
“Era quasi un gioco. Era tutto un gioco, in effetti.
Eravamo bambini e ci volevamo bene.
E poi? Poi cos’è successo, che ci ha fatto allontanare così?
Che cosa può essere mai successo che non sia degno di perdono?”
Niente, infatti. Niente non è degno di essere perdonato, tutti hanno il diritto a una seconda possibilità, e infatti Midorikawa si era fatto risentire. Perché era pronto per perdonarlo.
E Hiroto nel silenzio di quella mattina piena di speranza, promise al sole e alle stelle che non l’avrebbe più lasciato solo né fatto soffrire, il suo Mido-chan.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. E non so perché.

-…-
-…-
Silenzio.
Solo il silenzio albergava fra noi, in quella stanza oscura e buia.
Davanti a me, lui faceva vagare lo sguardo nel vuoto, mentre io cercavo disperatamente di incontrare i suoi occhi e vedere se brillavano come ricordavo.

-…-

-Proprio non puoi salutarmi?-
Avevo bisogno di dire qualcosa. Avevo un urgente bisogno di sentigli dire qualcosa. Non poteva farmi andare via così, scivolare dalla mia vita in modo talmente silenzioso…
Come se non fossimo mai stati amici, come se non valessi davvero più niente per lui.
-…-

-Allora è così. Possibile che non…-
-Vattene. Non servi più a niente, qui.-
Il suo tono di voce… Così freddo e distaccato, così tagliente e amaro… Mi fece male. Molto più di quanto avrei immaginato. E reagii d’impulso, mentre già le lacrime minacciavano di solcare le mie guance.
-… Se è così che la pensi… Allora addio Hiroto!-
Hiroto...
Hiroto.
Hiroto!
HIROTO!

-AAAAAAAAAAAHHHHHH!-
Midorikawa si mise seduto sul letto, ansimando.

Ma non poteva consolarsi come la maggior parte della gente fa, quando si risveglia urlando da un brutto sogno…
-Aaahhh! Ma cosa devo fare per avere un po’ di pace?!- il pistacchietto si coprì il viso con il cuscino, lasciandosi sfuggire un sospiro.
Da quando aveva lasciato la Aliea Gauken aveva passato magnifiche giornate…
E orribili nottate.

Tutto, a causa di quel sogno.
Lo stesso sogno che si ripeteva tutte le notti...
-Basta, non ce la faccio più!-
Ryuuji si levò di dosso le coperte e, afferrato un foglio bianco e una penna, si mise seduto alla scrivania.
-Non posso più andare avanti così. Devo...– Ma non fece in tempo a finire di formulare il pensiero, che la sua mano prese a scrivere.
La penna scorreva sul foglio bianco e Ryuuji non fece in tempo neanche a leggere quel che scriveva.

Non era la sua testa che guidava la mano, ma il suo cuore.
A Midorikawa sembrò persino che il tempo si arrestasse, permettendogli di mettere su carta tutte quelle parole che non era riuscito a dire al momento giusto.
Sperava solo di essere ancora in tempo.

***********

All’amico che avevo, ma che ho perso. E non so perché.
All’amico di cui mi fidavo, ma di cui ora ho paura. E non so perché.
All’amico che pensavo di conoscere bene, ma evidente mi sbagliavo. E non so perché.
All’amico che giocava come me ogni giorno, ma che giocando mi ha perso. E non so perché.
All’amico che mi salutava sempre, ma che quando ci siamo separati non mi ha nemmeno guardato. E non so perché.
All’amico che mi diceva di stare tranquillo, ma che non mi fa dormire la notte. E non so perché.
All’amico che quando mi sorrideva mi faceva stare bene, ma che non è riuscito a sorridermi al momento giusto. E non so perché.
All’amico che stava sempre con me, ma che un giorno mi ha lasciato solo. E non so perché.
All’amico che era al mio stesso livello, ma che un giorno mi ha scaraventato in basso. E non so perché.
All’amico che piangeva quando piangevo io, ma che un giorno vedendomi piangere è scoppiato a ridere. E non so perché.
All’amico che capivo sempre e comunque, ma che all’improvviso ho smesso di comprendere. E non so perché.
All’amico che mi ha giurato di saper cambiare per me, ma che è cambiato solo in peggio. E non so perché.
All’amico che era un bambino, ma che è diventato un mostro. E non so perché.
All’amico che amavo, ma che non ha saputo ricambiare. E non so perché.

All'amico che è sempre stato con me, in male e in bene, scrivo questa lettera. E so bene perché.
Perché voglio avere risposte, 
Hiroto.

Quando finalmente la penna si arrestò, le dita del ragazzo pulsavano.
Ma nonostante il dolore provato, Ryuuji trovò ancora la forza di scrivere sul retro della busta dove avrebbe poi inserito la lettera:
 

Per Hiroto Kiyama
Da Ryuuji Midorikawa.
 

Il pistacchietto respirò profondamente, e rilesse il suo lavoro.
Leggendo, sorrise debolmente.
Finalmente sollevato, Midorikawa trovò la forza di alzarsi dalla sedia, e sdraiarsi nuovamente nel suo letto.
Si coprì con il lenzuolo fin sotto il naso poi, tirato un ultimo sospiro, sorrise.
Sorrise perché era sicuro che, per la prima volta dopo tanto tempo, avrebbe dormito tranquillamente.
Mentre si addormentava, due calde lacrime solcarono il suo viso, bagnando infine le labbra, ancora dischiuse in un grande sorriso.

 Ma se noi fossimo lì, avremmo sentito Ryuuji sussurrare un nome.
E quel nome, altro non era che Hiroto.

  
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