- Capitolo 2° -
Appena feci capolino nella
sala, lanciai un’occhiata al tavolo dei Serpeverde, cercai con la coda
dell’occhio lui, Ian. Non trovandolo subito, il mio cuore fece un balzo e
precipitò verso le viscere, l’appetito mi abbandonò, ma quando scorsi i suoi
capelli biondi, sempre in ordine, e incrociato il mio sguardo con quello dei
suoi occhi simili a diamanti, mi nacque un sorriso sul mio volto, non gli era
successo niente…cosa mi stava accadendo? Con gli altri ragazzi con cui sono
stata non mi era successo, forse mi stavo veramente innamorando? Spero solo
della persona giusta…ma cosa..? mi chiedo ancora se sia la persona giusta? Una
parte di me è convinta di sì e mi dice di lasciarmi andare, di seguire il mio
cuore, sempre e in ogni modo; l’altra mi sussurra di prestare attenzione, di
aspettare…
Ma non so che fare, vorrei lasciarmi andare, ma…se non è lui la
persona adatta per me? Mi dice il cuore che devo fidarmi di lui, e se sbaglierò,
avrò sbagliato con amore, l’avrò amato con tutta me stessa, ma non mi
meritava….che frase banale! Lo diceva sempre anche la mamma, “segui il tuo
cuore, ti indicherà la strada da percorrere, incontrerai qualcuno con cui
condividere paure, sbagli ed ostacoli, e se si sarà sbagliato, non prendertela,
piangi, ma sii fiera, perché hai sbagliato amando…”
Farò come dice lei? Come
mi dice il cuore? Non ne ho proprio idea. Oh, come vorrei che questa vita mia,
che devo costruire giorno dopo giorno, sia stata già scritta, sia già stata
predestinata, finita in precedente, come in un libro. Io non vorrei esserne la
scrittrice, vorrei essere solo un lettore, lasciare che tutto mi scorri,
indifferente dal tutto, ma…come vorrei conoscere il mio futuro…
Moli mi
diranno “perché non hai seguito le lezioni della Cooman, ma che senso avrebbe
avuto? Quelle sfere e quelle foglie servono a scoprire la sorte degli altri, non
la propria, che peccato!
Mi voltai verso la nostra tavolata e presi posto
accanto ad Alex. Mi guardò e poi finalmente si decise a parlare:
-
Buongiorno! Come mai così tardi?-
- mi sono svegliata qualche minuto fa-
risposi seccamente
- in realtà avrà fatto tardi, ma non mi ha detto con chi
abbia fatto tardi…- disse Eleonora strizzando un occhio.
- devo essere stata
per forza con qualcuno?- chiesi arrossendo un po’.
- sisi!- dissero in
coro.
Ridemmo tutti. Finito di mangiare, ci avviammo al corridoio buio dei
sotterranei per la lezione di pozioni con Serpeverde. Come mi sarei dovuta
comportare? Di solito era sempre lui ad attaccar briga, speriamo che lo fa anche
stavolta…
Mentre ero avvolta da questi pensieri, mi venne contro un ragazzo,
i capelli neri e lisci, gli occhi azzurri. Mi si piazzò davanti e mi salutò con
un bacio sulla guancia facendomi sobbalzare.
- C-ciao!- dissi portandomi una
mano sul petto.
- Spaventata? Scusa- mi rispose
- No…stavo soprappensiero,
come stai?-
- Bene te?-
- Abbastanza…-
- A chi stavi pensando? Al boy
di turno?- mi fece l’occhiolino, scoppiai a ridere.
- chi? Al massimo avrò
avuto un paio di ragazzi!-
- Appunto…Comunque ti devo dare una cosa dopo-
- Cosa?-chiesi curiosa
- Eccheccavolo! Se te lo devo dare dopo, vuol dire
che non ce l’ho, oppure non voglio che la vedano altre persone!- mi tirò la
guancia.
James Potter, mio cugino che sta al settimo anno, ha finito ormai,
diventerà Auror…beato lui! Anch’io vorrei diventarlo, per questo sto studiando,
non voglio finire come i nostri genitori, escluso la zia Ginny che è diventata
una Guaritrice.
Hermione Granger, Ron Weasley, i miei genitori…non finirono
la scuola per aiutare nella ricerca del Signore Oscuro mio zio acquisito: Harry
Potter, che poi si sposò con Ginny Weasley appena finì gli studi.
Sorrisi
allegramente, per un attimo dimenticai i pensieri che mi stavano sconvolgendo la
testa.
- Ti mando un gufo appena possibile, ciao!- mi scoccò un bacio su
tutte e due le guance e se ne andò. Un tornado. Mi sconvolse così come era
arrivato.
Dopo aver camminato per un po’, di fronte a me si ritrovò lui.
Era appoggiato al muro con la schiena, una gamba che segue la forma del muro e
l’altra piegata a metà con il piede appoggiato alle pietre fredde e dure, i
capelli lisci gli ricadevano sugli occhi, l’espressione felice che intravidi sul
suo volto appena mi notò, le mani nelle tasche del pantalone, la camicia bianca
fuori dai pantaloni e la cravatta che ricadeva aperta sul maglione dei suoi
stessi colori, argento e verde. Tutto di lui mi mise in discussione, con il solo
sguardo mi aveva rapito e mi aveva resa sua. Mi aveva rubato l’anima, come il
Dissennatore quando ti dà il fatidico “bacio”.
I suoi amici si congelarono
appena mi videro, il loro sorrisi diventarono ghigni e le loro espressioni erano
di superiorità.
Ian si staccò dal muro e mi si piazzò davanti.
- Oh, che
ci fai qui Mezzo….Lenticchia?- disse. Nel suo tono c’era qualcosa di nuovo, non
era più quello freddo e distaccato di una volta, ora era freddo con un misto di
malinconia e desiderio.
I suoi amici si scambiarono un’occhiata, perché non
aveva detto semplicemente Mezzosangue?
- Devo andare a lezione…- gli risposi
con un tono sommesso, quanto erano belli i suoi occhi, così freddi ma allo
stesso tempo così profondi. Poi mi ripresi e mi affrettai ad aggiungere –
Malfoy- seguito da una smorfia.
- Ehi, Weasley!- mi alzò la testa ponendo un
dito sotto il mio mento, l’altra mano in tasca- poiché sono a corto di donne,
perché non mi vendi…anzi regali il tuo corpo?- mi fece l’occhiolino. In quel
momento mi fece ribrezzo ciò che disse, ma…come detestare la persona che amavo
di più? Ma non potevo lasciarmi andare, né con tutti davanti, né da soli, perché
queste non erano cose da assecondare.
Con un gesto brusco gli scostai la mano
e lo allontanai.
- ahah! Che pensiero gentile ma…vorresti sporcarti di sangue
sudicio? Non è da te, che mi denigri sempre circa le origini di mia madre-
risposi. Tutti i Grifondoro scoppiarono a ridere, lui appariva alquanto
spaesato, per sua fortuna intervenne il professore che ci fece entrare e ci
tolse 10 punti per Casa perché eravamo arrivati in ritardo.
Durante le
lezioni fummo costretti a sederci ben lungi l’un dall’altra, come l’avrei voluto
qui, abbracciare con tutte le mie forze, appoggiare le mie orecchie sui suoi
muscoli pettorali e sentire il cuore correre, il suo viso riscaldarsi sempre di
più quando gli avrei fatto sentire il battito del mio cuore…
Ma ciò si
sarebbe dovuto verificare clandestinamente. Il tutto sarebbe stato rimandato a
stanotte. Intanto continuammo a lanciarci occhiate per tutte le tre
ore.
Ora di buca, prima di pranzo.
Iniziai a scrivergli.
Ciao Ian,
scusa per quello che ti ho detto stamattina…poco fa…mi dispiace davvero!
Ma
ogni riga sembrava banale e uguale a se stessa, fino a quando non ricevetti due
gufi contemporaneamente, presi le lettere e i gufi volarono lontano.
Una era
di Ian. Il battito si fermò. Con mani tremanti la aprii, tirai un bel respiro,
ben profondo.
Lessi cosa c’era scritto.
Cara
Leslie,
cercavo di scrivere qualcosa da dirti per scusarmi per tutte
quelle cazzate che ti ho detto stamattina, spero che non ci penserai molto, sono
stato costretto…
Insieme ci siamo costruiti delle maschere nei nostri
confronti ed ora, per nascondere i nostri sentimenti, siamo incatenati dalle
stesse.
Come vorrei tornare indietro per non poter compiere lo stesso
sbaglio, ma guardiamo il lato positivo, in un certo senso questo nostro amore mi
ricorda quello di una tragedia di Shakespeare intitolata “Romeo e Giulietta”,
spero solo che il nostro amore non finisca con la nostra tragica fine, anche se
solo corporale…
Ricorda solo una cosa: Ti amo e non ti lascerò mai! Neanche
se dovessi morire.
Tuo per sempre
Amore
P.S. scusa per quel che
ho detto, non volevo, davvero, dal profondo del cuore, del mio cuore.
Baci.
Il mio cuore iniziò la sua folle corsa contro il tempo,
strinsi la lettera al cuore e la misi furtivamente nel baule, sotto i maglioni
di lana che oramai non usavo più.
La mia attenzione e la mia curiosità si
posarono ora sull’altra lettera arrivata. Diceva solo:
Raggiungimi
presso il lago.
James
Mi tolsi la divisa e mi misi un jeans e
una maglietta a maniche lunghe che coprii con la toga dei Grifondoro, mi
riavviai i capelli e scesi.
Appena arrivai al lago vidi steso per terra, con
lo sguardo fisso in cielo, un ragazzo dai capelli corvini, gli occhi dal colore
del mare, le mani sotto la testa e la gambe leggermente divaricate.
- Ciao!-
esordii. Subito si alzò e mi guardò.
- Ehi! Siediti qui!- e batté con una
mano il terreno libero vicino a sé, il prato era verde intenso e quando mi
sedetti sentii un po’ di freddo salire dal mio sedere in su.
- Brr…alquanto
caldo!- scherzai guardandolo sorridere a sua volta. La sua dentatura era bianca
e perfetta.
- si… piuttosto, torniamo a noi, guarda qua!- e mi porse una
busta bianca. L’aprii, le mie mani tremarono e si soffermarono su una foto
magica. Io e Ian che ci baciavamo.
- C-come…?- iniziai a balbettare.
-
Ehi, non preoccuparti!- mi appoggiò le mani sulle spalle- tranquilla! Ho solo io
queste foto, i rullini su cui erano state scattate sono stati bruciati così come
la macchina fotografica da me stesso.-
Lo guardai –grazie- dissi con un filo
di voce mentre delle lacrime calde scendevano lentamente sulle mie guance e
atterravano pendendo dal mento. Lui mi accolse nelle sue braccia e iniziò ad
accarezzarmi i capelli. Io era scossa dai singhiozzi, interminabili,
infiniti…d’un tratto finirono.
Mi allontanò gentilmente, mi asciugò con il
pollice un’ultima lacrima, e poi mi chiese:
- Come mai ti sei messa a
piangere?-
- …Credevo che il nostro amore fosse al sicuro, che solo noi ne
fossimo a conoscenza…una certezza svanita, nel nulla, come una goccia d’acqua in
un mare-
- ti posso dare un consiglio?- mi interruppe- tu, o meglio…lui, non
sarà mai al sicuro, spargi la voce prima che qualcuno lo sappia e lo dica alle
persone sbagliate in modo sbagliato-
- Non capisco…-
- Il padre di Ian,
Draco Malfoy, intrattiene rapporti con la moglie di Seamus, una purosangue, ma
lui non ne sa niente, si dice che lei sia sotto l’influsso della maledizione
Imperius o sotto il potere di un potentissimo filtro d’amore…-
- Oh, mio Dio!
Non pensavo che al mondo esistessero persone del genere!- mi scandalizzai a quel
racconto. – e Ian? Lo sa?-
Fece un cenno d’assenso – l’ha sempre saputo ma
non ha mai parlato con il padre-
Mi alzai- Basta!- dissi guardandolo negli
occhi – se sai qualcos’altro riferiscimelo-
Con la testa che era un
turbine di pensieri, passò tutto il giorno, inesorabilmente lungo, la notte
prese il posto del giorno, lentamente la luna si sostituì al sole, un buon tempo
per…
- Per andare a studiare Astronomia-
La mia amica mi guardò.
- Ma
tu non segui Astronomia!-
- Si, ma voglio vedere Venere, dicono che si possa
vedere-
- Va bene, contenta tu, ma non fare troppo tardi mi
raccomando!-
Ero decisa a parlare chiaro e tondo con lui, e poi avrei
iniziato a dire tutto ad Eleonora e ad Alex, a comportarmi naturalmente anche di
giorno, almeno con loro.