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Autore: bik90    10/09/2013    6 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Si era alzata in piedi al suono della campanella pronta ad allontanarsi, quando Davide la prese per un braccio bloccandola. Eleonora lo guardò per un solo attimo prima di liberarsi in malo modo dalla sua stretta.
<< Adesso mi dici che cazzo sta succedendo >> fece il ragazzo a denti stretti.
Voglio andare da Martina!, urlò la mente dell’amica che non avrebbe resistito oltre lontano dalla sua voce e dalla sua figura.
<< Niente >> mentì Eleonora tenendo gli occhi bassi.
<< Senti >> iniziò Davide passandosi una mano tra i ricci e alzando lo sguardo << Non ho nessuna voglia di litigare quindi dimmi questa fottuta verità! >>.
Sto con una ragazza!, avrebbe voluto gridare l’altra, E penso di essere finalmente innamorata.
<< E’…è morta la madre di Federico, Letizia >> mormorò invece.
L’amico inarcò il sopracciglio.
<< Quindi? >> domandò semplicemente.
Eleonora alzò gli occhi di scatto su di lui stordita da quell’unica parola. Come poteva essere così insensibile?
<< Hai…hai capito cosa ti ho detto? >> chiese << E’ morta la madre di mio fratello! >>.
Davide restò stupito dall’appellativo usato per Federico e continuò a guardarla senza comprendere.
<< A me del tuo stupido fratellastro non importa nulla, ti ho chiesto che diavolo di fine hai fatto in questi due giorni! >>.
<< Federico non è stupido ed è mio fratello, stronzo! >> tuonò la ragazza facendo voltare nella loro direzione molti loro compagni di classe.
Si fissarono ancora per un secondo prima che Eleonora uscisse dall’aula. Lavinia si avvicinò immediatamente a Davide e gli sfiorò appena la mano. Non aveva sentito tutta la conversazione ma dall’ultima frase ne aveva dedotto in parte il contenuto.
<< Ehi >> gli disse sottovoce << Ti avevo detto che non era carino chiamarlo fratellastro >>.
Nonostante stesse ribollendo di rabbia, Davide abbozzò un sorriso nel guardare il volto della ragazza. Non aveva dimenticato quanto fosse stata meravigliosa la sera precedente. Nei suoi grandi occhi azzurri poteva vedere che per lei era stato lo stesso. Andare a letto con Lavinia era stata un’esperienza diversa da quella fatta con Eleonora, aveva una diversa consapevolezza del suo corpo e di come muoversi. Ricordava che la sua migliore amica aveva versato lacrime la prima volta; inesperti com’erano a quindici anni, lui si era ritrovato a spingere con forza senza preoccuparsi dell’altra completamente avvolto dal piacere del momento. Con Lavinia, invece, era stato calmo, dolce; le aveva dato modo di adattarsi progressivamente a quello che stavano facendo e un unico gemito di dolore le era sfuggito. Era stato delicato perché desiderava non farle male.
<< Provo a parlarle io, okay? >> continuò la ragazza facendo intrecciare le loro dita in un gesto spontaneo.
Davide annuì alzando lo sguardo oltre la sua spalla. Di Eleonora nemmeno l’ombra.
 
Martina aveva visto Eleonora correre fuori dalla sua aula più veloce di una scheggia. La campanella dell’intervallo era ormai suonata da qualche minuto e lei la stava aspettando in corridoio. Nel vederla camminare in quel modo, la chiamò ma, non ricevendo risposta, si affrettò a seguirla.
<< Eleonora! >> urlò per la seconda volta mentre scendeva la seconda rampa di scale.
La più grande si voltò un solo istante prima di proseguire.
<< Ma dove vai? Che è successo? >>.
Non ebbe risposta, la ragazza si limitava a proseguire per la sua strada fermandosi solo quando ebbe raggiunto la palestra deserta. La più piccola rallentò il passo fino a camminare normalmente osservandola. Eleonora le dava le spalle ma era cosciente della sua presenza.
<< Ehi… >> mormorò appena avvicinandosi alla sua figura.
<< Ehi >> ripeté l’altra senza voltarsi.
Sussultò nel sentire la mano di Martina posarsi delicatamente sul suo fianco e spostarsi fino ad avvolgere la sua vita con l’intero braccio.
<< Brutta giornata? >>.
<< Ho…ho litigato con Davide su Federico… >>.
Idiota, avrebbe voluto rispondere la ragazza dai capelli rossi.
<< Sei arrabbiata? >>.
Eleonora si ritrovò a sorridere nel sentire la sua voce così sottile e chinò il capo.
<< Sì >> rispose infine << Con lui >>.
Lentamente Martina la fece voltare e finalmente si guardarono negli occhi. Le accarezzò una guancia scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio e la baciò. Era da quando si era svegliata che desiderava farlo, aveva atteso impaziente l’intervallo e ora nessuno poteva toglierle quel diritto; nemmeno Davide.
<< Meglio? >> le bisbigliò subito dopo accostando le labbra al padiglione auricolare dell’altra ragazza.
<< Sei fantastica, bimba >> disse semplicemente Eleonora prendendo questa volta lei l’iniziativa e facendo congiungere nuovamente i loro sapori.
Nessuna delle due si era accorta di una terza persona che le stava osservando con sguardo sorpreso.
 
Lavinia stava salendo le scale a due a due sconvolta da quello che aveva appena visto. Eleonora che baciava un’altra ragazza. Assurdo. Se glielo avessero detto, si sarebbe messa a ridere di gusto. Ai suoi occhi l’amica era la ragazza più etero che conoscesse, cosa le era successo per spingersi a fare una cosa del genere? Ancora stentava a crederlo. Ora si spiegava i suoi improvvisi silenzi e le sue sparizioni. Probabilmente era proprio con quella persona che aveva trascorso il sabato sera ignorando le chiamate di Davide. Quel pensiero la fece ribollire di rabbia. Si stava prendendo gioco di loro, soprattutto dell’amico di cui era perdutamente innamorata.
<< Trovata? >> le domandò il ragazzo vedendola arrivare.
Per un lungo secondo lei valutò se rivelargli o meno quello che aveva scoperto. Se gliene avesse parlato, cosa sarebbe accaduto? Sarebbe corso da Eleonora. La paura di perderlo fu più forte del resto e scelse velocemente.
<< No >> mentì sorridendogli e passandogli una mano lungo la guancia << Non ho idea di dove sia >>.
 
Lei e Davide non si erano scambiati una parola da quando l’intervallo era terminato. Il pensiero delle parole del ragazzo le faceva venire la nausea. Loro erano amici, come poteva averle detto davvero che non gli interessava nulla di suo fratello? Improvvisamente si ricordò di come Martina le avesse più volte detto di non dare ascolto a ciò che diceva Davide ma di ragionare con la sua testa e Veronica Suena lo aveva considerato semplicemente un violento. Lo guardò prendere svogliatamente appunti e sottolineare qualcosa dal libro prima di tornare a fissare la lavagna. Le sue parole erano state impressionantemente fredde e distaccate, mai avrebbe pensato di sentirgliele pronunciare. Era vero, lei aveva fatto la stronza ignorandolo per due giorni ma questo lo giustificava dal parlare così di Federico e della perdita che aveva subito? Era davvero egoista come le era stato detto? Era l’unica a non essersi accorta della realtà? Si passò nervosamente le dita tra i capelli infuriata da quelle osservazioni, non accettava di essere stata così cieca. Distrattamente gli occhi le caddero sulla figura di Lavinia, un paio di banchi più lontana dal suo e si domandò cosa le fosse accaduto. Quella mattina era radiosa mentre subito dopo l’intervallo, quando era tornata dalla palestra, aveva trovato il suo sguardo torvo.
Mai una gioia, pensò mentre segnava le pagine da studiare per il giorno seguente e ascoltava la loro insegnante preannunciare un’interrogazione generale per il giorno seguente.
Pochi istanti dopo, la campanella suonò. Davide e Lavinia si affiancarono quasi subito iniziando a uscire dall’aula e dall’edificio lasciando Eleonora leggermente in disparte. La ragazza li osservò parlarsi sottovoce e scambiarsi battute che dovevano essere divertenti visto che ne ridevano ma fu quasi contenta di non essere stata resa partecipe. Quel vortice di bugie in cui veniva catapultata quando era con loro, iniziava a far sentire i primi malesseri. Malesseri che non provava quando era in compagnia di Martina. Si ritrovò fuori l’edificio a salutare amici che andavano via ancor prima di rendersene veramente conto. Davide e l’altra ragazza erano fermi a pochi metri di distanza e chiacchieravano con un gruppo di persone di un’altra classe. Lei si guardò intorno cercando colei che le aveva rapito il cuore e invece i suoi occhi si soffermarono su una ragazza appoggiata allo sportello di una macchina nera. Li sgranò per la sorpresa.
Possibile che sia davvero lei?, si domandò mentre il resto del mondo smetteva di esistere in quel momento.
La ragazza che stava fissando le porse un sorriso che le fece scacciare ogni dubbio. Senza prendere coscienza piena di quello che stava facendo, le corse incontro iniziando a ridere.
<< Chiara! >> esclamò quando l’ebbe abbracciata, segno che non stesse sognando tutto << Che cosa diavolo ci fai qui? >>.
L’altra scoppiò a ridere mentre riponeva dietro l’orecchio una ciocca di capelli scuri.
<< Sono contenta anch’io di rivederti, Eleonora >> rispose abbracciandola nuovamente << Sono arrivata ieri sera >>.
<< Sono contentissima che tu sia qui! >> esclamò la ragazza dai capelli chiari con occhi ridenti.
<< Ehi, ciao Chiara >> fece Davide dopo averla notata parlare con l’amica e avvicinandosi.
Le due si voltarono e Chiara sorrise anche al ragazzo.
<< Ciao Davide, cavolo quanto sei bello! >>.
L’altro le strizzò l’occhio con complicità.
<< Quando sei arrivata? >>.
<< Ieri, infatti sono un po’ stanca >>.
<< Come mai sei tornata? >> chiese Eleonora.
Chiara la guardò scuotendo leggermente il capo. Con quel solo gesto, l’amica comprese che ne avrebbero discusso in un altro luogo. Si sorrisero con aria complice.
<< Io devo andare adesso >> fece Davide << Spero di rivederti di nuovo in un altro momento. Quanto ti fermi? >>.
<< Non lo so ancora >> rispose la ragazza << Qualche giorno sicuramente >>.
<< Bene allora a presto! >> esclamò allontanandosi e tornando da Lavinia che era rimasta in disparte.
<< Tutto okay con lui? >> domandò immediatamente Chiara notando che non si fossero salutati.
Questa volta toccò ad Eleonora farle capire che ne avrebbero parlato in un altro momento.
<< Non mi sembra vero che tu sia davvero qui! >>.
L’amica scoppiò nuovamente a ridere e le prese una mano intrecciando le loro dita.
<< Anche tu mi sei mancata un casino >> rispose interpretando le sue parole << Non ci vediamo da quando? Due anni? >>.
<< Sì >> asserì la ragazza dai capelli chiari << Da quella volta che venni a Los Angeles da te >>.
<< Tutte le volte che ci sentivamo via Skype, non ho fatto altro che ripeterti che puoi venire da me quando vuoi! >>.
<< Lo so >> fece Eleonora abbassando lo sguardo con una nota malinconica nella voce.
L’estate in cui era andata a trovare l’amica in America per quasi due mesi, era stato uno dei periodi estivi più belli che ricordasse. Si era divertita tanto con lei.
<< Ehi >> disse Chiara che non aveva intenzione di metterle tristezza << Mangiamo insieme, ti va? >>.
L’altra sorrise di cuore come non aveva mai fatto nell’ultimo periodo e si dimenticò completamente di Martina.
<< Devo prendere Serena a scuola >>.
<< Andiamo, allora! >>.
La ragazza più alta si voltò per aprire la portiera della sua auto e nel farlo, si accorse di un paio d’occhi verdi che la stavano osservando poco distanti dalla scuola. La guardò a sua volta senza sapere chi fosse e per quale motivo lo stesse facendo così duramente. L’attimo dopo comprese che poteva non essere indirizzato a lei ma alla sua amica. Si girò velocemente verso Eleonora, che aveva preso posto accanto al guidatore, pensando che c’erano parecchie cose doveva dirle.
 
Si ritrovò a stringere i pugni per la rabbia ancor prima di rendersene conto. Lo fece in modo così forte e veloce da farsi sanguinare i palmi con le unghie. Era ancora fuori la scuola, ormai deserta, incapace di muoversi. Aveva appena visto Eleonora andare via con una sconosciuta senza nemmeno degnarla di una sola occhiata. Una ragazza che, purtroppo, era bellissima. Aveva incrociato il suo sguardo una sola volta capendo immediatamente che non avrebbe potuto neanche lontanamente reggere in confronto. Alta, magra, lunghi capelli neri che le scendevano fino sopra il sedere, due occhi più scuri di una notte senza luna e un volto dolcissimo. Non l’aveva mai vista a scuola, eppure Eleonora doveva conoscerla molto bene a giudicare dalla confidenza che avevano. Una cosa che non aveva nemmeno con lei. Anche Davide la conosceva, anche se non si era lasciato andare alle stesse manifestazioni di gioia dell’amica. E ora erano andate via insieme. Dove erano? Perché Eleonora si era dimenticata di lei? Come aveva potuto farlo? Era così importante questa ragazza da far passare in secondo piano il resto? L’immagine di loro due chiuse in macchina che si accarezzavano e scambiavano gesti d’affetto di comune accordo, le fece provare una rabbia incredibile. Non era possibile, la sua ragazza le aveva detto che quella che stava vivendo con lei era la prima esperienza con una persona del suo stesso sesso.
Se mi avesse mentito?, pensò riflettendo sulle tante menzogne che Eleonora rifilava a chiunque, Impossibile, Davide non l’avrebbe permesso.
Doveva esserci un’altra spiegazione, doveva essere così.
Per lo meno lo sperava.
Iniziò a incamminarsi verso casa, quando una macchina si accostò al marciapiede destando la sua attenzione.
<< Ehi, bella riccia! >> disse una voce famigliare salutandola.
Martina alzò lo sguardo e abbozzò un sorriso nel vedere Valentina. La salutò avvicinandosi alla macchina.
<< Sono appena tornata da un fine settimana rilassante a Roma con Ambra >> affermò la più grande strizzandole l’occhio con aria complice << Novità? Dov’è Eleonora? >>.
<< E’…è andata via… >> mormorò l’altra abbassando lo sguardo.
<< Ehi, tutto okay? Dai, sali. Ti accompagno a casa >>.
La ragazza dai capelli rossi per un attimo solo pensò di rifiutare ma poi accettò. Mise la cintura di sicurezza e Valentina ripartì.
<< Allora? >> la spronò quest’ultima vedendo che Martina non parlava.
La sedicenne inghiottì varie volte mentre si stropicciava il giubbotto che indossava e infine, con le lacrime agli occhi, le raccontò tutto quello che era accaduto in quei giorni. Aveva bisogno che la rassicurasse, che le dicesse che non c’era nulla di cui preoccuparsi affinché quella maledetta vocina smettesse di sussurrarle all’orecchio che Eleonora era solo una falsa. Valentina la ascoltò in silenzio, sentendosi fiera dell’amica per aver fatto finalmente ciò che voleva ma non poté essere d’aiuto a Martina. Non aveva nessuna idea di chi potesse essere la misteriosa ragazza con la quale era andata via l’altra. Non conosceva nessuno di così intimo per lei a parte Davide e sicuramente, vista la descrizione, non poteva essere lui.
<< Vedrai che sicuramente ci sarà una spiegazione per il suo comportamento >> tentò di consolarla nel vedere che stava piangendo.
Le accarezzò il viso asciugandole una lacrima.
<< Quale? Nemmeno tu sai chi sia! >>.
<< Ehi, ragazzina avanti! Non fare così >> Valentina la abbracciò provando a consolarla << Adesso provo a chiamarla, va bene? >>.
Martina annuì tirando su col naso. L’altra allora cercò il suo cellulare per qualche secondo prima di cercare il numero di Eleonora e inserire il vivavoce. Nell’aria si espanse il bip continuo finché non si inserì automaticamente la segreteria telefonica. Valentina spense e guardò la più piccola non sapendo bene cosa dire.
Testa di cazzo!, pensò riflettendo su quanto Martina si stesse dispiacendo per la situazione.
<< Dai, bella riccia >> provò a dire con un mezzo sorriso << Adesso vai a pranzo e non disperarti, okay? >>.
<< Okay >> si limitò a dire l’amica con sguardo triste. Diede un bacio sulla guancia di Valentina per salutarla << A presto Vale >>.
La più grande la osservò entrare nel portone e immediatamente dopo provò a richiamare Eleonora.
Perché, si chiese dopo l’ennesima telefonata andata a vuoto, Non riesci a stare tranquilla, eh Eleonora?
  
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