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Autore: MetalheadLikeYou    10/09/2013    2 recensioni
Devo ricominciare da zero, da sola, di nuovo.
E' dura, ho ancora i lividi, ma quelli spariranno presto, quello che non andrà via è il dolore nel petto, ho il cuore a pezzi.
Continuo di: SAM
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

Mi alzai, mi sentivo meno stanca, anche se quel peso sul cuore era insopportabile.
MI sentivo uno schifo mentalmente, continuavo a ripetermi che dovevo lasciar Oliver prendere le sue decisioni e non intrappolarlo in quella situazione.
Evidentemente quella era una mia forma di egoismo.
Guardai il mio cane, che da quando Oliver era arrivato a casa, si era allontanato da me, forse per far spazio a lui.
Mi fissò con quei suoi occhioni, sembrava capire la mia debolezza, la mia sofferenza e la mia richiesta di affetto, si stavo chiedendo inconsapevolmente un po di amore.
Lui si alzò sulle zampe e si avvicinò al mio letto, appoggiando il suo musone sulla mia gamba destra, poi aggiunse una zampa e alla fine salì sul letto, accoccolandosi al mio fianco e poggiando il muso sul mio ventre. 
Sorrisi dolcemente.
<< Scotty, dimmi che non sarai geloso>> dissi, credendo fermamente che il mio cane potesse capirmi, lui mi fissò inclinando la testa e mi leccò il viso, risi divertita.
<< Lo sto intrappolando, lui non mi ama più e io lo sto costringendo>>

*Oliver*

Salii per andare in bagno, passai davanti la sua porta, sentendola parlare, mi fermai li, sedendomi a terra, con la schiena poggiata al muro.
Parlava con il suo cane.
Gli parlava di come stava, di come si sentiva e di quello che pensava.
La sentii singhiozzare di nuovo, dicendo più a se stessa che al suo amato amico, che doveva lasciarmi andare, che doveva andare avanti anche lei.
"Ho paura" 
Lo ripeteva in continuazione.
Mi passai una mano sul viso.
Mi ritrovai a piangere anche io, capivo la sua paura, la capivo perfettamente, ma anche io avevo le mie paure e credevo che rimanendo li, le avrei fatto ancora del male.
Mi alzai, prendendo gli occhiali da sole, le scrissi un biglietto e uscii di casa.
Chiamai Lee, avevo bisogno di un amico, dovevo parlare con qualcuno.
<< Ho bisogno di te>> gli dissi, mentre camminavo verso una spiaggetta nascosta, volevo rimanere da solo.
<< Arrivo>> disse solamente.

*Sam*

Scesi giù, notando il silenzio.
Nessun rumore, nemmeno la tv. che Oliver teneva sempre accesa perchè diceva che voleva avere sempre un sottofondo.
Sul tavolino davanti al divano, ci stava un foglio.
Lo presi con delicattezza, le mani mi tremavano e quando lessi quello che ci stava scritto, ricominciai a piangere di nuovo.

"Sam, scusa ma non ce la faccio, ho bisogno di starmene da solo, devo capire e così non può andare avanti, perdonami, mi dispiace."

Era stato scritto di fretta, con tristezza e rabbia, in alcuni punti aveva calcato troppo.
Mi misi seduta prendendomi la testa tra le mani, continuando a piangere, il mio cane si mise seduto con la testa poggiata su un mio ginocchio, senza fiatare.
Restai li, in quella posizione per molto tempo, come se il tempo si fosse fermato.
Scotty non si muoveva.
Mi alzai dopo qualche minuto, la nausea stava tornando.
Girai attorno al divano e mi aggrappai allo schienale.
La testa girava, faceva male, gli occhi, forse arrossati, bruciavano e la gola era secca.
Scotty abbaiava preoccupato e ad ogni suo "urlo", sentivo la testa scoppiare sempre di più, mi misi seduta a terra, massaggiandomi le tempie, provai ad alzarmi di nuovo ma una volta in piedi caddi a terra.
E più il mio cane urlava più tutto diventava nero.

*Oliver*

<< Oliver>> mi sentii chiamare, mi girai e mi ritrovai davanti il mio amico, quante ore erano passate dalla mia telefonata?
Quante ore ero rimasto li a pensare?
Lo abbracciai, stringendolo, lui sospirò e mi passò la mano sulla schiena.
<< Olli non puoi stare così>>
<< Lee che cazzo devo fare? Non ci sto capendo nulla, mi sento una merda, ho paura, non voglio farle del male, non voglio soffrire, non voglio lasciarla sola ne...>>
<< Olli cazzo respira, calmati>>
Mi misi seduto con la testa fra le mani, massaggiandomi le tempie.
<< Non so cosa fare>> ripetei, lui sospirò.
<< Tu l'ami ancora vero?>>
<< Si>>
<< Allora riprovaci, lei ha bisogno di te, ora>>
<< Ma s...>>
<< Con i se e con i ma, non andrai lontano, si sono successe tante cose brutte fra voi due, ma rimanere lontani non vi farà star meglio>>
Lui seduto al mio fianco e con una mano su una mia spalla, mi fissava e mi parlava, cercava di aiutarmi e in quel momento, gli ero grato, mi sentivo meno solo e sentivo che lui mi capiva, comprendeva le mie paure.
<< Voi lontani state male, ogni coppia ha un periodo di crisi...>>
<< Io l'ho picchiata Lee...>>
<< Ed hai sbagliato, hai capito l'errore ed ora stai scappando, hai paura che possa accadere di nuovo>>
<< Si>>
<< Non accadrà, lo so, tu non sei una persona cattiva, è stato un errore, un grave errore, ma tutti ne commettiamo, quindi ora, volta pagina, riparti da zero, ripartite da zero, questo figlio è un'opportunità per ricominciare>>
<< Ho bisogno di starmene un po da solo>>
<< Ok, ok, andrò io da lei, non deve rimanere da sola, tu pensaci, rifletti e svegliati>>
<< Grazie...>>
<< Sarai un buon padre>> mi disse, lo fissai e scoppiai in un pianto, liberatorio, mi diede una pacca su una spalla e me ne andai.







Rieccomi qui...
Capitolo tristissimo, lo so, lo so, scusatemi.
Mia cara Rack, sono felicissima che ti piaccia la mia storia, mi ha fatto veramente piacere leggere il tuo bellissimo commento e non preoccuparti di nulla.... :)
Soul lost in darkness grazie anche a te per il meraviglioso commento.
Un bacione :D
  
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