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Autore: Arsid    10/09/2013    3 recensioni
Questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia ^^
Trama: É il secondo anno allo studio per Violetta, e arriva un nuovo compagno, Diego, che cercherà di separarla da Leon.
Anche per Angie e German le cose saranno più complicate dopo l'arrivo di Esmeralda.
La storia è narrata in prima persona da più personaggi
Dal capitolo 1:
Violetta invece era felice di andare a scuola e incontrare i suoi amici e Leon, a cui si era profondamente legata. I due si erano riavvicinati qualche giorno prima, quando lui l'aveva invitata a prendere un gelato. Non avevo mai visto Violetta tanto euforica in vita mia. La mia nipotina si stava nuovamente innamorando, e questa volta solo di Leon, dato che l'altro pretendente, Tomas, era tornato in Spagna.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, German, Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Violetta

 

Quel giorno, quando entrai a scuola, vidi Francesca. Era tornata! Finalmente si era ripresa! Corsi verso la mia amica abbracciandola forte, mentre lei, colta alla sprovvista, ricambiò solo più tardi.

Ero preoccupatissima per lei, e quindi iniziai subito a farle un mare di domande:«Come stai? Ti sei ripresa del tutto? Quando mi sei mancata!»

Francesca rise. «Calmati Violetta, sembri mia madre!». Risi anch'io, e lei iniziò a raccontarmi:«Comunque si, sto bene, grazie». Fece una pausa. «É stata colpa dell'allergia al salmone, me l'ha preparato Marco quando sono andata a casa sua, non sapendo che fossi allergica e allora...».

Io annuii comprensiva:«Si, me l'hanno detto. L'importante è che adesso sia tutto a posto, no?»

«Mi sei mancata tanto»mi disse abbracciandomi di nuovo.

«Anche tu».

***

Nel bel mezzo dell'ora di canto, proprio quando Broadway doveva mostrarci la sua nuova canzone, la porta si spalancò. Senza bussare, dire “permesso” e altre formalità, Marotti entrò nell'aula. Non lo vedevamo da quando era finito il reality dell'anno precedente, vinto da Federico, ma avevo continuato a sentire parlare di lui alla radio e alla televisione. Marotti era molto famoso. In fondo, lavorando per U-mix, come poteva non esserlo?

Mia zia appena lo vide storse il naso. Lui e il suo reality ci avevano dato molti problemi quando mio padre non sapeva che fossi iscritta allo Studio.

«Buongiorno ragazzi!»esordì lui. Poi entrò anche Federico. «Il tour di Federico è finito, e per lavoro rimarrà in Argentina». Guardai Francesca, che era seduta vicino a me. Sembrava la più felice della classe, forse perché aveva subito legato parecchio con Federico, anche se a lui piacevo io. Il ragazzo si sedette in uno dei posti liberi e Marotti chiuse la porta, uscendo dalla stanza perché Antonio lo chiamava.

«Bentornato allo Studio Federico!»lo salutò Angie.

«Grazie, sono felice di essere qui con i miei amici»rispose lui.

Poi la lezione riprese normalmente.

In ricreazione tutti chiesero a Federico com'era in Europa e cosa si provava ad avere dei fans. Le domande erano molte, alcune superficiali, altre più personali, ma il ragazzo cercava di essere gentile. La fama non gli aveva dato molto alla testa, per fortuna. Non avevamo bisogno di un altro “supernovo” in classe. Quando finalmente riuscì a liberarsi di tutta quella gente, si avvicinò a me e a Francesca.

«Ehi, Federico, ce lo fai un autografo o sei troppo impegnato?» gli chiese lei scherzosamente, prendendo un foglietto e una penna dalla sua borsa. Federico stette al gioco.

«Come ti chiami?»

«Francesca»

«Sai, conosco un'altra ragazza che si chiama così»disse mentre scriveva sul foglietto. «Siamo diventati molto amici l'anno scorso... Pensa, studiavamo musica insieme».

Francesca scoppiò a ridere, e lei e Federico si abbracciarono scherzosamente.

«É bello che tu sia tornato, Fede»gli dissi quando si separarono.

«É bello essere qui con voi»rispose sorridente.

 

Quando arrivò l'ora di tornare a casa scoprii che Federico, per il periodo che sarebbe rimasto a Buenos Aires, avrebbe vissuto in casa nostra. La cosa non mi dava fastidio, ma avevo l'impressione che potesse darlo a Leon. Il mio ragazzo era sempre stato molto geloso l'anno scorso, sapendo che a Federico piacevo e che viveva con me. Ma quest'anno sarebbe stato diverso. Non c'erano più le indecisioni, amavo solo lui, ne ero convintissima. E anzi, ora che ci penso, non so come abbia fatto a essere indecisa tra lui e Tomas, se è sempre stato chiaro che Leon era il ragazzo che amavo davvero. Quando entrammo in casa, visto che Olga era impegnata in cucina, ci aprì Esmeralda.

«Ciao Violetta! Ciao...»disse lasciando la frase in sospeso, aspettando che Federico dicesse il suo nome.

«Federico, sono Federico»

«Ciao Federico, grazie per avere accompagnato Violetta a casa»disse, facendo per chiudere la porta. Io entrai e lui mi seguì a ruota. «No, mi dispiace, non puoi rimanere a mangiare, ormai è pronto per sei persone, non abbiamo cibo in più»cercò di cacciarlo. Probabilmente papà non le aveva detto nulla!

«Oh, mi dispiace... Ma penso che lei e Olga possiate prepararmi qualcosa... Mi basta poco, un panino, una fetta di carne...»cominciò a elencare.

«Olga e... Chi?»esclamò sorpresa Esmeralda.

«E lei. Non è la nuova domestica? Anche se si è tolta la divisa si capisce...»

A quel punto scoppiai a ridere come una matta, sotto lo sguardo irato di Esmeralda e quello interrogativo di Federico, che non capiva che cosa stesse succedendo di divertente. Aveva scambiato l'odiosa fidanzata di papà per una domestica, ecco cosa c'era di divertente! Ripresi fiato e li presentai ufficialmente.

«Federico, questa è Esmeralda, la nuova fidanzata di papà»

Il poveretto, rossissimo per l'imbarazzo, si limitò a tendere la mano verso la donna.

«Esmeralda, questo è Federico, figlio di un amico di papà. Vivrà qui.»

Esmeralda gli strinse la mano.

«Che piacere conoscerla»disse Federico, cercando di salvare la situazione.

«Il piacere è tutto tuo»

 

Angie

 

Ti è mai capitato? Un giorno entri a casa tardi, dopo una stressante giornata di lavoro, e hai solo voglia di sdraiarti sul divano a mangiare qualcosa per tutto il giorno.

Ma invece no. Entri a casa tua e te la ritrovi piena di gente che non conosci, mazzi di fiori e campioncini colorati. Penso che non sia mai capitato a nessuno, perché certe cose accadono solo a me. Quindi, come vi dicevo, il salotto di casa Castillo era in disordine e pieno di sconosciuti. Anzi, due persone conosciute c'erano; Jade e Esmeralda. Mi diressi verso di loro, seccata come non mai.

«Si può sapere che sta succedendo qui?»sbottai esausta.

«Niente, nulla che ti interessi»mi rispose Esmeralda.

«Certo, è normale tornare a casa dopo il lavoro e trovarla piena di sconosciuti e fiori»

«Sono i preparativi per il fidanzamento!»esclamò Jade«L'ho sempre detto che hai un pessimo gusto, tu vuoi fare le cose semplici...»

«Ah, ciao Jade, che piacere rivederti»lei ignorò il mio sarcasmo. «Tu che c'entri in tutto questo?»

«É che... che... Io e Jade siamo amiche... Si... Amiche d'infanzia!»disse Esmeralda. «E ora scusaci, abbiamo molto da fare». Le due andarono verso i campioncini colorati, mentre io salii le scale e entrai in camera mia.

 

Leon

 

Nel pomeriggio, dopo aver suonato un po' chiamai Violetta a cellulare. Quel giorno non ci eravamo quasi visti, solo per un po' in ricreazione, e lei mi mancava molto. Magari, però, se gliel'avessi detto le sarei sembrato ossessivo, e quindi la chiamai per chiacchierare.

Dopo un paio di squilli rispose una voce maschile, in cui riconobbi quella di Federico.

«Pronto?»chiese lui.

«Ciao Federico»dovevo sembrare il più calmo possibile, anche se non mi piaceva per niente che Federico vivesse di nuovo a casa di Violetta. Insomma, era una superstar, aveva un mucchio di soldi, poteva permettersi un albergo! «Volevo parlare con Violetta»

«Si, è scesa un attimo in cucina a bere un po' d'acqua, ora te la passo»

Attesi per qualche istante in linea, sentendo i passi di Federico che scendeva le scale e poi la sua voce che diceva a Violetta che la cercavano al telefono.

«Pronto?»

«Ciao! Come stai?»

Violetta rise. «Bene, grazie. Ci sono un sacco di uomini in casa per il fidanzamento di Esmeralda e papà, è almeno un'ora che sono tutti lì per scegliere il colore delle tovaglie e continuano a prendere i campioncini colorati»

«Fanno le cose in grande...»

«Si, ma non credo che la cosa durerà... Prima o poi mio padre si accorgerà di che razza di persona è Esmeralda e la lascerà»

«Ne sono sicuro»affermai. «Ora scusami, devo andare. Ci vediamo domani»

«Un bacio»

 

Violetta

 

«Papà, dove stiamo andando?»chiesi per l'ennesima volta.

«É l'ultima volta che te lo dico, Violetta. É una sorpresa!»mi rispose.

Io, papà ed Esmeralda eravamo in macchina da almeno una ventina di minuti, diretti non so dove. Mio padre aveva insistito tanto perché cenassimo tutti e tre insieme, per “unire ancora di più questa magnifica famiglia” aveva detto quel pomeriggio, parlando con me e Esmeralda. A quanto pare nemmeno lei sapeva dov'eravamo diretti, ma presto l'avremmo scoperto.

Quando arrivammo nel luogo della cena sbiancai, e diventai pallida come un lenzuolo. Era lo stesso posto in cui avevo avuto l'appuntamento con Leon, e ci conoscevano bene perché avevamo cantato e suonato.

«Violetta, stai bene?»chiese mio padre. «Mi sembri pallida»

«Beh... Ecco... Io...»farfugliai«Non sarebbe meglio tornare a casa?»

«No, ormai siamo qui e non torneremo indietro prima di cenare»

Ecco, ero finita.

Non era passato moltissimo tempo, ma neanche poco, forse si erano già dimenticati di noi. Si, mi stavo preoccupando inutilmente, probabilmente erano venuti altri ragazzi a suonare e cantare e non pensavano più a me e a Leon.

Cercavo di rassicurarmi da sola mentre entravo nel locale.

«Violetta! Che piacere rivederti!»esclamò il proprietario venendomi incontro. Mio padre sgranò gli occhi. «Vieni, ti porto al tavolo migliore disponibile»

Quel signore continuava a parlare di quanto fossimo piaciuti, che alcuni clienti gli avessero chiesto se ci esibissimo in qualche posto, e che gli incassi erano stati molto positivi. Io ringraziavo cortesemente, ma in realtà pensavo che questa volta l'avevo combinata grossa, e che papà avrebbe scoperto tutto di sicuro. Come avrei spiegato il fatto che le cameriere mi salutavano con la mano e il proprietario mi trattava come l'ospite d'onore?

«...per non parlare di Leon!»quel signore continuava a parlare senza fermarsi, anche ora che ci eravamo seduti al tavolo. «Mi ricorda me quando ero ragazzo, ha una voce bellissima! E voi due siete una coppia fantastica!»

«Basta, la prego, stia zitto!»avrei voluto urlare, ma mi limitai a sorridere. Poi se ne andò, lasciandomi sola ad affrontare mio padre, che sembrava molto arrabbiato.

E questa volta aveva scoperto tutto.

  
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