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Autore: LaLora    11/09/2013    2 recensioni
[...]il tono della donna non ammette repliche.
Mi fissa dritto negli occhi, pronuncia delle parole incomprensibili e mi caccia un mazzo di carte in mano.
- Buona fortuna.- e senza dire altro se ne va.
Oddio, non mi avrà mica maledetto?[...]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nota dell'Autrice:

Bla bla bla bla bla bla
Si è capito che non ho molto da dire?
XD XD


Vivere con Anuar è la cosa più difficile che mi sia capitata.
È volgare, viziato, egocentrico e pigro.
Si intrufola nel mio letto con la scusa che il divano sia troppo scomodo e, come se non bastasse, s'ingozza come uno che non mangia da anni.
Sul serio, ma dove se la mette tutta quella roba che mangia?
- Il frigo è vuoto!- esclama a mo' di saluto appena rientro dal lavoro.
- Allora perché non sei andato a fare la spesa?-
- Avevo da fare.-
Certo, come no!
- Andrò al supermercato domani.-
- Perché non ci vai ora?-
- Perché devo prepararmi per la mostra.-
- Ah! È vero, oggi c'è la mostra del granchietto.-

Osservo la mia immagine allo specchio e quasi mi viene da vomitare.
Faccio schifo!
I miei capelli biondi sono un cespuglio di ciocche scomposte che mi ricadono sugli occhi verde muffa, sono troppo magro e ho delle occhiaie spaventose...
Cerco di sorridere pensando di migliorare la situazione ma la cosa non funziona, mette solo in evidenza le rughe che mi stanno venendo intorno agli occhi.
Forse dovrei rimanere a casa...
- Cambiati, così non vai bene.-
Faccio un salto di due metri per lo spavento.
- Quante volte devo dirti di non entrare in camera mia?!- quasi urlo contro Anuar.
- Almeno dieci volte al giorno, ma rimane il fatto che vestito così non vai bene.-
-Perché?- chiedo.
Indosso un completo nero, elegante... Non è questo che si indossa alle mostre?
- Giacca e cravatta vanno bene se l'artista è famoso e la mostra si svolge in un locale di lusso. Questo, però, non è il tuo caso.
- Ma tu che ne sai?- chiedo quasi ridendo.
- Quando vivevo a Parigi mia madre mi portava a tutte le mostre che organizzava.-
All'improvviso centinaia di domande mi affollano il cervello - Tu vivevi a Parigi? Tua madre organizza mostre?-
Anuar fa spallucce - Ho vissuto in Francia fino ai diciotto anni e mia madre è un'organizzatrice di eventi molto conosciuta.-
Quindi Anuar è francese? Sua madre è ricca? E allora perché fa l'artista di strada?
Apro bocca per fargli altre domande ma lui mi interrompe subito - Togli la cravatta e la giacca. Tira fuori la camicia dai pantaloni e sbottonati i primi due bottoni.-

- Mi sento ridicolo.- ripeto per la centesima volta.
- Non sei ridicolo.- mi risponde Anuar per la centesima volta - Sei elegante ma casual, l'ideale per questo genere di mostra un po' informale.-
- Sicuro?-
- Fidati di me, e per l'amore di Dio fai qualcosa per quei capelli!-
- Ho già fatto tutto il possibile. Non vogliono stare a posto.-
Anuar alza gli occhi al cielo prima di trascinarmi in bagno.
Prende il flacone del gel dal mobiletto sopra il lavabo e se ne mette un po' sulle mani.
- Abbassati.- mi ordina.
Ubbidiente come un cagnolino mi inchino per permettergli di sistemarmi i capelli.
Senza tanti complimenti mi alza il viso con le mani per osservare meglio le ciocche da sistemare... La cosa è imbarazzante.
Stiamo praticamente ad un centimetro di distanza, posso contargli ogni pagliuzza dorata nei suoi occhi marroni.
Strano a dirsi ma, anche se è vestito da sfattone, ha un non so che di elegante nei movimenti...
- Ecco fatto.- mi sorride.
- Eh?- chiedo imbambolato.
Mi da dei leggeri schiaffi sulla guancia - I capelli sono a posto ma devi assolutamente tagliarli.-
- Ok, grazie.- rispondo imbarazzato.
Perché sono imbarazzato? Perché Anuar continua a guardarmi negli occhi? Perché non si sposta? Perché continuiamo a stare così vicini? E da dove viene questo buon profumo?!
- Sei nevoso, eh?- mi chiede.
- Eh?-
- È palese che sei agitato. Impaziente di rivedere il granchietto?-
Ah giusto, Andrea!
Me ne stavo dimenticando...
- Vuoi che ti accompagni?-finalmente Anuar si allontana.
No, al momento voglio starti il più lontano possibile.
- Magari sì.- rispondo.

- Questo tipo è perso.- sentenzia Anuar dopo aver guardato l'ennesimo quadro.
- Che vuoi dire?-
- Lo sfondo, il tratto... Il granchietto è alla ricerca di se stesso.-
Lo guardo a bocca aperta.
Chi è questo esperto d'arte?
Dov'è finito il ragazzo che si mette le dita nel naso mentre guarda i Simpsons?
Torno a guardare i disegni che ho davanti deciso a vedere quello che vede Anuar.
Inclino la testa più e più volte in angolazioni diverse, ma vedo solo tante linee colorate messe sulla tela a casaccio.
L'arte non fa per me.
- Luca! È venuto!- Andrea mi si avvicina tutto allegro.
- Salve.- rispondo improvvisamente agitato.
- Sono felice di vederla. Le piace la mostra? Ha portato un amico?-
- Sì.-
Andrea si incupisce di colpo.
Lo so.
Quando una persona ti fa una raffica di domande con il sorriso sulle labbra bisognerebbe rispondere in modo da non smorzare quella felicità.
" La mostra è bellissima... Spettacolare... Illuminante" ecco cosa dovrei dire.
Peccato che penso tutto il contrario...
Anuar mi colpisce il fianco con il gomito - Andiamo Luca, digli quello che stavi dicendo prima.-
Lo guardo spaesato - Che stavo dicendo prima?-
- Che secondo te l'artista è alla ricerca di se stesso.-
Gli occhi di Andrea si illuminano - Davvero ha detto questo?- mi chiede.
- Davvero.- risponde Anuar.
- Davvero?- faccio io.
- Andrea!- una ragazza lo chiama dall'altro lato del locale facendogli segno di avvicinarsi.
- Devo andare.- ci informa l'artista - Ma vorrei continuare questo discorso.- prende qualcosa dalla tasca e me la porge.
È un biglietto da visita.
- Mi chiami.-

- Grazie a me avrai un altro appuntamento. Merito di dormire nel tuo letto per una settimana.-
- Scordatelo.- rispondo ad Anuar - Ma grazie per l'aiuto.-
Lui sbuffa - Facciamo tre giorni?-
Scuoto la testa divertito.
Ci avviciniamo al portone della palazzina in cui vivo quando noto una figura muscolosa intenta a sistemare i bidoncini dei rifiuti vicino la strada.
- Buonasera Federico.- lo saluto.
Il mio vicino mi risponde con un sorriso - Sera.-
L'ho già detto che ha un bellissimo sorrido?
- Siete andati a divertirvi?- ci chiede.
- Più o meno. Tu hai passato una bella serata?-
- Non direi. È il secondo sabato sera che passo solo in casa. Mi sono trasferito qui da poco e non conosco quasi nessuno.-
Al mio fianco Anuar maschera uno "sfigato" con un colpo di tosse.
Invece io mi sento all'improvviso intenerito - Ti andrebbe di andare al cinema con noi domani?-

- Perché hai messo in mezzo anche me?- Anuar è arrabbiato - Non posso venire ad ogni tuo appuntamento, lo sai?-
- Scusa ma mi sembrava troppo sfacciato chiedergli di andare al cinema da soli.-
- Questo ti costerà una settimana di dormite nel tuo letto.-
- Va bene.-
Al mio consenso Anuar si fionda sul mio letto tutto felice.
- Scusa se ti ho coinvolto ma Federico mi ha fatto tenerezza, sembrava un cucciolo smarrito.-
- " Cucciolo smarrito"? Quel bestione?-
- Già.-
- Adesso ho capito.- esclama Anuar.
- Capito cosa?-
- Il genere di ragazzo che ti piace. Carino, bel corpo e smarrito come un cane abbandonato.-














  
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