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Autore: simpleGAIMAN    11/09/2013    2 recensioni
Desmond Miles muore il 21 dicembre 2012. O almeno, questo è ciò che ci hanno raccontato. Ma allora perché sta frequentando il Priority College, Newcastle-upon-Tyne, Inghilterra? Come mai è stato inserito in un programma di borse di studio per studenti particolarmente dotati, pur non avendo un talento particolare? E perché il rettore magnifico ed il corpo insegnanti sembrano riservargli particolari attenzioni?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Connor Kenway, Desmond Miles , Ezio Auditore, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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C'è silenzio nella grande biblioteca del Priority College. Si tratta di una sala imponente, moderna, che somiglia più a un hangar militare che ad un vero e proprio luogo di studio. Lunghi scaffali pieni di volumi di vario genere occupano gran parte dell'androne, mentre qua e la si trovano tavoli più o meno grandi, sedie, poltroncine e, accanto alla porta dei bagni, una macchinetta per il caffè.

Proprio lì si trovano Ezio e Desmond, impegnati in una discussione di vitale importanza.

«Ti dico che mi ha mangiato i soldi, questa macchina dannata» inveisce Ezio. «Tu non hai idea di quanto io la odi. Tutti i giorni la stessa storia.»

«A me non li ha mai presi» replica Desmond, per nulla interessato. Sta infatti conducendo una sorta di “studio antropologico”, come lo chiama lui, e pertanto segue Altaïr, il nuovo arrivato, come un'ombra, per osservarlo da lontano.

Seguendo il suo sguardo, Ezio individua lo studente siriano seduto ad un tavolo dall'altra parte della biblioteca, intento a studiare un grosso volume. Sospirando, il giovane italiano mette amichevolmente una mano sulla spalla di Desmond.

«Smettila di fissarlo, amico» commenta. «La cosa sta diventando inquietante anche per me.»

«Si comporta in modo assurdo.»

Ezio sbuffa. «E allora? Sarà un tipo strano. Però è un dongiovanni quasi quanto me. Sono già due le ragazze che sbavano per lui.»

«Chi?»

«Maria Thorpe, quella della classe di scherma, e Shao Jun, la studentessa cinese.»

Desmond si stringe nelle spalle. «Non mi interessa» commenta con stizza. «Ha un modo di fare così strambo, come se sapesse qualcosa che noi non sappiamo. Hai sentito cosa gli ha detto il professor Al Mualim a lezione?»

«No, che gli ha detto?»

Desmond si volta a guardare l'amico negli occhi. Prese un respiro profondo e mormorò: «Gli ha detto che vuole dargli lezioni private.»

Ezio attende qualche secondo, come aspettandosi che Desmond aggiungesse qualcosa. Dopo una manciata di secondi assume un'aria da cospirazione, si guarda intorno con fare circospetto e poi commenta: «Si, davvero scandaloso. Quasi come le mutande con i coniglietti di Machiavelli.»

Pur non volendo, Desmond sorride. Lui ed Ezio, in lavanderia, hanno assistito al bucato di Nicolò Machiavelli, un amico di Leonardo, e le sue mutande erano piuttosto pittoresche. Tuttavia, ritorna serio quasi subito.

«Tu puoi prendermi in giro finché ti pare, ma da quando Al Mualim da lezioni private agli studenti? Lui ci odia tutti a prescindere, ma per lui sembra fare un'eccezione.»

Ezio sbuffa. «D'accordo, grande genio. Andiamo a parlare con lui, che ne dici?»

«Io non.. Ezio, aspetta!»

Ma l'amico è già partito, e sta attraversando la sala a passo di marcia. Desmond si affretta a raggiungerlo. Mentre si avvicinano, Altair li nota ed alza la testa.

«Mi fissate da un'ora» li anticipa. «Cosa volete? Sono molto impegnato.»

Ezio fa spallucce. «Sei qui da un mese, ma sei sempre da solo. Pensavamo avresti gradito un po' di compagnia.»

«Non posso, ho una missione da compiere.»

Desmond ed Ezio si squadrano per un secondo, indecisi se ridere o scappare da tanta follia.

«Ehm, certo» replica Desmond. «Però immagino che la tua missione possa attendere per qualche minuto. Vorremmo conoscerti meglio.»

«Non sono eccessivamente interessato.»

Ezio sorride. «Bene, mister simpatia. Noi si.»

Detto ciò, si siede al tavolo, si sporge in avanti e prende a fissare il giovane siriano con lo sguardo più accattivante possibile. Altair inarca un sopracciglio. Desmond, dal canto suo, sta perdendo la pazienza: l'atteggiamento del ragazzo nuovo è snervante. Gli ricorda paurosamente quello di Shaun.

Ezio, tuttavia, non si lascia intimidire.

«Ho saputo che Charles Lee ti ha creato problemi, in mensa» commenta spensierato.

«Ho saputo che non sono affari tuoi» risponde Altair. «Ragazzi, dico davvero: voglio stare da solo. Se non ve ne andate con le vostre gambe vi faccio andare via io.»

Nonostante siano in due contro uno, nonostante Altair sia magro mentre Ezio è un fascio di muscoli, nonostante Desmond abbia una storia di scazzottate alle spalle, qualcosa nel tono del giovane fa loro capire che è meglio non scherzare con lui. Ezio si alza in piedi di scatto.

«Va bene» commenta Desmond. «Ce ne andiamo.»

Insieme, i due si dirigono verso l'uscita: un grande portone di legno che si spalanca su un cortile interno, il cui chiostro porta ad alcune aule. Fuori, l'aria pungente di aprile pizzica il naso dei due ragazzi, che tuttavia accolgono il freddo con piacere dopo l'aria calda che c'è all'interno.

«Mi dispiace, amico» commenta Ezio.

«Devo capire cos'ha che non va.»

Sbuffando, l'italiano gli da uno scappellotto affettuoso sulla nuca. «Dai retta a me, lascia perdere.»

Desmond lo guarda allontanarsi, e si siede su una panchina a riflettere.

Chi diavolo è Altair Ibn-La'Ahad? La sua parte razionale gli dice che è solo uno spostato. Forse è per questo che è al Priority: magari è uno di quei ragazzi con un intelletto talmente oltre la media da risultare totalmente inadeguati nelle relazioni sociali. Però, di quale missione stava parlando?

No, conclude tra sé e sé: Altair è solo strambo.

Si alza e, stringendosi nel pullover grigio per difendersi dalla bassa temperatura, si dirige alla caffetteria della scuola. Ha bisogno di parlare con una persona, che è certo possa aiutarlo a capire fino a che punto vale la pena immischiarsi in quella situazione.

Non appena varca la porta, l'odore di caffè e dolci invade non solo le sue narici, ma anche il suo cervello. Fa la fila per lo scontrino, ordina una tazza di cioccolata calda e poi si dirige al bancone, dietro il quale c'è un uomo: alto e magro, con il naso aquilino e brillanti occhi azzurri, è un tizio incredibilmente strano, forse il più strano che Desmond abbia mai conosciuto. Parla sempre di cospirazioni, di corse acrobatiche su per i tetti e di una cosa che lui chiama “il Credo”.

Desmond non ha mai saputo il suo vero nome: lui e i suoi amici si limitano a chiamarlo “la Volpe”.

«Hey, Desmond» lo saluta con entusiasmo. «Non ti vedevo da un po'. Come vanno le cose?»

«Insomma» risponde lui, sedendosi ad uno degli sgabelli. «Le lezioni sono spesso noiose, gli esami si avvicinano e Lucy passa tutto il suo tempo a studiare.»

La Volpe sorride. «Quando ero giovane, avrei pagato per avere questi problemi. Invece, dovevo preoccuparmi di come arrivare a fine mese.»

L'espressione di Desmond si trasforma in un sorriso mesto. «Ho capito, non mi lamento. Senti, sono qui per parlarti di una cosa.»

«Dimmi tutto.»

Il ragazzo prende un bel respiro: ha paura che la Volpe lo derida come ha fatto Ezio. Tuttavia, sa anche che quello strano individuo che sembra vivere notte e giorno in caffetteria non ride mai di nessuno. Anzi, con tutte le stronzate che gli vengono propinate ogni giorno dalle centinaia di studenti del Priority, le strane congetture di Desmond potrebbero perfino piacergli.

«Hai presente Altair, il ragazzo nuovo?»

«Si e no. Che ha fatto?»

Desmond si stringe nelle spalle. «Si comporta in modo così assurdo! Oggi ero con Ezio in biblioteca, ed Altair ha iniziato a farneticare di una missione da compiere.»

«Che genere di missione?»

«Non l'ha detto. Ma da quando è arrivato, non fa che passare le sue giornate a leggere vecchi libri. Ah, e questa la devi proprio sentire: gira con questo marsupio, che da come è fatto sembra contenere qualcosa di rotondo. Un giorno, Charles Lee in mensa glielo ha preso per fargli uno scherzo. Tu non hai idea di quale sia stata la sua reazione.»

La Volpe scoppia a ridere. «Oh, si che ce l'ho! Che credi che abbia aiutato il custode a ripulire tutto? Il tuo amico siriano ha rovesciato un tavolo con tutto quello che c'era sopra.»

«Vedi? È una reazione esagerata, no?»

«Hai detto che contiene qualcosa di rotondo?» domanda, improvvisamente sospettoso.

Desmond esita. «Beh, si. Non so cosa sia, ma sembra una palla.»

La Volpe è improvvisamente sbiancato. «Impossibile» mormora, allontanandosi di qualche passo dal bancone. «Impossibile.»

«Che cosa?» domanda Desmond. «Cosa è impossibile?»

«Niente, ragazzo. Ora finisci la tua cioccolata, io devo tornare al lavoro.»

Non appena ha finito di parlare, la Volpe sparisce in una stanza sul retro del bancone, lasciandolo solo. Desmond sbuffa. Non ha mai sostenuto una conversazione più assurda di quella.

   
 
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