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Autore: Alexiel_Slicer    11/09/2013    0 recensioni
Charlize sentì le narici e successivamente i polmoni protestare, vittime di quella puzza acuta e fastidiosa, tramutando la loro disapprovazione in tosse.
"Ti ho detto che io non sono pazza!" sbottò, con una mano sulla bocca.
"Ah, no?" ribatté Susan che provava sempre più gusto a stuzzicarla. Voleva vedere fino a dove la sua nuova compagna potesse arrivare. Aveva un'aria così insopportabilmente innocente e irresistibile con i suoi lunghi capelli color carota, l'abito a fiori, il giacchino turchese, le lievi lentiggini sul viso d'alabastro, con quegli occhietti scuri e con quel suo sembrare terribilmente fuori dal mondo. "Allora perché sei qui? Ti hanno mandato in vacanza? O è stato tutto uno sbaglio?" insistette Susan divertita.
"Io...io non lo so...so solo che non sono pazza...vedo le cose semplicemente in maniera diversa..." ammise accigliata Charlize.
[tratto dal secondo capitolo]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le tre del mattino quando si svegliò, a causa del fumo che si insinuava nelle sue narici. Stropicciò gli occhi assonnati con il dorso della mano e si voltò: Susan stava con la schiena poggiata contro il cuscino, mentre fumava buttando fuori dense nubi di fumo.
"Oh, ti sei svegliata" fece con nonchalance, accortasi di Charlize che l'osservava intontita.
"Che stai facendo?" le domandò lei con la voce impastata dal sonno.
"Non si vede? Fumo".
Charlize sollevò il busto e accese l'abat-jour, posta sul comodino che divideva i due letti. La stanza fu invasa da una luce giallognola, che in un primo momento le diede fastidio agli occhi.
"Non hai paura che Miss Patter o Mrs Leaf ti scoprano?".
"Dimmi, anche se mi beccano che possono farmi?".
Charlize sollevò le spalle "Non lo so" mormorò.
"Piuttosto, che ti ha detto la Kellington?".
"Niente, voleva solo conoscermi".
Susan sorrise divertita "Conoscerti" ripeté. Prese un lungo tiro dalla sigaretta e lentamente rigettò il fumo dalla bocca appena dischiusa "Quella vuole farti il lavaggio del cervello, altro che conoscerti. Sono anni che ci tenta con me, ma senza risultato" ghignò sicura di sé "Non farti fregare dalle sue belle parole. Lei punta solo a renderti un burattino nelle sue mani. E' evidente che siamo diverse, migliori di lei, che siamo in grado di capire cose che lei non può. Lei ha paura di noi, per questo cercano di farci -mimò le virgolette con le dita- 'guarire' dalla nostra pseudo malattia. Lei, così come ogni fottuto psichiatra sulla faccia della Terra!".
"A me è sembrata gentile..."
"Gentile" disse Susan ridendo "Oh, mia ingenua Charlize!".
"Mi ha chiesto anche come mi trovavo con te...".
Si fece improvvisamente seria "E tu che le hai detto?".
"La verità: che mi trovavo bene".
"E' strano che ti abbia messo in camera con me... secondo lei mi punisce per la mia splendida condotta, privandomi di una compagna di stanza. Quando misi piede qui dentro per la prima volta c'era Mary con me, qualche mese dopo le hanno fatto cambiare stanza e da allora in quel letto non ci ha dormito più nessuno... quindi tieni le valigie sempre pronte, non si sa mai faccia trasferire anche te".
Charlize si crucciò e per degli istanti il silenzio calò, poi riprese a parlare "Che strana sigaretta..." osservò.
Susan rise.
Charlize la guardò con la bocca semiaperta: cosa aveva detto di tanto buffo?
"Questa non è una sigaretta, è uno spinello. Immagino sai cosa sia...".
"Si" rispose bruscamente la ragazza offesa "Si, certo che so cos'è. Non sono mica stupida!".
"Io non ho mai detto questo".
"Fammi provare" sbottò tutto d'un tratto Charlize.
Susan spalancò gli occhi "Come scusa?".
"Fammi provare!".
"La piccola, ingenua ed innocente Charlize che fuma uno spinello? Oh, non ce la vedo proprio" ribatté Susan scuotendo la testa e sorridendo divertita.
Charlize abbandonò il suo letto per raggiungere quello della ragazza, sul quale si mise a sedere a gambe incrociate.
"Su, dai!".
Susan la scrutò con diffidenza, poi fece per mettere lo spinello tra le labbra, quando Charlize inaspettatamente glielo levò di mano e lo fumò, sotto gli occhi sbalorditi della ragazza.
Sentì la gola bruciarle e un pessimo sapore invaderle il palato. Aprì la bocca e lasciò uscire il fumo, mentre tossiva con un'espressione disgustata.
Susan rise "Dammi, non ci sei abituata" disse sfilandoglielo.
"No!" si impose Charlize che lo riprese sotto il suo possesso e ne fumò un'altra boccata. Nonostante le facesse schifo non voleva ammetterlo, non voleva gettare la spugna. Non davanti a Susan. Lei non era la dolce Charlize, l'innocente Charlize, l'ingenua Charlize. Non voleva più esserlo. Era stufa.

Lo spinello era terminato da un pezzo, ma nell'aria ne rimaneva l'odore. Charlize sentiva le palpebre farsi pesanti e al contempo avvertiva una strana sensazione di leggerezza. Si addormentò al fianco di Susan con un sorriso sulle labbra, mentre quest'ultima rimase ad osservarla.
"Sei stata brava, piccola Charlize" mormorò accarezzandole il viso, per poi avvicinarsi alla sua bocca leggermente dischiusa, ma le sue labbra non arrivarono a sfiorarla, perché ritiratesi un attimo prima.
"Buonanotte" così dicendo scivolò sullo stesso livello di Charlize e con un braccio intorno alle spalle di lei si addormentò.

***

Quella mattina si era svegliata nel letto di Susan, ma lei non c'era. Charlize la trovò alla mensa, intenta a far colazione con i piedi accavallati sul tavolo e quella sua eterna aria da ribelle, accentuata dai capelli spettinati in sintonia con il suo essere. Accanto aveva un vassoio con quello che rimaneva della sua colazione: un croissant mangiato a metà e un bicchiere di latte ormai vuoto. Charlize andò al bancone, sgombro. Quella mattina c'erano: croissant, brioches, cereali, latte, succo di frutta e caffè decaffeinato. Comunicò la sua scelta a Miss Lander che le servì il suo latte macchiato con caffè rigorosamente decaffeinato e una brioche. Poi andò a sedersi accanto a Susan.
"Buongiorno" la salutò gentilmente, accompagnata da un sorriso.
"Bè, buongiorno se per te lo è" rispose l'altra con indifferenza.
"Perché, per te non lo è?".
"Non direi. Mi sono appena alzata e già non ne posso più di questa giornata. E' così noiosamente calma, piatta, mai nulla di interessante!".
"Che cosa vorresti?".
"Un po' di movimento, di azione... confusione!".
Charlize che in quel mentre stava addentando la sua brioche, fece una smorfia "Non mi piace la confusione. E' così... così assordante! Preferisco la calma. Nel silenzio della quiete puoi ascoltare i tuoi pensieri, te stessa... ".
"Al momento è l'ultima cosa che voglio".
"Susan! Quei piedi!". Miss Patter, appena entrate nella stanza, la richiamò con una nota di rassegnazione nella voce.
Susan li abbassò "Scusami, lo sai che sei la mia infermiera preferita?" ribatté mandandole un bacio.
L'infermiera ricambiò con un sorriso sarcastico.
La ragazza si avvicinò all'orecchio di Charlize "Mi è venuta un'idea" le bisbigliò.
Questa la guardò con un'espressione interrogativa.
Susan non le diede spiegazioni e in silenzio lasciò il tavolo.
"Dove vai?" le domandò Charlize sempre più attonita.
"In bagno".
La ragazza scomparì dietro la porta a due ante della mensa e subito dopo Charlize la seguì. Susan si era fermata davanti ai bagni e fissava la scatolina rossa sul muro, all'altezza del suo viso. Il corridoio era deserto: tutte erano a fare colazione o a guardare la tv.
"Che stai facendo?".
"Shhh!" le fece Susan portandosi l'indice alla bocca "Sta a vedere" continuò con un sorrisetto divertito, per poi pigiare il bottone rosso all'interno della scatolina: l'allarme antincendio.
La sirena iniziò a suonare acuta e fastidiosa. Susan prese Charlize per un braccio e la trascinò lontano dalla scena del crimine, mentre il corridoio veniva invaso dalle ragazze spaventate.
"Cosa succede?" chiese qualcuna. Qualcun'altra piangeva.
"Ragazze, ragazze calma!" intervenne a gran voce Miss Patter "Seguite Mrs Leaf in fila indiana, senza perdere mai il controllo. Sono sicura che sia solo un falso allarme". Detto quello le ragazze seguirono la giovane infermiera fuori dall'edificio.
Il sole del mattino era tiepido e piacevole. Si sentivano gli uccellini cantare tra i rami degli alberi e l'erba sembrava più verde del normale.
"Perché l'hai fatto?" le domandò all'orecchio.
"Te l'ho detto che volevo un po' di scompiglio".
"Hai fatto spaventare tutte!" la rimproverò Charlize, continuando a parlare piano.
"E' proprio questo il bello!".
Mrs Leaf iniziò a chiamare ognuna per verificare che fossero tutte presenti, poi arrivò anche Miss Patter.
"Come immaginavo, non c'è nessun incendio. E' stato solo un pessimo scherzo di qualcuno che si crede spiritoso. Su, dai tornate dentro".
La piccola folla si incamminò di nuovo verso l'edificio e quando le due passarono accanto alla Patter, Charlize in particolare sentì il suo sguardo pesante gravarle addosso.
  
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