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Autore: LiquidScience    11/09/2013    1 recensioni
Ormai è risaputo che se si scrive il nome di una persona sul Death Note, questa morirà. Ma cosa succede se il nome viene invece scritto al contrario?
Questo si chiedeva Near, prima di giungere a una rivelazione che avrebbe sconvolto tutto il susseguirsi di eventi.
[Finale alternativo dell'anime]
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aizawa sedeva sul divano, a casa di Ide, affianco al padrone di casa.
“Non lo so” disse “Questa cosa della conferenza alla polizia mi sembra strana… sembra quasi che Near abbia dichiarato ufficialmente guerra a Light… “
“Oppure che pensi che Light, oltre ad essere il falso Elle, sia anche Kira”
“Già… Da come era riuscito sapere dell’esistenza del quaderno e del falso Elle, se Near pensasse davvero che Light sia Kira, allora… “
“Allora, potrebbe essere vero” confermò Ide. Avevano cominciato a sospettarlo, soprattutto dopo la morte di L e Soichiro Yagami, ma tutto questo non faceva altro che aumentare i loro sospetti.
“E quindi Elle aveva ragione fin dall’inizio”
 
***
 
Light stava pensando a un modo per intrappolare Near che fosse il più sicuro possibile, approfittando dell’assenza di Ide e Aizawa, assentatosi per cenare. Matsuda non era un grosso problema.
Mikami sapeva il nome dell’agente che lo pedinava. Poteva scrivere il suo nome, in modo che così rivelasse la posizione del loro quartier generale, ma così facendo risalirebbero subito a Teru.
Come L era riuscito a risalire a lui dopo la morte degli agenti dell’FBI.
E poi… quella storia saltata fuori alla conferenza. Avrebbe avuto delle grane, senza ombra di dubbio.
Uno schermo si illuminò, mostrando un’immagine con una lettera N impressa in nero su bianco.
“Sono Near” disse la voce contraffatta dal computer.
Matsuda scattò in piedi e accorse subito al monitor.
“Near” disse Light. Si parla del diavolo e spuntano le corna.
“Voglio sapere il perché di quella conferenza con la polizia” continuò.
“Non so di cosa tu stia parlando” rispose l’altro, secco.
“Near. Una voce del tutto uguale a quella di Elle ha rivelato dell’esistenza di un falso… e accennato a un ritorno di quello vero. Soltanto i membri della nostra task force e dell’SPK lo sanno”
“Lo so. Ma io questa volta non c’entro. Se questo non ti basta, incontriamoci giovedì alle otto di sera in punto, nel quartiere Yanaka di Tokyo”
“Il quartiere Yanaka?”
“Esatto. Più precisamente, nel grande cimitero. È un posto isolato e non illuminato, perfetto per scambiarci dettagli faccia a faccia”
“D’accordo. Un’ultima cosa… qual’era il motivo originale della tua chiamata?”
“Volevo solo avvisarti che abbiamo concesso un po’ di libertà a Misa e Mogi, anche se rimangono comunque sotto la nostra supervisione”
“Va bene”
La chiamata terminò. Matsuda sembrava non voler aspettare due giorni per incontrare Near.
“Sarà una collaborazione sensazionale, come nei film di spionaggio: gli agenti di due diversi paesi si alleano per sconfiggere il pericoloso nemico!”
“Non siamo in un film, Matsuda. Non sia infantile” disse Light.
Non pensava fosse così facile. Forse, è stato troppo facile. Near deve aver sicuramente qualcosa in mente. Meglio essere prudenti.
Mikami poteva seguirli di nascosto e vedere i loro volti, senza manipolare nessuno. Certo.
 Era fatta. Light sorrise malizioso, attento a non farsi vedere.
 
***
 
“Non pensavo fosse così facile” affermò L addentando un marshmallow “Light ha perso colpi. Peccato”
“Credi davvero che sia tutto ciò che sembra?” chiese Near, scendendo dalla sedia per giocare con i suoi giocattoli.
“Con il 96% di possibilità, Light chiederà a Mikami di vedere i volti dei membri dell’SPK e di ucciderli”
“Stai pensando quello che penso io?”
L mise in bocca quello che restava del mashmallow e sorrise, portando la punta dell’indice alla bocca.
Un rumore di porte che si aprono interruppe le loro riflessioni.
“Halle, bentornata. La missione è andata a buon fine?” disse Near, senza nemmeno voltarsi.
“Sì. La regola dei 13 giorni è completamente falsa”
“Ottimo. Allora quello che disse Mello poco prima di morire era vero”
L prese un altro dolcetto, fissandolo a lungo a mezz’aria.
Verificare la regola dei 13 giorni.
Quello che avrebbe dovuto fare se non fosse morto.
Il pensiero della sua morte lo fece rabbrividire un poco, ma cacciò il marshmallow in bocca per cancellare quella spiacevole sensazione.
“E il resto?” chiese ancora Near.
“Tutto come previsto” rispose Halle, continuando ad essere seria.
“Ah, ah! Questi umani sono un continuo divertimento!” affermò Ryuk dalla penombra di un angolo.
 
***
 
Due giorni dopo
 
Light, Matsuda, Aizawa e Ide scesero dalle macchine appena fuori dal cimitero. Procederono con cautela, camminando nella penombra circospetti.
“Un cimitero…!” disse Matsuda “Perché priprio qui? Questo posto mi da i brividi!”
Nessuno rispose. L’atmosfera si faceva pesante, come se l’aria fosse satura di umidità.
Dopo un po’ di cammino, in lontananza videro una strana figura scura di profilo. Sembrava china su una tomba, come se si stesse sforzando di leggerne il nome.
Light osservò bene e a lungo quella figura. Quella particolare incurvatura… la sagoma dei capelli… gli ricordava qualcosa…
Fecero ancora qualche passo, dopodiché si bloccarono.
“No… è..? Impossibile!” esclamò Aizawa sottovoce.
La strana figura inclinò in dietro la testa e la girò verso i poliziotti.
“Oh… ciao. Fa freddo qui di notte,  non trovate?” disse, con una voce più che familiare a tutti tranne che a Ide.
Light sobbalzò, incredulo. No… non poteva essere veramente lui.
“Che fai, Light? Non mi saluti?” disse L con disinvoltura, cominciando poi a grattarsi la nuca.
“Ryu… Ryuzaki? Come… come hai fatto? Credevo fossi morto… ti ho visto morire!” balbettò Light, fingendo di essere sorpreso e felice, anziché confuso e indispettito.
“Già! All’ospedale ti avevano dichiarato deceduto! Che bello rivederti!” disse Matsuda.
“Chi è Ryuzaki?” sussurrò Ide a Aizawa.
“Elle” rispose e l’amico rimase stupito. Incredibile che un tipo stravagante come quello fosse veramente il più grande detective del mondo.
“Infatti… “ disse L, raddrizzando la schiena per quanto lo consentivano i suoi limiti e sospirando.
“…Ma ora sono qui. Non sei felice di vedermi?” continuò, tornando a guardare Light.
“Ma certo, bentornato tra noi, Ryuzaki!” disse Light, fingendosi contento “Near dov’è? Se non sbaglio avevo un incontro con lui”
“Dov’è Near? Ah… e dove sono Erald Coil e Deneuve?”
Light pensò un attimo. Eppure, all’orfanotrofio conoscevano bene questo Near… e una ragazza ci ha fatto pure il ritratto… che avesse previsto e architettato tutto? Non sarebbe poi così inconcepibile…
“Dovevo immaginarlo”
“Cosa? N era L? Ecco perché i suoi modi di fare erano così simili!” esclamò Matsuda.
“Ed ecco come faceva a sapere del quaderno e del secondo Elle” disse Aizawa.
“Eh già. Che bella sorpresa, eh? Scommetto che nemmeno Kira se l’aspettava”
Un’ombra si mosse tra le tombe ma nessuno apparentemente ci fece caso. Apparentemente.
Mikami. Giusto in tempo.
Light trattenne un sorriso. Stava per avere la sua seconda vittoria contro L.
“Sicuramente Kira avrà mandato uno dei suoi scagnozzi. Sarà nascosto tra le tombe” disse Elle.
Tutti i membri della task force trasalirono, guardandosi intorno.
“Moriremo tutti?! Moriremo!!” esclamò Matsuda terrorizzato.
“No, Nessuno sapeva di quest’incontro tranne noi e Near… ovvero L” lo rassicurò Light.
“Questo vale solo se Kira non fosse uno di noi” affermò L, instaurando o rafforzando dei sospetti sui membri dell’investigazione. Tutti guardarono Light.
“Ma che dici, Ryuzaki… hai verificato tu stesso che io non sono Kira”
“Dai già per scontato che io stia alludendo a te?”
“Eri tanto ostinato a dimostrare che io fossi Kira… il lupo perde il pelo ma non il vizio”
“Ah, Vi ricordate la regola che non sono mai riuscito a verificare? Ecco… l’ho fatto”
Detto questo, si girò di scatto verso Light, con un sorriso compiaciuto.
“E chi mi dice che non stai bluffando? C’è un omicida qui intorno che sta per ucciderci tutti” disse Light.
“Non ti preoccupare. Ce l’ho io il quaderno” Dicendo ciò L estrasse un Death note da sotto la maglietta.
Hai abboccato, Elle. Procede tutto secondo i piani. Quello è un falso, il vero ce l’ha Mikami!
“Quanto manca ancora?” disse L rivolto verso un punto nell’oscurità.
Qualcuno trasalii nell’oscurità.
“Avanti, puoi dirlo”
“Quindici… quattordici… tredici” disse. La voce era indubbiamente quella di Mikami.
Tutti rimasero impietriti, tranne L e Light. Matsuda si guardò intorno, aspettando la morte terrorizzato, mentre il conto alla rovescia procedeva.
“Dieci… nove… otto”
Light trattenne a forza un sorriso.
“Che c’è, Light? Non hai paura?” disse L.
“Nemmeno tu se è per questo”
“Ma io sono già morto una volta, so già com’è”
“Quattro! Tre! Due! Uno!” continuò Mikami.
“… Zero. Scacco matto!” sussurrò Light.
A Mastuda scappò un urlo di puro terrore, mentre gli altri, sebbene non lo imitarono, non erano di certo calmi e sereni.
Nulla accadde. Light rimase pietrificato. Com’era possibile?
C’è un omicida qui intorno che sta per ucciderci tutti… hai detto così poco fa. Uno come te non poteva esserne così sicuro, a meno che non fosse stato Kira” disse L.
Tutti guardarono Light, aspettando una sua risposta.
“Mi sono fidato della tua osservazione. Io e te viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda, no?”
“No, direi di no” disse e poi si girò verso Mikami “Può venire, per favore?”
La figura si avvicinò e quando fu abbastanza vicina per essere identificata alla debole luce del tramonto.
Light rimase sorpreso. Chi era quell’uomo?
Lo sconosciuto si tolse la parrucca che simulava i capelli del collaboratore di Kira.
“Vi presento l’agente Gevanni. Teru Mikami è stato arrestato ieri con l’accusa di essere il complice di Kira”
Con un cenno fece avvicinare un’altra agente con un uomo ammanettato e imbavagliato.
“Toglili il bavaglio” ordinò.
Halle obbedì e Mikami prese una grossa boccata d’aria.
“Dio! Perdonami, ho fallito!” esclamò. Tutti trasalirono e fissarono con orrore Light.
“A questo punto, Light, sei tu ad essere sotto scacco” affermò L.
Light si fece prendere dal panico.
“È tutta una trappola! Ci potrebbe essere il vero Kira qui intorno e voglia servirsi di me per sviare le indagini! Io non conosco quest’uomo!”
Mikami trasalì, ferito da quelle parole.
“È inutile, Light. Tu stesso hai detto scacco matto, prima” disse Aizawa.
“No, no! Non sono io Kira!”
L spiegò di come aveva capito la falsità del quaderno e di come si era impossessato di quello vero. Successivamente prese un foglio di carta nascosto dietro la tomba senza nome con l’indice e il pollice.
“Mancava un solo indizio per incastrarti, Light, ti ricordi? La regola dei 13 giorni. Ecco qui il rapporto che ne attesta la falsità” disse “per cui… tu sei Kira e Amane il secondo Kira. Hai perso”
Light indietreggiò, inciampando su una tomba. Cadde a terra, ma si rialzò, il volto illuminato da una nuova luce.
“E va bene. Sì, sono io Kira. Sono io il malvagio? Io sono la giustizia. Elimino il male che incrosta la Terra per creare un mondo perfetto!”
Detto questo, rise. Una risata, lunga, inusuale, goduta.
“No, Light. Tu sei un assassino e quella è la peggior arma omicida mai conosciuta dall’uomo. Nessuno è perfetto…”
Dicendo questo L camminò verso Light, con la schiena volutamente piegata  vistosamente e le occhiaie più marcate di quanto Yagami ricordasse.
“… nemmeno io lo sono.L’umanità è sempre alla ricerca della perfezione, ma sono le imperfezioni delle persone che rendono questo mondo un bellissimo posto, non le perfezioni. È vero, a volte ci sono persone che meriterebbero di morire, ma è così che deve essere. Errare è umano, non si può giocare a fare il Dio”
Light fece scattare di nascosto la corona del suo orologio, quattro volte, mentre L parlava. Iniziò a scrivere il nome che aveva letto sul quaderno di Rem, quello che aveva ucciso Elle, sul pezzetto di quaderno nascosto dentro.
Matsuda lo notò e fece per fermarlo, ma L lo bloccò.
“Grave errore, Elle. Io conosco il tuo vero nome e ho un frammento del quaderno” esclamò Light.
Aizawa e Ide guardarono a turno i due, in attesa della prossima mossa.
L si girò e prese un altro foglio da dietro la lapide senza nome.
“Oh, ma cos’è questo? Ah, questo rapporto conferma che chi è ritornato alla vita dopo esser stato ucciso dal Death Note, quest’ultimo non avrà più effetto su quella data persona”
Light, messo a spalle al muro un’altra volta, tentò di scappare ma Matsuda lo colpì fulmineo al polpaccio.
Light cadde a terra.
“uhuu, capolinea” esclamò Ryuk da poco lontano.
“Anche tu hai capito che è finita, Ryuk?” chiese Light allo Shinigami. Gli altri lo guardarono stupiti.
Gli altri si avvicinarono lentamente, ma Kira si rialzò e si dileguò zoppicando nell’oscurità ormai fattasi più fitta.
“Non vi preoccupate, non andrà molto lontano con quella ferita” disse una voce da dietro una tomba. Tutti ne guardarono l’origine e videro un ragazzino albino appoggiato sulla pietra di una lapide con un registratore audio in mano.
“E tu chi saresti?” chiese Aizawa.
“Piacere, mi chiamo Near” disse il ragazzino con un lieve sorriso, arricciandosi i capelli con la mano libera.
 
***
 
Al quartier generale dell’SPK, Gevanni stava spegnendo uno ad uno tutti i vari computer dell’edificio davanti a Near, Halle, L, Aizawa, Ide e Matsuda che stavano bevendo un tè assieme.
“Light Yagami, Misa Amane e Teru Mikami ieri sono stati processati e condannati  con l’accusa di essere rispettivamente Kira, il secondo Kira e X-Kira. Il tutto tenendo all’oscuro i media, ovviamente” informò Near.
“Una cosa non mi è chiara… perché L ha finto di essere te?” chiese Matsuda.
L bevve un sorso della sua bevanda, enormemente più zuccherata di tutte le altre, prima di rispondere.
“Non sapevamo con certezza se Light avrebbe mandato solo Mikami o qualcun altro. Sapevamo di lui perché Gevanni gli ha messo una cimice nel telefono” spiegò L.
“Così, anche nel caso in cui avesse usato una pagina strappata in precedenza dal vero quaderno o qualcun altro lo avesse fatto, L non sarebbe morto comunque” continuò Near.
“Non avevamo considerato che avesse intenzione di ucciderci tutti…” confessò L a bassa voce.
“Inoltre, con le copie dei documenti delle vecchie indagini di Elle hanno fornito un’ulteriore prova della loro colpevolezza”
“Ma Watari li cancellò prima di morire… o no?” chiese Aizawa.
“Si e no… ni” disse L “prima di cancellarli, il sistema ha spedito una copia di tutti i file sul mio computer”
“Ah”
“Chi di voi due ha ideato il piano?” chiese Ide.
L e Near si guardarono, come per mettersi d’accordo si chi avesse parlato.
“Entrambi” disse infine L “Abbiamo collaborato”
Continuarono a conversare del caso e di cosa avrebbero detto alla famiglia di Light, dopodiché si congedarono. Rimasero nello stanzone solo i membri rimasti dell’SPK e L. Gevanni aspettò la conferma di Near prima di spegnere anche il sistema centrale.
“Allora, Elle… o Ryuzaki, cosa hai intenzione di fare ora che sei di nuovo in vita?” chiese Near.
“Avevo pensato di fare un accordo. Sicuramente tu non vorrai ritirarti dal mondo delle indagini”
“Infatti. Vai avanti”
“Avevo pensato di spartici alcuni casi, a seconda della locazione, oppure lavorare insieme ad alcuni più complessi”
“Mi sta bene”
Elle, alto con la schiena curva, i capelli neri spettinati, le occhiaie pronunciate e i vestiti più larghi di quanto dovrebbero, strinse la mano a Near, di statura medio-piccola, i lineamenti infantili,i capelli bianchi da albino e il pigiama dello stesso colore.
Il sorriso dei due coronò quel gesto d’accordo, segnando l’inizio di una nuova collaborazione tra i due.
 
***
 
Il giorno dell’esecuzione si fece vedere con i suoi deboli raggi albeggianti attraverso la piccola finestra sbarrata della cella di Light.
Non sentiva più nulla. Aveva fallito. Lui, il Dio di un nuovo mondo, è stato sconfitto.
Era così che finiva la sua vita? Sarebbe morto come un cane, o meglio, come uno dei tanti criminali che aveva giustiziato?
Si dice che chi utilizzi il quaderno sia condannato a una vita miserabile
Le parole di Ryuk gli riecheggiavano continuamente nella mente.
Alla fine, aveva ragione.
Due guardie arrivarono nei pressi della cella e lo incappucciarono per portarlo nel luogo dell’esecuzione.
Sarebbe stato il primo. Il primo, com’era il primo Kira.
Quando sarà arrivata la tua ora, scriverò il tuo nome sul mio quaderno
Ad un certo punto, si sentì strano. Un dolore forte lo invase e gradualmente perse il controllo dei sensi, accasciandosi a terra tra lo stupore delle guardie.
Ryuk guardava la scena divertito. Non aveva ancora scritto il suo nome sul Death Note.
E inoltre, la sua durata vitale non era ancora esaurita.
Ryuk scoppiò in una risata compiaciuta e volò via.
Non era ancora finita.
 
***
 
Una figura nera, tetra e oscura con un teschio animale sulla testa guardava qualcuno mentre scriveva con tanta passione dei nomi sul suo quaderno.
“Bene!” disse il giovane “Anche questi criminali sono morti. Con il mio ruolo di guardia di sicurezza del carcere, sarà una passeggiata.  Vedrai, Kira! Sarò il tuo più degno discepolo!”
Detto questo, scoppiò in una risata soddisfatta.
“Ryuk aveva ragione. Questi umani sono veramente… spassosi!” esclamò sotto voce lo Shinigami alle sue spalle.
 
 
-
Si potrà cancellare l’esistenza di un uomo, ma la sua impronta impregnerà l’umanità… per sempre.
-
 
 
 
FINE
 



N.d.a:
 
E con questo capitolo si conclude la mia Fanfiction. Ringrazio tutti coloro che l’hanno letta e che hanno recensito, sperando ce vi sia piaciuta! Per questo ultimo capitolo ho voluto fare qualcosa di speciale al posto della solita regola… il disegno l’ho fatto io a mano, spero vi piaccia!
Ciao e grazie ancora per aver letto questa storia!
  
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