Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: didismile94    11/09/2013    5 recensioni
Salve a tutti, mi chiamo Kagome Higurashi,ho ventiquattro anni e vivo nella grande mela,la città che non dorme mai,la città che ha donato un pò di pace al mio cuore in tumulto,alla mia sofferenza.
La storia che sto per raccontarvi è quella dei due anni più belli della mia vita,è quella della mia adolescenza fatta di scuola,divertimento,amicizia e soprattutto amore... un'amore talmente forte che mi ha costretta a mettere un continente e mezzo ed un intero oceano tra me ed il mio amato quando tutto è finito... quando LUI ha rovinato tutto.
Mi chiamo Kagome Higurashi e questa è la storia di come tutto è cominciato... e finito.
Genere: Erotico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

UNA GIORNATA COME LE ALTRE... O QUASI

 

 

 

Quando la sveglia suonò quella mattina ero già sveglia da un pezzo.

Avevo deciso di alzarmi presto per scattare qualche foto al grande albero che si trovava di fronte alla mia finestra mentre veniva illuminato dalla tenue luce dell'alba di gennaio,così avevo preso una coperta pesante me l'ero avvolta addosso, e,accompagnata dalla mia vecchia macchina fotografica,di quelle ancora con il rullino,avevo aperto la finestre ed avevo aspettato pazientemente.

Mentre scattavo l'ultima foto qualcuno cominciò a bussare alla porta dell mia camera

-Kagome,cara,la colazione e pronta,sbrigati o farai tardi.

Mia madre era venuta a svegliarmi,consapevole del fatto che probabilmente mi stavo ancora girando sotto le coperte,come facevo di solito,ma non quella mattina.

Anche se contro voglia mi alzai dal davanzale,chiusi la finestra e posai la macchina fotografica sulla scrivania,accanto al computer e alle altre due macchine fotografiche. Vi chiederete perchè ne ho tre... bhè la prima è una vecchia polaroid che mi porto sempre dietro,l'altra era una macchina fotografica digitale che mi è stata regalata da mia madre e da mio fratello Sota per il mio compleanno,e l'altra era la famosa macchina fotografica “d'epoca” che prima era appartenuta a mio padre.

Aprì la porta con ancora il pigiama addosso e mi avviai verso la cucina al piano inferiore dove ad aspettarmi c'era quella piccola macchina tritarifiuti che io chiamo fratello che divora una tazza formato famiglia di cereali e mia madre, Sayuki Higurashi,che appena mi vede mi fa un dolce sorriso,che solo lei sa fare.Mio nonno,che è un sacerdote,probabilmente si è già recato nel suo piccolo negozio del tempio dove vivo.Già io vivo nel tempio Higurashi di Tokio.Mai sentito?Si trova su una piccola collina vicino a centro della città,e per arrivarci bisogna fare un sacco di gradini,troppi... li odio.

-Buongiorno tesoro,ci sono dei muffin se vuoi e il caffè è nella moka.

-Grazie mamma.- dico mentre mi siedo a tavola con la mia tazza di caffè e addentando un muffin al cioccolato. Mia madre,una donna fantastica,è un importante avvocato di Tokio,la vedo relativamente poco,gli unici momenti che passiamo assieme sono la colazione e la cena,ma non ho mai sentito la sua mancanza a casa,è sempre stata una donna premurosa,solare,dolce,e non ci ha mai fatto mancare niente,nonostante tutto.

Finito di fare colazione vado a prepararmi. Dopo essermi lavata il viso e i denti vado in camera,nel mio mondo, dove indosso la divisa,fin troppo leggera secondo me per le fredde giornate di gennaio, e prendo la borsa con i libri,aggiungendo al suo contenuto la mia polaroid.come ho detto prima,la porto ovunque,non si sa mai cosa si può vedere durante il tragitto verso la scuola.

Dopo essermi preparata indosso la mia immancabile sciarpa nera e la giacca e mi avvio verso l'uscita,dimenticando una cosa importante... il pranzo. Ma per fortuna c'è la mamma.

-Kagome aspetta ti sei dimenticata il pranzo.- dice rincorrendomi in giardino.

-Oh che scema,me lo dimentico sempre... ah se non ci fossi tu mamma!-le dico mentre mi raggiunge e mi porge il pacchetto contenente il mio pasto -stasera ci sei a cena o fai tardi?-le chiedo.

-Probabilmente farò tardi,stiamo lavorando su un caso importante,non aspettatemi per cena,va a prendere una pizza o qualcosa al take-way,non cucinare,ti prego.- detto ciò mi saluta e ritorna in casa.

Come cuoca sono negata,l'ultima volta che ho dovuto cucinare ho quasi dato fuoco alla cucina,e da quel giorno mi è stato vietato di avvicinarmi ai fornelli,l'unica cosa che posso fare e che mi viene bene è il caffè.

Mentre percorro gli stupidi gradini che mi portano verso la strada e mi avvio verso la scuola ripenso a quando sono arrivata qui. Già,Tokio non è la mia città natale,sono nata a New York,ed ho vissuto la fino a undici anni.Incredibile vero? Mia madre e mio padre si sono conosciuti li.Lei era nella città per studi,mentre lui,nonostante il cognome Higurashi era nato e cresciuto nella grande mela. Il mio nonno paterno,infatti, si era trasferito li durante la seconda guerra mondiale in cerca di fortuna,e li era rimasto.La storia degli Higurashi sembra si ripeta,anche lui come mio padre infatti aveva conosciuto mia nonna li,una dolce signorina spagnola,trasferitasi nella città per colpa del lavoro dei genitori.Un bel miscuglio eh? Nel mio corpo scorre sangue americano,giapponese e in piccola parte spagnolo.

Per colpa,o grazie a questo fatto ho sempre parlato correttamente tutte e tre le lingue,cioè potrei capire il giapponese e l'americano,ma perchè devo saper parlare anche lo spagnolo? Facile mia nonna era ed è tutt'ora convinta che sia io che mio fratello dobbiamo saper parlare la lingua delle sue origini correttamente,infatti ogni volta che mi chiama,una o due volte alla settimana,mi costringe a lunghe chiacchierate nella sua lingua,e va avanti così da quando ero piccola.

Mentre formulo questi pensieri,prendo le cuffie dalla borsa e comincio ad ascoltare musica,la mia seconda passione.La adoro in ogni sua forma. Da un anno ormai faccio la cantante in un gruppo,e lo adoro,di solito suoniamo durante le assemblee degli istituti scolastici o a qualche festa,siamo abbastanza bravi.

Canticchiando porto le mani all'interno della giacca e ne estraggo un pacchetto di sigarette,prendendone una e accendendola. Lo so,sono giovane,il fumo fa male,e cavolate varie. Ne fumo solo una una ogni tanto... Mia madre non lo sa,non se ne è mai accorta grazie al cielo anche perchè se lo facesse sarebbero guai. Comincerebbe ad elencarmi tutte le malattie che questo vizio comporta,per poi terminare col dirmi che sono la copia sputata di mio padre. Già gli somiglio molto sia fisicamente che caratterialmente,ho i suoi stessi occhi castani e i suoi stessi capelli color ebano,la sua stessa passione per la fotografia,i suoi stessi vizi,tra i quali per l'appunto il fumo,e come lui sono uno spirito libero. Mia madre dice sempre che se non fossi femmina potrebbe scambiarmi per il suo fantasma,e ne sono contenta,ho sempre desiderato essere come il mio papà.

Con ancora questi pensieri in testa arrivo a scuola,il liceo classico Sengoku,dove ad aspettarmi trovo la mia migliore amica Sango che guarda con sguardo truce la mia mano. Ok,ha visto la sigaretta,sono fottuta.

-Che cos'è quella?!- dice indicando la mia mano.Alla faccia del buongiorno.

-Buongiorno Sa-chan. Io sto bene tu?- rispondo facendo finta di niente.

-Sisi buongiorno,allora mi vuoi rispondere?-

-Bhè quella che vedi nella mia mano è una sigaretta Sango,la gente le fuma presente?- le domando sarcasticamente,nonostante conosca già la reazione che avrà più o meno tra 3... 2... 1...

-LO SO COS'é QUELLA!!! Il punto è che non dovresti fumare Kagome,fa male,molto male,e poi sai che odio l'odore che lascia quella schifezza- risponde mentre come ogni mattina faccia finta di ascoltarla.

-Lo so Sango,non dovrei,ma lo faccio comunque,mi stende i nervi,lo sai.

-Per distendere i nervi esiste lo yoga,o i mantra,e quelli non complicano la salute della gente,anzi non complicano la tua di saluta,ma evidentemente non te frega niente.- Eccola la! Come al solito tenta di farmi venire i sensi colpa.

-Sango certo che mi preoccupo della mia salute,per una sigaretta ogni tanto non morirò di certo,dai,non te la prendere,e vieni a salutare la tua migliore amica- mentre dico le ultime parole allargo le braccia e aspetto.La giornata non comincia bene senza un suo abbraccio.

Lei mi rivolge prima uno sguardo truce,poi sorridendomi si lancia tra su di me schioccandomi anche un bacio sulla guancia.

La conosco dalle medie,è stata la prima bambina che mi si è avvicinata a scuola quando sono arrivata,tutti gli altri erano intenti a fissarmi e a parlottare tra loro,di me naturalmente.Ricordo bene come mi sentivo quel giorno,sola,come non mi ero mai sentita,ma ancora peggio riuscivo come si sentiva un leone al circo,osservata,e lo odiavo. Ma poi mi si è avvicinata lei,con la sua coda alta e i suoi modi da maschiaccio ed ha capito subito come mi sentivo,mi ricordo ancora le sue parole “ Non badare a loro,sei come un gioccattolo nuovo,ti osserveranno per un po' e poi ti lasceranno in pace. Comunque io sono Sango,ti va di diventare amiche?” e da quel giorno non ci siamo mai separate.

Sono passati cinque anni,ora siamo due sedicenni decisamente strambe che non potrebbero mai fare a meno dell'altra,lei è la mia anima gemella,la mia persona come la definisco io,l'unica che mi capisca con solo sguardo,come se mi leggesse nel pensiero.

Alla nostra piccola cerchia,due anni fa,all'inizio delle superiori,si è aggiunta un'altra persona,la nostra piccola lolita Rin. Nonostante abbia sedici anni ormai, ne dimostra si e no dodici, è minuta ha i capelli neri,gli occhi scuri e le guance colorate di rosso sempre.Che sia estate,inverno,autunno o primavera lei ha sempre i pomelli rossi. Sembra tanto il personaggio di un cartone animato,ma non bisogna farsi abbindolare dal suo aspetto,quella ragazza è una vera e propria forza della natura.

-Hey Kagome mi stai ascoltando?- dice la mia migliore amica notando il mio sguardo assente

-Eh? Perchè stavi parlando?- le rispondo io risvegliata dai miei pensieri.

-Sei sempre la solita,comunque ti stavo dicendo che Rin è in ritardo,come al solito- mentre diceva queste parole vedemmo spuntare dal nulla una piccola figura rossa che correva verso di noi mi girai e guardando Sango dissi

-Sta arrivando,riconoscerei quel tornado con la sciarpa rossa ovunque.

Due secondi dopo la nostra amica era accanto a noi.

-Sango,Kagome,buongiorno,scusate il ritardo,la sveglia non è suonata.- ci dice inchinando si in segno di scusa.

-Dovresti fare come ho fatto io oggi Rin,svegliarti presto per vedere l'alba dalla finestra,fare qualche foto,e poi bere tonnellate di caffè per non rischiare di addormentarti. Non c'è sveglia migliore.- le rispondo io benevole rivolgendole un sorriso.

-Se io facessi foto come le tue Ka-chan,sarei ben felice di svegliarmi presto per vedere l'alba e fotografarla. Ma non sono brava come te,quindi passo le ore in cui tu sei sveglia a dormire ed evito anche di bere caffè,quella cosa marrone mi fa schifo.-

Sacrilegio!Come si fa a non adorare il caffè? É come non adorare la cioccolata per me.

-Bhè non sai cosa ti perdi tesoro,non esiste bevanda migliore al mondo,oltre alla cioccolata calda naturalmente,giusto Sa-chan?- dico guardando la mia amica che guarda con occhi sognanti un ragazzo che sta entrando nel liceo scientifico vicino al nostro. É alto,porta i capelli legati in un codino basso,bel fisico... ma perchè Sango gli fa gli occhi dolci?

-Sa-chan? La smetti di fissare quel tipo? Lo conosci?- lei leva subito lo sguardo dal ragazzo,che deluso da questo continua per la sua strada con la testa bassa.

-Non stavo fissando nessun tipo,e no,non lo conosco.- dice lei che ormai ha la faccia completamente rossa a causa dell'imbarazzo,probabilmente non si aspettava che me ne accorgessi. Strano,sa che sono una buona osservatrice,cosa mi sta nascondendo?

-Certo- interviene Rin- non lo stavi osservando. Lo guardavi solo come un beduino guarda una fonte d'acqua- continua scoppiando in una fragorosa risata.

Io intanto continuo ad osservare la mia amica per tentare di capire cosa non mi dice,perchè lo so,c'è qualcosa che non vuole ancora rivelarmi,la conosco troppo bene. Mentre la guardo incontro i suoi occhi e capisco,non è ancora pronta per dirmi cos'ha,e soprattutto per dirmi chi è quel tipo e perchè quando lei ha smesso di guardarlo lui se se ne è andato a testa basta. Poco male me lo dirà quando sarà pronta.

La campana mi risveglia dai miei pensieri.è ora di entrare a scuola.

Mentre mi volto per entrare noto che le mie amiche si stanno punzecchiando a vicenda,Sango è ancora rossa in volto mentre continua a fare la gnorri con Rin,che se la ride con gusto. Questa immagine merita una foto. Prendo la polaroid,e scatto... dalla macchina fotografica esce un piccolo cartoncino biaco,lo scuoto un paio di volte in modo che si asciughi ed eccole... le mie migliori amiche.

Riporto la polaroid davanti agli occhi pronta a fare un'altra foto,e mentre sto per scattare la mia attenzione viene attirata da una macchina,non so di che tipo sia,so solo che è blu e che il proprietario appena sceso con lo zaino in spalla ha lunghi capelli color della luna,tenere orecchie da cane e due splendidi occhi color ambra. Solo una parola,tre lettere... WOW.

Lo sto ancora guardando quando i nostro occhi si incontrano e io mi perdo in quell'oro profondo,se non fosse per le mie amiche che mi spingono verso l'entrata sarei stata ore a fissarlo,ma purtroppo non posso,siamo in ritardo.

Non sapevo ancora che da li a poco avrei rivisto quegl' occhi.

 

 

 

 

 

 

Hey bella gente,ecco il nuovo capitolo,decisamente lungo,della mia storia. Spero vi piaccia. =)

baci

didismile

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: didismile94