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Autore: Ayumi Yoshida    11/09/2013    4 recensioni
La guerra è finita, l’esercito alleato ha vinto. Tutto dovrebbe andare per il meglio, tornare alla normalità, ma qualcosa non è andato come avevamo creduto dovesse andare: un compagno potente è tornato a prendersi la sua ricompensa.
“Tra qualche mese morirò. Come avrei potuto dirtelo?”
Fanfiction prima classificata al "NaruHina Contest [V Edizione: 'La nostra leggenda']" di Mokochan, ValeHina e Yume_no_Namida e nella sezione "Rating arancione" e vincitrice dei premi "Miglior Hinata", "Miglior Naruto", "Miglior NaruHina" e "Best rating orange" *___*
Nell'ultimo aggiornamento ci sono gli ultimi tre capitoli! :)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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cap2 NaruHina

Buonasera. No, non sono morta, e questa fic continuerà. :) Purtroppo questo periodo non è proprio bello per me ed è stato difficile essere su Efp. Spero, nonostante ciò, che continuerete a seguire questa fic con l’entusiasmo dimostratomi nel primo capitolo. A tale proposito, ringrazio di cuore tutti coloro che lo hanno recensito (le risposte sono in fondo al capitolo! ^^), e inserito tra le fic preferite, seguite e ricordate. Spero che anche questo capitolo possa piacervi: viene introdotto un personaggio “nuovo”, ma non troppo e… Non dico di più. Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^

Alla prossima!

 

 

 

 

2 - Redivivo

 

Naruto si sentiva un po’ agitato, ma sapeva che Hinata doveva esserlo mille volte più di lui, anche se cercava di dissimularlo. Le lanciò uno sguardo di sottecchi e, senza fermarsi, le afferrò la mano trascinandola con sé. Continuando a ripetersi di stare calma, perché voleva cercare di apparire al meglio, la kunoichi fece un respiro profondo e rinsaldò la presa. Era bastato vedere da lontano il complesso di appartamenti in cui viveva Naruto per andare di nuovo in agitazione e ricominciare a tremolare.

“Sono certo che gli piacerai tantissimo!” le sussurrò lui facendole l’occhiolino. Hinata lo sperò con tutta se stessa per ogni singolo passo che la separava dalla porta d’ingresso. Poi il bussare di  Naruto la riscosse dalle sue preghiere e la kunoichi trattenne il fiato finché la porta non si aprì.

“Buonasera! Prego, entrate!”

Minato Namikaze, il quarto Hokage in persona, le sorrise dolcemente, il viso increspato di piccole pieghe e gli occhi neri come la notte. Naruto le aveva ripetuto mille volte di non averne paura, perché dipendevano dalla sua condizione che negli ultimi tempi aveva sconvolto il villaggio. Dopo la fine della guerra in cui gli Hokage resuscitati da Orochimaru avevano combattuto al fianco della loro alleanza per sconfiggere Obito e Madara Uchiha, quella storia era passata sulla bocca di tutti in mille versioni diverse. Si diceva che Naruto avesse pianto supplicando l’Hokage di non sigillare di nuovo suo padre per non farlo restare di nuovo da solo, e che lui avesse accettato dopo essersi consultato con il Quarto stesso. Da quel momento, il redivivo Minato Namikaze abitava con suo figlio Naruto. Che cosa si fossero detti per farsi coraggio per vivere in una situazione del genere, nessuno lo sapeva e nessuno osava pensarlo. Molti ne avevano paura, la consideravano una cosa incresciosa, contraria alla natura, Hinata no. Lei poteva capire cosa provasse Naruto nel non essere più solo, e non poteva dimenticare il sorriso che aveva regalato a suo padre abbracciandolo alla fine della guerra, ancora in mezzo al campo di battaglia, sporco di fango e sangue, senza tenere conto del fatto che migliaia di persone li stessero guardando.

Naruto la spinse dolcemente dentro, guidandola verso una stanza che si rivelò essere la cucina. Il quarto Hokage li invitò a sedersi, posò tre tazze piene di tè sul tavolo e prese posto proprio di fronte a lei.

“Sono davvero felice di conoscerti.” le disse con semplicità, e Hinata si rese conto soltanto in quel momento che non si era ancora presentata. Chinò la testa fino a sfiorare il tavolo, rossa in volto, e mormorò: “Mi perdoni se non mi sono presentata… Sono Hinata Hyuga del clan Hyuga; è un onore poter parlare con lei, Hokage-sama…”

Non riusciva più a smettere di balbettare come una bambina impaurita. Alzò piano la testa, cercando di scusarsi ancora, ma Minato le sorrise, comprensivo.

“Non preoccuparti, Hinata-san. Non c’è bisogno di essere così formali! L’onore è tutto mio. Era molto tempo che desideravo conoscerti, e sono certo che anche per mia moglie sarebbe stato lo stesso.”

In preda al panico e all’emozione, Hinata non riuscì neppure a ringraziarlo. Guardò per un attimo Naruto, che le sorrise, malinconico, e sentì il cuore scoppiarle all’improvviso. Parlare con il quarto Hokage, con il padre di Naruto, la riempiva di una sensazione splendida, mai provata prima, e avrebbe fatto qualunque cosa per lui.

“Gra-grazie!” balbettò quasi con le lacrime agli occhi, chinando di nuovo la testa. Naruto le passò una mano sulla spalla, accarezzandogliela lentamente. Sentiva che, se avessero continuato a stare insieme, i giorni che gli restavano da vivere sarebbero trascorsi tutti in quel modo, con poca felicità, molte consolazioni e occhi lucidi, ma si scoprì ancora una volta egoista, proprio come quando aveva impedito a suo padre di riunirsi a sua madre per restare con lui, e si convinse che voleva andare fino in fondo, stare con lei fino alla fine.

 

Aveva appena assaggiato il brodo per controllare che non fosse insipido quando Naruto esclamò: “Poi posso accompagnarti?”

Era da qualche giorno che non lo sentiva così tranquillo, perciò sorrise davvero di cuore.

“Mi farebbe molto piacere.” mormorò la kunoichi sollevando il coperchio della pentola con il riso. “Devo tornare presto a casa, perché mio padre mi ha-”

“Mi dispiace molto per questa situazione.” proruppe Naruto, incupendosi all’improvviso. Hinata non si voltò a guardarlo, ma immaginava perfettamente quanto lui si stesse torturando per trovare una soluzione che lei considerava inutile: non le pesava dividersi tra casa sua e quella di Naruto per dargli una mano con la cucina e tutto il resto. Se la sera si sentiva stanca si accoccolava tra le braccia di Naruto in silenzio, e quello le bastava. Già due volte era rimasta a dormire da lui, e non era stato così imbarazzante come aveva temuto. Sentire Naruto respirare piano accanto a sé, ad una distanza da colmare con un dito, l’aveva fatta sentire completa.

“Mi dispiace del fatto che non possiamo vivere insieme.” ripeté lui, questa volta in un sussurro colpevole, ma Hinata scosse la testa.

“Capisco che tu non voglia abbandonare tuo padre, come io non posso abbandonare il mio clan. Non devi preoccuparti.”

Finalmente assaggiò il riso: era insipido. Allungò la mano per prendere il sale, ma le braccia di Naruto la circondarono impedendole di muoversi, e il ragazzo le schiacciò la fronte sulla schiena.

“Sei davvero troppo buona.” sussurrò quasi in un lamento, mentre già la immaginava arrossire. La sentì fremere lievemente, poi chiedergli dopo aver raccolto tutto il suo coraggio: “Ti prego, baciami.” senza lasciarglielo chiedere ancora, aiutandola a voltarsi e baciandola con tutto se stesso mentre l’acqua della pentola traboccava sul piano della cucina.

Uscirono di casa mezz’ora dopo, mano nella mano e felici. Naruto saltellava come un bambino e insistette per prendere la strada più lunga per arrivare alla residenza degli Hyuga. Sapendo di essere riuscita a fargli dimenticare per qualche ora il suo destino, Hinata si sentì ancora una volta forte: non poteva cancellare ciò che sarebbe accaduto, ma se poteva aiutare a dimenticarlo per un po’ avrebbe dato la vita per riuscirci.

 

“Sono a casa!”

“Ben rientrata.”

Hiashi la accolse sul ciglio della verandina, i piedi scalzi e ciascuna mano infilata nella manica opposta del suo kimono. Hinata lo salutò con un lieve inchino, attese che lui si avviasse e lo seguì verso la stanza che conteneva tutti i documenti riguardanti il clan che stava esaminando da qualche mese. Erano ancora nel corridoio quando Hiashi le chiese improvvisamente: “Sei stata da Naruto Uzumaki?”
Sempre meno imbarazzata rispetto all’ultima volta in cui suo padre le aveva posto quella domanda, Hinata rispose: “Sì.” quasi senza balbettare. Suo padre le rivolgeva spesso quella domanda da quando gli aveva parlato di Naruto.

L’uomo aprì la porta scorrevole senza dire nulla ed entrò. I documenti che avevano lasciato il giorno prima sul tavolo erano ancora lì nella stessa posizione. Hinata si sedette e, piena di forza di volontà, si apprestò a scoprire ancora i segreti più nascosti del clan, osservata da suo padre che, inginocchiato alle sue spalle poco lontano, la vegliava in silenzio.

Passò un’ora, forse un’ora e mezzo e la sua voce riempì per la prima volta la stanza.

“Quando avete intenzione di sposarvi?”

Sorpresa da quella domanda così repentina, Hinata non poté fare a meno di agitarsi. Sollevò lentamente la testa dai documenti che stava esaminando e si voltò verso suo padre.

“Io… Non saprei…” confessò, quasi mordendosi la lingua per il nervosismo “Forse… Forse non ci sposeremo affatto.”

“Perché?”

Hiashi la guardò, le sopracciglia aggrottate, facendola sentire ancora più in colpa: non aveva mai parlato a suo padre del destino di Naruto, timorosa di non avere la sua approvazione, e le sembrava di tradirlo ogni volta che incontrava il suo sguardo continuando a tacere. Lui non voleva che il suo bene e il bene del clan, e Hinata era consapevole che, quando Naruto sarebbe morto, raggiungere entrambi quegli obiettivi sarebbe stato davvero difficile. Si sentiva gli occhi lucidi. Cercò di  tirare su con il naso di nascosto per reprimere le lacrime.

“Rispondimi, Hinata.”

Che senso aveva continuare a mentire? Ancora qualche mese e tutto sarebbe stato di dominio pubblico.

“Naruto… Naruto morirà tra due mesi ed una settimana.” disse a voce bassissima, ricominciando per l’ennesima volta il conto dei giorni che li separavano da quell’avvenimento, avendo voglia di piangere. Abbassò la testa per non cedere a quel desiderio.

“Che significa?” le chiese Hiashi con voce turbata.

“E’ a causa della volpe a nove code che è dentro di lui… Non so altro.”

Hinata si portò le mani al volto, certa di essere stata scoperta. Hiashi si mosse sul cuscino, combattuto tra la volontà di allungare una mano verso sua figlia  per consolarla e quella di maledire quell’Uzumaki che non aveva fatto altro che portare scompiglio nelle loro vite, ma l’abitudine ebbe la meglio e non si mosse di un centimetro, pronto ad essere ancora una volta autoritario come un capoclan doveva essere.

“La prossima settimana voglio che Naruto Uzumaki e il quarto Hokage si rechino da noi per il sansankudo.” ordinò, poi uscì dalla stanza a passo di marcia. Incredula, Hinata sollevò lo sguardo di scatto, ma suo padre non c’era già più. Si sentiva tremare per l’emozione.

 

Hey there Delilah
Don't you worry about the distance
I'm right there if you get lonely
Give this song another listen
Close your eyes
Listen to my voice, it's my disguise
I'm by your side

 

(Hey there Delilah – Plain White T’s)

 

 

 

 

 

 

 

Note dopo la lettura:
Il momento dell’incontro tra Minato e Hinata avrei voluto vederlo sviluppato direttamente da Kishimoto, ed in un altro modo. *fangirl inguaribile XD* Spero che quello descritto da me vada bene comunque. ^^

In questo capitolo ho cominciato ad affrontare il rapporto padre-figlio tra Naruto e Minato, oltre a quello Hiashi-Hinata, ma questo tema continuerà ad evolversi anche nei prossimi capitoli.

 

Risposte alle recensioni

angelikawhite: Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti! Alcuni dei tuoi dubbi dovrebbero già essersi chiariti con questo capitolo, per gli altri… Beh, spero che continuerai a seguire questa fic per saperne di più! ;) Grazie mille per la recensione!

 

Mokochan: Arigato gozaimasu per i banner (bellissimi! *O*) e per i complimenti, mi fai arrossire! Attendo fiduciosa l’altra edizione del contest e quelle “speciali”, sperando che quest’anno sia la volta buona! Grazie mille per aver riportato il giudizio! ^^

 

Rinalamisteriosa: Ah, sono contentissima del fatto che già questo capitolo ti abbia catturata! *O*Per Naruto non posso dirti di più, perché sarà la storia stessa a parlare per me, quindi spero che continuerai a seguirla con questo entusiasmo. Grazie mille per la recensione, ti abbraccio! <3

 

Yume_no_Namida: Sono contentissima che questa fic ti sia piaciuta in tutto e per tutto, perché spero sempre di migliorare con il passare del tempo, e sapere di esserci riuscita mi rende orgogliosa! ^^ Stalkerami pure quando vuoi, la mia fic è qui! <3 Grazie mille per aver riportato il giudizio! ^^

 

Urdi: Ciao! ^^ Prima di tutto, ti ringrazio davvero di cuore per aver espresso così sinceramente il tuo parere. Rileggendo questo capitolo, non posso che concordare con te per quanto riguarda il fatto che la scena della dichiarazione sia frettolosa, e questo dipende in parte da ciò che tu stessa hai detto (io, da buona fangirl, credo che i sentimenti di Naruto e Hinata siano già spiegati nel manga XD), dall’altra parte dal fatto che io odio scrivere scene del genere, perché non me ne sento capace. XD Nonostante questo, dato il background della fic,  doveva per forza esserci un incontro-scontro tra i due, e quella che hai letto mi era sembrata la soluzione migliore, anche se non brilla di originalità. Sono contenta che, nonostante l’inizio non ti abbia entusiasmata, lo stile di narrazione sia stato di tuo gradimento, e spero davvero che avrai voglia di continuare a seguire questa fic per dirmi se la situazione migliorerà (spero!), anche se il pair non è tra i tuoi preferiti . ^^ Prima che lo dimentichi, grazie mille per i complimenti alla mia fic “Ventagli”, mi rendi felicissima! **
Davvero mille grazie e alla prossima! ^^

 


 


   
 
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