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Autore: demilennon    11/09/2013    4 recensioni
"Mi prometti che rimarrai con me fino all'ultimo giorno della mia vita? E ,che ogni volta che ti farò del male,mi perdonerai? Ma soprattutto mi prometti che mi amerai ogni minuto della tua vita come farò io?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In spite of all the danger
 
 Io e George corremmo così veloci che in meno di 5 minuti arrivammo a Mendips. L’unico inconveniente fu che alla fine avevamo entrambi il fiatone e un dolore lacerante alla milza.

La prima cosa che notai fu che in strada c’era un gran frastuono creato sia dalle auto della polizia che dai curiosi, i quali erano accorsi per verificare cosa fosse successo; del resto quello era un quartiere tranquillo nel quale non succedeva mai niente, motivo per il quale lo stupore fu davvero molto. Al centro di questo grande caos giaceva il corpo senza vita di Julia, martoriato dall’auto che l’aveva investita. Era incredibile che ancora non fossero arrivati i soccorsi. Dopo poco più di un quarto d’ora venne l’ambulanza, ma sfortunatamente era troppo tardi; se solo fosse giunta prima!

Cercai di scacciare le lacrime. Io dovevo essere forte, forte per lui. Lui. Dov’era John? Vidi Paul, che era seduto su un marciapiede poco vicino alla strada e mi avvicinai.
“E’ morta sotto i suoi occhi, mentre stava attraversando. E nessuno ha potuto fare nulla per evitarlo.” Mi disse piangendo.
Capivo benissimo perché fosse così dispiaciuto. Voleva un gran bene a John e soprattutto sapeva cosa significasse perdere una mamma, ne era stato testimone avendo perso la sua quando aveva appena 14 anni. Ed ora, in un certo senso, aveva  rivissuto quel momento traumatico. Lo strinsi in un abbraccio, sembrava davvero averne bisogno.
 “Dov’è John?” gli chiesi subito dopo.
“Si è chiuso nella sua stanza, non vuole vedere nessuno.”
“Comprensibile..”
 “L’ha presa davvero male.”
 “Vado a parlargli.”
 “Inutile, ha chiuso la porta a chiave e non risponde a nessuno.”
 “Tranquillo, conosco un … Passaggio segreto.”
“Buon per te.” disse accennando un sorriso.

Quel ragazzo era incredibilmente dolce e vero. John non avrebbe mai pianto di fronte ad una ragazza semi-sconosciuta, invece a lui non importava che ci fossi io, doveva piangere perché stava soffrendo e non voleva usare né maschere né mezzi termini.
Il cosiddetto passaggio segreto non era nient’altro che una scala che portava alla finestra di John che lui usava per uscire mentre zia Mimi lo credeva a letto. Fortunatamente la porta era aperta, almeno non sarei stata costretta a bussare e ad aspettare che lui mi aprisse (e soprattutto, chi mi diceva che lo avrebbe fatto?). Entrai nella piccola stanza di John, in cui regnava il caos; infatti questa era sommersa da fogli strappati e fotografie. In un angolo c’era lui piegato in due, con la testa nascosta fra le ginocchia. Probabilmente stava piangendo, o forse le lacrime le aveva già finite tutte. Ecco, quello fu uno dei momenti più difficili della mia vita. Non sapevo cosa fare. Dovevo avvicinarmi e parlargli o aspettare che fosse lui a proferir parola? Alla fine decisi di compiere il primo passo, seppure cautamente. Sapevo benissimo come diventava John quando era arrabbiato: una bestia.

 “John, io… Mi dispiace.” Fu l’unica cosa che riuscii a dire. Solo dopo mi accorsi di quanto fossi stata stupida. Non voleva di certo sentirsi dire le solite cose. E io non mi ero arrampicata su una scala pericolante per dirgli le solite cose. Mi sedetti accanto a lui e restai per un po’ in silenzio, poi gli presi una mano.
“John sappi che io ci sarò sempre. Davvero. Non ti abbandonerò. Io ti voglio un bene dell’anima.”
“Stronzate.” Finalmente parlò, anche se dalla sua bocca non uscirono parole incoraggianti. “Sai cosa mi diceva Julia? Mi diceva Io non ti lascerò più ora che ti ho ritrovato, te lo prometto. E invece ora lei non c’è più, se n’è andata per la seconda volta. CAPISCI?” Mi urlò praticamente in faccia, per poi scoppiare in un pianto liberatorio. Non potei fare a meno di piangere con lui, che mi fissò per un secondo e poi mi abbracciò.
“E’ tutta colpa mia, la avevo invitata io oggi. Se non l’avessi fatto non sarebbe stata investita.”
“Tu non potevi saperlo.”
“Perché sempre a me? Proprio ora che l’avevo ritrovata lei se n’è andata via per sempre.”
 “Se fosse qui ti direbbe di continuare a seguire i tuoi sogni.”
 “Lo farò.”

Quella sera non me la sentii di lasciarlo solo. Mi faceva troppa pena, così parlammo per tutta la notte. Del futuro, del passato, del presente. Solo la mattina seguente realizzai di avere una mamma e un “padre” a casa che probabilmente mi avevano data per dispersa. Fortunatamente George li aveva avvertiti,  così da tranquillizzarli. Quello stesso pomeriggio si tenne il funerale. Era davvero la cosa più triste del mondo vedere dozzine di persone che dicevano di dispiacersi per la morte di una donna che per tutta la vita avevano apostrofato  come “puttana”. Fortunatamente John non sembrò accorgersi di questa ipocrisia, era troppo perso nei suoi pensieri, in quel momento probabilmente avrebbe preferito essere solo con la sua chitarra a strimpellare note.

“Ciao Stella.”
“Ciao Paul.”
 “Come è andata ieri?”
 “Meglio del previsto, sono riuscita a farlo ragionare, almeno sper..”
Non riuscii a concludere quella frase perché John si era buttato su un uomo intorno ai 40 anni e gliele stava dando di santa ragione. Probabilmente doveva essere uno di quelli che si erano finti addolorati per la morte di Julia.

“BRUTTO STRONZO, COME TI PERMETTI DI INSULARLA ORA CHE E’ MORTA? CREDI DI ESSERE MIGLIORE DI LEI? SEI SOLO UNO SPORCO MAIALE!”

No, mi ero sbagliata, era successa una cosa ben peggiore. Paul, George , Pete e altri ragazzi di cui ignoravo l’esistenza provarono a separarli. Alla fine ci riuscirono, peccato per Paul che si prese un pugno in pieno occhio., che la sottoscritta dovette curare.

“Stella mi fai male!”
 “Fammi capire McCartney, vuoi andare in giro con un occhio nero?”
“No, assolutamente.”
Questo era un lato di Paul che non avevo ancora conosciuto. Era vanitoso da far paura. Ora capivo perché John spesso gli desse dell’omosessuale. Beh comunque omosessuale non era visto che ci provò spudoratamente per tutto il tempo.
“Sai Stella non avevo mai notato quanto i tuoi occhi fossero belli.”
“Grazie Paul.”
“E guarda un po’ che bel nasino all’insù”
“Ok, ma se non stai fermo non riesco a medicarti bene.”
Improvvisamente entrò George “McCartney, quando hai finito di leccare il culo a Stella farmi un cenno.”
“Io? Leccare il culo? Ma non è vero, sta zitto moccioso!”
 “9 mesi di differenza. 9 MESI.”
 “Ragazzi vi prego, smettetela di fare i bambini. Piuttosto George, come sta John?”
“Meno incazzato di prima, ma sempre incazzato.”
“Dov’è?”
“Ha detto che andava a fare una passeggiata.”
“Ah… Beh forse è meglio lasciarlo solo. Ora dovrei proprio andare, ciao ragazzi, ci vediamo domani.”

Mi incamminai verso casa, quando per la strada vidi un John ubriaco fradicio che ci provava con una tizia accompagnata da un ragazzo che era anche abbastanza possente. Si stava cacciando nei guai, di nuovo. E chi doveva salvarlo? Io. Di nuovo. Lo tirai fuori da quella imminente rissa a forza e lo trascinai a casa mia, fortunatamente  vuota. Si, ultimamente i miei non c’erano molto.
“Quando smetterai di salvarmi le chiappe Harvey?”
“Quando tu sarai abbastanza responsabile da non creare casini.”
“Da oggi ti chiamerò angelo custode!”
 “Non male come soprannome.”
 John si sdraiò sul divano e iniziò a russare rumorosamente. Beh, era la notte di un giorno duro.


Spazio Autrice :3
Ssssalve :) Scusatemi il ritardo, purtroppo il computer si era rotto... Inutile dirvi che brutti giorni sono stati ç_ç 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci ho davvero messo l'anima per scriverlo.
In ogni caso recensite, recensite, recensite. Vorrei almeno capire cosa ne pensate xD
Vorrei ringraziare in modo particolare @Reb e Ju e @noewalrus  che stanno seguendo la storia.
Al prossimo capitolo :3


 
  
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