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Autore: Luth11    11/09/2013    3 recensioni

« Fuggi? »
« Certo che no. »
Un sorriso divertito increspò le labbra di un ragazzo che si nascondeva nell'ombra.
« Bugiarda. »
Lily sorrise tra se, era vestito da uno dei tre moschettieri, uno dei suoi libri preferiti.
Ma la cosa che la colpì di più fu il tono in cui pronunciò quell'unica parola, 'bugiarda'. C'era solo una punta di divertimento nella sua voce, e stanchezza – come di chi porta un peso e invece vorrebbe solo lasciarlo andare.
Si avvicinò di qualche passo, incuriosita, e per un istante si ritrovò a fissare un paio d'occhi di un colore indefinibile, a metà tra il grigio e un azzurro rubato al mare, così limpidi che sembravano implorare solo d'esser letti.
Sulle labbra della ragazza si dipinse un sorriso.
« La tua storia? »
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dominique Weasley, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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« Lily, sicura di sentirti bene? »

La minore dei Potter sembrò tornare nel mondo dei vivi, incrociando lo sguardo preoccupato di Rose.

« Certo. »

« Certo che no. » si intromise Dominque. « E' anche più intrattabile del solito questa sera. »

« Dom, devo ricordati che non volevo essere coinvolta e voi mi avete obbligata e...»

La cugina la interruppe posandole una mano sulla bocca.

« Non ce la dai a bere, Lilluccia. Tu ci nascondi qualcosa. »

Lily non avrebbe saputo dire se le sue guance presero fuoco per l'assurdo nomignolo usato da Roxanne o perchè, come al solito, le sue cugine avevano indovinato.
Ma questa volta non avrebbe sputato il rospo.

Si alzò di scatto, attraversando la scala ad ampie falcate -per quanto ampie potesse farle uno scricciolo come lei- e sbattendo la porta.

« Sorellina come mai così...»
« James Sirius Potter, se non vuoi ritrovarti privo dell'aggeggio con cui ti porti a letto tutte le oche giulive di questa scuola, taci. » gli sbraitò contro, scappando anche dalla Sala Comune.
« Bella...» concluse il maggiore dei Potter a mezzavoce, l'espressione un po' corrucciata di chi non ci sta capendo assolutamente nulla.

« Avrà le sue cose. » commentò distrattamente Chris Finnigan, dandogli una pacca sulla spalla. « Ora togliti quell'aria da fratello apprensivo e andiamo a sbronzarci. »

« Chissà perchè prevedo molti punti in meno per Grifondoro. » commentò Rose, con un sorrisetto ironico. « Quest'anno avete proprio deciso che la coppa delle case non volete nemmeno vederla. E no, anche noi ragazze possiamo essere nervose senza bisogno che ci sia il ciclo di mezzo. » aggiunse dandogli le spalle e seguendo la cugina oltre il buco del ritratto prima che i due avessero il tempo di replicare. Ma la Grifondoro era già sparita.

Il problema era che Lily Potter aveva una profonda e radicata avversione per le questioni di cuore. Fin ora i sintomi avevano variato tra i simulati conati di vomito ogni volta che una delle sue cugine ardiva toccare l'argomento in sua presenza, i 'che chifo' con cui da piccola additava le coppiette per strada e le smorfie disgustate in cui si profondeva ogni quattordici febbraio.

« Dannazione Potter, voi ragazze dovreste sguazzarci in queste cose melense. Tu invece sei peggio di un maschio. » aveva commentato anni prima Andrew Nott, migliore amico di Albus Potter nonché l'unica Serpe che forse Lily potesse sopportare. Forse. Inutile dire che in quell'occasione di beccò un pugno nello stomaco che di femminile non aveva davvero nulla.

Ma a questo poteva sopravvivere.

Fare i conti con una sua possibile -improbabile, si corresse, molto improbabile - cotta, era tutto un altro discorso. Un discorso che in effetti, non voleva affrontare.

« Lily, cara, un giorno smetterai di fare il maschiaccio e ti renderai conto di essere una ragazza. »

« Si, e quel giorno Voldemort uscirà dalla tomba con una tutina rosa aderente, sbandierando il cartello 'free hugs' »

« Vedrai, un giorno ti piacerà qualcuno. »

« Nonna io non voglio un ragazzo, voglio solo le mie cioccorane. »

« Oh, cambierai idea tesoro. »

« Mai e poi mai. » protestava la piccola Lily, gonfiando il petto, fiera del 'maschiaccio' che era.

All'idea che esistesse anche solo la remota possibilità per cui sua nonna avrebbe avuto ragione sentì la cena agitarsi pericolosamente nel suo stomaco.

Porco Salazar.

Avrebbe ucciso Rose, Roxanne e Dominque. Era tutta colpa loro e delle loro menti deviate se ora si trovava in quella situazione. E poi avrebbe provveduto a liberarsi anche del misterioso ragazzo mascherato, tanto per risolvere il problema alla radice.

-Più che ucciderlo direi che tu vorresti baciarlo- suggerì un angolino della sua mente.

Un momento, da quando la sua coscienza aveva la voce di Roxanne Weasley?

Improvvisamente il muro di fronte a lei le apparse sotto una nuova luce. Forse se lo avrebbe preso a capocciate la rotella che doveva essere saltata nel suo cervello sarebbe tornata al proprio posto.

 

Intanto Scorpius Malfoy camminava su e giù per la sua stanza, e se qualcuno l'avrebbe visto forse avrebbe osato definirlo nervoso. Per poi essere incenerito e così finire i suoi giorni, molto probabilmente.

« Noi Malfoy non proviamo sentimenti, non abbiamo i geni adatti. »

Eppure quella sera Scorpius era inquieto. E anche se non lo avrebbe mai ammesso, conosceva perfettamente il motivo. Ne aveva studiato con minuziosa precisione ogni dettaglio del viso celato, ogni sfumatura dei capelli e degl'occhi, ogni gesto. E con ancora più attenzione -curiosità e timore- ne aveva sondato l'animo. Aveva letto e si era lasciato leggere, dietro quelle maschere. Aveva imparato a conoscerla, e scoprirla, come non aveva mai fatto -perchè con quella maschera non era più Scorpius Hyperion Malfoy, era solo un ragazzo con una vita che non sapeva dove stava andando ne dove voleva andare, due occhi grigi e diciassette anni- eppure c'era ancora una cosa di lei che continuava a sfuggirgli. Il suo nome. Chi era, una volta spogliata del elegante vestito da cigno nero?

Deglutì a vuoto quando quel pensiero abbandonò la sfumatura metaforica e nella sua immaginazione si disegnarono le linee morbide di quel corpo pallido, celato solo dalla penombra morbida della sua stanza.

E se non arrossì in quel momento le sue guance rischiarono seriamente di assumere una qualche sfumatura di colore – non si sapeva esattamente quale dato che, fino a quel momento, nessun Malfoy a memoria d'uomo era mai stato visto arrossire- quando si scontrò con i suoi occhi marroni. Ecco, scontrarsi era il verbo giusto. Loro non si erano incontrati, loro si erano scontrati. E ora stavano precipitando. Poteva quasi sentire il senso di caduta nello stomaco e qualcosa di simile alle vertigini mentre infilava le dita tra i suoi capelli, liberandoli dall'acconciatura e lasciandoglieli ricadere sulle spalle, lambendole con le labbra la pelle chiara che fremeva sotto il suo tocco. Non la baciava, si limitava a sfiorarla disegnando una strada dalla clavicola alle labbra, fermandosi per guardarla prima di rubarle quel bacio, quasi volesse chiederle il permesso, lui che ordinava, pretendeva e otteneva ogni cosa. E invece la guardava, con i polmoni troppo pieni del suo profumo – mare, notte e cioccolata- e l'ombra di un sorriso sul volto.

Lei se ne stava immobile, gli occhi che non lasciavano quelli di Scorpius mentre lo trafiggevano e aspettavano. Poi furono anche le labbra a scontrarsi, incontrarsi, cercarsi, trovarsi forse, tra la bocca che Lily non ricordava nemmeno di aver schiuso e i morsi che Scorpius vi lasciava, lenendoli con altri baci, come combattuto da quel qualcosa improvviso che gli bruciava dentro e la paura di farle troppo male. Perchè anche senza nomi avevano imparato a conoscersi in quei sei mesi di domande e incontri di una notte dietro maschere che sembravano sempre più pesanti, e lo sapevano che si sarebbero sempre fatti male prima che bene, e forse si sarebbero uccisi, e si stavano già distruggendo e salvando.

Ci avevano provato a stare lontani, ma le mani continuavano a tendersi verso l'altro, le dita a stringersi, ed ogni volta erano brividi, e con la fine dell'anno, con la fine dei balli sentivano che anche il loro tempo stava per finire, perchè chi erano non se lo sarebbero mai detto, ma anche 'addio' non sembrava così facile pronunciare. Così si stringevano per non parlare, ed era un 'non andartene' quello nelle mani di Scorpius che le stringevano i fianchi troppo magri, un 'restiamo' le carezze incerte e un po' tremanti con cui Lily scopriva quel corpo dalla pelle così fredda, e quei baci famelici e disperati, come se già si mancassero, urlavano 'forse ti amo, ma mi spaventa a morte, mi spaventi a morte, vorrei correre via e allo stesso tempo portarti con me, mi stai facendo impazzire, capisci?'

Era lasciarsi e perdersi.

E si chiedevano a cosa servisse trovarsi, se poi bisognava lasciarsi andare.

 

 

 

 

« Ma era solo uno scherzo innocente. »

« Niente ma Potter, lei è in punizione. »

Ghigno soddisfatto in zona Malfoy.

Sguardo omicida sul fronte Potter.

« Anzi, entrambi siete in punizione. »

Ecco, ci mancava solo quella stramaledetta punizione. Con la Potter poi. Come se non avesse già abbastanza cose a cui pensare. Bhè, in realtà aveva una sola cosa a cui pensare, un certo bacio dato a una certa, dannatissima, ragazza che, ne era certo, lo avrebbe fatto rinchiudere al riparto psichiatrico del San Mungo. Erano passati cinque giorni maledizione. Avrebbe anche potuto farsi viva, lui di certo non avrebbe mosso un dito, aveva già fatto abbastanza, il suo orgoglio esigeva vendetta. Ora toccava a lei. C'era sempre il piccolo, insignificante problemino per cui lei non sapeva che lui era lui, ma era il suo turno, le sarebbe toccato aggirare anche quell'ostacolo, una bazzecola infondo per una vera strega. Avrebbe potuto somministrare veritasserum a tutta la scuola finchè non lo avrebbe scoperto per esempio. Poi magari si sarebbe procurata un allegro biglietto per Azkaban, ma anche questo era un dettaglio superfluo. Soddisfatto dal suo ragionamento, prese la borsa carica di libri e si avviò a passo sicuro verso i sotterranei. Esalò un sospiro esasperato nel constatare che, come al solito, la Piattola-Potter era un ritardo. Ma si prese la sua piccola rivincita quando la vede impallidire e sbarrare gli occhi leggendo la lista di ingredienti per la pozione che dovevano preparare insieme. Perfino una frana in Pozioni come lei l'aveva riconosciuta. Amortentia. Insieme. E tutto perchè Lily aveva accidentalmente scambiato gli ingredienti nelle boccette di Scorpius, ottenendo come risultato una splendida esplosione della sua pozione e il ricovero in infermeria per un intero giorno della nefasta Serpe. Purtroppo Lumacorno non aveva saputo apprezzare niente di tutto ciò, ma l'Amortentia, insieme, le sembrava una punizione ingiusta e perfida e vendicativa e, Santo Godric, non esisteva qualche tribunale a cui appellarsi? La convenzione di Ginevra? L'ufficio misteri? Insomma, non poteva preparare l'Amortentia con Scoprius Hyperion Malfoy. Dire che si sarebbe vendicato con qualche tiro mancino era decisamente riduttivo. Sarebbe stata l'apocalisse. Come minimo, entro la serata, si sarebbe ritrovata completamente rimbambita a fare la svenevole, vomitevole asina giuliva con qual idiota pieno di se di Mclaggen, o Tiger jr o peggio, Lumacorno stesso. Ma infondo poteva sempre ucciderlo prima. O meglio, ucciderli entrambi. Quasi si lasciò sfuggire una risata da pazza omicida a quella prospettiva. Non sapeva che in realtà con quella trovata il vecchio professore di Pozioni non stava cercando di stroncare la sua giovane vita, bensì di far nascere un giovane amore. Ora voi penserete: “ Scorpius Malfoy e Lily Potter? Quest'uomo è matto da legare!” ma la verità è che, molti anni prima, Lumacorno aveva sperato di vedere insieme un'altra Girfondoro e un altro Serpeverde. E d'altra parte chi, se non lui che era più romantico di una ragazzina alla prima cotta, avrebbe potuto scommettere sull'amore di Lily Evan e Severus Piton?

Lily e Scorpius, in questo senso, erano un po' la sua rivincita.

Non sapeva quanto ci avesse visto giusto.

 

« In senso antiorario Potter! Dannazione, cosa c'è di difficile nel seguire le istruzioni? » le urlò contro uno Scorpius che stava invocando la calma al suo intero albero genealogico. Si potevano quasi cogliere i nomi pronunciati a fior di labbra: “Padre, prega per me, Salazar, abbi pietà, Lucius Malfoy, salvami tu, Abraxas Malfoy, dammi la forza, Septiums Malfoy fa che finisca presto”

« Se tu la smettessi di aggredirmi non ci sarebbero problemi. » ribatté, caparbia, Lily.

« Oh, quindi ora incolpi me della tua deficienza? »

« Ma vaffanculo! »

« Sempre così fine ed elegante, mia cara Grifondiota. »

E a questo punto l'esigua pazienza di Lily svaporò del tutto, e uno schiaffo colpì in pieno il collo del ragazzo, che perse l'equilibro, rischiando un bagno nella pozione ancora fumante. Per sua fortuna riuscì ad aggrapparsi al bordo del banco, il volto a pochi centimetri dal liquido ribollente e i polmoni carichi dei fumi rosati che fino a quel momento aveva accuratamente evitato di respirare. Mare, notte e cioccolata.

Ecco, ora era davvero finito.

E intanto la Potter se la rideva amabilmente. Scorpius pensò che sarebbe stato poco galante non ricambiare il favore, così la afferrò saldamente per le spalle, cercando di affogarla nel calderone, ma Lily doveva aver intuito le sue intenzioni, perchè si gettò di lato, trascinandoselo dietro.

« Ma cosa diavolo...» le parole gli morirono in bocca quando andarono a sbattere contro il pavimento freddo dei sotterranei e lui le rovinò a dosso, e per la seconda volta inspirò il profumo della ragazza mascherata – mare, notte e cioccolata-

Si alzò come se la ragazza l'avesse bruciato, di scatto, e con movimenti altrettanto bruschi ricacciò tutto dentro la borsa, battendo in una lenta e studiata ritirata verso la porta, ma non fu abbastanza rapido. I suoi occhi ebbero il tempo di sovrapporre l'immagine del cigno nero con la ragazza che gli stava davanti, puntellata sui gomiti, i capelli rossi e resi ancora più crespi dalla pozione che le incorniciavano il viso ovale dalla linea sfuggente, gli zigomi leggermente alti, le spalle minute, le mani piccole, da bambina. E mentre fuggiva via Scorpius immaginava le sue lentiggini nascoste dalla maschera nera, quel vestito a fasciare la sua vita sottile e, dannazione, avrebbe potuto essere lei.

Avrebbe potuto, ma non era, continuava a ripetersi.

Non poteva essere Lily Potter.

Non poteva aver baciato Lily Potter. A quest'ultimo pensiero gli sembrò di sentire il coro di indignate proteste che i suoi avi levavano dalle tombe mentre il suo stomaco si contorceva in qualche salto mortale.

Già gli andava poco a genio, per non dire che detestava, l'idea di poter ipotizzare che forse provava qualcosa per la ragazza del ballo, e già così sarebbe stata una catastrofe. Ma se le ragazza era davvero Lily Potter poteva anche chiedere una pala e andarsi a scavare la fossa, o buttarsi nel lago nero, o nel Tamigi, o dalla torre di Astronomia. Ecco, forse l'ultimo era un modo abbastanza teatrale per porre fine alla sua esistenza. La sua unica speranza di salvezza a questo punto era pregare tutti i Serpeverde della storia, da Salazar a suo padre, di non aver davvero baciato la Potter. Lily Potter. Lily Luna Potter.

Era già morto.

 

-

 

« Grazia, Graziella e Grazie al cazzo, aria. »

Scorpius si voltò ai toni soavi della sua migliore amica, nonché cugina, Juliett Nott.

Nonostante l'aria innocente conferita dai grandi occhi chiari, i lunghi capelli biondi e un fisico da scricciolo, la fama della secondogenita di Theodore Nott e Daphne Grengass era rinomata, e le tre Serpi che stavano cercando di ingraziarsi i favori, e forse non solo quelli, del giovane Malfoy sparirono nemmeno avessero appena assistito all'apparizione di Medusa.

Juliett prese il loro posto accanto al cugino con una noncuranza invidiabile, tradita solo da un vago sorriso soddisfatto che le aleggiava sulle labbra.

« Spiegami perchè stai considerando il suicidio. » esordì con l'aria di chi sta parlando del tempo.

Scorpius assunse l'aria di un condannato a morte, abbandonandosi sul divano nero.

« Ricordi la ragazza del ballo? »

« Quella che ti sei slinguazzato per tutta la sera? »

« Ju, maledizione, sei una ragazza! »

« E tu una femminucia. Comunque stavo solo ricapitolando i fatti, continua. »

Altra smorfia di sofferenza di Scorpius, che chiuse gli occhi e tirò un lungo sospiro prima di esalare, a bassissima voce: « Potrebbe, forse, essere la Potter. »

« Lily Potter? » urlò incredula, mordendo subito dopo la mano che Scorpius le aveva messo sulla bocca. « La ragazza con cui vi siete dichiarati guerra da, uhm, il primo istante in cui vi siete visti? » chiese con aria angelica.

« Proprio lei. » confermò il cugino, in tono funereo.

« Bhe, ma non sei ancora certo che sia lei. Mentri sceglievi come darti la morte, hai pensato di toglierle la maschera durante il prossimo ballo, e poi decidere o meno se diventare la cena della piovra gigante? »

Scorpius si limitò a mugugnare.

« Allora è deciso. Al prossimo ballo, che sarà anche l'ultimo, farò in modo che tu sia bellissimo e che lei, in bene o male, non potrà dimenticarsi di te. »

« Ju, così non sei incoraggiante. »

« E io che pensavo avresti detto 'io sono già bellissiomo'. »

« Lo sai che ti odio? »

« Bugiardo. Non potresti mai. Tutti mi amano. » ribatté lei con candore.  

 

 

Note dell'autrice:
Sono ancora viva!
E lo so che vi ho fatto aspettare mesi ma, uhm, impegni imprologabili :')
Amate Juliett con me *w*
Un pandistelle a tutte le ragazze che hanno recensito e a chi mi legge ancora tra scleri e sparizioni.
Lù.

 

  
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