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Autore: KindOfMadness    11/09/2013    1 recensioni
Ho sempre detestato la quotidianità, ma qualcosa rese la mia vita un po' meno noiosa tra tutte quelle villette ben curate di Franklin.
Lo odiavo, era così arrogante.
Ma con che gente si frequentava Jeremy? Di poche cose ero sicura nella mia vita, una di queste era che non gli avrei mai rivolto la parola, tantomeno uno sguardo o peggio, un sorriso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayley Williams, Jeremy Davis, Josh Farro, Taylor York, Zac Farro
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER 5

Quel pomeriggio decisi che l'unica cosa che mi andava di fare fu suonare e cantare, fui costretta a fare il possibile per scordare quel Josh.
Appena tornai a casa "Hei mamma" urlai, di solito ricambiava sempre, ma quella volta non fu così. Girai per la casa per cercarla, ma al posto suo trovai un foglio bianco sul tavlo scritto a penna blu "Tesoro sono dovuta correre a lavoro perchè mi hanno avvisato all'ultimo. Tutto quello che ti serve è in frigo. Un bacio" sorrisi al solo pensiero di mamma che correva avanti e indietro per andare a lavoro il più in fretta possibile.
Presi qualcosa a caso dal frigo e lo infilai dentro due fette di pane che tirai fuori dalla busta di carta scura, pranzai veloce, come sempre quando ero a casa da sola, e accesi la tv; dopo che cambiai continuamente canali mi resi conto che non c'era niente di speciale, salii al piano di sopra e tirai fuori dalla custodia la mia vecchia chitarra. Quella blu scuro che mio zio mi regalò prima di andarsene l'estate prima.
Serrai ogni finestra che avevo in casa, nessuno avrebbe dovuto sentirmi, tantomeno i passanti e suonai. Non suonai niente di definito a parte due canzoni, sunday bloody sunday e use somebody. Il resto era solo qualche accordo per sgranchire le dita, misto a qualche vocalizzo. 

Mi era da sempre pesato il fatto che nessuno sapesse che cantavo, ovviamente nessuo tranne Josh e Jeremy adesso, perchè ho sempre dovuto aspettare quello che definivo "il momento giusto" per cantare, cioè appena mamma mi lasciava sola a casa e non c'era nessuno attorno a me.
Mi ricordo che una volta provai a cantare davanti a Jeremy dopo una buona mezz'ora di suppliche da parte sua, ma tutto quello mi uscì fu uno strano verso e nessuna parola.
La paura si annodava in gola e non permetteva alla voce di uscire.

                                                                                                                          *

"Hayls? stasera ti passo a prendere per le 21! X Jer"
"Hei Jer! perfetto, siamo in macchina?"
"Certo, ti porto in un bel posto a Nashville! a stasera xx"
"A stasera jer :)"


Adoravo Jeremy, anche se avevo pochi amici, lui era come se valesse cinque. Quel periodo fece di tutto pe rfarmi dimenticare di tutto il resto, di papà che se ne andò, di Josh che entrò nella mia testa e non voleva andarsene e mi innvervosiva e basta. 
Avrei dovuto ringraziarlo fino alla fine della mia esistenza, credo.

                                                                                                                         *

"Mamma sto uscendo con Jer, andiamo a Nashville!" le urlai, lei chiuse l'acqua del lavandino della cucina, si asciugò le mani e venne nell'entrata "Tornate assieme?" mi chiese, tutta sorridente. "Mamma so che adori Jeremy, lo adoro anche io, ma non stiamo fatti per stare assieme! Ok? consideralo tipo mio fratello!" le dissi, tirandole una leggera pacca sulla spalla. Lei rise e annuì "A che ora torni?" mi chiese "Non dovrei tornare tardi, a dopo" le dissi, terminando il discorso sbattendole la porta in faccia.
Poverina.
Jer era lì che mi aspettava, con un braccio appoggiato al finestrino nella sua cinquecento vecchia blu scuro. "Heilà" mi disse tutto sorridente "Ciao Jer" gli dissi, avvicinandomi alle sue guance per dargli due baci. Mise in moto la macchina e partimmo, accesi lo stereo e misi un unica stazione Radio.
Come sempre non esitammo a cantare a squarcia gola come due amici di vecchia data, ridendo di noi stessi sulle note delle canzoni che i dj mandavano in radio. 
"Sai, credo che dovresti farti sentire." mi disse Jer, diventando serio all'improvviso. Spostai velocemente lo sguardo verso il basso. "Lo crede anche josh." aggiunse lui, non avendo idea della reazione che avrei potuto avere a quelle parole. "Smettetela di parlare di me, voi due! Mi mettete ansia!" risposi io, cambiando totalmente discorso. "Hayley. Non cambiare discorso, lo sai cosa intendo." disse lui. "Ma poi proprio lui lo dice, vero? Quello che va a suonare a tarda sera in un parco deserto in mezzo agli alberi, dove nessuno lo sente. Certo che ha una bella faccia tosta!" dissi, quasi tutto d'un fiato.
Jeremy aveva lo sguardo tra il divertito e il sorpreso. "Che c'è?" gli dissi, guardandolo. "Niente, ne parleremo tra un mese. Ti do soltanto un mese." disse lui, divertito. "Un mese per cosa?" "Hayls, io sono convitno che tu e Josh potreste andare molto d'accordo. E' solo che non riuscite ancora a prendervi nel verso giusto. E vi do ancora un mese, anche di meno; in realtà potrebbe spuntare quando meno te lo aspetti!" disse, "Jer?" dissi, quasi spaventata. Lui non rispose.

Arrivammo a Nashville, posteggiò la macchina davanti ad uno di quei locali vecchia scuola; scendemmo ed entrammo nel locale. Non era poi così buio, le luci erano molto soffuse e l'atmosfera mi piaceva. Si respirava aria di musica, c'erano gli U2 nelle casse e questo non faceva altro che farmi piacere ancora di più quel locale.

"Ciao Jer" sentii una voce provenire dal fianco, probabilmente la riconobbi subito. "oh mio dio." sussurrai; "Williams." disse lui, girandosi verso di me e facendo solo un cenno con la testa. "Farro" risposi, imitando la sua voce, provocando in lui quello sguardo divertito che mi faceva salire i nervi. 
"Hei Jer!" disse un ragazzo, accanto a Josh "Zac!" disse Jer, stringendogli potentemente la mano. "Piacere io sono Zac Farro!" disse, porgendomi la sua mano, io la strinsi "Piacere Hayley!" dissi,sorridendogli, "Aspetta... Farro? siete parenti?" dissi io, spalancando gli occhi "E' mio fratello" disse Josh, restando impassibile "La mamma deve aver insegnato l'educazione solo ad uno dei due, ora si spiega tutto!" risposi, guardando Josh con l'espressione più accigliata che potessi adottare.
Jeremy era al mio fianco che continuava a ridere, dopo di che mi invitò a seguirlo fino al tavolo e così fecero anche i fratelli Farro.

  
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