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Autore: Jadis96    12/09/2013    1 recensioni
"I vecchi presidi di Hogwarts osservano con severità, e talvolta con genuina allegria, chiunque entri dalla scala a spirale. Sono loro che spaventano gli studenti anche più del preside in carne ed ossa.
Alcune notti, quando il cielo è particolarmente chiaro, segno che l’estate è alle porte, l’atmosfera diventa allegra e spensierata. I presidi raccontano i migliori aneddoti della loro vita terrena e si scambiano opinioni e pareri..."
One-shot incentrata sui ritratti nello studio del Preside di Hogwarts, sui loro discorsi e il rapporto che li lega.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve a tutti, cari lettori. Ecco una one-shot semplice e breve sulla “vita” dei ritratti nello studio del Preside. Spero che vi piaccia.
 
Tra tutti i luoghi strani e misteriosi che un visitatore, qualora sia munito di curiosità e di una buona dose di sconsideratezza, potrebbe trovare a Hogwarts, nessuno è più singolare dell’Ufficio del Preside. Luogo temuto e rispettato da tutti gli studenti, nonché unico a non avere incisioni e graffiti su nessuna delle pareti dei corridoi circostanti.
Ma l’elemento più suggestivo, quello capace di intimidire qualsiasi studente che si trovi lì per motivi disciplinari, sono i quadri alla parete.
I vecchi presidi di Hogwarts osservano con severità, e talvolta con una genuina allegria, chiunque entri dalla scala a spirale. Sono loro che spaventano gli studenti anche più del preside in carne ed ossa. Ma ciò che i giovani maghi non sanno è che il momento preferito di quelle facce austere è la notte, quando l’unica fonte di luce è il pallido chiarore della luna.
Alcune notti, quando il cielo è particolarmente chiaro, segno che l’estate è alle porte, l’atmosfera diventa allegra e spensierata. I presidi raccontano i migliori aneddoti della loro vita terrena e si scambiano opinioni e pareri, gli stessi di quando erano in vita.
A volte stanno semplicemente in silenzio. Un osservatore esterno direbbe che stanno pensando, ma i ritratti non possono pensare. Sono solo ombre, brandelli di coscienza intrappolati sulla tela. Si comportano come si sono sempre comportati e non avvertono lo scorrere del tempo. I ritratti non hanno niente, fuorché il loro passato e la presenza gli uni degli altri.
Spesso coloro che li conoscevano in vita si meravigliano di come possano andare d’accordo pur essendo persone così diverse. Non sanno che, potendo guardare solo al passato e ai propri errori, essere in compagnia di persone che hanno fatto gli stessi errori, meglio ancora se in misura maggiore, è un ottimo conforto per loro.
A volte i ritratti discutono degli avvenimenti presenti, di come le vecchie regole e abitudini della scuola vanno lentamente modificandosi, e non mancano di ricordare al preside attualmente in carica di andarci piano con i cambiamenti.
Il rapporto tra il preside e i ritratti è sempre pieno di alti e bassi. Egli sa che loro osservano ogni suo gesto e inevitabilmente si sente giudicato. Deve inoltre essere dotato di un solidissimo autocontrollo per non rispondere ai commenti taglienti che gli sono rivolti più volte al giorno. Di tanto in tanto qualcuno di loro si rivela persino costruttivo, ma non così spesso come il preside vorrebbe.
Nonostante ciò, in situazioni pericolose la presenza dei ritratti si è sempre rivelata utile ed efficiente. La loro lealtà è vincolata al bene di Hogwarts ed essi agiscono di conseguenza.
 
Una notte la maggior pare dei ritratti era impegnata in un’accesa discussione su quale Casa avesse vinto il maggior numero di partite di Quidditch. Il ritratto di Albus Silente aveva dapprima giudicato quell’argomento di conversazione banale e infruttuoso, ma poco dopo si era unito ai sostenitori di Grifondoro. Proprio mentre cominciava a chiedersi perché nessuno avesse mai pensato di redigere una lista ufficiale dei vincitori di ogni campionato scolastico, notò qualcosa. Il ritratto di Severus Piton, situato poco distante dal suo, non solo non si era unito alla discussione, ma non aveva per nulla proferito parola.
Albus si affacciò alla sua cornice. << Non trovi che il nostro argomento di conversazione sia degno della tua attenzione? >>, chiese con voce scherzosa.
Severus gli rivolse un’occhiata gelida. << Stavo solo riflettendo >>, rispose con il suo tono abituale, privo di emozioni.
Albus capì che il suo collega non aveva voglia di parlare di Quidditch, né tantomeno di parlare con lui. Rassegnato, tornò nel suo ritratto.
Severus sorrise debolmente. In realtà stava pensando solo una cosa: che era bello stare lì. Scoprì che gli piaceva ascoltare le conversazioni e i piccoli litigi degli altri presidi, degli uomini che l’avevano osservato dall’alto durante il suo breve periodo in carica, facendolo sentire totalmente inadeguato al ruolo. Scoprì che la loro compagnia era più gradevole di quando era ancora in vita.
E inoltre, aggiunse, la Casa che ha vinto più campionati di Quidditch è Serpeverde. Su questo non ci sono dubbi.

 

 

 

 


 
   
 
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