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Autore: VasHappeningMum    12/09/2013    2 recensioni
"Lou,ti prego,non andare via".
"Piccola lo vorrei tanto ma sapevamo entrambi che questo giorno sarebbe arrivato".
"Sì,è vero lo sapevamo..Solo che non credevo così presto". Una lacrima le rigò il viso,non era ancora pronta a dirgli addio. Lui era l'unico ragazzo che le aveva fatto battere il cuore,l'unico per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa e il pensiero che non lo avrebbe più rivisto a uccideva.
"Ascoltami Jess,tu sei più forte di tutto questo e supererai questa orribile situazione. Ti innamorerai di un altro e tutto andrà bene. Devi farlo Jess,ti prego.." Le asciugò le lacrime che però continuavano a scendere,forse ancora più numerose dopo le sue parole.
"No Lou,non puoi chiedermi questo. Noi abbiamo un -altro mondo- noi siamo unici,io amo te e voglio amare solo te"
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                         Che la partita abbia inizio



Era Niall, aveva provato anche a chiamarmi ma troppo presa da facebook e dagli Ed non lo avevo sentito.

"Ei Jessica, domani alle tre ci sarà la partita di football. Giochiamo contro la "Webster school" e vorremmo il supporto di più persone possibili! xx"

Beh, forse andare a quella partita non sarebbe stata una cattiva idea il problema era solo uno: Emily come l'avrebbe presa?
Conoscendola si sarebbe infuriata tanto da rendermi la vita un inferno, più di come già stava cercando di fare e la cosa brutta è che ci stava anche riuscendo piuttosto bene...

Verso le nove mi preparai un panino, ripetetti Chimica per un'ultima volta e mi feci cullare dal vento che veniva dalla finestra.
Il letto era comodissimo eppure non riuscivo a prendere sonno, troppi pensieri mi frullavano nella testa.
Niall, Ed, Emily... era tutto così confuso e complicato ed in più ci si aggiungeva anche mio padre!
Mi sarebbe piaciuto molto vedere New York ma non con lui, non con un uomo che mi ha abbandonata e non mi ha cercata per otto anni!
Andare a New York con un ragazzo era sempre stato il mio sogno nel cassetto, passare sotto la statua della libertà con lui, gironzolare la notte per le strade affollate mano nella mano... Ma purtroppo la vita non è come vorremmo, è solo un ammasso di emozioni incontrollabili.

***

"Porca miseria Jessica! Dovevi essere a scuola cinque minuti fa, muoviti!"
Mi alzai di soprassalto senza rendermi subito conto di aver dormito troppo.
Mi preparai più in fretta che mai, presi una matita nera da occhi, una mela e la borsa ed uscii velocemente di casa.
Cominciai a correre ed arrivai a scuola alle nove meno un quarto, ero letteralmente sfinita.
Pensai di entrare direttamente alla seconda ora per non beccarmi un rimprovero dal prof di lettere e mi sedetti sulla gradinata che c'era prima di entrare.
"Ehi Park, anche tu qui fuori?" sentii una voce alle mie spalle e mi voltai di scatto, era Harry.
"Ehm mi sono svegliata tardi oggi..." risposi a voce bassa.
"Capisco. Come ti trovi qui a scuola?" mi accennò un sorriso.
"Male, cioè i professori sono buoni ma gli alunni un po' meno.." abbassai lo sguardo, stavo in un certo senso insultando i suoi migliori amici.
"Beh devi farci l'abitudine. Qui non siamo in Inghilterra, Park."
"Si, lo so bene e sinceramente preferirei tornare lì." ero scontrosa, mi stava davvero infastidendo con quell'atteggiamento da duro.
"Si vede che non conosci questa città sul serio e forse possiamo rimediare..." sorrise maliziosamente per poi alzarsi.
Venne verso di me e mi porse la mano mettendosi con l'altra gli occhiali da sole sulla testa.
"Cosa dovrei fare scusa?" 
"Mi sembra ovvio, prendi la mia mano" rise.
Feci come mi aveva detto ed incominciò a trascinare via, correva ed io lo seguivo.
A volte si girava e mi sorrideva, il tutto mentre correvamo come due bambini piccoli stanchi dei giocattoli ed impazienti di conoscere la vita vera.
Mi soffermai a guardare le nostre mani, erano intrecciate e lo sentivo vicino a me in qualche strano modo che nemmeno riesco a spiegare.
Si fermò dopo una ventina di minuti e mi coprì gli occhi con le mani, una situazione assurda.
"Posso vedere adesso?" chiesi impaziente.
"Va bene..." tolse le mani davanti ad i miei occhi e vidi ciò che avevo davanti...Un mare spettacolare, una spiaggia vuota, tutta per noi.
"Ora vuoi ancora tornare in Inghilterra?" rise.
"Boh, forse. L'hai mai vista? Ci sei mai stato?" scosse la testa ed io continuai "Allora non puoi capire..."

Ci stendemmo sulla sabbia per gustarci il sole di quella calda giornata mentre l'acqua ci bagnava le gambe.
"Porca puttana!" mi alzai di scatto.
"Cosa ti prende?" 
"La scuola, Styles! Dovremmo essere lì adesso!"
Cominciò a ridere, rideva come uno stupido ed io non ne capivo il motivo.
"Cosa cavolo ridi?" alzai un sopracciglio.
"La mia intenzione era questa, Park. Devi gustarti la vita."
"Io me la gusto la vita solo che vorrei diventare qualcuno e per farlo devo studiare!" rise nuovamente.
"Non muori mica se salti un giorno eh" si alzò in piedi e mi porse la borsa.
Camminammo un altro po', forse aveva ragione, la scuola era cominciata da ormai un paio di settimane e una pausa ci serviva.
Ritornammo a scuola dopo aver comprato due panini e aspettammo le tre insieme agli altri, la partita sarebbe cominciata tra all'incirca un'oretta ed erano tutti gasati e carichi.
Harry invece non mi degnava di uno sguardo, sembravo una sconosciuta per lui ed era una cosa al quanto fastidiosa. Non poteva fare così, da soli mi tratta bene e con gli amici no.
Pensavo fosse simpatico ed invece era proprio come lo immaginavo: un montato che si crede chissà chi solo perchè sta con il gruppo dei "vip" pff.

"Jess tra poco comincia, vieni con noi" Niall mi sorrise e mi portò nella palestra della scuola. Lì si sarebbe svolta la partita e c'erano già più di duecento alunni seduti nell'attesa che cominciasse.
Mi sedetti anche io ed in un luogo pieno di gente mi sentii ancora più sola del solito.
Non avevo nessuno con cui parlare, anche Hope sembrava essere sparita. Ormai passava tutto il suo tempo con il suo nuovo "ragazzo" e non mi degnava più di uno sguardo.
La partita cominciò alle tre precise. Entrò prima in campo la squadra avversaria, ragazzi belli e muscolosi cercavano di coinvolgere il pubblico e di invitarlo a tifare per loro...Poi fu il momento della nostra squadra. 
Nella palestra si sentivano urla, applausi, ragazzi che urlavano cose del tipo "Siamo con voi!" "Siete tutti noi" "Vincete per noi" e poi c'erano naturalmente le Cheerleders che ballavano come ochette.

Cominciarono a giocare, non capivo niente di quello sport e non capivo nemmeno chi stava vincendo e chi perdendo.
Sullo schermo gigante facevano apparire varie foto dei giocatori e ci fu un ragazzo che mi colpì particolarmente...
  
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