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Autore: __storm    12/09/2013    7 recensioni
Spencer gli aveva detto addio. L'aveva fatto quella gelida mattina di novembre, afferrandolo per il colletto della camicia bianca ormai sgualcita, spingendolo ripetutamente verso la porta e urlandogli contro di non voler vedere mai più la sua faccia da bastardo.
[...]
E se lei anche solo per un istante avesse pensato di essersi liberata di Zayn, allora si era sbagliata di grosso. E l'aveva capito quando aveva stretto tra le braccia tremanti quella bambina così piccola.
L'aveva capito quando l'aveva osservata per bene, scrutandone il colore ambrato della carnagione, gli occhi castani e i capelli neri e si era resa conto che lei era l'esatta copia di suo padre.
L'aveva capito quando Amber era cresciuta e in ogni movenza le faceva ricordare di lui.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Two.)



«Dovreste smetterla di lasciare la porta d'ingresso aperta, vorrei risparmiare di vedere certe scene romantiche!» nell'udire la voce di Harry, Zayn e Spencer si allontanarono immediatamente l'uno dall'altra, sorridendo imbarazzati. Posarono immediatamente lo sguardo sul riccio che se ne stava appoggiato alla parete accanto all'entrata, con diversi cartocci di pizza sulle braccia. Dietro di lui, un ragazzo poco più basso con gli occhi azzurri e i capelli pettinati in modo disordinato sulla fronte, se ne stava inerme e manteneva altre pizze. Spencer non potè fare a meno di sorridere, finalmente il suo grande amico si era deciso a presentarle il suo fidanzato. 
«Vaffanculo, Styles.» proferì Zayn con tono scherzoso.
«Potete mettere tutto sul tavolo.» gli disse cordialmente la mora, indicando con il capo il tavolo in cucina, già precedentemente apparecchiato da Cassie. 
I due ospiti si affrettarono a riporre dove gli era stato detto le pizze bollenti e intanto Spencer e Zayn si avvicinarono al fidanzato del riccio, per potersi presentare. «Ciao, sono Spencer.» disse cordialmente, tendendogli la mano. Il ragazzo sorrise ampiamente, prima di afferrarla e stringerla delicatamente. 
«Piacere di conoscerti, sono Louis.» 
Il pakistano si posizionò alle spalle di Spencer, cingendole la vita con un braccio e tendendo l'altro verso Louis, sorridendo. «Io invece sono Zayn.» il ragazzo strinse la sua mano, sorridendo. 
«Piacere di conoscere anche te.» gli rispose Lou con malizia, facendo insospettire il moro che istintivamente gli lasciò la mano un po' scosso. Non appena ebbero finito le presentazioni Spencer si liberò dalla presa ferrea di Zayn attorno ai suoi fianchi, guardandolo male e proprio nell'esatto momento in cui lei aprì la bocca per rimproverarlo, Harry catturò l'attenzione di tutti. 
«E' il mio ragazzo.» disse, scioccando completamente il pakistano che guardò attentamente la coppia, ricordando per un attimo tutte le scommese fatte con il riccio che variavano da "Chi si porta prima a letto quella bionda" a "chi scopa di più questa settimana". Scosse il capo, ricomponendosi. 
«Torno e ritrovo Spencer con una figlia, te gay e Cassie? cosa le è successo? diventerà suora a breve?» chiese Zayn con sarcasmo, scatenando le risate tra i presenti. 
La voce della rossa fece distrarre tutti che immediatamente si voltarono verso di lei, intenta a guardare in modo minaccioso colui che l'aveva definita suora. Un vero e proprio insulto per lei. «Guarda che ti sento e -enfatizzò- scopo abbastanza da non diventare suora. -Louis rise e immediatamente lo sguardo di Cas si posò su di lui, che a vederlo gli corse incontro con euforia- oh Cristo! Sei anche meglio di come ti definiva Harry! Che spreco che tu sia gay!» si coprì immediatamente la bocca, imbarazzata di aver pronunciato l'ultima frase, ma quando il ragazzo scoppiò a ridere capì di non aver fatto una figura di merda memorabile. 
«Tu saresti?»
«Cassie, mi chiamo Cassie!»
«Harry
-pronunciò Louis con tono scherzoso, voltandosi verso il suo fidanzato- questa tipa mi fa venire voglia di diventare etero.»
«Già ti amo.» proferì tra le risate la rossa, per poi stringere in un inaspettato abbraccio il moro. 
Il riccio tossì violentemente, avvicinandosi alla sua amica e scollandola dal corpo del suo amato. «Non fare la troia con il mio ragazzo!» e ovviamente quella fù l'ennesima frase pronunciata scherzando. 

 
---
La cena precedette allo stesso modo in cui era cominciata la serata: tra battute, frecciatine e tante risate. Inoltre l'aggiunta di vino, birra e pizza avevo resto il tutto più divertente. 
Cassie lavava i piatti, Harry li asciugava e Louis e Zayn se ne stavano accanto a loro a guardarli e a chiacchierare. Spencer li abbandonò, recandosi nella camera da letto da cui aveva sentito chiamarsi da sua figlia. Si sedette sul letto accanto alla bambina, sorridendole premurosamente. «Che c'è piccola?»
«Ho fatto un incubo.» disse lei, visibilmente spaventata e coprendosi il viso con le coperte. La mora accennò una risatina, spostandole il piumone dalla faccia e pizzicandole delicatamente il nasino all'insù, identico al suo. 
«Era solo un sogno Amber, non è reale.» quelle parole non parvero tranquillizzare la bimba, un po' troppo sveglia per avere solo tre anni. Infatti scosse la testa, stropicciandosi gli occhi.
«Ho sognato i miei amici del parco, loro mi prendono in giro.» spiegò con un po' di difficoltà, data la poca capacità di proferire frasi corrette in poco tempo. Spencer le accarezzò il viso, la fece sedere sulle sue gambe e la cullò dolcemente, come sono una mamma era capace di fare. 
«Sono solo invidosi perché tu sei la bambina più bella di tutte.» la rassicurò, sussurrandole quelle parole all'orecchio per poi baciarle la tempia. 
«Loro dicono che io non ho un papà, è vero?» 
La mora deglutii a vuoto, rendendosi conto che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quell'argomento con sua figlia, ma di certo quello non era il momento più adatto. «Il tuo papà non amava la tua mamma è per questo è andato via, ma vedrai che prima o poi verrà a farti visita. -le disse con non poca difficoltà, la verità faceva male perfino a lei ma di certo non avrebbe raccontato alla sua bambina che suo padre era morto da eroe, facendo il pompiere. No, Amber avrebbe saputo le cose esattamente nel modo in cui si erano svolte- magari quando verrà ti porterà un bel regalo.»
«Vorrei che mi portasse un carillon con una ballerina che danza, come quelli nei film.» Spencer rise per la richiesta della bambina, che immediatamete sembrò sollevata. 
«Lo farà.» le rispose con tono abbastanza insicuro, consapevole del fatto che non sarebbe accaduto mai.
Zayn, che aveva osservato la scena fin dall'inizio appoggiato allo stipite della porta, mosse un passo nella loro direzione, facendo sobbalzare la mora. «Scusa, non volevo spaventarti.» le disse sorridendole, avvicinandosi ulteriormente e accomodandosi sul letto. 
«E' un vostro nuovo amico?» chiese Amber a sua madre, sottovoce e coprendosi le labbra con le mani con l'intenzione di non farsi sentire dal giovane, che però capì perfettamente le sue parole ma non lo diede a vedere per assecondarla. Spencer annuì, tornando poi a posare lo sguardo verso il ragazzo. A quel cenno la bambina scese dalle gambe della madre e si avvicinò, strusciandosi sulle ginocchia, a Zayn. «Ciao, come ti chiami?» lui ridacchiò. 
«Zayn, e tu, piccola la bimba sorrise euforica, sistemandosi meglio sulle ginocchia e appoggiando il sedere sui talloni, per poi girare la testa su un solo lato per scrutare attentamente il ragazzo di fronte a lei. 
«Io mi chiamo Amber! Ma perché hai un nome così buffo?» stavolta lui rise di gusto, sorprendendosi della capacità di relazionarsi della bambina, erano poche quelle che alla sua età si comportavano come lei. Fece per parlare, ma Spencer lo precedette. 
«Perché viene da un'altro paese, amore.» spiegò. Amber si voltò verso di lei per un istante, per poi tornare a guardare il moro, troppo presa da lui. 
«Somigli ad un principe!» esclamò, facendo sorprendere Zayn che le sorrise non appena si ricompose. 
«E tu ad una bellissima principessa.» rispose, scompigliandole i capelli con fare paterno. Spencer sentì il cuore salirle in gola e le lacrime pizzicarle gli occhi, rendendosi conto del modo in cui al ragazzo riuscisse bene fare il padre. Amber si sporse verso di lui per baciargli la guancia e quando lo fece, Zayn la trattenne di più per poter ricambiare a lungo quel gesto. La bambina, sorridendo, se ne ritornò al suo posto sotto le coperte e Spencer si passò una mano tra i capelli, messa in soggezione dallo sguardo del moro. 
Restarono nel silenzio più totale per diversi minuti, e solo quando lui si accertò che la bambina si fosse addormentata proferì parola. «Era probabilmente l'ultima cosa che mi sarei aspettato di trovare.» 
«Anche per me era l'ultima cosa che mi sarei aspettata di avere.»
«Ho ascoltato la vostra convesazione e..» 

Spencer non gli lasciò finire la frase poiché lo interruppe. «Non avresti dovuto! E adesso, se non ti dispiace, preferirei raggiungere gli altri.» disse con tono severo, alzandosi dal letto e sistemandosi i leggins. Zayn deglutii a vuoto e, annuendo, si mise in piedi e la seguì in cucina. 

 
---
Era domenica e, come tutte le domeniche, Spencer non doveva lavorare. Aveva deciso di passare a far visita a sua madre, magari sperando che lei le avesse preparato uno dei suoi pancake come sono lei sapeva farli. Infilò un cardigan ad Amber e, prendendola in braccio, uscì di casa e si recò a passo svelto verso l'abitazione dei suoi genitori, casa nella quale non viveva più da cinque anni. Ovvero dal giorno del suo sedicesimo compleanno, quando Cassie si era fiondata in camera sua alle dieci del mattino e l'aveva bruscamente svegliata, sventolandole davanti le chiavi dell'appartamento in cui si trasferirono. Quella sera stessa lei e Zayn fecero la prima tirata di bianca, inconsapevoli del fatto che quella sarebbe stata una dipendenza che li avrebbe uniti per i successivi due anni. Da lì era cominciata una vita fatta di feste, locali notturni e tanta droga. Quei due, assieme ad Harry e Cassie, formavano una squadra perfetta. Spencer si ritrovò a ricordare a tutte le volte in cui Zayn suonava il clacson e loro lo raggiungevano nella sua auto, a tutte le volte in cui il riccio si era fermato da loro per tutta la notte e aveva dormito abbracciato a lei, provando inutilmente a far sesso e beccandosi ogni volta un due di picche. Perché loro quattro si erano scambiati una solenne promessa "Nessuno di noi deve andare a letto con nessuno di noi", consapevoli del fatto che un avvenimento del genere li avrebbe fatti separare per sempre. Il piccolo sorriso che le si era formato sul viso svanì, ricordando quella specie di raccomandazione che pronunciavano ogni volta prima di una notte folle, recitava "Niente baci, niente carezze, niente dolcezza e solo sesso". 
Era quella la frase che Zayn le aveva pronunciato quando lei, nuda sotto di lui, aveva provato a baciarlo. Si era sentita distrutta ma se n'era resa conto solo il mattino seguente, svegliandosi e trovandolo intento a rivestirsi. Se non fosse stata innamorata di lui di certo non l'avrebbe sbattuto fuori casa, ma pultroppo le cose stavano diversamente. 
Tra un pensiero e l'altro si era ritrovata fuori la sua vecchia abitazione e, sospirando, mise giù Amber per poi prenderle la mano. Si avvicinò alla porta e suonò al campanello.
«Che vuoi?» ad accoglierla fù suo padre, trattandola in modo freddo e duro come era suo solito fare. 
«Mamma?» chiese lei scocciata.
«E' da Katherine.» annunciò, prima di chiuderle la porta in faccia. Spencer non ci fece neppure caso, abituata a quei comportamenti bruschi da parte di quello che una volta poteva chiamare padre. 
Katherine era la madre di Zayn e in quella casa viveva da sola con sua figlia poiché aveva divorziato con il marito che si era appunto trasferito in Italia. Ma adesso che Zayn era tornato a Londra si era ristabilito sicuramente a casa di sua madre. Respirò profondamente, prima di andare a bussare alla porta della casa di fronte alla sua. Rachel, la sorella minore di Zayn, la accolse in modo sorpreso. «Ehi S! Come stai?» Spencer le sorrise, entrando in casa senza smettere di stringere la mano della sua bambina. 
«Bene, grazie R. Cercavo mia madre.» Rachel annuì sorridendole e si chiuse la porta alle spalle, facendole poi segno di seguirla. Sembrava piuttosto felice della sua visita. Arrivarono in brevi secondi in cucina e il cuore le si bloccò immediatamente quando incontrò gli occhi di Zayn, seduto a attorno al tavolo, col pigiama blu di cotone e il cucchiaio pieno di cerali e latte a mezz'aria. Fece finta di niente e andò a baciare le guancie di Katherine. «Buongiorno signora -anche Amber la salutò, ormai quella donna era un'amica di famiglia. Dopodiché salutò sua madre, dedicandole un sorriso- sono passata a casa per cercarti.» La donna annuì, prendendo in braccio Amber e baciandole a lungo la guancia. 
«Come mai?» chiese poi, rivolgendo lo sguardo verso sua figlia. 
«Niente di importante.»
«Hai visto che è tornato Zayn?»
chiese, Spencer annuì distrattamente, lasciando intendere che si erano già visti. Nel sentire quel nome la piccola Amber si divincolò dalla presa di sua nonna e non appena toccò coi piedi a terra corse verso Zayn, saltandogli letteralmente in braccio e abbracciandolo forte. Lui la strinse a sè, sorridendo per la sorpresa, mentre tutti guardarono la scena scioccati. 
«Si sono conosciuti ieri quando Zayn è venuto farci visita al bar.» spiegò velocemente Spencer, accomodandosi attorno al tavolo. Le loro madri, accompagnate da Rachel, annuirono attentamente e si guardarono fra di loro prima di alzarsi e improvvisamente abbandonare la stanza. Spencer le fissò allontanarsi con la fronte corrugata e un enorme punto interrogativo stampato in faccia, ma ciò che la stupì di più fù la scena che si ritrovò davanti quando si voltò verso Zayn, seduto di fronte a lei con Amber sulle gambe. Lui le cingeva l'esile corpicino con il braccio musoloso mentre con l'altro manteneva il cucchiaio coi cereali e, imitando il suono di un aereo, lo aveva portato alla bocca della bambina che si era affrettata a mangiare, facendolo ridere.
La ragazza sbattè le palpebre diverse volte, sentendo il fiato mancarle per la sorpresa; come già detto, per lei Zayn sarebbe stato un padre perfetto.
«Come stai?» chiese lui premurosamente, senza guardarla e continuando a dividere la sua colazione con Amber. 
«Come ieri, tu?»
«Come ieri.
-rispose, facendole eco.- hai da fare oggi pomeriggio?» chiese, alzando lo sguardo verso di lei e sorridendole. Spencer ci pensò sù, arrivando alla conclusione di non avere alcun impegno. 
«No, a dire il vero.»
«Usciamo insieme?»

Spencer assottigliò gli occhi, guardandolo in modo sospettoso. «Come, scusa?» quel suo modo di fare lo fece ridere.
«Tranquilla, intendo un uscita da amici.» le disse, portandosi la tazza piena di latte alle labbra per poter bere. La giovane arrossì violentemente, imbarazzata per aver frainteso. 
«Posso venire anche io?» chiese Amber, scuotendosi sulla gamba di Zayn. Lui annuì, abbandonando la tazza sul tavolo e pulendosi le labbra con la manica del pigiama. 
«Certo che sì, principessa. -rispose, spostandole alcuni capelli che le si erano depositati sulla guancia. Ancora una volta Spencer non riuscì a non sciogliersi completamente davanti a quella scena.- passo a prendervi alle quattro, va bene?» propose, senza smettere di togliere lo sguardo dalla bambina. 
«Va benissimo. -gli rispose Spencer, alzandosi e facendo segno ad Amber di imitarla. Quest'ultima baciò la guancia di Zayn e scese dalla sua gamba, aiutata da lui, per poi correre verso sua madre e afferrarle la mano.- a più tardi, allora.» lui annuì e la vide sparire dietro la porta. 
Spencer si recò in salone, con l'intento di salutare sua madre e tornarsene a casa ma l'improvvisa richiesta di Katherine le sconvolse i piani. «Perché non resti a pranzo da noi? Sono sicura che tu e Zayn avete molte cosa da dirvi.» lei scosse immediatamente il capo, pronta a riufiutare e ringraziare per l'offerta ma Rachel la precedette.
«Sì, dai!» 
La ragazza provò ancora una volta a parlare ma, di nuovo, qualcuno fece prima di lei. «Ti prego mamma!» la supplicò Amber, saltellando su un posto, già gioiendo all'idea di stare con Zayn. Quest'ultimo si unì alla conversazione, appoggiandosi allo stipite della porta e sorridendo. «Avanti! non vorrai deludere tua figlia, spero.» pronunciò. Spencer non riuscì a trattenere un sorriso nel pensare a quanto fosse bello anche col pigiama, i capelli spettinati e i piedi scalzi. 
«E va bene!» rispose rassegnata.


 
Spazio autrice.
Sei recensioni al primo capitolo? volete farmi morire? 
Grazie, grazie e ancora grazie! :) 
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e spero riuscirete ad avere il tempo per lasciarmi un pensiero :) 
Un bacione fortissimo!

  
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