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Autore: Mave    12/09/2013    1 recensioni
Era la terza figlia di Nicola II, ultimo zar di Russia. Bellissima e dolce, quasi angelica, da figlia indesiderata si ritroverà ad essere una donna coraggiosa nei tumulti della Rivoluzione.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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12 ottobre 1912. Alexei era in punto di morte; una grave crisi di emofilia era seguita ad un incidente nella vasca da bagno.

I medici di corte avevano informato Alessandra di prepararsi al peggio, all'inevitabile.

Il gelo era sceso a Carskoe Selo e nella riservatissima residenza zarista le quattro granduchesse celavano l'opprimente tristezza per essere di conforto alla mamma.

La zarina non si era data per vinta però e in un ultimo, disperato tentativo di salvare la vita del suo amato Alexei aveva inviato un telegramma a padre Grigorjy.

Grigorjy Rasputin: il monaco siberiano, il santone che Alessandra credeva un dio e che Maria e le sue sorelle erano state educate a considerare un "loro amico".

"I medici sono disperati. Le vostre preghiere sono la nostra ultima speranza."

Aveva scritto Alessandra.

Padre Grigorjy si era raccolto in preghiera, per ore, nella sua casa in Siberia. Nicola era stato costretto ad allontanarlo da corte, dalle maldicenze e dalle calunnie che piovevano sulla sua famiglia.

Finalmente arrivò la risposta. Maria correva per i corridoi con la missiva in mano per recapitarla a mamma e papà che non si scostavano mai dal capezzale del piccolo malato.

"Dite ai medici di non assillare il ragazzo. Lasciatelo riposare. Si rimetterà presto."

Era il telegrafico messaggio del monaco. La famiglia imperiale ci credette: padre Grigoryi aveva sempre guarito Alexei.

Successe ancora. Il piccolo zarevic iniziò a ristabilirsi miracolosamente.

Mentre stava a tenergli compagnia nella sua stanza, Maria osservava dalla finestra l'incedere dell'autunno, l'enorme parco brullo, gli alberi ormai spogli e il delicato tappetto di foglie rinsecchite.

Pensava a padre Grigory. Al "loro amico" che le aveva insegnato ad amare la natura.

"Mia cara perla Maria, hai parlato con il mare? Mi manca la tua anima semplice. Ci rivedremo presto."

Quando tornò nella stanza che condivideva con Anastasia, la dolce granduchessa ritrovò quel telegramma datato 1908: era di Grigory Rasputin.

Padre Grigory aveva una figlia che portava il suo stesso nome e gli piaceva sottolinearlo. Mashka non capiva perché la zia Olga era rimasta tanto sconvolta quando era venuta a conoscenza del fatto che "il loro amico" venisse abitualmente nel vivaio a chiacchierare con lei, con le sorelle e il fratello quando ormai erano pronti per la sera.

Padre Grigory era diventato al pari di uno di famiglia ed era facile confidargli i loro segreti.

Tatiana diceva che la gente è cattiva e non capiva perché Sofia Ivanovna, una delle governanti, inorridita, aveva pregato lo zar di far cessare quelle visite serali.

Tatiana, Maria, Olga e Anastasia appartenevano al loro mondo ingenuo, protette dalle cattiverie e dalle menzogne, dal malcontento di un popolo in rivolta che non sapeva e fremeva.

Il popolo russo odiava la loro mamma, la "Tedesca" che aveva portato tanti guai. Era diventata oggetto di scherno, soggetto di cartoni animati pornografici e assieme a lei le sue figlie.

Le quattro ragazze erano all'oscuro di quanto grande fosse la tragedia che presto le avrebbe travolte. C'era la loro famiglia e nulla più.

"Mia cara piccola amica, che il Signore ti aiuti a portare la tua croce con saggezza e con la gioia in Cristo. In questo mondo non fai in tempo a vedere il giorno che è già sera."

Era un telegramma del 1909 che padre Grigory aveva indirizzato a Maria.

La giovane granduchessa non immaginava quanto quelle parole si sarebbero rivelate vere.

Una profezia. Grigory Rasputin era tanto abile a farle quanto bravo era nel suo dono di taumaturgo.

Alexei si riprese. I Romanov non potevano fare a meno di quel mistico tanto discusso e controverso.

Fu richiamato a corte.

Il 1914 era alle porte. Grigory si oppose all'entrata in guerra della Santa Madre Russia.

Per la prima volta Nicola non lo ascoltò.

   
 
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