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Autore: Lady Moonlight    12/09/2013    14 recensioni
Freya è un'arma, una guerriera creata e plasmata per conquistare Asgard.
Il suo destino sembra tracciato, ma il fato prende una piega diversa la notte in cui i suoi genitori vengono uccisi.
Sfuggita alla morte, viene accolta da Odino e cresciuta insieme ai suoi figli.
Mille anni dopo, conclusosi l'attacco a New York, Loki è condotto su Asgard in catene, in attesa di conoscere il giudizio del Padre degli Dei.
Privato dei suoi poteri, è costretto a osservare mentre un nuovo nemico minaccia la sua vita e quella di Odino.
Freya e Loki.
Diversi, quanto simili, si troveranno a condividere insieme più tempo di quanto entrambi desiderino e il loro passato segnerà in modo indelebile il futuro di Asgard.
[…]"Tu sei come queste farfalle, figlia" le aveva detto un giorno suo padre.
"Ora sei solo una piccola larva, un bruco. Ma un giorno ti trasformerai e, come queste farfalle che si librano inconsapevoli tra i prati, diventerai un'arma perfetta. Tu sarai lo strumento che mi permetterà di avere Asgard tra le mie mani."

[Post Avengers] Loki/Nuovo Personaggio
Possibili accenni Loki/Sigyn
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 2: Segreti e verità
 
 
 
È notte e Freya vaga tra le vie della città dorata. L'apparenza è il male di Asgard perché sotto tutto quel brillare c'è un popolo sofferente e una civiltà sull'orlo della rovina.
Loki deve aver imparato quella lezione da tempo, non per nulla è diventato il dio degli inganni.
Freya non vuole pensare a lui più del dovuto. Non vuole ricordare gli occhi sofferenti di Thor o le lacrime di Frigga. Non ha idea della punizione che Odino potrebbe infliggere a Loki, ma vuole cercare di rimandare l'inevitabile.
Aveva stretto un patto con se stessa, una volta, e le parole di quel giorno lontano le rimbombano nel cervello come se la sua bocca le stesse dicendo in quel momento.
"Non li tradirò. Devo proteggerli. Combatterò per loro."
Non era stata lei però a rivelarsi una traditrice. Come era stato possibile che un fratello tradisse un altro fratello?
Il dolore è lì, sepolto dai ricordi di un passato remoto, di quando tre ragazzini correvano nei giardini di Odino.
Non è forse per onorare quella promessa se sta dando la caccia a coloro che cospirano contro Odino? Freya si nasconde all'angolo di una via e sporge di poco la testa per afferrare meglio il discorso pronunciato dai due asgardiani con il volto mascherato.
"...questa sera... sì, alla vecchia arena dei combattimenti."
"..terrà un discorso?"
"Sì, ci racconterà del figlio del Padre degli dei."
Thor?
Freya si appiattisce contro il nascondiglio improvvisato e per un attimo lascia che l'euforia per quella scoperta abbia il sopravvento sul resto. È più di un mese che tenta di dare la caccia a quel gruppo di rivoltosi che minacciano la stabilità del regno. Deve agire con prudenza se vuole riuscire a rintracciare il leader di quella rivolta e fare in modo che le guardie di Odino lo rinchiudano in prigione.
Un tuono squarcia il silenzio della notte; la rabbia di Thor è così palpabile che Freya si chiede cosa sia accaduto.
 
 
Loki arriccia appena le labbra, mentre osserva la pioggia mescolarsi ai fulmini chiamati dal figlio di Odino. Trova estremamente appagante sapere che suo fratello è turbato, o meglio ancora infuriato.
Qualunque sia il motivo, il problema quella volta non è lui e Loki si interroga sulla possibile causa. Un nemico?
Sistema una ciocca ribelle dietro l'orecchio e si volta, mostrando a Sif un sorriso di circostanza. L'ha sentita borbottare prima di arrivare alla sua cella ed è grato di non essersi lasciato prendere alla sprovvista.
"Lady Sif... quale onore." la deride.
"Loki." la guerriera gli rivolge uno sguardo di accusa. "Odino è stato magnanimo nel concederti questa... prigione." fa una smorfia, esaminando l'ambiente.
"Generoso, sì." commenta lui a labbra serrate. "Potrei quasi commuovermi. Cosa vuoi, Sif?"
La presenza della guerriera lì non gli è gradita. Non c'è mai stato nulla che lo legasse a lei e l'ha sempre mal sopportata. Loki trova quella mente debole, incapace di pensare a nulla che non sia Thor o il combattimento.
Sif non è mai stata e mai potrà essere qualcuno capace di attirare il suo interesse.
"Puoi ingannare Thor, Loki, e forse Odino, ma non me. Stai escogitando qualche piano, qui dentro..." Sif muove un cenno in direzione della sua prigione. "Lady Freya è molto amata da tua madre, mi è oscuro il motivo per cui Frigga desidera che lei trascorra del tempo con te."
"Forse le piaccio?" la interrompe Loki con un ghigno compiaciuto.
Il dio degli inganni trova quella conversazione tanto inutile quanto patetica, ma può permettersi di perdere qualche minuto ad ascoltare il cucciolo scodinzolante di Thor.
Per un istante si domanda chi, tra la midgariana e Sif, possa essere la femmina più esasperante. Non invidia per nulla l'evidente incapacità di Thor di trovarsi una donna.
"Come osi!" la voce di Sif è stridula. "Insinuare una simile idea è follia!" sibila, come se fosse lei ad essere il soggetto di quelle battute.
"Credevo che Freya non ti piacesse, Sif. Ricordo che la ignoravi ogni volta che ti era possibile." dice mellifluo.
Sif ha il volto contratto in una smorfia di rabbia a stento trattenuta.
Loki non è per nulla impressionato. Una volta, forse, avrebbe prestato attenzione alla rabbia della guerriera, ma molte delle sue prospettive sono cambiate dopo l'incontro con Thanos.
Il pugno che gli tira alla guancia arriva fulmineo e Loki lo incassa senza farsi sfuggire alcun lamento. Dopotutto, rimane il dio degli inganni e non ha intenzione di dare a Sif alcuna soddisfazione.
"Da quanto, desideravi farlo?" Loki parla lentamente, per essere certo che le sue parole vengono comprese fino in fondo. "Da quando ti ho tagliato i capelli? O, forse, ancora prima? Non sono il solo che dissimula i propri sentimenti..."
Il volto di Sif impallidisce e lui tira indietro la testa e ride.
Ride con tanto gusto che lui stesso ne rimane sorpreso.
Credevi che non conoscessi il tuo affetto per Thor?
"Thor può essere uno stupido, ma perfino un bambino si renderebbe conto di quello che provi per lui. Ma sei arrivata tardi, Sif. Ora il suo cuore appartiene ad una fragile mortale di Midgard. Scommetto che nei tuoi sogni le torci il collo con-"
"Basta!"
Loki la guarda soddisfatto e incrocia le braccia al petto. "Immagino che tu non sia venuta qui per parlarmi dei tuoi sospetti." le concede.
"Qualcuno ambisce alla tua morte. Il Padre degli dei ti chiede di essere... cauto" ringhia Sif, guardandosi alle spalle.
Thanos?
Loki si irrigidisce, guardando con altri occhi i fulmini che scuotono il cielo.
Mi ha trovato?
Sif deve essersi accorta della sua incertezza e sorride come se Odino lo avesse appena condannato a morte. "Devono essere parecchi coloro che desiderano la tua testa." gli fa notare la guerriera, guardandosi distrattamente le unghie.
Loki lascia andare il respiro che ha trattenuto fino a quel momento. "Vedo che sono molti... i traditori nella casa di Odino."
 
 
Mjolnir sembra vibrare di vita propria nelle sue mani.
Thor schiude appena le labbra e lascia che il fulmine cada a terra. Ignora di proposito le parole con cui Heimdall lo sprona alla prudenza.
Ormai è tardi.
"Principe Thor!" tuona la voce del Guardiano.
"Non permetterò a nessuno di minacciare la vita di mio fratello!" replica furioso.
No, nessuno poteva separarlo nuovamente da Loki ora che lo aveva ritrovato.
Heimdall era stato chiaro poco prima quando lo aveva informato sull'oscura minaccia che si stava avvicinando ad Asgard.
"La mia vista è offuscata, principe. Un dominatore del Seiðr, abile e astuto, blocca le mie capacità. Non c'è comunque ragione di credere che il pericolo sia vicino."
"Mio padre è informato di ciò..." considera amaramente. "...E non mi ha detto nulla?" si sente ferito, escluso da una questione che lo riguarda in prima persona. Loki può essere un traditore, ma è suo fratello e Thor non ha mai trovato il coraggio di abbandonarlo, nemmeno di fronte alla morte di Phil Coulson.
"Il Padre degli dei ha molte preoccupazioni. La dea Hela è in fermento, gli Jotun si uccidono tra loro ora che Laufey è morto, i nani di Svartálfaheim sono in guerra con gli elfi, i loro vicini, e a tutto ciò va aggiunto il tradimento di Loki."
"Hela ha avuto il suo compenso per avermi permesso di manifestarmi su Midgard.[1]" obietta, fissando le nubi diradarsi nel cielo.
Heimdall lo guarda e per un attimo Thor ha l'impressione di scorgere i mondi che a lui sono preclusi in quegli occhi ambrati.
Poi la postura del guardiano si irrigidisce, la mano si sposta sull'elsa della spada e la testa si china di lato quasi stesse ascoltando i sussurri portati dal vento.
"Ci sono disordini in città." lo informa Heimdall.
"Di nuovo?" Thor sposta lo sguardo sugli edifici dorati, facendo vagare a lungo lo sguardo. "Si stanno facendo più audaci."
"E più numerosi." lo avverte il guardiano.
"Chi guida queste rivolte ai danni di mio padre?" Thor stringe il martello e si chiede come sia possibile che il tradimento di Loki abbia mostrato il lato oscuro di Asgard.
"Andate." lo sprona Heimdall. "Alla vecchia arena."
 
 
L'arena è grande, enorme. Blocchi di pietra creano un anello circolare su più livelli e al centro una distesa di sabbia bianca, dove in un tempo remoto i migliori guerrieri di Asgard si sono sfidati a duello.
Freya si cala il cappuccio sul viso e cammina lentamente, mescolandosi alla folla che è giunta lì per ascoltare il discorso di un traditore del regno.
Finalmente potrà scoprire chi si cela dietro i disordini cittadini e consegnare quel nemico alla giustizia di Odino.
Riconosce i volti di alcuni asgardiani, servitori e ancelle di Vàlaskjàlf, e si chiede se la loro sia curiosità o desiderio di cambiamento, di ribellione.
Sotto il mantello le dita stringono il gelido acciaio di un pugnale.
"... sta arrivando..."
"... il maestro..."
"Lo avete visto?"
Freya presta poca attenzione ai pettegolezzi di quel pubblico. Si sposta rapida da un punto all'altro dell'arena, sgattaiolando non vista nell'ombra. Percepisce il Seiðr scorrere attorno a sé, ma ci sono troppe persone e localizzare la fonte d'origine di tutta quella magia è un problema.
Il bagliore delle torce non è sufficiente per mostrarle il punto in cui potrebbe comparire il leader della rivolta e l'idea di fallire la turba.
Lo avverte prima che i suoi occhi lo vedano.
C'è un uomo al centro dell'arena, più in basso del punto in cui lei si trova. Se ne sta dritto e fiero, ma il suo volto è coperto da una maschera con i simboli di Jormungand in piena vista. Indossa un'armatura nera e il mantello verde è sospinto in alto dal vento. Emana un Seiðr così intenso che lei si domanda se la sua sia stupidità o coraggio. Freya è certa che Heimdall non ci impiegherà molto per individuarlo.
Lo sconosciuto agita pigramente in aria la mano, china il capo sul collo e cinque guerrieri gli si stringono attorno, proteggendolo da eventuali nemici.
La folla è un unico grido: "Aster! Aster..."
"Benvenuti, cercatori della verità. Tutti noi, viviamo nella menzogna che il Padre degli Dei..."
Freya scivola verso il basso, tra i sussurri concitati della gente. Nessuno le presta particolare attenzione e lei si porta al limitare dell'arena, fermandosi un istante per ascoltare. Appoggia le mani sulla balaustra, salta ed atterra sulla superficie sabbiosa.
"Asgard è debole, i suoi nemici in continuo aumento. Mondi lontani, sconosciuti, si alleano contro di noi... per annientarci!" dice Aster, emettendo quasi un sibilo dalla maschera. "E cosa fa il Padre degli dei? Egli è debole, un vecchio il cui giudizio è ottenebrato dall'affetto per i figli."
Freya allunga la mano dietro la schiena e afferra il familiare pugnale da lancio.
"Il principe Thor ha quasi innescato una guerra con Jotunheim, Loki ha decimato la razza dei giganti di ghiaccio ed è venuto meno ai principi di Asgard. La sua follia ci ha messo tutti in pericolo!"
La gente tace, ma alcuni dei presenti fanno dei segni affermativi con il capo, segno che condividono quei pensieri.
"Tutti voi sapete cosa è avvenuto su Midgard. I Chitauri sono una minaccia reale, un nemico che presto reclamerà la propria vendetta." Le parole escono roche dalla maschera di Aster, inghiottite dalla curiosità dei presenti.
Freya saggia la presa del pugnale, trovando conforto dal freddo del metallo. Serra la mascella e si concentra sulla figura mascherata.
"Dovremo essere pronti per l'arrivo di quel momento!" la voce è profonda, incantata con il Seiðr per apparire più ipnotica.
Freya vede l'effetto della magia riflesso negli sguardi vacui e distanti del pubblico.
I cinque guerrieri di Aster, che hanno i volti coperti dalle visiere degli elmi, portano le mani alle armi e sfoderano contemporaneamente le loro spade, alzandole al cielo.
"Ma se siete giunti fin qui, è per conoscere la verità sul figlio di Odino. Ebbene la avrete! Le mie labbra non pronunceranno alcuna menzogna."
Freya scatta. Balza in avanti, nascondendosi dietro una colonna spezzata, desiderosa di scoprire chi è colui che parla di verità quando è egli stesso il primo a portare una maschera.
Si ferma, prende fiato e per un istante ha l'impressione di scorgere i visi dei Tre guerrieri e di Sif tra il pubblico di asgardiani.
"Il Padre degli Dei discute di giustizia tra le mura del suo palazzo, ma non è giustizia ciò che ha elargito al dio degli inganni. Il sentimento per Loki offusca il giudizio del Padre degli dei, l'amore per Thor lo rende incapace di vedere l'inesperienza del principe. Per il crimine commesso, Loki non sarebbe dovuto essere giustiziato di ritorno ad Asgard? Non è forse questa la fine che sarebbe toccata a qualsiasi altro asgardiano?"
Freya preferisce non guardare, mentre la folla esplode in un boato di acclamazione.
Non è così semplice!
Vorrebbe urlare a tutti quel pensiero, tentare di difendere Loki, ma è... complicato. Non vuole giustificare le azioni del dio degli inganni, ma è certa che prima di condannare Loki occorrerebbe sentire i fatti raccontati dalle sue labbra, fossero anche menzogne o follie di un pazzo.
E poi... Thor le aveva detto che la mente di Loki era stata manovrata da qualcun altro: Thanos, un nemico pericoloso e sconosciuto.
"E cosa dire di Thor? La sua mente è giovane, inesperta, fragile. Si lascia condizionare dalle esigenze di Midgard, dimenticandosi che è Asgard la sua casa. Vive di gloria riflessa; uno specchio che mostra i limiti di Odino."
Freya scuote la testa e alza lo sguardo al cielo notturno. La pioggia ricomincia a cadere, lenta e gelida.
"Ribelliamoci, compagni! Facciamo sentire le nostri voci al Padre degli dei. Noi siamo Asgard! Non Thor, non Odino, noi!"
L'applauso e i fischi interrompono il discorso di Aster e Freya immagina la smorfia di soddisfazione che deve esserci su quel volto, dietro la maschera.
Freya fa un respiro profondo e sonda la potenza del Seiðr avversario. È una magia strana, quella che avvolge Aster. Densa e insidiosa, come se non solo la maschera che porta al volto nascondesse qualcosa.
"Osservate..." comunica Aster, creando davanti a lui un immaginario cerchio nell'aria. Quando il giro è compiuto una barriera di fiamme nere separa lui e i suoi cinque seguaci dal resto degli asgardiani riuniti nell'arena.
Freya non muove un muscolo, ma non avverte alcun calore provenire da quelle fiamme -nere come le piume di Huginn e Muninn[2].
Sussurri di stupore si diffondo tra gli spettatori e il serpente sulla maschera di Aster sembra muoversi, quasi animato di vita propria.
"Gli Æsir[3] temono i dominatori del Seiðr. Hanno paura..." Aster si gira, mentre le fiamme scompaiono poco alla volta. "La conoscenza della magia è insegnata a pochi eletti, servi di Odino. Una forza troppo potente perché secondo il Padre degli dei possa rimanere a disposizione di chiunque. È grazie a questa ristretta cerchia di privilegiati se gli Æsir controllano Asgard." Nel dirlo sfodera la sua lama; un metallo scarlatto che come elsa possiede due serpi attorcigliate.
Freya sa di non dover esitare, eppure la sua mente è restia ad attaccare quel nemico del regno. Si trova in una posizione sicura, privilegiata, protetta dai resti di alcune colonne spezzate. Se agisse con l'ausilio della sola forza fisica potrebbe rischiare di essere catturata, se facesse ricorso al Seiðr, Heimdall potrebbe scoprirla e Odino condurla davanti al giudizio dei Dodici[4].
Non ha mai visto nessuno esercitare il Seiðr su così tante persone; lo credeva impossibile.
"Ma, ora..." prosegue Aster, muovendosi verso le gradinate. "Questo privilegio non sarà più negato a nessuno. Seguitemi e io mostrerò a voi tutti i segreti della magia... Seguitemi e Asgard-"
Il fragore dei fulmini copre le parole di Aster. Freya alza lo sguardo e i suoi occhi seguono la figura di Thor al centro della tempesta.
"Thor Odinson!" grida e sussurra la folla, portandosi le mani al volto.
"Fermatelo!" sibila Aster, mentre il panico scende nell'arena.
 
 
Per Freya il tempo dell'esitazione è finito. Alza il pugnale, lo afferra al volo, calcola la forza necessaria per centrare il nemico e lo lancia.
Ha pagato quell'oggetto una fortuna. Proviene dalle fucine dei nani e il metallo di cui è fatto è stato pensato per perforare le difese nemiche.
L'arma prosegue dritta fino al bersaglio, perforando la corazza e affondando nella carne.
Aster barcolla un solo istante, abbassa lo sguardo sul petto -lì dove la macchia scarlatta si sta diffondendo- e Freya ha quasi l'impressione che lui non sia sorpreso. I suoi cinque compagni si schierano attorno al loro leader e Aster si strappa con violenza il pugnale, stritolandolo nella sua mano come un comune pezzo di carta.
"Coraggiosa... o stupida." commenta il ribelle, voltandosi lentamente.
"Leale." replica Freya, indietreggiando per evitare di essere circondata e coprendosi meglio il volto.
"Una guerriera. Ma non una valchiria." La voce di Aster è roca, come se qualcuno avesse tentato di strangolarlo e non ci fosse riuscito. "Devi essere Lady Sif." commenta.
Freya non rimane impressionata, ma si stupisce che lui non abbia ancora fatto ricorso al Seiðr. "Lady Sif ha i capelli neri." replica. Stupidamente le torna in mente l'episodio che ha reso la chioma di Sif una bizzarra anomalia tra gli asgardiani. Ricorda che Loki aveva passato tre settimane su Svartálfaheim per convincere i nani a fabbricare una nuova chioma per Sif.
La gente riunita all'arena si sta riversando nel cerchio di sabbia, correndo impazzita in ogni direzione pur di sfuggire alla furia di Thor e alle guardie di Odino.
"Dunque ho ragione. La tua è stupidità, ragazza." dice Aster, facendo segno ai suoi uomini di attaccarla.
"La tua, invece, è quella di sfidare il Padre Tutto." La notte è illuminata di lampi azzurri e viola.
Freya piega il ginocchio, si lascia scivolare sul fango, ruota il busto e con un calcio colpisce alle gambe due dei suoi aggressori, facendoli cadere.
Sfodera un nuovo pugnale, ma qualcuno della folla la urta alla spalla e la lama scivola sul terreno dell'arena.
Da qualche parte la voce di Thor intima a tutti i presenti di arrendersi e di consegnarsi alla giustizia di Odino.
"Andiamocene." afferma Aster, scoccandole un'occhiata glaciale da oltre la maschera.
Freya sobbalza e la mano corre alla gola. La sensazione che avverte è quella di una forza gelida che sta tentando di soffocarla.
Cade a terra, la mente che cerca una via di fuga. Si è lasciata prendere alla sprovvista e ora ne paga le conseguenze.
"Fermi! Fermatevi!" riconosce la voce di Volstagg e per la prima volta teme quello che potrebbe accadere se Thor o uno qualsiasi dei tre guerrieri la trovasse lì, vestita da guerriera e in quello stato pietoso.
Freya trema, di paura e di rabbia, mentre avverte la magia crescere come una marea dentro di sé. Il Seiðr di Aster è potente, oscuro e pericoloso, ma la presa su di lei si sta facendo più debole.
Le dita sfiorano la sabbia bagnata e tracciano sul terreno una runa del comando.[5] Userebbe la voce in circostanze normali, anziché affidarsi al tracciamento delle rune, ma la gola brucia come se avesse ingoiato fuoco liquido e non può permettersi di perdere altro tempo.
Bastano pochi secondi e la terra attorno trema, creando solchi e innalzando dossi frastagliati che rallentano la strada ai tre guerrieri.
Freya si alza, ansima e si guarda attorno, poi parte all'inseguimento di Aster.
Il terreno dell'arena è diventato accidentato anche per lei, ma riesce a mantenere un contatto diretto con i suoi obiettivi. Si sposta da un asgardiano all'altro mentre Sif, alle sue spalle, recupera la distanza che le dividono minacciando di intralciarla. Non ha mai avuto occasione di combattere con Sif, nemmeno durante le sue ronde notturne, ma non la teme. Basterebbe una sola parola e il Seiðr potrebbe facilmente avere il sopravvento sulla guerriera.
Vede Aster salire i gradini e il suo primo istinto è quello di invocare la magia per spazzarlo via con una raffica di vento.
Ma non può fare nulla. Mentre Freya appoggia il primo piede sui gradoni di pietra, Thor cade dal cielo -come la stella da cui è stato forgiato Mjolnir.
Freya si immobilizza e le sue labbra si schiudono in un gesto d'impazienza.
Vede Aster scomparire insieme ai suoi cinque fedeli seguaci e Thor voltarsi nella sua direzione, fissandola con uno sguardo glaciale che a Freya per un'istante ricorda quello ferito di Loki il giorno in cui...
 
 
Freya non dovrebbe trovarsi lì, ma il suo compito è quello di osservare, osservare sempre, e quello che Odino sta dicendo a Loki è quanto di più sorprendente si sarebbe mai immaginata dal Padre degli dei.
La sala delle reliquie è silenziosa, se non per quelle parole rivelatorie che rimbombano come un'eco, riempiendola come mai quel luogo è stato.
"...il figlio di Laufey.[6] " continua il padre degli dei.
Freya sussulta e guarda in direzione del cugino, ben nascosta dietro muri di pietra e ferro. Il Distruttore non è in vista, ma tiene sempre sotto sorveglianza le sbarre che lo imprigionano.
"Il figlio di... Laufey." ripete Loki. Freya può solo provare ad immaginare come deve sentirsi il secondo erede al trono.
Loki è disperato. Freya lo capisce dalle sua parole, dalla disperazione e dall'incredulità che quella rivelazione ha portato. Anche lei è sorpresa, sbigottita, e si appoggia al muro, torturando con le mani la collana che porta sotto la veste. Segue il discorso tra i due, quasi fosse lei stessa la persona ferita dal comportamento di Odino.
Ha sperimentato sulla sua pelle il tradimento di un padre e di una madre; quelle parole sono una fiamma che riaccende il fuoco di rabbia che lei ha sepolto nel suo cuore.
"...Pensavo che avremmo potuto unire i nostri regni, un giorno. Costituire un'alleanza, creare una pace durevole... attraverso te." le parole di Odino, ora, devono apparire ridicole perfino a lui. C'è esitazione nella sua voce, il desiderio di chi preferirebbe combattere una nuova guerra anziché rivelare quel segreto.
"Cosa?" La domanda di Loki sembra quasi una supplica.
Freya strige i pugni, silenziosa.
"Ma quei piani non hanno più importanza." Adesso il Padre degli dei sembra quasi sollevato, libero da un peso che non avrebbe mai voluto portare.
C'è amore per un figlio nello sguardo che rivolge a Loki, ma Freya non è certa che il cugino possa vederlo. Lei ci riesce; troppe volte ha scorto solo odio e disprezzo negli occhi di Víli.
"Allora io non sono niente più che un'altra reliquia rubata! Relegata quassù finché non potrò essere utile!"
Freya sobbalza e si porta una mano alla bocca.
Loki è ferito, non può che dargli ragione. Una parte di lei prova il bisogno di andare da lui e consolarlo come farebbe con un animale ferito, ma il dio degli inganni non è una bestiolina indifesa e lei non è la dolce Frigga.
Avverte un cambiamento nel flusso del Seiðr proveniente da Loki e stringe ancora più forte la collana.
Non fare nulla. Non puoi fare nulla. Lasciali. Lasciali soli.
Continua a ripetersi quelle parole in una litania senza fine, ma rimane ad osservare. Non può farne a meno, come se lei fosse un'ape e Loki e Odino fiori dal profumo irresistibile.
Odino non mostra esitazioni nel rispondere. "Perché deformi le mie parole?"
"Avresti potuto dirmi ciò che ero fin dal principio, perché non l'hai fatto?"
Freya chiude gli occhi un solo istante e il Víli dei suoi ricordi le si mostra in un ghigno crudele: "Ora sei solo una piccola larva, un bruco. Ma un giorno ti trasformerai e come queste farfalle che si librano inconsapevoli tra i prati diventerai un'arma perfetta. Tu sarai lo strumento che mi permetterà di avere Asgard tra le mie mani."
Asgard tra le sue mani... Lei ha sempre saputo ciò che era. Un nemico da cui Asgard avrebbe dovuto difendersi perché proveniva da Asgard stessa. E Freya non aveva dubbi sul fatto che avrebbe eseguito gli ordini di Víli, per puro terrore, se lui fosse stato ancora in vita.
"Tu sei mio figlio... Ho cercato di proteggerti dalla verità."
"Perché? Perché io sono il mostro da cui i genitori mettono in guardia i propri figli la notte?"
"No..." Odino scuote la testa, stanco e sconfitto.
"Bene, tutto a senso ora..."
Ma Freya non ascolta altro. Non vuole farlo. Non avrebbe dovuto sapere nemmeno ciò a cui ha assistito. Le parole di gelosia di Loki nei confronti di Thor sono vere, questo lei lo sa. Ha vissuto con loro abbastanza a lungo, dopo la morte dei suoi genitori, da intuire la verità. Probabilmente, si dice che però lei non è la persona giusta per capire certi sentimenti. Non ha mani avuto fratelli e se li avessi avuti...
Non ne ha, questo è il punto. Riesce a capire il risentimento e il dolore di Loki, ma non potrà mai farlo fino in fondo.
Si riscuote in tempo per vedere Odino lasciarsi scivolare al suolo e Loki osservarlo, troneggiando su di lui come un re che non potrà mai essere.
Mai poi Loki si piega e Freya legge paura in quegli occhi verdi.
Le guardie arrivano immediatamente e portano via il Padre degli dei.
È silenzio ciò che rimane... e rabbia.
 
 
 

 

Capitolo betato da: Jales
 
[1]Seconda la mia versione dei fatti, Odino recupera l’energia oscura chiedendo aiuto ad Hela. La questione verrà approfondita più avanti.
 
[2]Huginn e Muninn: i due corvi di Odino.
 
[3] Æsir: sono gli dei di Asgard. Nella mia versione si differenziano dai semplici asgardiani, cittadini di Asgard.
 
[4] Giudizio dei Dodici: dodici Æsir, tra cui anche Frigga e Odino, responsabili di giudicare particolari crimini.
 
[5] Runa del comando: simboli utilizzati da incantatori minori, incapaci di fare ricorso al Seiðr attraverso la mente. Utilizzate da Freya per liberarsi dall’incantesimo di Aster.
 
[6] Discorso ripreso dal film.
 
 
 
Note: Premesso che non odio Sif, è innegabile che i suoi atteggiamenti verso Loki o possibili minacce facciano saltare i nervi, almeno per me xD
Specificato questo, spero che quanto accaduto nel capitolo sia chiaro. Per dubbi siete liberi di chiedere ù_ù
Aggiornamento: salvo imprevisti giovedì prossimo! Buon rientro a scuola a tutti gli studenti! :D


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