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Autore: Ornyl    12/09/2013    2 recensioni
Non è facile essere l'unica erede Bradford-Duff,soprattutto se si è donna. E la piccola Catherine lo sa,tra bustini troppo stretti per una bimba di otto anni,bambole di porcellana finissima che papà le porta dall'Europa e la disperata ricerca del perfetto partito. Ed è ancora più difficile se orfani,in mano alla fidata tutrice alla quale tua madre in punto di morte ti ha affidato,non è facile arrivare a diciassette anni all'altare con qualcuno che hai visto sì e no due volte ad un ballo. Non è facile finchè non interviene la morte a capovolgere tutto,finchè tu stessa non diventi la morte.
Chi si ricorda il mio one-shot "The Widow" alzi la mano! *rumore di grilli e palla di polvere che passa*
Anyway,questo è l'introspettivo in cui racconto la vita di Lady Duff,dalla nascita fino a ..boh,si vedrà.
(work in progress,siate clementi!)
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Periodo regency/Inghilterra
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"Nobody's daughter,she never was,she never will be beholden to anyone she cannot kill."
-
"the world broken doll,the world's shattered whore"

Hole,Nobody's Daughter.

"And you will never see the light ,you're just obscure and out of spite. You're just a nasty piece of work,come on baby let it burn,oh baby does it hurt?"
Hole,Skinny Little Bitch.

"And I hold on to you,watch the death of an angel.
And I hold on to you until the light pours like honey"

Hole,Honey.

"Your war was a lost cause before I came.
Keep praying,pray for the pretty things you won't get back"

Hole,Samantha.

Il rogo era durato tutta la notte,diffusosi in ogni stanza che incontrasse,e s'era spento solo alle prime luci dell'alba e il maniero annerito si ergeva in mezzo alla neve e al sole malato di un novembre ormai morente. La soffitta fumava ancora di legno e carne bruciata,e i domestici sopravvissuti all'incendio spegnevano ancora qualche piccolo e morente rogo. Dominic,con un vecchio scialle sulle spalle,trascinava con le poche forze un secchio d'acqua e spegneva le ultime fiammelle che avevano attaccato la stanza da letto padronale;erano ormai sparite la cipria e la tenuta da maggiordomo d'alta classe: Dominic era invecchiato in una notte. Con lo sguardo spento e assente di chi è sopravvissuto ad un tremendo rogo notturno si aggirava tra quelle stanze annerite e silenziose,rimbombanti dei suoi passi. Ancora non aveva trovato i padroni,ma alcune domestiche sopravvissute gli dissero che almeno il signore s'era salvato riuscendo a scappare. E tutti erano invecchiati quella notte e tutto era morto.
La nipote e la figlia che non aveva mai avuto si trovava morta in quei corridoi,forse ancora fumante e ardente come il cadavere di una strega sul rogo dove è stata giustiziata. Trent'anni di servizio morti e sepolti per sempre insieme ai balli,alle feste,all'argenteria,alle porcellane,agli arazzi,alle vecchie armature e alla tappezzeria di lusso ormai andati in fiamme.
Sussultò dopo aver attraversato mezzo corridoio. La finestra dalla cornice annerita e bruciacchiata inondava di luce mattutina una montagna di cristalli che ricopriva una sagoma nera e annerita,ancora avvolta in un abito rossastro. 
La signorina Duff.
Petite mademoiselle.
Màdame.
Lady McHalloran.
Lady LLoyd.
Lady Macintosh.
Mrs Alleyn.
Mrs Nash.
O solo mrs Nash?
O solo Catherine? Solo,soltanto Catherine?
Dall'altro capo del corridoio vide un altro maggiordomo e gli fece cenno di avvicinarsi. L'uomo poggiò il suo secchio a terra e con passi veloci si avvicinò.
-Dominic .. Ha trovato qualcosa?-
-Sì. E' lei-
Il secondo maggiordomo annuì e cercarono di sollevare il pesante lampadario. Il metallo scottava ancora.
-Al mio tre ..Uno,due ..-
-Tre!-
-Uno,due e tre!-
Il lampadario venne sollevato e cadde di lato su un mobile ormai annerito. Abbracciata al tappeto,con le gambe e la veste annerite e piene di bruciature,stava Catherine Marie Duff con la schiena spezzata e gli occhi spalancati,pallida e rossa di morte. Un rivolo di sangue colava ancora da quella bocca innaturalmente spalancata e rigida.
Si fecero il segno della croce e si guardarono in silenzio,dunque la sollevarono piano e la trascinarono lungo il corridoio finchè incontrarono un gruppo di domestiche che li aiutarono a portarla giù.
Con poche e semplici esequie,chiusa in una bara di mogano senza alcun decoro ma con una semplice croce sopra,Catherine Marie Duff venne salutata per l'ultima volta da un piccolo stuolo di domestiche e domestici. Gli amici,i pochi parenti rimasti sarebbero stati avvertiti in seguito.
Il signor padrone non si presentò ma qualcuno disse che era a casa dalla madre,a letto a causa delle bruciature. Anche lui sarebbe stato avvertito il seguito.
Mezzogiorno arrivò presto e a quell'ora il sole brillò di una strana lucentezza non di certo stagionale,irradiando e colorando la neve e le nuvole di riflessi dorati e giallini. A quell'ora la signora avrebbe letto o ricamato,forse sarebbe uscita a passeggio con il marito;poi il pranzo,e dopo la pausa pomeridiana e le visite dell'amata Margaret,e poi ancora la messa del vespro e poi ancora lettura,ricamo,musica e poi ancora la cena. O un ballo o una serata elegante.
E poi a far l'amore con l'unico uomo mai amato in tutta la vita,perchè l'avevano notato tutti e tutti sapevano.
Adesso tutti licenziati.
Presa la propria pochissima roba,messe da parte parrucche e livree da etichetta,Dominic passò un'ultima volta nella galleria. Tutti i dipinti e i ritratti,o almeno grandissima parte,erano andati perduti,eccetto il ritratto più recente della signora Catherine. Con la cornice dorata,tanto grande da coprire mezza parete,troneggiava ancora intatto in mezzo alla rovina:ritratta fino al busto,ella posava seduta su una panca di marmo(probabilmente una di quelle del giardino)su uno sfondo naturale dai colori cupi e dai contorni incerti e misteriosi. Sorrideva dello stesso sorriso di quand'era bambina,il sorriso maliziosamente curioso e innocente che aveva indossato la prima volta che vide Andrew McHalloran o il signor Nash irrompere nella sua vita. Vestiva con un abito bianco perla dalle piccole maniche a sbuffo,orlato di pizzo leggermente più scuro;portava sulle spalle una mantella rosso rubino decorata da disegni oro,verdi e neri,e al collo e alle orecchie delle perle. I capelli,scuri e lucidi,erano un tripudio di boccoli uniti fino a formare una crocchia,decorata da piccoli fiocchi,gemme e fiori rossastri,e gli occhi e il viso esprimevano un non so che di malinconica tristezza mista a speranza,accennata dalla mano sul grembo,e passione,evinta dal rossore sulle guance e dal portamento timidamente fiero.
In poche parole,splendeva dei desideri che non avrebbe mai potuto.
-Coraggio,Dominic. E' ora di andare-
Eloise gli aveva poggiato una mano sulla spalla e,con lo sguardo triste,lo aveva allontanato.
Un impero,un piccolo impero,era ormai caduto.

and I will dig my own grave,I'm miss begotten.

 
   
 
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